martedì 5 ottobre 2010

Attentato a Belpietro, tutta la verità!

Molte illazioni sono state fatte finora sul misterioso agguato a Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che solo il tempestivo intervento della sua guardia del corpo ha fatto fallire.
I soliti teorici del complotto già millantano che si sia trattato di una farsa: come ha fatto l'attentatore a schivare ben tre proiettili in un corridoio? Per dove è scappato? Perchè nessuno l'ha visto? Noi rigettiamo questo pseudo giornalismo. Belpietro è un eroe, perchè rischia la vita per quello che scrive, quindi non si può criticare. Grazie alle nostre infinite conoscenze nei servizi segreti deviati e non, proponiamo invece una ricostruzione attendibile di quanto accaduto quella sera nella palazzina milanese.
- Belpietro esce a portare a spasso Poppy, il suo cane, un chihuahua zoppo che gli regalò anni fa il suo editore. Indossa un completo blu scuro, cravatta regimental e l'immancabile pendaglio a forma di farfallina legato alla caviglia. Rientra verso mezzanotte e saluta le sue guardie del corpo con il segnale convenzionale degli abitanti del pianeta Ork.
- Il capo della scorta sta per prendere l'ascensore, quando vede il cartello "Vietato fumare" in corridoio. Non resiste alla tentazione di vedere cosa succede se si accende la sigaretta dove non si può. Scende le scale spippacchiando rumorosamente ed è quasi deluso nel constatare che nessuno arriva a comminargli la sanzione di 25 euro, quando si imbatte in un tizio con una pistola in mano. "Orcodio, mi hanno sgamato", pensa in un primo momento.
- A questo punto il malvivente, che era vestito come John Travolta nel "La Ffebbre del sabato sera" ma indossava una maschera raffigurante il volto del celebre Generale Baratieri, estrae la pistola, che in realtà è un Super Liquidator Pm400 caricato a Pinot Rosè. Fa per sparare, ma l'arma si inceppa e schizza in faccia il terrorista, che rimane temporaneamente accecato. Alcuni elementi chimici presenti nel Pinot Rosè (in realtà prodotto artificialmente in Cina). interagiscono con l'ossigeno, il fumo della sigaretta e alcuni solventi usati dalla donna delle pulizie e ancora vaganti in forma di vapori nell'aria. La reazione chimica provoca la paralisi immediata di tutte le persone nel raggio di cinquanta metri. La guardia del corpo, quindi, ha tutto il tempo di studiare l'aspetto dell'aggressore, ricorrendo anche alle proprie conoscenze di fisiognomica per farsi un'idea del carattere. Questo consentirà di diffondere l'accurato identikit che riportiamo in alto.
- Svanito l'effetto dei gas paralizzanti, la guardia del corpo estrae dalla fondina una mitraglietta Uzi e spara all'impazzata. Abbatte sedici lampadari a soffitto, uccide la gatta soriana della signora Gertrude e buca le gomme delle macchine nel cortile adiacente, ma non colpisce il malvivente, il quale, avvitandosi su se stesso come Neo in Matrix, schiva tutte le pallottole. Anzi, ferma l'ultima tra i denti e la risputa. Una pallottola vagante è stata avvistata pochi minuti fa mentre continuava la propria traiettoria sul grande raccordo anulare. Qualche piano sopra (tre o quattro, su questo non c'è chiarezza), Belpietro sente gli spari dal suo appartamento e pensa: "Cosa sarà mai questo rumore?"
- L'attentatore, vista la mal parata, si dilegua nelle tenebre, gridando alcune frasi in lingua maithili, il che fa presupporre la sua origine dell'India nordoccidentale. Il capo scorta lo insegue, ma è inutile: quell'altro ha delle molle sotto gli stivaletti e compie in pochi secondi balzi smisurati che lo portano fin sui tetti dei palazzi, per poi sparire nel nulla. "Aveva sicuramente un dispositivo in grado di rifrangere la luce, rendendolo invisibile", commentano fonti anonime della scientifica. In zona Navigli, infatti, è stato avvistato un Super Liquidator che galleggiava nell'aria, come se fosse stato tenuto in mano da un uomo invisibile che correva. Ma è probabile che in seguito si sia traslato in un altro piano spaziotemporale, cosicchè non verrà mai trovato.
- Il capo scorta lascia perdere l'inseguimento, corre da Belpietro e gli racconta cos'è successo. Belpietro inizia a tremare e piangere dall'emozione. Il capo scorta lo stringe tra le sue braccia e lo consola virilmente: "Su, su, è tutto finito". I due fanno all'amore sul tappeto, davanti al camino acceso, per scaricare la tensione.
- L'attentato è stato rivendicato dalle Brigate Comuniste per l'Eliminazione della Stampa Libera e dai Nuclei Armati Giudici Bolscevichi, ma i giornali di sinistra non hanno dato la notizia.

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