venerdì 14 gennaio 2011

Monello Vianello a "Che tempo che fa"

Domani sera sarei dovuto andare in onda su Rai3, intervistato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa". La puntata era già stata registrata, come testimonia la foto a fianco (il mio volto è oscurato per rafioni di privacy), ma è stata cancellata, pare, per le pressioni da parte del governo americano, che è formalmente in guerra con me da un paio di anni. Siccome era una bella intervista, ne pubblico qui un estratto a beneficio dei miei innumerevoli fans. 

Ha appena pubblicato il suo primo libro, dal titolo "Cento modi per superare l'athazagorafobia disegnando mandala", ma le sue parole impazzano su internet da vari anni, mettendo in subbuglio la comunità internazionale. Scrittore, polemista, inventore di neologismi, musicista maledetto e molte altre cose. Signore e signori, abbiamo con noi Monello Vianello! (applausi, Filippa Lagerback sviene)
Grazie, grazie. Che pena essere qui tra di voi. Posso fumare? (si accende uno spinello)

Veramente no... (tossisce) Mi permetta innanzitutto di dirle, dottor Monello Vianello, che è un vero onore averla qui tra di noi questa sera. Le confesso che in questo momento sono molto in soggezione...
Io no. 

Bene. Lei ha appena pubblicato il suo libro... ma partiamo dal titolo.
"Cento modi per superare l'athazagorafobia disegnando mandala" è una summa della mia intera produzione dal 1981 ad oggi. Un doveroso omaggio a chi mi segue fin dagli esordi e un utile compendio a beneficio di chi mi avesse conosciuto di recente. Nelle 800 pagine del volume ho raccolto il meglio della mia produzione inedita e alcuni scritti di carattere pratico. Ad esempio, al capitolo ventidue insegno come praticare una vasectomia usando i semplici strumenti presenti nelle cassette degli attrezzi di tutti noi. Poi ci sono tredici capitoli dedicati a trame di film di Cicciuzzo Sconciaforni che non sono mai stati realizzati e che l'autore mi ha concesso di pubblicare.

Interessante, ma lei non è solo uno scrittore. Leggo qui nelle note biografiche che lei è un compositore di brani per quintetti d'archi, ispirati al classicismo viennese. Ma... perchè c'è un ma...
In effetti ho scritto qualcosa come otto-novemila partiture. Ma non sono mai state suonate. Il mio maestro di violoncello, il professor Abraham Gottlob von Bethman Hollweg, morto suicida tredici anni fa, ha insitito fino alla fine perchè io autorizzassi l'esecuzione dei miei brani. Li riteneva celestiali. Io però mi sono opposto fino all'ultimo. Erano perfetti, sulla carta, e ritenevo non si dovesse andare oltre. Lei mi capisce?

Eh, uh? Certo. Volevo chiederle, ora, se mi permette... Lei ce l'ha un sogno?
Più che i sogni con la esse maiuscola mi interessano quelli con la esse minuscola. E i sogni che faccio ogni notte. Ad esempio, ieri notte ho sognato che mi scopavo Fabrizio Corona. Era lui ad insistere. Ricordo che nel sogno lui aveva un pene considerevole, ma irrimediabilmente flaccido. Un'esperienza dimenticabile. Ho sognato anche che mi trovavo assieme a Carlo Giovanardi in un mondo parallelo in cui comandavano le donne e la biologia umana era sovvertita. Durante un rapporto sessuale, Giovanardi rimaneva incinto e la sua partner lo faceva abortire prendendolo a calci nel ventre. Potrebbe essere un buon soggetto per una fiction televisiva.

Ma che schifo. Mi dissocio da ciò che ha appena raccontato...
Per questo l'ho detto.

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