Non cessiamo di basire di fronte alla fantasia degli sceneggiatori che per anni hanno dato lavoro a Cicciuzzo Sconciaforni. Anche questa settimana il nostro pornodivo preferito ci omaggia di due recensioni dei suoi film più famosi. Lieti postiamo e andiamo al mare.
Amhardcore
di Federico Fellatio
Cicciuzzo è protagonista di una vicenda di intenso sapore autobiografico, in cui viene ripercorsa l’adolescenza dell’attore in un’ipotetica città della Pianura padana nei primi anni ’90. La storia è un affresco del passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, in cui il ragazzo riflette sul ruolo dei partiti e della Chiesa con esponenti di spicco di quelle istituzioni, offrendo loro in cambio il suo giovane e ubertoso corpo. Così la trama si dipana in una lunga teoria di storielle in stile boccaccesco interdipendenti in un certo qual modo e tutte legate dalla spensieratezza con cui il protagonista dispensa la propria voglia di vivere, sospinta da una sessualità esplosiva. Per certi passaggi piccanti il film in molti Paesi è vietato ai minori di 102 anni.
L'uomo sboragno
di Sam Rapeme
In assoluto il porno più trash della produzione di Cicciuzzo Sconciaforni, fatto a pezzi dalla critica, oggetto di una fatwa da parte dell'ayatollah Komeini, definito "eccessivo e raccapricciante" da Lars Von Trier e "una patacca di pessimo gusto" da Quentin Tarantino. Basterebbe citare i nomi dei personaggi principali: a partire dal supereroe, che emette da dove-potete-immaginare bianchi filamenti appicicosi che usa a mo' di liane per saltare da un palazzo all'altro, fino ai comprimari e antagonisti, da Harry Osboron al dottor Octopenis, che già lascia intuire di quali dotazioni faccia sfoggio. Per non parlare di Lizard Lewinski, drammatico personaggio che usa un siero a base di Dna di lucertola per farsi ricrescere la parte del corpo mozzatagli da un drammatico starnuto dalla sua segretaria sexy. Goliardico, infantile, privo di una trama strutturata, tutto imperniato su generiche missioni in cui il supereroe è chiamato a sconfiggere nei modi più grotteschi i suoi avversari, fino al finale in cui "castiga" un gruppo di rapinatrici che si sono asserragliate in una banca con degli ostaggi. Assolutamente perdibile, almeno finchè la critica non lo rivaluterà come gioiellino vintage.
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