Questa settima una sola recensione, dedicata ad uno dei film più complessi e impegnati di Sconciaforni, tanto da meritare un particolare approfondimento. Impossibile infatti riassumere in poche righe un capolavoro di sceneggiatura, con uno dei migliori personaggi interpretati da Cicciuzzo, che con questo titolo fu riconosciuto finalmente come il grande attore che la storia conosce.
Il vedovo allegro
di Boacchino Rossini
Cicciuzzo è un grigio e spento autista di autobus che passa un periodo difficile, dopo il licenziamento. La moglie gli rinfaccia continuamente la sua inutilità, nonchè la sua scarsa vitalità sessuale e minaccia di trovarsi un amante. Dietro a tutto, la tragedia di un figlio desiderato e mai arrivato.
Una sera, però, la moglie finisce sotto un autobus, guidato da un collega di Cicciuzzo.
Rimasto vedovo, l'uomo crede di essere arrivato al capolinea della propria vita, quando una serie di eventi innesca un profondo cambiamento. La sorella Ugolina, lo ospita per qualche giorno a casa sua e gli rivela di non essere sua sorella, ma una sorella adottiva. Una parola tira l'altra e per tirarsi su di morale i due si accoppiano selvaggiamente sul divano di casa. Ugolina, dopo l'amore, si confessa con Cicciuzzo: teme che suo marito non la ami più, perchè a letto è molto freddo (come si vede in un esplicito, lungo flashback) e manca spesso di casa. Cicciuzzo si offre di parlargli. Si danno appuntamento a casa di Cicciuzzo, dove si ubriacano. Il marito di Ugolina si dice molto imbarazzato: da qualche mese fa sogni erotici con altri uomini, per cui ha il dubbio di essere gay. Cicciuzzo si offre di togliergli ogni dubbio, in una lunga scena molto hot, sconsigliata al pubblico più sensibile. Alla fine Cicciuzzo aiuta Ugolina e il marito a riconciliarsi e per festeggiare finiscono sul lettone di casa nella posizione del panino.
Frattanto, Osvaldo, l'autista che ha investito la moglie di Cicciuzzo, vuole rimediare al danno fatto. Cicciuzzo sdegnosamente rifiuta un'offerta in denaro: "Ora che ho imparato le gioie dell'amore, non posso più dividerle con lei, la donna che amavo. Questo è merito e colpa tua". Osvaldo ci pensa su e torna da Cicciuzzo vestito da donna. "Non posso ridarti tua moglie, ma forse l'illusione di averla ancora con te...", gli dice, iniziando a spogliarsi. Cicciuzzo è molto imbarazzato di quella visita a sorpresa, perchè nell'altra stanza ci sono Claudia e Erika, due amiche della moglie giunte dalla Toscana per i funerali. L'imbarazzo viene presto vinto, quando Claudia e Erika comprendono la diffile situazione in cui si trovano e decidono di scaldare l'atmosfera con una performance lesbo, poi i quattro danno vita a un'orgia bisex e tutto il repertorio che potete aspettarvi in un film porno. Alla fine della interminabile scena di accoppiamento collettivo finale (che raggiunge l'apice con l'arrivo, sul più bello, del vicino di casa), Cicciuzzo è abbracciato a Osvaldo, da una parte, e Erika dall'altra.
"E' stato bello, avrei voluto che ci fosse mia moglie qui", dice, con aria malinconica. Claudia entra nella stanza con aria sbarazzina. "Dai, andiamo a trovarla", dice, sollevando un badile. Non vi riveliamo il finale per non rovinare la sorpresa a chi non l'avesse mai visto.
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