venerdì 31 luglio 2009

"Ucciderò mio padre!"

"Sogno ancora di uccidere mio padre". Non si è fatto attendere il ritorno sulla scena di Tornello Vianello, figlio ripudiato di Monello Vianello, che qualche mese fa cercò, senza successo, di eliminare, per nascondere alcuni imbarazzanti segreti politici che non vi stiamo a rammentare (andatevi a rileggere i post vecchi).
Dopo sei mesi trascorsi in una buia cella del carcere di Baku, con l'accusa di cospirazione internazionale, Tornello sarebbe riuscito a fuggire grazie all'aiuto di un misterioso individuo, su cui indagano i servizi segreti di mezzo mondo. L'imprevisto alleato di Tornello, infatti, si sarebbe avvalso di tecnologie sconosciute per teletrasportare l'intero carcere a un metro e mezzo di distanza, lasciando il prigioniero nella posizione originaria. "Invero un piano originale - dice il figlio di Monello Vianello - Sarebbe infatti bastato teletrasportare me fuori dal carcere, anzichè spostare tutta la struttura, ma il mio angelo custode avrà avuto i suoi motivi. Di certo non vi rivelerò di chi si tratta! Ah! Ah! Chiedetemi invece di come ucciderò mio padre".
Tornello, infatti, attende solamente che Monello Vianello accetti l'eredità di Ildebrando Polliuti, l'anziano magnate calabrese che ha disdegnato i parenti più stretti per lasciare tutto all'autore di questo blog. Proprio ai mancati eredi Tornello lancia un messaggio: "So che state escogitando piani più o meno raffinati per ammazzare mio padre, brutti avidi terronacci! Sappiate che contrasterò ogni tentativo in tal senso! Spetta a me l'assassinio di mio padre, così intascherò una lauta eredità!"
In un'intervista a Panorama, poi, Tornello racconta i dettagli più struggenti della sua permanenza nelle carceri azere, pur non autorizzandoci a rivelare di avere intrecciato una relazione omosessuale con il compagno di cella, un ciccione pieno di peli di nome Arash, pur di vincere la mancanza di affetto. "La prima sera che entrai in cella - rammenta - mi disse di aspettarlo nel lettone grande". Oggi Tornello Vianello vive in una base segreta in Europa, braccato da numerosi agenti segreti ma, sembra, protetto dal governo statunitense. "Da qui partirà il mio piano di vendetta", di dice, ridendo come un deficiente al telefono. Ovviamente non ci autorizza a rivelare la sua posizione: "Se vi dicessi dove mi trovo, le squadre della morte di Ilham Aliyev arriverebbero subito qui a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, per cercare di uccidermi!"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Posso unirmi alle squadre della morte per fare fuori questo insopportabile individuo?