martedì 15 aprile 2008
Una vittoria per la glaciologia
"Meglio votare subito per il Pd", si devono essere detti i fan di Romeo, Chendi e co. Questo spiegherebbe il collasso del Partito Socialista in Polesine. In buona compagnia: la Sinistra Arcobaleno riceve da queste elezioni l'equivalente di un calcio nelle palle. Ieri, forse per la delusione, la sede di Rifondazione Comunista era deserta. Ma c'è qualcuno che ha festeggiato? Nel pomeriggio la sede della Margherita era semideserta, fatta eccezione per pochi intimi, tra cui Gabriele Frigato, accasciato davanti a un notebook a leggere i risultati bestemmiando, e Massimo Borgato, intento a succhiare avidamente un leccalecca alla ciliegia. Solo in tarda serata, con l'arrivo dell'amico Sandro Gino, hanno festeggiato il loro futuro parlamentare, alla faccia degli sbertucciamenti destrorsi che li volevano senza una rappresentanza a Roma. Anzi, a dirla tutta, su questo fronte i più delusi sono gli azzurri. Arrivo in sede di Forza Italia che stanno già pregustando la Coca Cola con l'aspirina e ordinando mignotte d'alto bordo per telefono. Faccio loro notare che il loro beneamato Mauro Mainardi, che loro davano sicuro sicuro sicuro a Roma, è stato biecamente trombato. Scoppiano a piangere come nel classico down dopo una canna. Gli unici che ci danno dentro fino a tarda notte sono, ovviamente, i leghisti, che portano a casa il 15% dei voti: un dato interessante, per un partito che in Polesine ha tre rappresentanti in croce. Li trovo in compagnia di un giornalista, quasi massacrato di buffetti e di "adesso governiamo anche per te che sei di sinistra" (e ci mancherebbe). Cosa avrà conquistato i polesani? Le tesi glaciologiche di Franco Secchieri?
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