lunedì 29 novembre 2010

I ricercatori vogliono distruggere il mondo

Studenti e ricercatori universitari cospiravano contro l'ordine costituito, ma ancora una volta l'operato del Governo ha impedito che si consumasse un dramma di proporzioni epocali. Lo si apprende da documenti riservati, diffusi in queste ore da Wikileaks, che testimoniano un intenso lavoro diplomatico e di intelligence messo in moto già due anni fa dai ministri Frattini, Maroni e Gelmini.
Tutto è iniziato nell'estate 2008, pochi mesi dopo l'insediamento del quarto governo Berlusconi. Proprio verso la fine di agosto viene alla luce la denuncia di Walter L.Wagner e Luis Sancho alla Federal District Court di Honolulu sugli strani esperimenti che avvengono nei sotterranei del Cern di Ginevra, dove è imminente l'avvio del Large Hadron Collider (Lhc). Secondo gli autori della denuncia, il complesso acceleratore di particelle corre il rischio di scatenare un fenomeno fisico del tutto identico ad un buco nero, il che porterebbe alla distruzione immediata della Terra con tutti i suoi abitanti.
Mentre il il mondo scientifico si affretta a smentire tutto, il ministro degli esteri, Franco Frattini, decide di vederci chiaro e chiama il ministro degli Interni, Roberto Maroni. "Ci sono molti italiani al Cern - spiega il ministro leghista - Perchè sono là? Perchè non lavorano per qualche ente italiano? Si nascondono per caso dalla legge italiana per qualche motivo che è bene sapere?" In breve le indagini, coordinate dal consulente della Farnesina, Mario Scaramella, portano alla luce un terribile complotto: ricercatori italiani, svizzeri e iraniani volevano sfruttare il Lhc per distruggere il pianeta e forse l'intero sistema solare.
Benchè non si conoscano gli esiti delle indagini, appare evidente che il piano terroristico è andato in fumo. "Da quel momento - spiega Frattini - ci siamo resi conto che avremmo dovuto unire le forze per stringere il cerchio attorno a chi vuole provocare la distruzione del nostro bel pianeta. Per questo ho contattato la mia collega Maristella Gelmini e le ho detto: la prima cosa da fare con il terrorismo è non finanziarlo".
Ecco spiegato il giro di vite avviato in pochi mesi dal governo contro i ricercatori universitari, nel tentativo di indebolire potenziali nuovi esperimenti dagli esiti catastrofici. Sulle prime, a quanto si apprende dai documenti, il ministro Gelmini sarebbe stata titubante, salvo poi rivedere le proprie posizioni alla luce dei tremendi rischi corsi dall'umanità per la follia di pochi scienziati in preda ad un delirio di onnipotenza. "Siamo stati abili a impedire il peggio - commenta - Chi ci critica per avere messo in ginocchio la ricerca universitaria, provi a mettere sulla bilancia le sorti del pianeta Terra e vedere cosa pesa di più. I ragazzi che oggi salgono sui tetti per protestare contro la riforma, sappiano che si stanno mettendo dalla parte dei terroristi che vogliono fare a pezzi la galassia!"
La notizia è stata accolta con favore dall'eurodeputato Mario Borghetio: "Il loro acceleratore di protoni se lo possono anche infilare nel culo, quei quattro straccioni di merda. Ora la polizia deve indagare, perchè non è escluso che ci sia dietro ben di più. Popoli di altre galassie ci osservano e cospirano. Per me qualche Ufo del cazzo ha deciso di farci fuori tutti con un buco nero, ma in tal caso sappia che il buco nero glielo faremo noi, ma nel didietro".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Inserite anche il curriculum completo di SCARAMELLA per dare a quest'informazione il "valore" che ha...