Sono lontani i tempi in cui inveivamo contro la Lega Nord e contro le forze del centrosinistra che aprivano al dialogo con loro, remote le epoche in cui accusavamo i padani di razzismo per alcune frasi ingiuriose contro i negri, poi tradotte in azioni concrete.
Oggi un organo di informazione serio ha il dovere di interpretare i cambiamenti sociali in atto e il più importante è questo: ormai non ci caga più nessuno. I nostri già scadenti collaboratori sono migrati in cerca di fortuna in altri paesi europei, Celio Rodigino si è invaghito di una ragazzina di trent'anni più giovane e non scrive più nulla. Abbiamo dovuto metterci in cerca di nuovi collaboratori, motivati a lavorare sottopagati, e le ultime selezioni hanno portato a un repentino rinnovamento della redazione. Fin dalla prima riunione, i nostri nuovi collaboratori hanno mostrato chiaramente qual'è il percorso da seguire: "Dobbiamo raccontare la nostra Padania e la gente della Padania. La gente della Padania vuole sentire parlare della Padania", ci spiega Ruggero Eggman, giornalista di Olmo al Brembo (nella foto, scattata in redazione, è quello con la tuta blu). Una posizione approvata all'unanimità dal nuovo team, oggi composto da Nane Taccon (primo a sinistra nella foto), Ruggero Egmann, i gemelli siamesi Alberto e Umberto Caccaviello (originari di Trento) e Everhard Fernandez, incapace sia di scrivere che di fare foto, ma segnalatoci caldamente da Cicciuzzo Sconciaforni, del quale pare sia figlio illegittimo.
E sia. Da oggi diventiamo la voce della Padania, un organo di informazione attento al territorio, ai suoi cambiamenti politici e culturali, alle sue esigenze e agli scambi di favori tra imprese private, politica e mondo dell'informazione in cui, lo confessiamo, aspiriamo ad avere qualche fetta di torta pure noi.
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