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mercoledì 30 aprile 2008
Baby giunta
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Il terrore nella casa accanto
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lunedì 28 aprile 2008
La fusione fa la forza
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Dopo aver festeggiato con una marea di ospiti, simpatici gadget e un ricco buffet, Costato e Belloni hanno incrociato i propri peni in segno di reciproca stima e rivolto esortazioni e complimenti a politici, sindacalisti, sbirri, preti & scrocconi presenti, affinchè tutti seguano l'illuminata via della fusione. La politica lo sta già facendo, la chiesa sta già valutando di riunire le varie dottrine e confessioni all'insegna di valori comuni come l'intolleranza verso il libero pensiero, la mancanza di ironia e il bigottismo in campo sessuale. I sindacati in Polesine, invece, si fondono automaticamente quando qualcuno nomina la magica parola "Polesine Camerini". A tale proposito mi viene una domanda: l'Api era tra i rappresentanti delle categorie produttive che si opposero alla riconversione a carbone della centrale Enel, mentre Confindustria è notoriamente favorevole all'uso dell'ottocentesco combustibile. Chi dei due cambierà idea?
Smith, Wesson & Romeo
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giovedì 24 aprile 2008
Effetti perversi della legge Basaglia
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anche tutti i Comuni polesani si fossero adeguati a tale ordinanza, si assisterebbe a un via vai di mentecatti e immigrati tra una città e l'altra, in cerca di un posto da cui non vengano sbattuti fuori a calci in culo dal leghista di turno. Dove andrebbero a finire tutti questi personaggi marginali, non si sa. Andrebbero forse a vagabondare per le campagne, vivendo di espedienti. Oppure verrebbero ospitati a spese dei contribuenti nelle patrie galere. Manca insomma la conclusione del "ragionamento".
Così come manca una descrizione della sorte di tutti quegli immigrati che, sfrattati dalle case popolari per fare posto agli italiani (così come richiesto dai leghisti sotto l'effetto della serotonina), si ritroverebbero a dormire per strada. Li invitiamo, nell'eventualità, ad adagiare i loro cartoni sotto le abitazioni degli esponenti leghisti e dei vari sostenitori della nobile causa dello sfratto di decine di poveracci. Provvederemo a fornire loro gli indirizzi per contribuire a trasformare i bei quartieri in cui costoro risiedono in zone degradate, zeppe giorno e notte di barboni e vagabondi.
Telenovelas
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NOTIZIA FLASH: ieri la giunta di Palazzo Nodari si sarebbe riunita con una certa sollecitudine. Qual'era il motivo della riunione? Non si sa. Forse operare un nuovo "necessario ricambio" nella squadra di governo, dopo i risultati delle elezioni? Tra i pettegolezzi sentiti al bar in questi giorni, qualcuno ha sparato addirittura una prossima caduta della giunta, su sollecitazione di una figura che trama nell'oscurità. Lascio a mio fratello Vianello Monello il compito di rivelare il nome di costui dalle colonne della sua rubrica, non appena avrà esaurito la sua telenovela sull'Interporto con cui da settimane sta annoiando schiere di polesani.
martedì 22 aprile 2008
L'ora dei tagli
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giovedì 17 aprile 2008
Precari
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E adesso? Dopo la batosta elettorale, i nostri rappresentanti a Roma si preparano a tornare mesti al paesello natio. Anche loro, come i comuni precari, costretti a reinventarsi un lavoro a cinquant'anni. Prendiamo, ad esempio, Fabio Baratella che lascia gli scranni del Parlamento per riprendere il suo lavoretto in Confesercenti. Oppure Francesco Ennio, che dopo essersi barcamenato tra l'assessorato e la candidatura per l'Italia dei Valori, ora torna a lavorare full time per il Consorzio di Bonifica. Per non parlare di Gabriele Frigato, anche lui costretto ad accettare di nuovo il suo misero lavoro alla Bcc Padana Orientale. Che smacco. Certo, dev'essere proprio duro, dopo essersi abituati alla vita da parlamentare, accontentarsi nuovamente dello stipendio da bancario. La stessa triste sorte toccata ad Avezzù dopo la trombata alle amministrative nel 2006. Chissà, forse anche il povero Guglielmo Brusco, se le provinciali del 2009 defenestreranno la Sinistra pure da Palazzo Celio, dovrà tornare ramingo al suo posto in Cassa di Risparmio. I sindacati facciano qualcosa!
Tre ipotesi sui misteri del Maddalena
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Da un lato, una speculazione dei florovivaisti, che proprio non sopportano che a Rovigo una pianta viva più di venti anni: dunque, era proprio ora di regolare i conti con quei cazzo di albero secolari. Un po' come quando la giunta Avezzù decise di abbattere metà dei platani di Rovigo per sostituirli con una serie di fuscelli rachitici, che ancora oggi stentano a crescere (forse asfissiati dallo smog o forse per paura di essere trucidati non appena superino il metro e mezzo di altezza). Qualcun altro sostiene che, sfigurando un po' di qua e un po' di là il vecchio parco, alla fine sbucherà fuori qualche metro in più di cemento da destinare ad un parcheggio. La terza teoria è che la giunta Azzalin-Merchiori abbia scoperto il petrolio sotto il vecchio parco: solo la corsa all'oro nero giustificherrebbe infatti lo scempio compiuto da ruspe e scavatrici in queste settimane. Il tutto è stato tenuto segreto non tanto per evitare un'improbabile ira dei rovigotti (noti, al contrario, per la loro proverbiale ignavia e grettezza), quanto per evitare l'entrata in campo delle ingorde e rapaci multinazionali degli idrocarburi.
martedì 15 aprile 2008
Il doposbornia
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Una vittoria per la glaciologia
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martedì 8 aprile 2008
Il piano B
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lunedì 7 aprile 2008
Tempi duri per gli anziani
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mercoledì 2 aprile 2008
L'aereo era in ritardo
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Nel frattempo in Sala Bisaglia c'è l'imperdibile intervento del presidente della Provincia, Federico Saccardin: spetta a lui ricordare che la sciagura è dietro l'angolo e che gli enti locali devono muoversi per impedirla. Proprio a lui, che sulla riconversione a carbone di Polesine Camerini (in totale contrasto con il protocollo di Kyoto) ha detto un "no" talmente chiaro che tutti hanno capito "sì". Non è campione di coerenza neppure l'ospite d'onore Alfonso Pecoraro Scanio. Nel suo programma elettorale, il ministro dell'Ambiente e la sua compagnia chiedono una mobilità sostenibile: più trasporti collettivi, più rotaia, più autostrade del mare e vie d'acqua. Ma lui arriva (con un'ora di ritardo) a bordo di un macchinone a benzina, dopo un piacevole ed inquinante trasbordo in aereo.
martedì 1 aprile 2008
Chiappa a chiappa
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Qui dalla sperduta isola delle Comore in cui sto trascorrendo le vacanze, mi è giunta voce di un confronto all'americana tra i candidati sindaco di Porto Tolle. Con una precisazione: così come sta accadendo a livello nazionale, anche in basso Polesine gli unici accreditati alla poltrona di primo cittadino sono i partiti dominanti. Nessuno si è preso la briga di invitare al comizio, ad esempio, il candidato della Sinistra l'Arcobaleno, sempre che qualcuno se ne ricordi il nome. Il "chiappa-a-chiappa" avverrà (sempre che avvenga) dunque tra Finotti e Mancin: il primo corre con una lista civica di centro-sinistra-destra che mescola in un bizzarro pastone un po' di Partito Democratico, un po' di Lega Nord e vari pezzi di Forza Italia, Alleanza Nazionale e Socialisti; il secondo si candida per il centrodestra-destra con tutto il resto di Forza Italia-Alleanza Nazionale e i simpatici neofascisti di Forza Nuova. Entrambi gli schieramenti sono ben disponibili ad assecondare gli interessi pro-carbone dell'Enel e a rendere più facile la vita ai cacciatori. A differenza di quegli sfigati della Sinistrarcobaleno che continuano ad opporsi alla riconversione e a pretendere che nel Parco naturale le doppiette non facciano strage di anatidi. Esclusi loro, dunque, il "chiappa-a-chiappa" sarà davvero interessante: un confronto davvero all'americana, tra due persone che rappresentano alla fine gli stessi partiti, gli stessi interessi e - in fondo - le stesse visioni del mondo.
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