domenica 27 settembre 2009

La parola ai lettori


Caro Monello Vianello, innanzitutto complimenti per il tuo lavoro. Ti volevo denunciare questa cosa: nell'appartamento sopra casa mia abita una famiglia di affricani, che parlano sempre ad alta voce e insomma mi danno fastidio. Io gli ho anche detto di abbassare il volume e lui, il capofamiglia, mi ha detto scusi. Ma non è tanto questo. Non è che fanno danni, eh, però quando vengono i miei amici a trovarmi mi vergogno che c'ho i negretti come vicini di casa, mentre loro c'hanno la gente normale. Insomma, mi capisci? Ormai non si sa più come comportarsi, perchè poi ti dicono che sei razzista, ma per me ha fatto più danni il buonismo dei preti e della sinistra, che se ognuno se ne stava a casa sua non c'erano questi problemi. E il Comune che intasca le nostre tasse cosa fa? Signora Milva Fanfafani

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Sig. ra Milva,
questa notte ho sognato che ero un pompiere in incognito e venivo chiamato dal presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, per liberare la capitale da un immenso formicaio che rischiava di provocare fenomeni di bradisismo incontrollato. In realtà il mio aereo atterrava per sbaglio in Nevada, sulla pista interna all'Area 51. Per scusarsi del disagio e delle quindici ore di ritardo accumulate, il capitano ci faceva visitare la misteriosa base, dove gli scienziati del governo americano erano al lavoro sul prossimo virus da diffondere per scatenare la corsa al vaccino. (Ovviamente era solo un sogno.)
"Stiamo lavorando sul ceppo della Peste di Giustiniano per proporre una nuova variante del Yersinia pestis - ci spiegava un medico con il viso di Thomas Milian e la voce di Orietta Berti -. Oltre ai soliti bubboni, auspichiamo che provochi cancrena degli arti e sanguinamento degli sfinteri, in modo da creare le condizioni psicologiche affinchè i governi occidentali siano spinti a comprare milioni di vaccini".
Dopodichè ci portavano a visitare una collezione di Ufo costruita con gli stecchi del gelato. Da una di queste astronavi uscivano donne completamente ignude, con i capelli e la vulva tinti di viola, che inscenavano per noi una pantomima in cui una di loro esprimeva rammarico per alcuni soldati morti in guerra e le altre applaudivano in maniera solenne. Tutto si concludeva con l'ingresso di un ciccione nudo con una maschera da Umberto Bossi, che si masturbava durante l'inno di Mameli e si puliva con il tricolore.
Tutto questo per dire che non me ne frega un cazzo dei tuoi risibili problemi, anche perchè mi sono svegliato con le balle girate. Mi hai chiesto un consiglio, bene: risolviti da sola le tue frustrazioni da mediocre nullità aspirante ai salotti dell'alta borghesia, altrimenti cambia casa e non rompere il cazzo agli altri.
Un saluto,

MV

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