Mentre infuria la polemica sull'esclusione di Vianello Monello dal guinness dei primati per numero di morti e resurrezioni, divampa lo scontro sulla sepoltura di Cicciuzzo Sconciaforni, attuale detentore del record, per ora conservato in una cella frigorifera in attesa di adeguata sepoltura.
Ieri il consigliere regionale Carlo Alberto Azzi ha tenuto un'affollata conferenza stampa nella sede del Pd, per chiedere che le istituzioni non si lascino sfuggire l'opportunità di una sepoltura di Cicciuzzo in terra polesana. Il tumulo che dovrà essere realizzato nella zona di Sant'Apollinare, nell'eventualità dell'inumazione sotto terra, secondo Azzi è già una risorsa in fieri per la provincia. "Apprezzo le richiesta di chi vorrebbe piantare un grande bosco che cresca, ombroso e lussureggiante, sul terreno reso fecondo del corpo decomposto di Sconciaforni - dichiara Azzi - Tuttavia invito anche a guardare in prospettiva: l'enorme carcassa del pornodivo defunto, andando in putrefazione, emetterà tra le varie cose, pregiato idrogeno solforato. In questa fase sono certo che i fuochi fatui prodotti all'esterno attrarranno molti visitatori, eppurtuttavia invito a riflettere se non sia il caso di mettere in sicurezza il sito già da ora, impedendo pericolose fuoriuscite di gas infiammabile".
Azzi pone infatti due ordini di questioni: la prima riguarda l'incolumità dei polesani. Il corpo di Cicciuzzo, durante la decomposizione microbica, potrebbe gonfiarsi fino a esplodere, con danni incalcolabili per il patrimonio archeologico e culturale del Polesine. In secondo luogo, la dispersione di gas in atmosfera è un evento che Azzi invita ad evitare: "Trovo sbagliato sprecare tutto quel buon idrogeno solforato, più noto come Gsp (Gas da Salma Profumato) - commenta - Perchè non costruire una condotta per raccogliere e utilizzare il Gsp come combustibile per una centrale elettrica o per il riscaldamento delle abitazioni? Ciò consentirebbe di mettere in sicurezza il sito e al contempo di fornire energia gratuita e rispettosa dell'ambiente ai polesani. Ma l'investimento va fatto fin da ora, senza perdersi in quisquilie e pinzillacchere".
Proposta subito respinta dall'assessore regionale Renzo Marangon: "Sciocchezze, l'unica soluzione per il corpo di Cicciuzzo Sconciaforni è l'inumazione nel mausoleo dell'interporto che, grazie al Piano Casa, potrà essere ampliato a sufficienza per contenere le spoglie dello stimato divo del cinema. Azzi non si perda tra boschetti e pozzi di gas, di cui certo l'economia non ha bisogno per risollevarsi in questa difficile congiuntura".
lunedì 31 agosto 2009
giovedì 27 agosto 2009
Resurrezione con polemiche
"Vianello Monello può anche farsi uccidere e resuscitare, ma non gli verrà riconosciuto il record di morti e ritorni in vita, tuttora detenuto dal caro Cicciuzzo Sconciaforni, di cui attendiamo l'ennesima vittoria sulla morte".
Il portavoce del Guinness World Records, Ilio Marietti Santandrea (nella foto), gela le aspettative della famiglia di Vianello Monello, che puntava a staccare la spina al celebre opinionista rodigino, da mesi in stato vegetativo in una clinica svizzera, dopo un tragico incidente. Tutto era pronto per zombificare il morituro e farlo tornare tra i più, strappando così il record di morti e resurrezioni a Cicciuzzo Sconciaforni, il pornodivo polesano ucciso di recente in un controverso incidente sul set del suo nuovo film. Così non sarà, giacchè la giuria di qualità del Guinness dei Primati ha decretato che Vianello Monello, anche se dovesse compiere il suo destino, non sarà comunque ammesso alla classifica. "Perdincipinchernacolo! - sbotta Marietti Santandrea, interpellato sui motivi di tale esclusione - Anche i bambini sanno che quello non è il vero Vianello Monello, epperdiana! Fate mente locale e andate a rileggervi i vecchi post di questo blog: il vero elzevirista del Corriere del Veneto è morto l'anno scorso e di lui non è rimasto nulla, se non il suo spettro inquieto che infestava le sale e i corridoi di Palazzo Celio. Ricordate? Il tipo oggi chiamato Vianello Monello è in realtà un suo clone, creato dal governo cinese per motivi che non sto a rammentarvi e liberato con un epico blitz dalla prigione in cui era detenuto. Ricorderete anche che lo spettro del vero Vianello Monello si impossessò del corpo del clone, riacquistando a tutti gli effetti una forma di vita. Ma da qui a dire che quello è l'originale Vianello Monello, caspiteronzola, ce ne passa! Si accontenti di avere avuto un'esistenza indubitabilmente unica e avventurosa, ma non chieda la luna!"
Furioso Zuzzurro Buzzurro, portavoce del Comitato d'Azione Familiari di Vianello Monello, che a mezzo stampa denuncia l'ingiustizia operata dal Guinness World Record: "Ho carte scottanti che comprovano che c'è un interesse privato dietro all'esclusione del nostro congiunto con lo scopo di favorire Cicciuzzo Sconciaforni - attacca - Io credo che il signor Marietti Santandrea dovrebbe assumere una posizione più conciliante, oppure potrebbe trovarsi nelle condizioni di spiegare alla stampa internazionale la sua presenza a certe feste private in una nota villa sarda, alla presenza, evidentemente non casuale, del signor Sconciaforni e di altri personaggi pubblici, la cui identità, se divulgata, creerebbe molto imbarazzo. In ogni caso, io ho pacato il bokor haitiano George Lavalle per resuscitare Vianello Monello. Non mi costa nulla chiedere vendetta con la terribile macumba della diarrea!"
Il portavoce del Guinness World Records, Ilio Marietti Santandrea (nella foto), gela le aspettative della famiglia di Vianello Monello, che puntava a staccare la spina al celebre opinionista rodigino, da mesi in stato vegetativo in una clinica svizzera, dopo un tragico incidente. Tutto era pronto per zombificare il morituro e farlo tornare tra i più, strappando così il record di morti e resurrezioni a Cicciuzzo Sconciaforni, il pornodivo polesano ucciso di recente in un controverso incidente sul set del suo nuovo film. Così non sarà, giacchè la giuria di qualità del Guinness dei Primati ha decretato che Vianello Monello, anche se dovesse compiere il suo destino, non sarà comunque ammesso alla classifica. "Perdincipinchernacolo! - sbotta Marietti Santandrea, interpellato sui motivi di tale esclusione - Anche i bambini sanno che quello non è il vero Vianello Monello, epperdiana! Fate mente locale e andate a rileggervi i vecchi post di questo blog: il vero elzevirista del Corriere del Veneto è morto l'anno scorso e di lui non è rimasto nulla, se non il suo spettro inquieto che infestava le sale e i corridoi di Palazzo Celio. Ricordate? Il tipo oggi chiamato Vianello Monello è in realtà un suo clone, creato dal governo cinese per motivi che non sto a rammentarvi e liberato con un epico blitz dalla prigione in cui era detenuto. Ricorderete anche che lo spettro del vero Vianello Monello si impossessò del corpo del clone, riacquistando a tutti gli effetti una forma di vita. Ma da qui a dire che quello è l'originale Vianello Monello, caspiteronzola, ce ne passa! Si accontenti di avere avuto un'esistenza indubitabilmente unica e avventurosa, ma non chieda la luna!"
Furioso Zuzzurro Buzzurro, portavoce del Comitato d'Azione Familiari di Vianello Monello, che a mezzo stampa denuncia l'ingiustizia operata dal Guinness World Record: "Ho carte scottanti che comprovano che c'è un interesse privato dietro all'esclusione del nostro congiunto con lo scopo di favorire Cicciuzzo Sconciaforni - attacca - Io credo che il signor Marietti Santandrea dovrebbe assumere una posizione più conciliante, oppure potrebbe trovarsi nelle condizioni di spiegare alla stampa internazionale la sua presenza a certe feste private in una nota villa sarda, alla presenza, evidentemente non casuale, del signor Sconciaforni e di altri personaggi pubblici, la cui identità, se divulgata, creerebbe molto imbarazzo. In ogni caso, io ho pacato il bokor haitiano George Lavalle per resuscitare Vianello Monello. Non mi costa nulla chiedere vendetta con la terribile macumba della diarrea!"
lunedì 24 agosto 2009
Vianello Monello tornerà!
Vianello Monello batterà il record di morti e resurrezioni di Cicciuzzo Sconciaforni. Lo ha annunciato la famiglia nei giorni scorsi, scandalizzata perchè la giuria del Guinness dei Primati ha assegnato l'ambito riconoscimento al pornodivo, ammazzato sul set di un film ispirato alla vita di John Lennon.
"Se ci avessero consentito di staccare la spina al nostro caro - dichiara Zuzzurro Buzzurro (nella foto) - Quel record sarebbe andato all'opinionista più stimato del triveneto, costretto a giacere come un vegetale in una clinica svizzera, solo perchè quattro bigotti del menga non gli vogliono dare una giusta morte". La famiglia, oltretutto, avrebbe spento le macchine a cuor leggero, considerando che Vianello Monello era per l'appunto morto plurime volte, e in ogni occasione si era trovato il modo di riportarlo in vita. "Quereleremo chi ha impedito a noi e a Vianello Monello di conquistare il titolo - continua - E in ogni modo abbiamo deciso di aggirare la legislazione in materia e togliere il tormento al nostro caro che vive da mesi attaccato a cateteri e macchinari".
Su interessamento di Tornello Vianello, figlio di Monello Vianello, i familiari di Vianello Monello hanno contattato monsieur George Lavalle, un haitiano in esilio a Chiasso, ex tonton macoute ed esperto di vudu haitiano rivisitato secondo i nuovi ritrovati della farmacologia e della magia nera. Vianello Monello sarà prima privato dello spirito vitale, racchiuso in un vaso canopo, e poi staccato dai macchinari, per essere sepolto vivo e legato come un salame. Prima della sepoltura berrà la tradizionale pozione del vudu, che ne favorirà la resurrezione in forma di zombi privo di coscienza. Ma l'esperto bokor haitiano promette che alla fine del trattamento Vianello Monello tornerà senziente e pienamente in grado di scrivere di nuovo le sue minchiate sul Corriere del Veneto.
"Tecnicamente - spiega Zuzzurro Buzzurro - noi non uccideremo Vianello Monello, ma il Guinness dei Primati dovrà quanto meno riconoscere il record di resurrezioni. Cicciuzzo abbia la cortesia di non resuscitare anche stavolta. Ha avuto il suo primato, lasci spazio anche agli altri: a ciascuno il suo!"
"Se ci avessero consentito di staccare la spina al nostro caro - dichiara Zuzzurro Buzzurro (nella foto) - Quel record sarebbe andato all'opinionista più stimato del triveneto, costretto a giacere come un vegetale in una clinica svizzera, solo perchè quattro bigotti del menga non gli vogliono dare una giusta morte". La famiglia, oltretutto, avrebbe spento le macchine a cuor leggero, considerando che Vianello Monello era per l'appunto morto plurime volte, e in ogni occasione si era trovato il modo di riportarlo in vita. "Quereleremo chi ha impedito a noi e a Vianello Monello di conquistare il titolo - continua - E in ogni modo abbiamo deciso di aggirare la legislazione in materia e togliere il tormento al nostro caro che vive da mesi attaccato a cateteri e macchinari".
Su interessamento di Tornello Vianello, figlio di Monello Vianello, i familiari di Vianello Monello hanno contattato monsieur George Lavalle, un haitiano in esilio a Chiasso, ex tonton macoute ed esperto di vudu haitiano rivisitato secondo i nuovi ritrovati della farmacologia e della magia nera. Vianello Monello sarà prima privato dello spirito vitale, racchiuso in un vaso canopo, e poi staccato dai macchinari, per essere sepolto vivo e legato come un salame. Prima della sepoltura berrà la tradizionale pozione del vudu, che ne favorirà la resurrezione in forma di zombi privo di coscienza. Ma l'esperto bokor haitiano promette che alla fine del trattamento Vianello Monello tornerà senziente e pienamente in grado di scrivere di nuovo le sue minchiate sul Corriere del Veneto.
"Tecnicamente - spiega Zuzzurro Buzzurro - noi non uccideremo Vianello Monello, ma il Guinness dei Primati dovrà quanto meno riconoscere il record di resurrezioni. Cicciuzzo abbia la cortesia di non resuscitare anche stavolta. Ha avuto il suo primato, lasci spazio anche agli altri: a ciascuno il suo!"
domenica 23 agosto 2009
La recherche: edizione aggiornata!
Cosa cercano i navigatori che approdano nel turbolento porto di questo blog?
Quali risposte mancano per saziare la loro sete di conoscenza?
Quali dilemmi esistenziali affidano alla sapienza di Google e Yahoo?
Una piccola enciclopedia ad uso libero delle parole chiave più interessanti,
con risposte e annotazioni per aiutare a fugare le nebbie dell'ignoranza.
Leggi il resto
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sabato 22 agosto 2009
Scontro sul funerale di Cicciuzzo
Com'era prevedibile, anche il faraonico funerale di Cicciuzzo Sconciaforni è diventato terreno di polemiche in città. Avrebbe stupito il contrario, considerato il fiume di denaro che verrà speso per le esequie, a cui parteciperanno decine di vips internazionali.
E' di ieri l'attacco durissimo dell'associazione Salvadanaio per i boschi all'assessore regionale, Renzo Marangon, che li aveva invitati ad andare ad abbracciare qualche albero e non rompere. Marangon ha aperto invece alla proposta dei costruttori lituani di ampliare il mausoleo costruito l'anno scorso all'interporto (nella foto) per ospitare le spoglie di Vianello Monello. "In virtù dell'importanza dell'opera - commenta l'assessore regionale - sto valutando di concedere deroghe alle deroghe previste dal Piano Casa. In pratica potranno ampliare il mausoleo quanto cazzo vorranno, così da rendere il giusto tributo di monumentalità a Cicciuzzo. Non facciamo scippare questa occasione per delle pippe da ambientalismo radical chic".
I portavoce di Salvadanaio per i boschi, Tommaso Moretto ed Emmanuele Dall'Oco, propongono invece che il corpo del pornodivo defunto torni alla terra. Più volte Cicciuzzo aveva infatti espresso il desiderio di essere inumato, ovviamente in un appezzamento di terreno ad hoc, giacchè al cimitero comunale di via Oroboni lo spazio è decisamente insufficiente. Aveva anche comprato un ettaro di campagna, in cui avrebbe voluto essere tumulato nudo assieme ai suoi averi e - scherzava - ai cadaveri dei suoi servi e di alcune prostitute. Numerosi e numerose fans, tra l'altro, avrebbero già chiesto di essere sepolti a fianco del pingue beniamino. "Passi per i dettagli della sepoltura - scrivono Moretto e Dall'Oco - quel che interessa a noi è la destinazione di quel terreno. C'è chi parla di farci un parco con i sentierini e le paperette, noi invece chiediamo che venga riforestato. La carcassa putrida, decomponendosi lentamente, alimenterà l'humus che farà crescere piante alte e vigorose. Crediamo che questo sia il più bel regalo che Cicciuzzo possa fare alla sua città".
L'assessore all'Urbanistica Gigi Osti, però, frena gli entusiasmi. "Abbiamo tutti i cantieri aperti, non ci sono ruspe sufficienti per scavare la buca, molto meglio il mausoleo. E ora stempererò le polemiche con una barzelletta: al passaggio di un funerale un tizio chiede all'altro: scusi, sa chi è il morto? E l'altro: non so , ma credo sia quello nella prima macchina. Ah! Ah! Ah!".
E' di ieri l'attacco durissimo dell'associazione Salvadanaio per i boschi all'assessore regionale, Renzo Marangon, che li aveva invitati ad andare ad abbracciare qualche albero e non rompere. Marangon ha aperto invece alla proposta dei costruttori lituani di ampliare il mausoleo costruito l'anno scorso all'interporto (nella foto) per ospitare le spoglie di Vianello Monello. "In virtù dell'importanza dell'opera - commenta l'assessore regionale - sto valutando di concedere deroghe alle deroghe previste dal Piano Casa. In pratica potranno ampliare il mausoleo quanto cazzo vorranno, così da rendere il giusto tributo di monumentalità a Cicciuzzo. Non facciamo scippare questa occasione per delle pippe da ambientalismo radical chic".
I portavoce di Salvadanaio per i boschi, Tommaso Moretto ed Emmanuele Dall'Oco, propongono invece che il corpo del pornodivo defunto torni alla terra. Più volte Cicciuzzo aveva infatti espresso il desiderio di essere inumato, ovviamente in un appezzamento di terreno ad hoc, giacchè al cimitero comunale di via Oroboni lo spazio è decisamente insufficiente. Aveva anche comprato un ettaro di campagna, in cui avrebbe voluto essere tumulato nudo assieme ai suoi averi e - scherzava - ai cadaveri dei suoi servi e di alcune prostitute. Numerosi e numerose fans, tra l'altro, avrebbero già chiesto di essere sepolti a fianco del pingue beniamino. "Passi per i dettagli della sepoltura - scrivono Moretto e Dall'Oco - quel che interessa a noi è la destinazione di quel terreno. C'è chi parla di farci un parco con i sentierini e le paperette, noi invece chiediamo che venga riforestato. La carcassa putrida, decomponendosi lentamente, alimenterà l'humus che farà crescere piante alte e vigorose. Crediamo che questo sia il più bel regalo che Cicciuzzo possa fare alla sua città".
L'assessore all'Urbanistica Gigi Osti, però, frena gli entusiasmi. "Abbiamo tutti i cantieri aperti, non ci sono ruspe sufficienti per scavare la buca, molto meglio il mausoleo. E ora stempererò le polemiche con una barzelletta: al passaggio di un funerale un tizio chiede all'altro: scusi, sa chi è il morto? E l'altro: non so , ma credo sia quello nella prima macchina. Ah! Ah! Ah!".
giovedì 20 agosto 2009
Svolta nelle indagini
Sono scattate le manette per Icaro Trabbona, l'attrezzista di Campiglia Marittima che aveva messo sul set la pistola con cui è stato ucciso Cicciuzzo Sconciaforni.
Le forze dell'ordine hanno fatto irruzione a casa sua nella notte tra ieri e l'altroieri, cogliendolo mentre cercava di fuggire dalla finestra. Fonti riservate riferiscono che il giovine (nella foto) avrebbe già confessato di avere sostituito volutamente i proiettili a salve con le letali pallottole dum dum che hanno abbattuto Cicciuzzo, proprio mentre girava una scena ispirata all'omicidio di John Lennon. In casa, secondo indiscrezioni, la polizia avrebbe trovato numerose foto di Cicciuzzo Sconciaforni appese sui muri, con scritte minacciose vergate a mano con pennarelli rossi. Il gesto di un mitomane, dunque, tanto per cambiare avrebbe spento per l'ennesima volta la vita di uno dei più acclamati e risorti artisti rodigini. Ora si attendono i fastosi funerali, che dovrebbero tenersi al Censer, mentre sul luogo di sepoltura permane ancora il segreto. "Ma prima bisgonerà completare l'autopsia - dichiara il coroner rodigino - Onestamente non so quanto ci vorrà, non ho mai visto una tale massa di sugna e non abbiamo nemmeno un frigo della sua misura. Abbiamo dovuto noleggiare un furgone della Eismann per conservarlo. Fruga e rifruga troveremo quelle maledette pallottole dentro quel sacco di lardo".
La versione del mitomane, però, non convince gli anziani al bar Pedavena, dove siamo andati ad indagare. "Sono stati i rettiliani oppure i vetusti scaldapoltrone ammuffiti - commenta Guglielmo, pensionato di Beverare - Date retta a me, che ne ho viste di tutti i colori. Questo fatto è identico a uno successo esattamente alla stessa data nel 1942, a Costa. C'è un nesso e sono sempre loro che ci stanno dietro". C'è chi parla di un gesto delle Squadre d'Azione Vianello Monello, chi di una frangia estremista delle Br polesane, o meglio di alcuni "falchi" convinti che fosse stato un errore liberarlo illo tempore, chi ancora della lobby dei costruttori lituani interessati ad ampliare il mausoleo inutilizzato all'interporto, al fine di farne la tomba di Cicciuzzo, sfruttando il Piano Casa varato dalla giunta regionale. Ma altre, ben più inquietanti tesi, stanno venendo alla luce in queste ore, complici il caldo e qualche ombra di troppo. Di certo il caso non si chiuderà così facilmente!
Le forze dell'ordine hanno fatto irruzione a casa sua nella notte tra ieri e l'altroieri, cogliendolo mentre cercava di fuggire dalla finestra. Fonti riservate riferiscono che il giovine (nella foto) avrebbe già confessato di avere sostituito volutamente i proiettili a salve con le letali pallottole dum dum che hanno abbattuto Cicciuzzo, proprio mentre girava una scena ispirata all'omicidio di John Lennon. In casa, secondo indiscrezioni, la polizia avrebbe trovato numerose foto di Cicciuzzo Sconciaforni appese sui muri, con scritte minacciose vergate a mano con pennarelli rossi. Il gesto di un mitomane, dunque, tanto per cambiare avrebbe spento per l'ennesima volta la vita di uno dei più acclamati e risorti artisti rodigini. Ora si attendono i fastosi funerali, che dovrebbero tenersi al Censer, mentre sul luogo di sepoltura permane ancora il segreto. "Ma prima bisgonerà completare l'autopsia - dichiara il coroner rodigino - Onestamente non so quanto ci vorrà, non ho mai visto una tale massa di sugna e non abbiamo nemmeno un frigo della sua misura. Abbiamo dovuto noleggiare un furgone della Eismann per conservarlo. Fruga e rifruga troveremo quelle maledette pallottole dentro quel sacco di lardo".
La versione del mitomane, però, non convince gli anziani al bar Pedavena, dove siamo andati ad indagare. "Sono stati i rettiliani oppure i vetusti scaldapoltrone ammuffiti - commenta Guglielmo, pensionato di Beverare - Date retta a me, che ne ho viste di tutti i colori. Questo fatto è identico a uno successo esattamente alla stessa data nel 1942, a Costa. C'è un nesso e sono sempre loro che ci stanno dietro". C'è chi parla di un gesto delle Squadre d'Azione Vianello Monello, chi di una frangia estremista delle Br polesane, o meglio di alcuni "falchi" convinti che fosse stato un errore liberarlo illo tempore, chi ancora della lobby dei costruttori lituani interessati ad ampliare il mausoleo inutilizzato all'interporto, al fine di farne la tomba di Cicciuzzo, sfruttando il Piano Casa varato dalla giunta regionale. Ma altre, ben più inquietanti tesi, stanno venendo alla luce in queste ore, complici il caldo e qualche ombra di troppo. Di certo il caso non si chiuderà così facilmente!
lunedì 17 agosto 2009
Incidente sul set!
Cicciuzzo Sconciaforni è morto ancora una volta, ucciso da un colpo di pistola partito da un revolver che sarebbe dovuto essere caricato a salve.
La tragedia, infatti, è avvenuta a New York sul set del film “Cum togheter” liberamente ispirato alla storia dei Beatles, cui l’attore stava partecipando in incognito (motivo della sospensione temporanea della rubrica Les cahiers du Cicciuzzo su questo blog), dopo il recente ritiro dalle scene per aprire un’impresa di pompe funebri. La troupe stava lavorando sotto al Dakota Building dove John Lenone, il leader dei Beagles interpretato da Cicciuzzo, veniva ammazzato da un suo squilibrato ammiratore, tale Mark David Lochapinman che avrebbe poi abusato del cadavere ancora caldo. Purtroppo qualcuno aveva sostituito la scacciacani con un’arma vera.
“Confido che possa tornare in vita per il seguito del film – dice a botta calda il regista Gian Mendrisio Voltolina di Villa Torlonia – la produzione ha affrontato costi importanti per questa pellicola. Pensiamo, per esempio, alle scene dei concerti. Abbiamo già noleggiato lo stadio Maracanà oltre a 120mila comparse che sul ritornello della canzone che da il titolo al film eiaculano all’unisono sulla coprotagonista Gesualda Laputtana, che interpreta Yoko Ano, la compagna di John Lenone che chiede subito il bis sulle note di “We shall overcum”, altra hit portante della colonna sonora”.
Immediato l’arrivo degli addetti del Guinness dei primati che, previa verifica medica, hanno deciso di inserire Cicciuzzo nella nuova edizione del libro come nuovo recordman in materia di decessi. “Una bella notizia che da lustro alla nostra bella città – commenta il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori – siamo felici, inoltre, che la famiglia Sconciaforni abbia una propria impresa di pompe funebri, così non dovremo pagare noi le esequie. In ogni modo Cicciuzzo è figura affascinante, profondo conoscitore della stretta connessione tra eros e thanatos, uomo proiettatosi più volte oltre il velo di Maya e, dunque, in grado di interpretare la vita nel suo senso più profondo. Anche noi fidiamo in un suo rapido ritorno in vita”.
Il comitato provinciale Arci, intanto, ha annunciato che organizzerà una rassegna retrospettiva sull’opera cinematografica di Cicciuzzo, attirandosi le critiche delle Squadre d’azione Vianello Monello (Savm). “Invece di sostenere tali esibizioni retorico folcoristiche – sostiene una nota delle Savm – la ghenga partitocratica farebbe meglio a ricordare che Vianello Monello è in coma da settimane e tenuto in vita dalle macchine in una clinica svizzera. Noi chiediamo il distacco delle spine tossiche, di smetterla con questo accanimento terapeutico di regime, di far morire l’opinionista per farlo entrare nel Guinness dei primati ex-aequo con il porno-grafo ciccione per
con-serbarne la memoria”.
La tragedia, infatti, è avvenuta a New York sul set del film “Cum togheter” liberamente ispirato alla storia dei Beatles, cui l’attore stava partecipando in incognito (motivo della sospensione temporanea della rubrica Les cahiers du Cicciuzzo su questo blog), dopo il recente ritiro dalle scene per aprire un’impresa di pompe funebri. La troupe stava lavorando sotto al Dakota Building dove John Lenone, il leader dei Beagles interpretato da Cicciuzzo, veniva ammazzato da un suo squilibrato ammiratore, tale Mark David Lochapinman che avrebbe poi abusato del cadavere ancora caldo. Purtroppo qualcuno aveva sostituito la scacciacani con un’arma vera.
“Confido che possa tornare in vita per il seguito del film – dice a botta calda il regista Gian Mendrisio Voltolina di Villa Torlonia – la produzione ha affrontato costi importanti per questa pellicola. Pensiamo, per esempio, alle scene dei concerti. Abbiamo già noleggiato lo stadio Maracanà oltre a 120mila comparse che sul ritornello della canzone che da il titolo al film eiaculano all’unisono sulla coprotagonista Gesualda Laputtana, che interpreta Yoko Ano, la compagna di John Lenone che chiede subito il bis sulle note di “We shall overcum”, altra hit portante della colonna sonora”.
Immediato l’arrivo degli addetti del Guinness dei primati che, previa verifica medica, hanno deciso di inserire Cicciuzzo nella nuova edizione del libro come nuovo recordman in materia di decessi. “Una bella notizia che da lustro alla nostra bella città – commenta il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori – siamo felici, inoltre, che la famiglia Sconciaforni abbia una propria impresa di pompe funebri, così non dovremo pagare noi le esequie. In ogni modo Cicciuzzo è figura affascinante, profondo conoscitore della stretta connessione tra eros e thanatos, uomo proiettatosi più volte oltre il velo di Maya e, dunque, in grado di interpretare la vita nel suo senso più profondo. Anche noi fidiamo in un suo rapido ritorno in vita”.
Il comitato provinciale Arci, intanto, ha annunciato che organizzerà una rassegna retrospettiva sull’opera cinematografica di Cicciuzzo, attirandosi le critiche delle Squadre d’azione Vianello Monello (Savm). “Invece di sostenere tali esibizioni retorico folcoristiche – sostiene una nota delle Savm – la ghenga partitocratica farebbe meglio a ricordare che Vianello Monello è in coma da settimane e tenuto in vita dalle macchine in una clinica svizzera. Noi chiediamo il distacco delle spine tossiche, di smetterla con questo accanimento terapeutico di regime, di far morire l’opinionista per farlo entrare nel Guinness dei primati ex-aequo con il porno-grafo ciccione per
con-serbarne la memoria”.
domenica 16 agosto 2009
Elegia
Prima di decadere a guitto di terza categoria, l'uomo un tempo noto come Monello Vianello fu uno dei punti di riferimento per i giovani incerti di Rovigo, uno spin doctor per politici di buona volontà, un filosofo popolare per il cittadino comune. I migliori scambi di battute nell'area commenti di questo blog ci mostrano un tesoro di sapienza ormai perduto. Eccoli riproposti in tutto il loro fulgore.
venerdì 14 agosto 2009
Caos al centro commerciale
Un'incredibile catena di eventi si è verificata ieri al centro commerciale La Fattoria, dove molti rodigini trascorrono le ore assolate riempiendosi gli occhi e l'animo di brutture architettoniche e piattume grigio cemento.
Tutto è iniziato quando la signora Irma Piriotto, 42enne del centro cittadino (nella foto), recatasi colo proprio Suv al centro commerciale per fare la spesa, ha fatto irruzione all'ufficio reclami, protestando per un singolare episodio. Al momento di ritirare la moneta dal carrello, infatti, si è accorta che non era quella inserita: "Io ricordo distintamente di avere messo una moneta da un euro olandese - testimonia la donna - mentre quando sono andata a mettere giù il carrello mi è uscita una moneta da un euro spagnolo. Voglio che sia fatta chiarezza sull'accaduto". A nulla è valso il tentativo della direzione di chiarire che le monete si equivalevano per valore e che i gelati si stavano sicuramente squagliando in auto mentre loro perdevano tempo con queste fregnacce. "E' una questione di principio! - urla la Irma - Non bastavano i zingari e i negri che ti rompono l'anima con la carità, adesso mi truffano anche la moneta del carrello? Questo centro commerciale sta diventando il Bronx!"
La signora ha dato talmente in escandescenze che una guardia giurata del posto è dovuta intervenire, rimanendo leggermente contusa. Di qui la necessità di chiamare la Polizia: tre volanti, sostanti casualmente al vicino bar dell'Area Tosi, si sono immantinente recate sul posto, dove i tutori dell'ordine, preso atto del parere favorevole dei presenti, hanno abbattuto la donna con un taser. Riportata un po' di calma nella zona, ne hanno approfittato per controllare un po' di documenti alle facce più abbronzate. Un solo individuo, un trentunenne della Tassina reduce da sei ore di lampada Uv, è stato trovato senza documenti: per lui è stato emesso immediatamente il decreto di espulsione, ritirabile ormai anche alla lottomatica, e dopo una notte in gattaiola sarà presto espulso verso un paese scelto a caso sulla base di pregiudizi fisiognomici. Inutile il tentativo del criminale di essere deportato a Capo Verde.
Tutto è iniziato quando la signora Irma Piriotto, 42enne del centro cittadino (nella foto), recatasi colo proprio Suv al centro commerciale per fare la spesa, ha fatto irruzione all'ufficio reclami, protestando per un singolare episodio. Al momento di ritirare la moneta dal carrello, infatti, si è accorta che non era quella inserita: "Io ricordo distintamente di avere messo una moneta da un euro olandese - testimonia la donna - mentre quando sono andata a mettere giù il carrello mi è uscita una moneta da un euro spagnolo. Voglio che sia fatta chiarezza sull'accaduto". A nulla è valso il tentativo della direzione di chiarire che le monete si equivalevano per valore e che i gelati si stavano sicuramente squagliando in auto mentre loro perdevano tempo con queste fregnacce. "E' una questione di principio! - urla la Irma - Non bastavano i zingari e i negri che ti rompono l'anima con la carità, adesso mi truffano anche la moneta del carrello? Questo centro commerciale sta diventando il Bronx!"
La signora ha dato talmente in escandescenze che una guardia giurata del posto è dovuta intervenire, rimanendo leggermente contusa. Di qui la necessità di chiamare la Polizia: tre volanti, sostanti casualmente al vicino bar dell'Area Tosi, si sono immantinente recate sul posto, dove i tutori dell'ordine, preso atto del parere favorevole dei presenti, hanno abbattuto la donna con un taser. Riportata un po' di calma nella zona, ne hanno approfittato per controllare un po' di documenti alle facce più abbronzate. Un solo individuo, un trentunenne della Tassina reduce da sei ore di lampada Uv, è stato trovato senza documenti: per lui è stato emesso immediatamente il decreto di espulsione, ritirabile ormai anche alla lottomatica, e dopo una notte in gattaiola sarà presto espulso verso un paese scelto a caso sulla base di pregiudizi fisiognomici. Inutile il tentativo del criminale di essere deportato a Capo Verde.
mercoledì 12 agosto 2009
SCOOP! La Russa si arruola
"Parto per l'Afghanistan, dove andrò a spaccare il culo a un po' di talebani. Saluto la mia cara moglie e i miei figli. State tranquilli, mi coprirò di gloria o morirò nel tentativo".
Con queste commoventi parole, il ministro della Guerra, Ignazio La Russa, ha annunciato di essersi arruolato nell'esercito, per partecipare in prima persona alle missioni militari all'estero. Andrà in Afghanistan, in prima linea, a combattere duramente contro i talebani, prima che riconquistino il paese senza avere chiesto il permesso. La Russa ha annunciato il suo gesto in esclusiva a questo blog: "E' l'unica fonte di informazione vera in questo paese in mano ai comunisti", ci ha spiegato, mentre cenavamo alla trattoria "Da Dante". Un gesto innanzitutto esemplare, quello di entrare nell'esercito: "Voglio dimostrare che è finita la squallida epoca in cui i monarchi e i baroni delle fornaci chiamavano alle armi in difesa della patria, ossia del portafoglio, e i proletari si facevano mandare la massacro in folte schiere, mentre principini e rampolli dell'alta borghesia passavano pomeriggi soleggiati a giocare a volano nella loro tenuta. Questo governo è diverso, non manda i nostri ragazzi al macello, ma si impegna in prima persona. Sono certo che molti mi seguiranno, invito i miei figli ad arruolarsi e, perchè no?, anche mia moglie, che saprebbe tenere testa a un mullah armato di kalashnikov perfino meglio di me!"
La Russa ha poi chiarito la questione delle vittime innocenti di questa guerra: "E' difficile, quando sei a diecimila metri di altezza nella carlinga di un aereo supercorazzato, pronto a bombardare un villaggio con case di paglia e fango, mantenere la giusta freddezza. Sono situazioni al limite, cercate di capire. Certi errori capitano per nervosismo. Ci dispiace. Ma poi quei cazzo di bambini perchè non la smettono di raccattare le mine antibambino?" Il Ministro è poi salito a bordo di un elicottero Mangusta, per volare infine verso l'ostile terra straniera. "Inizia male, stasera sarò di corvè alle latrine", ha scherzato, agitando il fez tra le pale rotanti del velivolo.
Con queste commoventi parole, il ministro della Guerra, Ignazio La Russa, ha annunciato di essersi arruolato nell'esercito, per partecipare in prima persona alle missioni militari all'estero. Andrà in Afghanistan, in prima linea, a combattere duramente contro i talebani, prima che riconquistino il paese senza avere chiesto il permesso. La Russa ha annunciato il suo gesto in esclusiva a questo blog: "E' l'unica fonte di informazione vera in questo paese in mano ai comunisti", ci ha spiegato, mentre cenavamo alla trattoria "Da Dante". Un gesto innanzitutto esemplare, quello di entrare nell'esercito: "Voglio dimostrare che è finita la squallida epoca in cui i monarchi e i baroni delle fornaci chiamavano alle armi in difesa della patria, ossia del portafoglio, e i proletari si facevano mandare la massacro in folte schiere, mentre principini e rampolli dell'alta borghesia passavano pomeriggi soleggiati a giocare a volano nella loro tenuta. Questo governo è diverso, non manda i nostri ragazzi al macello, ma si impegna in prima persona. Sono certo che molti mi seguiranno, invito i miei figli ad arruolarsi e, perchè no?, anche mia moglie, che saprebbe tenere testa a un mullah armato di kalashnikov perfino meglio di me!"
La Russa ha poi chiarito la questione delle vittime innocenti di questa guerra: "E' difficile, quando sei a diecimila metri di altezza nella carlinga di un aereo supercorazzato, pronto a bombardare un villaggio con case di paglia e fango, mantenere la giusta freddezza. Sono situazioni al limite, cercate di capire. Certi errori capitano per nervosismo. Ci dispiace. Ma poi quei cazzo di bambini perchè non la smettono di raccattare le mine antibambino?" Il Ministro è poi salito a bordo di un elicottero Mangusta, per volare infine verso l'ostile terra straniera. "Inizia male, stasera sarò di corvè alle latrine", ha scherzato, agitando il fez tra le pale rotanti del velivolo.
Il mondo senza Monello Vianello
L'uscita di scena di Monello Vianello non cessa di far discutere il jet set e il mondo politico rodigino, il quale continua a essere spaccato tra chi si dice dispiaciuto solo in parte, chi festeggia apertamente e chi, dopo un anno e mezzo, non ha ancora capito che Monello Vianello e Vianello Monello sono due persone diverse.
Di certo la città non resta indifferente alla dipartita di uno dei suoi più illustri concittadini: "E' sempre un rammarico - commenta il sindaco, Fausto Merchiori - quando un brillante intellettuale emigra altrove, facendo mancare alla città un importante apporto in termini di crescita civile e culturale. Ritengo comunque di poter rassicurare i miei cittadini sull'insussistenza allo stato attuale di questo rischio, giacchè Sergio Garbato ha smentito di volere abbandonare Rovigo". Il suo vice, Graziano Azzalin, aggiunge parole cariche di sentita commozione: "Mi mancherà quel suo umorismo greve e carico di allusioni sessuali - commenta - Con l'assessore Gigi Osti stiamo valutando di intitolargli una via. Purtroppo Gigi mi ha detto che l'ultima bretella disponibile è già prenotata per l'intitolazione a Bettino Craxi, benefattore. Mi ha dunque proposto di radere al suolo quell'ettaro di boscaglia che avanza su via Martiri di Belfiore e farci un quartiere residenziale, dove troveremo sicuramente un buco per una via intitolata a Monello Vianello".
Raggiunta da un cronista del Resto del Carlino, la presidente della Provincia, Tiziana Virgili, commenta così la notizia: "Non conosco personalmente questo signor Monello Vianello, il cui nome mi pare anche un po' strano". A sorpresa l'ex leader dell'Udeur, Beppe Osti, compare invece sulla Voce, con un'intervista esplosiva in cui afferma di avere conosciuto di persona Monello Vianello: "Ebbene, sì - dichiara - E' accaduto all'epoca in cui sono uscito dalla giunta Merchiori per dare un segnale di rinnovamento. Inizialmente mi offese molto la maniera in cui Monello Vianello trattò l'accaduto, così ebbi a dire parole decisamente infuocate nei suoi confronti, spargendo in giro la voce che se mi fosse capitato per le mani gli avrei fracassato tutti i denti. Una sera ero al Zestea e sento squillare il telefono: era lui! Mi disse che avrebbe voluto parlarmi per chiarire quello spiacevole equivoco. Cenammo insieme e lui spese molte parole per scusarsi dei toni canzonatori usati nei miei confronti, tanto che mi imbarazzò di essermi infuriato con un uomo così dabbene e mi scusai anche io: ira brevis furor. Gli dissi che se ci fossimo conosciuti prima tra noi sarebbe sicuramente nata una splendida amicizia. E lui mi rispose ridendo e citando Fedro: nunquam est fidelis cum potente societas. Non l'ho più rivisto".
Parole di stima anche dal vescovo Lucio Soravito De Franceschi: "E' vero, in più occasioni ha offeso la religione cattolica, quella piccola creatura di satana, ma lo trovavo tutto sommato spassoso. Lo feci addirittura contattare, un giorno, per praticargli un esorcismo. Declinò l'invito personalmente e con molta cortesia. Mi disse: soggiogo già i miei demoni con la scrittura".
lunedì 10 agosto 2009
SCOOP! Calderoli espulso!
E' Roberto Calderoli la prima vittima leghista del pacchetto sicurezza votato dal governo per criminalizzare gli immigrati.
Un paradosso venuto alla luce proprio nel capoluogo polesano, dove la studiosa Suellen Zorzetto ha fatto l'incredibile scoperta: i documenti di Calderoli erano stati falsificati fin dall'infanzia. Il piccolo Roberto di fatto è nato nel 1956 a Valona, in Albania, ma la famiglia si è trasferita pochi mesi dopo in Italia. Raggiunta Otranto a bordo di un gommone, i genitori sono stati aiutati a raggiungere di nascosto il nord Italia, trasferendosi da amici a Bergamo. E' lì che ha preso il via una lunga teoria di menzogne, in parte per nascondere la clandestinità, in parte per errori e ingenuità. Il caso è tutto da ricostruire, ma è certo che l'assommarsi di bugie e segreti ha fatto sì che il giovine, oggi promettente politico in missione a Roma Ladrona, non venisse mai a conoscenza delle sue origini. Suellen Zorzetto, però, ha incontrato personalmente Ovidio Berimbau, l'uomo che nel '57 aiutò i genitori a prendere casa nel bergamasco e a falsificare i documenti per vivere in Italia. E le prove sono talmente schiaccianti, che Calderoli non ha saputo nemmeno replicare.
"E' una situazione kafkiana, dopo tanti anni scopro che per questo paese non esisto solo perchè non ho un pezzo di carta - ha commentato, mentre veniva accompagnato a bordo dell'aereo che lo riporterà in Albania - Ora spero in una sanatoria per il mio specifico caso". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha espresso parole di sgomento per quanto accaduto: "Roberto ha dato molto al paese - dichiara -, ma noi non possiamo derogare a una legge in cui abbiamo fortemente creduto solo per fare un favore a lui. Spiace, ma ci ha ingannati per tutti questi anni, fingendosi un bravuomo, mentre sotto la facciata nascondeva l'identità di un clandestino, di un criminale, di un albanese potenziale guidatore ubriaco che falcidia i nostri giovani e stupra le nostre ragazze dabbene. Non faremo sconti a nessuno. Ho promesso fin da subito che avremmo mostrato agli immigrati che siamo cattivi e ora lo ribadisco: dobbiamo essere crudeli, dobbiamo esserlo con la coscienza pulita, dobbiamo distruggere in maniera tecnico-scientifica. Vada a delinquere al paese suo, il signor Calderoli".
Un paradosso venuto alla luce proprio nel capoluogo polesano, dove la studiosa Suellen Zorzetto ha fatto l'incredibile scoperta: i documenti di Calderoli erano stati falsificati fin dall'infanzia. Il piccolo Roberto di fatto è nato nel 1956 a Valona, in Albania, ma la famiglia si è trasferita pochi mesi dopo in Italia. Raggiunta Otranto a bordo di un gommone, i genitori sono stati aiutati a raggiungere di nascosto il nord Italia, trasferendosi da amici a Bergamo. E' lì che ha preso il via una lunga teoria di menzogne, in parte per nascondere la clandestinità, in parte per errori e ingenuità. Il caso è tutto da ricostruire, ma è certo che l'assommarsi di bugie e segreti ha fatto sì che il giovine, oggi promettente politico in missione a Roma Ladrona, non venisse mai a conoscenza delle sue origini. Suellen Zorzetto, però, ha incontrato personalmente Ovidio Berimbau, l'uomo che nel '57 aiutò i genitori a prendere casa nel bergamasco e a falsificare i documenti per vivere in Italia. E le prove sono talmente schiaccianti, che Calderoli non ha saputo nemmeno replicare.
"E' una situazione kafkiana, dopo tanti anni scopro che per questo paese non esisto solo perchè non ho un pezzo di carta - ha commentato, mentre veniva accompagnato a bordo dell'aereo che lo riporterà in Albania - Ora spero in una sanatoria per il mio specifico caso". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha espresso parole di sgomento per quanto accaduto: "Roberto ha dato molto al paese - dichiara -, ma noi non possiamo derogare a una legge in cui abbiamo fortemente creduto solo per fare un favore a lui. Spiace, ma ci ha ingannati per tutti questi anni, fingendosi un bravuomo, mentre sotto la facciata nascondeva l'identità di un clandestino, di un criminale, di un albanese potenziale guidatore ubriaco che falcidia i nostri giovani e stupra le nostre ragazze dabbene. Non faremo sconti a nessuno. Ho promesso fin da subito che avremmo mostrato agli immigrati che siamo cattivi e ora lo ribadisco: dobbiamo essere crudeli, dobbiamo esserlo con la coscienza pulita, dobbiamo distruggere in maniera tecnico-scientifica. Vada a delinquere al paese suo, il signor Calderoli".
domenica 9 agosto 2009
Addio, Monello Vianello!
"Non ho mai apprezzato l'eccessivo livore mostrato da Monello Vianello nei confronti dei maturi amministratori, che in virtù delle competenze acquisite con l'età, sono incaricati di mantenere a temperatura ottimale alcuni pezzi di mobilio di pregio muniti di comodi braccioli e schienale imbottito".
La prima reazione alla partenza di Monello Vianello dal capoluogo polesano viene dal segretario del Pd, Gabriele Frigato, che ha organizzato una conferenza stampa per dirsi dispiaciuto di vedere emigrare un concittadino, ma prendendo le distanze dalle posizioni del noto polemista: "Non possiamo dire di avere perso una delle menti migliori - scherza, sbattendo un'infradito sul tavolo per chiedere la parola - Ammetto di avere trovato piuttosto sgradevole il suo abuso dell'aggettivo ammuffito, o come si direbbe in campidanese annarbau, e ricordo a quel signore che dalla muffa si ricava l'utile penicillina". Anche dal centrodestra arrivano note ufficiali sulla scomparsa dell'autore di questo blog. Luca Bellotti ha diramato un comunicato sintetico, in cui si diceva amareggiato per la scelta e incomprensibilmente mandava affanculo Renzo Marangon. Ben diversa la posizione di quest'ultimo, il quale ha dichiarato: "Brindo con un'acqua tonica alla sua dipartita, quel coglione, con le sue minchiate sul Barzellettiere Demoniaco, ha convinto tutti che io fossi l'autore della sconfitta di Contiero alle provinciali. E la sua smentita è stata patetica. Se ne vada pure: ciao, ciao!"
Commenta l'accaduto anche Lucia Riberto, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista: "Se n'è andato? Era ora. Poteva farlo prima. Non ha fatto altro che vilipendere il mio partito, devo anche dire che mi dispiace?", ha dichiarato, asciugandosi una lacrima. "Concordo con Lucia sul fatto che quel Monello Vianello ha decisamente remato contro di noi in più occasioni - aggiunge il vicepresidente della Provincia, Guglielmo Brusco - A parte scrivere un sacco di sciocchezze su di me, Lucia e Valentino Lodo, ha in più occasioni messo in dubbio la linea politica della sinistra, insinuando che ci stessimo svendendo pur di governare con il centrosinistra a Rovigo e Palazzo Celio. Mi dispiace, ma so che lascia la città per motivi personali e per ritirarsi in un villone privato per cui cazzi suoi".
domenica 2 agosto 2009
Epilogo
"Gigi Sabani è ancora vivo. Fa il medico all'ospedale di Trecenta". Doveva essere questa la notizia di punta della giornata odierna, ma ieri l'autore di questo ormai decadente blog ha chiesto ai collaboratori maggiore selettività nella scelta delle fonti. Il pur valido cronista Asbesto Minzolini, però, non ha preso bene l'apertura di un confronto dialettico sull'attendibiltà delle notizie fornite da questo blog e se n'è andato sbattendo la porta. Liutpranda Castronovo, firma di punta del blog, ha colto l'occasione per annunciare di volersi licenziare: "Ormai il giornalismo è una professione senza futuro e io voglio dedicarmi alla ricerca sul nucleare di quarta generazione", ha dichiarato, lasciandoci con un abbraccio. Le ultime notizie che aveva raccolto, però, non erano meno fuffose: un'intervista allo scienziato di Loreo, Igor Ferrazzi, in cui sosteneva che l'Uomo Vitruviano non era uno studio di anatomia ma il ritratto di un alieno di razza Octopus sbarcato sulla Terra per preparare la grande invasione del 2017; un'intervista a Cicciuzzo Sconciaforni, in cui raccontava di volersi tatuare gli affreschi della Cappella Sistina sul glande.
"Orbene - ha dichiarato Monello Vianello, lasciando cadere sul tavolo la penna in segno di sconfitta - va presa una decisione epocale, forse la più importante della mia vita dopo l'iscrizione al Partito Nazista Americano nel 1972. Accetto l'eredità dell'anziano Ildebrando Polliuti e mi trasferisco a vivere nella sua immensa tenuta di Laureana di Borrello". Invano l'amico Cirino Baffino ha tentato di dissuaderlo, rammentandogli che i figli di Polliuti avrebbero tentato in ogni modo di farlo fuori per intascare l'eredità. "Quel che è deciso è deciso - ha detto sorridendo il titolare di questo blog - Ho troppi anni sul groppone per fare il ragazzino. Lì potrò prendermi cura della povera Italia e degli altri animali di mio fratello Vianello Monello. E se i medici lo vorranno, mi piacerebbe trasferirlo da quella fredda clinica svizzera in cui giace da mesi in coma. Lo porterei a casa con me, nella speranza che un giorno si riprenda del tutto".
Così, con queste parole cariche di pathos, Monello Vianello ha consegnato le chiavi della redazione a Cirino Baffino. "Annuncerò la mia uscita di scena in esclusiva a Biancoenero, l'unico periodico ad avere azzeccato la mia identità segreta - ha dcihiarato Monello Vianello - L'unico mio rammarico è che nessuno, in questi anni, abbia colto il mio intento di contaminare satira e comicità yiddish". E commossi si sono recati dalla Bice per festeggiare con tutti gli amici questo traguardo, svuotando una decina di damigiane di ottimo raboso.
sabato 1 agosto 2009
La recherche
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