mercoledì 3 novembre 2010

La giusta protesta dei carabinieri!

Caro professor Ceolin,
Mi dispiace che la nostra protesta sia stata monopolizzata dal giornale leninista Il Fatto Quotidiano, ma i miei colleghi che fanno la scorta al premier hanno ragione: non siamo diventati carabinieri per fare la guardia alle escort ai party a Villa Certosa.
Non è che non ci piace la fica, anzi. Che poi non si pensi che siamo tutti recchioni, ma quando ho indossato la prima volta la divisa non pensavo che sarebbe finita così. Chi entra nell'Arma sogna una carriera gloriosa, a difendere lo Stato e i cittadini dalle minacce del crimine che imperversano nelle strade da anni. Invece in tanti anni solo umiliazioni e adesso questo! Io ho colleghi che si sono distinti in missione di pace all'estero e altri che hanno reso onore alla divisa durante il G8 di Genova. A noi invece ci tocca fare i tassisti ai festini o stare tutta la sera a passare un sacco di passera avanti e indietro. Non trova che sia una vergogna?
Valdemaro Capuozzo 
Associazione Carabinieri Padani di Bergamo alta


Caro Valdemaro,
nel dubbio noi siamo sempre dalla parte dei tutori dell'ordine e della legge, che ogni giorno mettono al riparo i bravi lavoratori padani e i loro amministratori dal crimine e dai facinorosi. Lasciami anche dire che il vostro sconforto è comprensibile, ma è tutta colpa della sinistra estremista che da anni se la prende con voi. Anni e anni di comunisti al governo hanno fatto dimenticare, ad esempio, il ruolo fondamentale che ebbero i carabinieri nella gestione dell'ordine pubblico al G8 di Genova nel 2001, un sapiente mix di cariche indiscriminate, lacrimogeni e spray urticante, pestaggi in caserma e in alcuni casi pistolettate (fu un milite a colpire il sasso su cui rimbalzò il proiettile che incidentalmente uccise Carlo Giuliani, ricordiamolo), che misero il sale sulla coda ai no global e ai loro amici preti e pacifisti venuti a rompere i coglioni ai potenti del mondo con le loro manifestazioni. Giorni di gloria, riconosciuti come tali perfino dal governo bolscevico di Romano Prodi: fu proprio quell'esecutivo, lo ricordiamo, a fermare l'inchiesta parlamentare faziosa sui giorni di Genova, voluta dalla sinistra massimalista per infangare il ricordo dei nostri ragazzi.
Permettimi però di confortarti sulla questione che poni: anche assistere il premier quando si ricarica dallo stress quotidiano è servire la Patria e la Padania. E' un lavoro umile, ma non è meno importante che pattugliare le strade di Kabul armati fino ai denti per portare la pace a un popolo che tutto sommato non se la merita. E tieni presente che almeno a Villa Certosa vedete passare di quelle fighe, altro che quelle cesse coi capelli rasta dei centri sociali. Quindi, amici carabinieri, non avvilitevi, che poteva andarvi peggio. E se Silvio vi passa un po' di fica che gli avanza, fate onore alla divisa che portate.
Un saluto vigoroso,

Demetrio Ceolin

Nessun commento: