Una delle collaborazioni più prestigiose di questo blog è stata la rubrica domenicale di Leonida Gusmaroli, veggente bolognese particolarmente abile nel dipanare le trame future riguardanti il nebbioso Polesine. Molte vicende hanno superato quanto predetto da Leonida, ma altrettante sue profezie restano, ahinoi, ancora incompiute. Dopo lunga consultazione con il mio cocorito Amedeo ho deciso di ripubblicarne alcune a beneficio dei lettori più giovani.
La riconversione non si farà
La fine del mondo creerà seri problemi alla riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini. Prevista già dagli antichi Maya, che però non si erano resi conto che il loro impero stava per collassare, l'apocalisse arriverà puntuale nel 2012. In Polesine, tuttavia, la fine del mondo subirà un ritardo di un paio di anni per motivi inspiegabili. A inizio 2014, quando una voce tonitruante annuncerà che alle 18 inizierà la fine del mondo, si deciderà di abbandonare la costruzione della centrale. "Peccato - commenterà Maurizio Ferro, rappresentante del Comitato delle manovalanze ungheresi e polacche del cantiere di Polesine Camerini - avrebbe portato sviluppo alla nostra provincia e abbattutto le emissioni dell'80%, ma tanto ormai che senso ha?"
Disastro ambientale nel Delta
Il presidente della Provincia, Renzo Marangon, riabiliterà del tutto la figura di Johnny Colasberna, geniale scienziato cresciuto al Cur di Rovigo, in cambio di una collaborazione tecnica, dopo il rifiuto del dott. Gaio Barfowskji. Il piano prevede l'uso della macchina del tempo per portare il relitto della Exxon Valdez dall'Alaska del 1989 al Polesine odierno. L'obiettivo è recuperare tutto quel bel bitume, altrimenti disperso nell'ambiente con danni incommensurabili, per rifare a nuovo le strade provinciali ormai divorate dalle buche. Qualcosa nel piano andrà però storto: la Exxon Valdez apparirà invece nella sacca degli Scardovari, disperdendo duecentomila tonnellate di petrolio nel Delta del Po. Sconcertato il presidente dell'Ente Parco, Carlo Alberto Azzi: "Era destino - commenterà rassegnato - Ora ripuliamo i cadaveri di tutti quegli aironi e quelle gabbianelle soffocate dal greggio e immagazziniamo questo ben di Dio in vista della prossima riconversione della centrale di Polesine Camerini".
Contiero rivendica l'origine polesana del kebap
"Il Doner Kebap è un'invenzione polesana diffusa dai veneziani. Chiedo formalmente alla Turchia di riconoscere l'originalità del prodotto e ai nostri negozianti di riappropriarsene!"
Con queste parole Antonello Contiero, inaugurerà il suo mandato alla presidenza della Provincia di Rovigo. Il leader leghista dichiarerà di avere studiato accuratamente le carte: il Polesine, dice, inventò quello che oggi chiamiamo kebab e ne trasmise la tradizione alla Serenissima. Poi venne la Guerra di Cipro, nota anche come la quarta guerra turco-veneziana. In quell'occasione i turchi si appropriarono del nostro piatto tipico, diffondendolo in tutto l'impero. In compenso da allora i veneziani smisero di cucinare il doner kebab, disgustati al solo pensiero di mettere in bocca una cosa la cui preparazione ricordava la macabra sorte capitata al senatore Marcantonio Bragadin. Una decisione resa defintiva dopo il vergognoso trattato di pace del 1573. "Quel che è stato è stato - dichiarerà Contiero - Ma oggi la Turchia si appresta ad entrare nell'Unione Europea: riconosca dunque la storicità di quanto affermiamo. Dal canto nostro chiederemo all'Ue il marchio di origine per il vero kebap polesano!"
Il re a Rovigo. Caos in città
A causa di un misterioso incidente con una delle macchine del tempo conservate nei sotterranei della Provincia, uno sfasamento spaziotemporale porterà a Rovigo due personaggi storici del passato, re Vittorio Emanuele II e l'anarchico toscano Gaetano Bresci. Giunto nel presente, sua maestà dapprima proclamerà dal balcone di Palazzo Nodari l'annessione di Rovigo al regno d'Italia, nell'indifferenza della popolazione, poi si indignerà nel vedere la statua di Garibaldi con le corone sotto le staffe e soprattutto il suo monumento. "Come avete osato ritrarmi con quella panza? - griderà - Darò ordine alle mie truppe di mettere a ferro e fuoco questa insulsa cittadina!" Fortunatamente gli intenti guerrafondai di Vittorio Emanuele II saranno fermati dal provvido intervento di Gaetano Bresci, che lo abbatterà a pistolettate, gridando: “Ho attentato al capo perché a parer mio egli è responsabile di tutte le vittime pallide e sanguinanti del sistema che lui rappresenta e fa difendere”. Sottoposto a fermo in attesa di decidere come comportarsi, Bresci sarà rispedito nella propria epoca grazie all'interessamento di Gelmino Barozzi, il quale realizzerà un clone di Vittorio Emanuele II da rispedire anch'egli nell'anno di provenienza, evitando così una terribile alterazione della Storia.
Terminator
Nel 1977 Augusta Taurinense riuscirà a infiltrarsi nelle Br e salvare un anno dopo la vita ad Aldo Moro che, così, diventerà presidente del consiglio in un governo che, per la prima volta dopo il 1948, vedrà la presenza del Pci. Enrico Berlinguer, nominato ministro degli Esteri, porterà l'Italia alla testa dei Non Allineati al fianco della Jugoslavia che, contando su alleati solidi anche a Occidente, non imploderà. In questo quadro i Dorotei di Antonio Bisaglia finiscono in minoranza nella Dc e il leader politico rodigino si ritirerà a vita privata e non si comprerà uno yacht. Umberto Bossi non fonderà la Lega Nord e rimarrà a lungo segretario del Pci a Cassano Magnago e Silvio Berlusconi non scenderà mai in politica. La ventata di rinnovamento porterà a cambiare il volto della politica polesana che diventerà laboratorio e modello per tutto il Paese, con una classe politica giovane e dinamica. Per evitare queste reazioni a catena un accordo bipartisan tra Pd e Pdl deciderà di spedire nel passato un killer per eliminare la signora Taurinense, evitando smagliature ulteriori nel tessuto spazio-temporale.
Terminator 2
Dopo un litigio con un ristoratore chioggiotto, Johnny Colasberna deciderà di vendicarsi con un terribile piano di distruzione. "Te lo faccio vedere io!", griderà all'uomo, reo di avergli fatto pagare 20 euro per una fritturina. "Intanto la prossima volta vado a mangiare a Comacchio, e poi la tua città di merda sarà sommersa da un mare di fango! Ah! Ah!" Il piano del geniale ingegnere rodigino comporterà, come sempre, l'uso di una macchina del tempo: basandosi sui riferimenti storici della guida verde del Touring Club, si trasporterà alla fine del XVI secolo per impedire il taglio del Po delle fornaci all'altezza di Porto Viro. "Non vedremo mai amene località come Gnocca e Oca Marina, ma avrò il piacere di vedere interrare Chioggia, che scomparirà dalla storia come il porto di Ariano! E poco importa se questo altererà per sempre il continuum spaziotempo, probabilmente distruggendo la Serenissima e favorendo in eterno gli Estensi". Johnny verrà fermato per tempo, grazie alla collaborazione tra Marino Grimani e Giancarlo Galan (anch'egli giunto a fine Cinquecento), che impediranno al complottista di ottenere la sollevazione degli Estensi contro il piano: "Non vogliamo essere quelli che dicono sempre No", dichiarerà Alfonso II.
Sabotato il rigassificatore di Porto Levante!
Un inusuale attentato terroristico cancellerà dalle acque polesane il terminal gasiero di Porto Levante, accolto con grande entusiasmo nel settembre 2008. Secondo la ricostruzione ufficiale, un gruppo eversivo, dirottando una nave per lo stoccaggio del metano, avrebbe immesso nel rigassificatore ingenti quantità di gas elio, gonfiandolo come un palloncino. Spinto dall'incredibile pressione dell'elio, il manufatto di cemento ha preso letteralmente il volo, scomparendo lentamente tra le nuvole, mentre il personale si gettava in acqua gridando in modo ridicolo con la voce alterata di ventisette semitoni a causa dell'inalazione del gas. Non si è fatta attendere la rivendicazione da parte del Nucleo polesano per la rinascita dell'Internazionale Situazionista.
Yog-Sothoth contro Renzo Marangon
La ripresa delle trivellazioni nel mare Adriatico alla ricerca di gas naturale, libererà i Grandi Antichi, che un tempo dominavano la Terra, dalle loro prigioni sotterranee, trasformando il mondo in un inferno lovecraftiano. La riscossa alla tirannia degli Antichi, tuttavia, partirà proprio dal Polesine. Qui il nuovo presidente della Provincia, Yog-Sothoth, tornato sul pianeta grazie all'interessamento dell'amico Nyarlathotep, acquisterà consensi divorando l'intero consiglio provinciale, ma perderà rapidamente i favori del popolo quando tasserà i sacrifici umani. L'anziano ex consigliere Renzo Marangon, critico verso la strage di colleghi compiuta dal tiranno, lo sfiderà a chi racconterà la barzelletta più vecchia in assoluto. "Ah! Ah! - riderà l'altro - Dominavamo la Terra milioni di anni prima di voi esseri rosa e mollicci, non vedo come potrai battermi". Incredibilmente, vincerà Renzo Marangon, con la celebre barzelletta sulle pratiche di accoppiamento dei trilobiti.
Gli anni d'oro
In un periodo molto difficile della storia rodigina, si insedierà a Palazzo Nodari l'oscuro Gabbano Maringelli, ex democristiano di corrente dorotea sbucato da chissà quale piega della storia locale. La sua sarà ricordata come una delle amministrazioni più deprimenti degli ultimi cinque secoli. Tale sarà la sciatteria della giunta, che una sera un gruppo di Rom Lovara capeggiati da un anziano di nome Saban Kovacs penetrerà all'interno di Palazzo Nodari e prenderà il potere senza colpo ferire. Accolto con entusiasmo dalla popolazione, grata ai nuovi arrivati per aver liberato la città dalla piaga dell'amministrazione Maringelli, Kovacs distribuirà le cariche tra i compagni di avventura e proporrà una consultazione popolare per chiedere il consenso dei cittadini. Le altre forze politiche, ormai fiaccate dall'età e dalla scarsa voglia di fare, gli lasceranno mano libera. Kovacs trasformerà incredibilmente Rovigo in una città pulita, colta e produttiva, che presto scipperà a Modena il festival della Filosofia e a Mantova quello della Letteratura. All'ingresso della città saranno posti dall'Unesco grandi cartelli recanti la scritta: "Rovigo, città della saggezza".
Guarnieri lascia il Pdl
Aldo Guarnieri abbandona la carriera politica e il lavoro da avvocato per dedicarsi alla sua unica passione: il fumetto. Entrato nello staff della Sergio Bonelli Editore, scriverà numerose sceneggiature per Zagor, Nathan Never e Dampyr. Dopodichè varerà una mini serie a fumetti in 14 episodi ambientata in Thailandia ai tempi della ventisettesima dinastia Ayutthaya, illustrata completamente da Olivares, imitando lo stile di Aurelio Galleppini.
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