Ha sconcerto i medici del Suem rodigino il caso di Leonzio Lemure Lepidottero, trentottenne originario di Fano ma residente da anni in un casolare nel territorio comunale di Salvaterra.
"Da anni il campetto incolto dietro casa mia viene usato abusivamente per sotterrare cadaveri umani provenienti da un comune del veronese che non vi posso dire - ci racconta - Io non trovo giusto che sia così! Che si amplino il loro cimitero! Ho anche denunciato la cosa svariate volte ai giornali, ma il giorno dopo tutti se ne dimenticavano". Sarà vero, ma sembra che il signor Leonzio, a un certo punto, avesse cominciato a ispezionare le fosse a fini di lucro. "A scopo di risarcimento per i danni subiti - ci dice, alterandosi - Quelle bare sono piene di oggetti di valore che è un peccato che stiano sotto terra, se pensi poi che ci sono bambini che muoiono di fame!"
L'incidente è avvenuto allorquando, non rinvenendo alcun ninnolo addosso alla salma di tale Ulderico Tosi, morto tre giorni prima, Leonzio ne ha ispezionato la bocca per cavarne i denti d'oro. "Probabilmente un riflesso post mortem ha fatto sì che quel teschio bastardo si è chiuso sul mio indice, azzannandomelo fino all'osso - ci narra tremante - Urlando di dolore, ho usato una vanga per staccare la testa del morto dal resto del corpo, ma non riuscivo più a cavare il dito dalla sua bocca piena di vermi. All'ospedale hanno usato un flessibile per segare via quella zucca vuota, ma il mio dito era ormai gravemente compromesso! E pensare che avrei avuto un futuro come pianista classico!"
Ora Leonzio ha fatto causa al comune di cui non ci vuole dire il nome per "lesioni colpose aggravate", "inquinamento da salme di proprietà privata" e "vilipendio di cose e persone a mezzo performance audiovisive". Il suo avvocato, Ascanio Viegghevigk, ci ha autorizzati a raccontare questa tragica vicenda. "Sia fatta luce sulle responsabilità di chi ha cinicamente rovinato l'esistenza di un uomo onesto e probo!"
"Da anni il campetto incolto dietro casa mia viene usato abusivamente per sotterrare cadaveri umani provenienti da un comune del veronese che non vi posso dire - ci racconta - Io non trovo giusto che sia così! Che si amplino il loro cimitero! Ho anche denunciato la cosa svariate volte ai giornali, ma il giorno dopo tutti se ne dimenticavano". Sarà vero, ma sembra che il signor Leonzio, a un certo punto, avesse cominciato a ispezionare le fosse a fini di lucro. "A scopo di risarcimento per i danni subiti - ci dice, alterandosi - Quelle bare sono piene di oggetti di valore che è un peccato che stiano sotto terra, se pensi poi che ci sono bambini che muoiono di fame!"
L'incidente è avvenuto allorquando, non rinvenendo alcun ninnolo addosso alla salma di tale Ulderico Tosi, morto tre giorni prima, Leonzio ne ha ispezionato la bocca per cavarne i denti d'oro. "Probabilmente un riflesso post mortem ha fatto sì che quel teschio bastardo si è chiuso sul mio indice, azzannandomelo fino all'osso - ci narra tremante - Urlando di dolore, ho usato una vanga per staccare la testa del morto dal resto del corpo, ma non riuscivo più a cavare il dito dalla sua bocca piena di vermi. All'ospedale hanno usato un flessibile per segare via quella zucca vuota, ma il mio dito era ormai gravemente compromesso! E pensare che avrei avuto un futuro come pianista classico!"
Ora Leonzio ha fatto causa al comune di cui non ci vuole dire il nome per "lesioni colpose aggravate", "inquinamento da salme di proprietà privata" e "vilipendio di cose e persone a mezzo performance audiovisive". Il suo avvocato, Ascanio Viegghevigk, ci ha autorizzati a raccontare questa tragica vicenda. "Sia fatta luce sulle responsabilità di chi ha cinicamente rovinato l'esistenza di un uomo onesto e probo!"
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