Lo ammettiamo subito. Siccome non avevamo voglia di lavorare e quasi tutti i collaboratori di questo blog sono morti o in ferie, abbiamo riciclato il pezzo del quotidiano La Repubblica sulla visita di Shimon Peres a Cicciuzzo Sconciaforni, l'artista italiano che da tempo vive sotto scorta in seguito a minacce di morte. O era Cicciuzzo che visitava Peres? Boh. Comunque, lo diciamo subito, per evitare che ci dicano che copiamo.
Da avido cinefilo quale è, e certamente anche di autori italiani, Shimon Peres s'è visto tutti e 80 i minuti di "Sandy, la donna struzzo", forse il capolavoro del pornoattore Cicciuzzo Sconciaforni. E ieri mattina l'ex presidente israeliano ha voluto conoscere personalmente l'autore, in occasione del convegno internazionale "Cicciuzzianesimo ed ebraismo" al Museo dei Grandi Fiumi (nella foto).
Peres s'è compenetrato nella difficile esistenza di Cicciuzzo, sottoposto ad una ferrea protezione per sfuggire alle minacce del burattino Pinocchio e del governo nordcoreano al punto da aver accarezzato l'idea di andarsene via dall'Italia. "Se non te la senti di vivere nel tuo paese, il mio è un invito. Sei benvenuto in Israele - ha detto Peres all'amico - Pensaci: se uno ti critica per i tuoi film, potrai sfancularlo dandogli dell'antisemita che inneggia all'Olocausto". Nei 40 minuti dell'incontro all'Hotel Capital, il leader israeliano non ha esitato a confrontare la sua esperienza di uomo politico di primissima linea, da 50 anni sotto scorta, perennemente nel mirino di terroristi e integralisti d'ogni tipo, con quella del giovane attore. Rispondendo al comando dell'età e al suo personale patrimonio d'esperienza, Peres ha indicato a Cicciuzzo una priorità assoluta. "L'unica cosa che devi sconfiggere è la paura, perché ho visto morire tante persone che vivevano con la paura e sopravvivere altre che non temevano di vivere in condizioni estremamente difficili", ha detto il presidente, premio Nobel per la pace del paese più pacifico del mondo. Oggi Arafat e Rabin sono morti, entrambi uccisi da fanatici ebrei. "Resto solo io - dice, toccandosi i coglioni - Del resto nel '95 quell'uomo voleva ammazzare anche me. Ma io non sentii paura. Solo il cuore a pezzi, Yitzhak colpito a morte. Non si può tremare in quei momenti. Mai. Anche tu puoi scegliere, Cicciuzzo: vivere piccolo come il tuo ego o grande come la tua idea". Cicciuzzo ha sottolineato come la grandeur abbia sempre contraddistinto questo insigne uomo di Stato, questo fare sempre riferimento a grandi progetti e grandi ideali, tipo praticare l'Apartheid e minacciare di atomizzare mezzo mondo perchè sei stato autorizzato da Dio in un libro fantasy.
Poi il tema di Pinocchio, che minaccia di morte Cicciuzzo Sconciaforni. "Anche noi abbiamo il nostro Pinocchio, caro Cicciuzzo. Si chiama Hamas. Non ha un obbiettivo razionale. E' brutale. Ammazza anche le sue donne e i suoi bambini. E' la nostra mafia incivile. Due settimane fa è morto Huntington, lo scrittore che teorizzava lo scontro di civiltà. Io non sono mai stato d'accordo, ne ho parlato anche con Benedetto XVI: questo è uno scontro, ma fra civiltà e inciviltà. La religione è solo un pretesto per ammazzare, non il contrario. E allora serve essere coraggiosi. E combattere queste mafie".
Cicciuzzo ha espresso vivo apprezzamento per le parole di Peres: "Ho sempre ammirato il senso dello stato di uomini come Peres, Sharon e Almirante - ha dichiarato - Inoltre vorrei spendere due parole in difesa del cardinale Sepe, che ha fatto un sacco di bene a Napoli". L'idillio è stato però rovinato dall'annuncio finale dell'attore: "Mi propongo come mediatore per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Ho sempre avuto un talento naturale per dirimere le diatribe con soavi strategie persuasive. Presto mi recherò a Gaza con una nave colma di puttane e incontrerò il leader Khaled Meshaal per aprire un nuovo tavolo di trattative".
mercoledì 30 giugno 2010
martedì 29 giugno 2010
Giustizia è fatta!
Una brillante operazione delle Forze dell'Ordine ha messo in scacco ben due pericolosi criminali ieri pomeriggio a Rovigo.
A dare il via alla incredibile catena di eventi è stato Mortimer Mortazzi (nella foto), personaggio già noto alla Questura per i suoi disturbi psichici non folkloristici e per numerosi reati classificati sotto la lettera "P". Mortazzi ha imboccato contromano viale Trieste alla guida di un grosso Suv, percorrendo metà viale ad alta velocità. All'altezza dell'edicola ha impattato contro la signora Erminia, una pensionata che sopraggiungeva in bicicletta, trascinandola per decine di metri. I testimoni raccontano che nel compiere il folle gesto, quasi costato la vita all'anziana ottuagenaria, Mortazzi "si dilettava nella sperimentazione di risate grottesche, come a volersi dare un contegno da folle villain holliwoodiano".
A salvare l'Erminia, fortunatamente, è intervenuto il signor Rafiq Maalouf, immigrato libanese, che ha speronato il Suv con la Ritmo di suo cugino, buttandolo fuori strada. Maalouf ha quindi immobilizzato il guidatore con un cartone nel muso e prestato i primi soccorsi all'anziana, prima dell'arrivo dell'ambulanza. Le forze dell'ordine, nell'ispezionare la macchina, hanno trovato un bambino di otto anni, scomparso di casa da alcuni giorni, legato e imbavagliato nel bagagliaio. Mortazzi ha giustificato la folle corsa sostenendo che doveva portare il moccioso a casa per cucinarlo finchè era ancora fresco. Per precauzione, anzichè portare l'uomo alla casa circondariale, le forze dell'ordine lo hanno imprigionato su una vecchia chiatta militare in mezzo al Po, presidiato da un plotone di teste di cuoio.
Nell'espletare le formalità di rito, i poliziotti hanno inoltre verificato che il signor Maalouf risultava privo di permesso di soggiorno. Immediatamente arrestato e ammanettato senza tanti complimenti, è stato quindi spedito al Centro di identificazione ed espulsione di Bologna, da cui verrà probabilmente mandato in qualche centro di detenzione in Libia.
Il Prefetto ha espresso la propria soddisfazione per l'operazione, che ha consentito di individuare in un solo colpo bene due pericolosi criminali. Festeggia la Lega: "Un altro clandestino assicurato alla giustizia, grazie al rigore del ministro Maroni". Polemica la reazione del PD: "La Lega smetta di farsi bella con i successi degli altri. I Cpt li abbiamo inventati noi, voi gli avete solo cambiato nome". Prova a smorzare i toni il primo cittadino, Fausto Merchiori: "La legalità non è nè di destra, nè di sinistra - commenta - Sono veramente amareggiato per il comportamento del signor Maalouf. Pensare che il Comune stava per consegnargli una benemerenza per il suo gesto di grande valore civile. E invece si è rivelato anche lui un potenzialmente pericoloso malvivente. Cosa dobbiamo fare adesso?"
Dopo l'intervento polemico dell'assessore all'immigrazione, Giovanna Pineda, che ha minacciato di organizzare una gay parade sul Corso per ritorsione, la giunta sta ora valutando se accontentare tutti, assegnando due benemerenze: una a Maalouf per avere incastrato un pericoloso killer pedofilo, l'altra a Mortazzi per avere consentito l'arresto di un pericoloso clandestino. Alla vicenda verrà dedicato un consiglio comunale monotematico.
A dare il via alla incredibile catena di eventi è stato Mortimer Mortazzi (nella foto), personaggio già noto alla Questura per i suoi disturbi psichici non folkloristici e per numerosi reati classificati sotto la lettera "P". Mortazzi ha imboccato contromano viale Trieste alla guida di un grosso Suv, percorrendo metà viale ad alta velocità. All'altezza dell'edicola ha impattato contro la signora Erminia, una pensionata che sopraggiungeva in bicicletta, trascinandola per decine di metri. I testimoni raccontano che nel compiere il folle gesto, quasi costato la vita all'anziana ottuagenaria, Mortazzi "si dilettava nella sperimentazione di risate grottesche, come a volersi dare un contegno da folle villain holliwoodiano".
A salvare l'Erminia, fortunatamente, è intervenuto il signor Rafiq Maalouf, immigrato libanese, che ha speronato il Suv con la Ritmo di suo cugino, buttandolo fuori strada. Maalouf ha quindi immobilizzato il guidatore con un cartone nel muso e prestato i primi soccorsi all'anziana, prima dell'arrivo dell'ambulanza. Le forze dell'ordine, nell'ispezionare la macchina, hanno trovato un bambino di otto anni, scomparso di casa da alcuni giorni, legato e imbavagliato nel bagagliaio. Mortazzi ha giustificato la folle corsa sostenendo che doveva portare il moccioso a casa per cucinarlo finchè era ancora fresco. Per precauzione, anzichè portare l'uomo alla casa circondariale, le forze dell'ordine lo hanno imprigionato su una vecchia chiatta militare in mezzo al Po, presidiato da un plotone di teste di cuoio.
Nell'espletare le formalità di rito, i poliziotti hanno inoltre verificato che il signor Maalouf risultava privo di permesso di soggiorno. Immediatamente arrestato e ammanettato senza tanti complimenti, è stato quindi spedito al Centro di identificazione ed espulsione di Bologna, da cui verrà probabilmente mandato in qualche centro di detenzione in Libia.
Il Prefetto ha espresso la propria soddisfazione per l'operazione, che ha consentito di individuare in un solo colpo bene due pericolosi criminali. Festeggia la Lega: "Un altro clandestino assicurato alla giustizia, grazie al rigore del ministro Maroni". Polemica la reazione del PD: "La Lega smetta di farsi bella con i successi degli altri. I Cpt li abbiamo inventati noi, voi gli avete solo cambiato nome". Prova a smorzare i toni il primo cittadino, Fausto Merchiori: "La legalità non è nè di destra, nè di sinistra - commenta - Sono veramente amareggiato per il comportamento del signor Maalouf. Pensare che il Comune stava per consegnargli una benemerenza per il suo gesto di grande valore civile. E invece si è rivelato anche lui un potenzialmente pericoloso malvivente. Cosa dobbiamo fare adesso?"
Dopo l'intervento polemico dell'assessore all'immigrazione, Giovanna Pineda, che ha minacciato di organizzare una gay parade sul Corso per ritorsione, la giunta sta ora valutando se accontentare tutti, assegnando due benemerenze: una a Maalouf per avere incastrato un pericoloso killer pedofilo, l'altra a Mortazzi per avere consentito l'arresto di un pericoloso clandestino. Alla vicenda verrà dedicato un consiglio comunale monotematico.
lunedì 28 giugno 2010
Dramma delle vuvuzelas
Un terribile fatto di cronaca ha sconvolto la città all'indomani della sconfitta della nazionale ai mondiali. Protagonista del turpe episodio è Jeremy Caporali, diciassettenne del capoluogo, che da giorni infastidiva i passanti strombazzando con una vuvuzela, sull'onda della moda che ha segnato questa edizione sudafricana.
Jeremy si era già attirato numerose antipatie nelle scorse settimane, tanto da ottenere dal tribunale dei minori l'obbligo di mantenere una distanza minima di duecento metri dal maxischermo in piazza. Significativo anche il fatto che nei giorni scorsi il Cra (Centro Ricreativo Adolescenti) del Comune aveva deliberato di cambiare nome in Cratjc (Centro Ricreativo Adolescenti tranne Jeremy Caporali). Insomma, una persona decisamente poco amata in città. Jeremy nei giorni scorsi aveva ordinato da una ditta di Bottrighe uno stock di cinquanta vuvuzelas per mettere insieme un ensemble orchestrale con cui animare l'estate rodigina. Dopo che l'idea è giunta alle Politiche Giovanili del Comune, pare che l'assessore Giovanni Cattozzi abbia ritirato il veto sulle armi ai vigili, a patto che nelle regole di ingaggio della milizia notturna fosse inserito un comma relativo alla possibilità di abbattere suonatori di vuvuzela.
In tale clima arroventato, è bastata una scintilla ad accendere la miccia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Jeremy stava percorrendo le vie del centro alle tre di notte, suonando la propria trombetta con tutto il fiato che aveva in corpo, quando un anziano in pigiama, probabilmente esasperato dall'essere tenuto desto dal raccapricciante muggito, lo ha aggredito fisicamente, impalandolo sulla propria vuvuzela. Jeremy Caporali è sopravvissuto alla terribile sorte, ma ha passato alcune ore a vagabondare per la piazza emettendo suoni di tromba da dove si può immaginare. Ricoverato al pronto soccorso, è stato giudicato guaribile in una quindicina di giorni, ma la vuvuzela dovrà essere rimossa con intervento chirurgico d'urgenza, già prenotato per settembre 2011. L'anziano, le cui generalità non sono state rese note, è tornato nel proprio letto, dove è spirato serenamente, sottraendosi alle conseguenze legali del proprio gesto.
Jeremy ora è in cura presso lo psichiatra villadosano Gianmatteo Shakespeare, che lo sta convincendo a guardare quanto gli è capitato come un'opportunità di crescita personale e professionale.
Jeremy si era già attirato numerose antipatie nelle scorse settimane, tanto da ottenere dal tribunale dei minori l'obbligo di mantenere una distanza minima di duecento metri dal maxischermo in piazza. Significativo anche il fatto che nei giorni scorsi il Cra (Centro Ricreativo Adolescenti) del Comune aveva deliberato di cambiare nome in Cratjc (Centro Ricreativo Adolescenti tranne Jeremy Caporali). Insomma, una persona decisamente poco amata in città. Jeremy nei giorni scorsi aveva ordinato da una ditta di Bottrighe uno stock di cinquanta vuvuzelas per mettere insieme un ensemble orchestrale con cui animare l'estate rodigina. Dopo che l'idea è giunta alle Politiche Giovanili del Comune, pare che l'assessore Giovanni Cattozzi abbia ritirato il veto sulle armi ai vigili, a patto che nelle regole di ingaggio della milizia notturna fosse inserito un comma relativo alla possibilità di abbattere suonatori di vuvuzela.
In tale clima arroventato, è bastata una scintilla ad accendere la miccia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Jeremy stava percorrendo le vie del centro alle tre di notte, suonando la propria trombetta con tutto il fiato che aveva in corpo, quando un anziano in pigiama, probabilmente esasperato dall'essere tenuto desto dal raccapricciante muggito, lo ha aggredito fisicamente, impalandolo sulla propria vuvuzela. Jeremy Caporali è sopravvissuto alla terribile sorte, ma ha passato alcune ore a vagabondare per la piazza emettendo suoni di tromba da dove si può immaginare. Ricoverato al pronto soccorso, è stato giudicato guaribile in una quindicina di giorni, ma la vuvuzela dovrà essere rimossa con intervento chirurgico d'urgenza, già prenotato per settembre 2011. L'anziano, le cui generalità non sono state rese note, è tornato nel proprio letto, dove è spirato serenamente, sottraendosi alle conseguenze legali del proprio gesto.
Jeremy ora è in cura presso lo psichiatra villadosano Gianmatteo Shakespeare, che lo sta convincendo a guardare quanto gli è capitato come un'opportunità di crescita personale e professionale.
domenica 27 giugno 2010
Eroi polesani del nostro tempo (di Ivan Mancin)
Noi la domenica andiamo al mare. Ma per chi resta a casa, c'è una nuova rubrica domenicale, dopo i fasti de "Le visioni di Leonida Gusmaroli" e "La parola ai lettori". Questo spazio settimanale, dedicato ai grandi polesani della politica e non, è curato interamente dal nostro nuovo collaboratore Eusebio Ripapersico, plurimutilato di guerra, che con il padre centenario gestisce una ditta di derattizazione, più volte denunciata per l'uso di fosforo bianco in zone densamente popolate. Ripapersico si firma in genere con uno pseudonimo, Ivan Mancin, giacchè non ama scrivere, ma le voci nella sua testa hanno minacciato di uccidergli il padre se non lo farà. Gli diamo il nostro più caldo benvenuto.
Nullo Chennedi
John Fitzgerald Chennedi, così l'aveva battezzato il padre Franklin Delano, noto filoamericano figlio di filoamericani, nasce nel 1960 nel vivace borgo di Selva di Crespino.
Fin da piccino mostra immediatamente due grandi passioni: le sdolcinate e ammiccanti melodie dei cantanti confidenziali e un'ammirazione sfrenata per il cambio di maglia a seconda delle convenienze. La prima passione lo porta a cantare incessantemente, con fare gigione e voce calda e profonda, che si era procurato fumando quotianamente tre pacchetti di Nazionali senza filtro fin dall'età di tre anni, "Una rotonda sul mare" e "Spaghetti, pollo e insalatina" fracassando gli zebedei ai coetanei tutti orientati alla musica ye-ye che lo evitavano come la peste definendolo "matusa". Si abbigliava già a cinque anni come il suo idolo, Fred Bongusto. Si applicava dei basettoni finti di pelo di cane e indossava camice con colletti dalle punte chilometriche ben aperte sul torace villoso (pelo sempre gentilmente offerto dal botolo domestico Bobi) sul quale spiccava una croce d'oro massiccio di tre chili tenuta su da una grossa catena dello stesso prezioso metallo.
La seconda passione, fondamentale per il prosieguo della sua futura carriera, si manifestava da un vorticoso mutare del tifo per diverse squadre di calcio, ora Iuve, ora Milan, ora Inter o financo Pro Vercelli, a seconda della valutazione che voleva dare alle figurine che scambiava con gli amichetti: giurava e spergiurava il suo tifo per piazzare le proprie ad un valore doppio rispetto a quelle altrui. Famosa è la volta che scambiò col piccolo Fausto Merchiori la figurina di un oscuro mediano del Pergocrema con quella, introvabile, di Pizzaballa, portiere del Verona, completando il mitico album Panini e vincendo l'ambito pallone in vero cuoio cucito a mano da un suo coetaneo del Bangladesh e la divisa della nazionale col numero 7 di Domenghini.
Per la sua indolenza, una sorta di spleen catatonico dovuto all'ascolto reiterato dei lenti da mattonella, la madre gli aveva appiccicato il soprannome di "Nullo". E con quel nomignolo intraprese la carriera di cantante nelle balere di provincia. "Nullo" Chennedi e i Voltagabbana, il suo complesso musicale, godettero di un discreto successo e fecero sbocciare anche qualche amorazzo da toilette di dancing, ma tutto finì presto a causa dell'enfisema che i tre pacchetti di Nazionali senza filtro gli procurarono.
Fu in questo periodo che la sua strada si incrociò con quella di un altro giovane cantante, Donato, nome d'arte di Bossi Umberto, pluriripetente iscritto alla Scuola Radioelettra di Torino, che, per racimolare qualche lira, batteva le balere del varesotto col suo gruppo chiamato "I Daghe al terun" precursori, a loro insaputa, della demenzialità che farà poi la fortuna deglI Elio e le Storie tese. Quest'incontro si rivelerà fondamentale per il futuro di Nullo, come vedremo in seguito.
Il fallimento canoro porta il nostro ad intraprendere la strada della politica. Da attento osservatore qual è, il buon Nullo individua subito le potenzialità di un giovane rampante milanese, tal Benedetto Craxi detto Bettino, decisionista come un altro insigne socialista, Benito, che, anche se i compagni del PSI lo descrivono come uno partito per la tangente, sembra avere le idee molto chiare sul come arrivare al potere: onda lunga e pedalare. Per il giovane Nullo sarà l'inizio di una nuova vita.
Nullo Chennedi
John Fitzgerald Chennedi, così l'aveva battezzato il padre Franklin Delano, noto filoamericano figlio di filoamericani, nasce nel 1960 nel vivace borgo di Selva di Crespino.
Fin da piccino mostra immediatamente due grandi passioni: le sdolcinate e ammiccanti melodie dei cantanti confidenziali e un'ammirazione sfrenata per il cambio di maglia a seconda delle convenienze. La prima passione lo porta a cantare incessantemente, con fare gigione e voce calda e profonda, che si era procurato fumando quotianamente tre pacchetti di Nazionali senza filtro fin dall'età di tre anni, "Una rotonda sul mare" e "Spaghetti, pollo e insalatina" fracassando gli zebedei ai coetanei tutti orientati alla musica ye-ye che lo evitavano come la peste definendolo "matusa". Si abbigliava già a cinque anni come il suo idolo, Fred Bongusto. Si applicava dei basettoni finti di pelo di cane e indossava camice con colletti dalle punte chilometriche ben aperte sul torace villoso (pelo sempre gentilmente offerto dal botolo domestico Bobi) sul quale spiccava una croce d'oro massiccio di tre chili tenuta su da una grossa catena dello stesso prezioso metallo.
La seconda passione, fondamentale per il prosieguo della sua futura carriera, si manifestava da un vorticoso mutare del tifo per diverse squadre di calcio, ora Iuve, ora Milan, ora Inter o financo Pro Vercelli, a seconda della valutazione che voleva dare alle figurine che scambiava con gli amichetti: giurava e spergiurava il suo tifo per piazzare le proprie ad un valore doppio rispetto a quelle altrui. Famosa è la volta che scambiò col piccolo Fausto Merchiori la figurina di un oscuro mediano del Pergocrema con quella, introvabile, di Pizzaballa, portiere del Verona, completando il mitico album Panini e vincendo l'ambito pallone in vero cuoio cucito a mano da un suo coetaneo del Bangladesh e la divisa della nazionale col numero 7 di Domenghini.
Per la sua indolenza, una sorta di spleen catatonico dovuto all'ascolto reiterato dei lenti da mattonella, la madre gli aveva appiccicato il soprannome di "Nullo". E con quel nomignolo intraprese la carriera di cantante nelle balere di provincia. "Nullo" Chennedi e i Voltagabbana, il suo complesso musicale, godettero di un discreto successo e fecero sbocciare anche qualche amorazzo da toilette di dancing, ma tutto finì presto a causa dell'enfisema che i tre pacchetti di Nazionali senza filtro gli procurarono.
Fu in questo periodo che la sua strada si incrociò con quella di un altro giovane cantante, Donato, nome d'arte di Bossi Umberto, pluriripetente iscritto alla Scuola Radioelettra di Torino, che, per racimolare qualche lira, batteva le balere del varesotto col suo gruppo chiamato "I Daghe al terun" precursori, a loro insaputa, della demenzialità che farà poi la fortuna deglI Elio e le Storie tese. Quest'incontro si rivelerà fondamentale per il futuro di Nullo, come vedremo in seguito.
Il fallimento canoro porta il nostro ad intraprendere la strada della politica. Da attento osservatore qual è, il buon Nullo individua subito le potenzialità di un giovane rampante milanese, tal Benedetto Craxi detto Bettino, decisionista come un altro insigne socialista, Benito, che, anche se i compagni del PSI lo descrivono come uno partito per la tangente, sembra avere le idee molto chiare sul come arrivare al potere: onda lunga e pedalare. Per il giovane Nullo sarà l'inizio di una nuova vita.
(continua)
sabato 26 giugno 2010
Intervista col Cicciuzzo
Inutile negarlo: questo blog ha lanciato il mito di Cicciuzzo Sconciaforni e ne è rimasto vittima. Il pornodivo polesano è ormai più amato del titolare di questa prestigiosa pubblicazione. Non potevamo dunque non dedicare ampio spazio al suo ritorno dagli inferi e alle complesse trame che lo riguardano. Facciamo il punto della situazione in un'intervista a cura della nostra collaboratrice Liutpranda Castronovo.
Di recente ha fatto scandalo il suo annuncio di volere produrre un film ispirato alla questione delle armi ai vigili in città. Le polemiche suscitate l'hanno turbata? Che ne sarà di questa produzione?
Non capisco lo sconcerto provocato da un'opera come "Pistole bollenti per l'ispettore Nadine", che non voleva agitare polemiche, ma anzi sopire certe strumentalizzazioni, rileggendo l'intera vicenda in una chiave giocosamente erotica. Insomma, un tentativo di sdrammatizzare. Forse Rovigo non è pronta per questo genere di proposte ed è un peccato, perchè la passera e il cazzo piacciono a tutti. E' tempo di finirla con questa insensata repressione del piacere. Per questo sto con il gaudente centrodestra e non con l'austero e clericale centrosinistra.
Lei è stato un innovatore nel mondo del porno. E penso non solo all'avere introdotto trame complesse e personaggi forti in un panorama dominato da produzioni generalmente mediocri. Ricordiamo che negli anni Novanta lei fu il primo a infrangere il tabù del preservativo sul set...
Sono felice che lei ricordi questo episodo. Avvenne nel mio intramontabile capolavoro, "Sandy, la donna struzzo". Tra l'altro non fu una scelta puramente educativa, anche se è importante lanciare un messaggio forte per la prevenzione della gonorrea. Sono convinto, e l'ho dimostrato in quel film, che il profilattico, che io amo chiamare "la flute", possa essere usato in molteplici pratiche erotiche prima, durante e dopo l'amplesso.
Ha un sogno nel cassetto o un rimorso per qualcosa che non ha fatto?
Da anni ho in mente un'idea per la scena clou di un film. Rivoluzionerebbe il mondo del porno, ma probabilmente non la girerò mai: non ho buchi a sufficienza. (ride) Chissà, forse in futuro. Ora sto cercando finanziamenti per un film ispirato alla dura condizione di chi, come me, vive sotto scorta perchè rischia ogni giorno la vita. Prima che me lo chiediate, lo preciso subito: non ha nulla a che fare con il film di Ricky Tognazzi. Invece "Sette guardie per il mio corpo" narra dell'isolamento di un attore, minacciato di morte e costretto a vivere per anni solamente con la scorta di tre poliziotti e quattro poliziotte, con cui condivide ogni momento della giornata. Ne nasce un rapporto intimo, di reciproca consolazione, fino al finale in cui finalmente gli otto personaggi capiscono di essere un'unica squadra. Una riflessione sulle mie privazioni, ma anche sulle privazioni che patisce chi lavora per tutelare la mia incolumità. E quindi un messaggio di speranza.
Vorrei che tutti i miei film, fossero letti come messaggi di speranza. Si pensi, ad esempio, al bellissimo affresco di provincia "Enduring Love", ambientato in un paese del sud Italia in cui numerosi giovani ragazzi sono partiti in missione umanitaria in Iraq e Afghanistan. Alcuni non torneranno mai, altri staranno via mesi e mesi, lasciando a casa le loro ragazze, sole e smarrite. Uno spaccato universale sulla condizione femminile, sempre in bilico tra il ruolo di Penelope, angelo del focolare, e donna del ventunesimo secolo che rivendica la propria autonomia e le proprie pulsioni. Io interpreto Cicciuzzo o' guappo, un ragazzo di paese con poca voglia di lavorare, che in cambio di ospitalità conforta come può le signorine, mentre i loro compagni sono all'estero a sostenere lo sforzo bellico. Penso sia il film più patriottico che ho mai girato.
Di recente ha fatto scandalo il suo annuncio di volere produrre un film ispirato alla questione delle armi ai vigili in città. Le polemiche suscitate l'hanno turbata? Che ne sarà di questa produzione?
Non capisco lo sconcerto provocato da un'opera come "Pistole bollenti per l'ispettore Nadine", che non voleva agitare polemiche, ma anzi sopire certe strumentalizzazioni, rileggendo l'intera vicenda in una chiave giocosamente erotica. Insomma, un tentativo di sdrammatizzare. Forse Rovigo non è pronta per questo genere di proposte ed è un peccato, perchè la passera e il cazzo piacciono a tutti. E' tempo di finirla con questa insensata repressione del piacere. Per questo sto con il gaudente centrodestra e non con l'austero e clericale centrosinistra.
Lei è stato un innovatore nel mondo del porno. E penso non solo all'avere introdotto trame complesse e personaggi forti in un panorama dominato da produzioni generalmente mediocri. Ricordiamo che negli anni Novanta lei fu il primo a infrangere il tabù del preservativo sul set...
Sono felice che lei ricordi questo episodo. Avvenne nel mio intramontabile capolavoro, "Sandy, la donna struzzo". Tra l'altro non fu una scelta puramente educativa, anche se è importante lanciare un messaggio forte per la prevenzione della gonorrea. Sono convinto, e l'ho dimostrato in quel film, che il profilattico, che io amo chiamare "la flute", possa essere usato in molteplici pratiche erotiche prima, durante e dopo l'amplesso.
Ha un sogno nel cassetto o un rimorso per qualcosa che non ha fatto?
Da anni ho in mente un'idea per la scena clou di un film. Rivoluzionerebbe il mondo del porno, ma probabilmente non la girerò mai: non ho buchi a sufficienza. (ride) Chissà, forse in futuro. Ora sto cercando finanziamenti per un film ispirato alla dura condizione di chi, come me, vive sotto scorta perchè rischia ogni giorno la vita. Prima che me lo chiediate, lo preciso subito: non ha nulla a che fare con il film di Ricky Tognazzi. Invece "Sette guardie per il mio corpo" narra dell'isolamento di un attore, minacciato di morte e costretto a vivere per anni solamente con la scorta di tre poliziotti e quattro poliziotte, con cui condivide ogni momento della giornata. Ne nasce un rapporto intimo, di reciproca consolazione, fino al finale in cui finalmente gli otto personaggi capiscono di essere un'unica squadra. Una riflessione sulle mie privazioni, ma anche sulle privazioni che patisce chi lavora per tutelare la mia incolumità. E quindi un messaggio di speranza.
Vorrei che tutti i miei film, fossero letti come messaggi di speranza. Si pensi, ad esempio, al bellissimo affresco di provincia "Enduring Love", ambientato in un paese del sud Italia in cui numerosi giovani ragazzi sono partiti in missione umanitaria in Iraq e Afghanistan. Alcuni non torneranno mai, altri staranno via mesi e mesi, lasciando a casa le loro ragazze, sole e smarrite. Uno spaccato universale sulla condizione femminile, sempre in bilico tra il ruolo di Penelope, angelo del focolare, e donna del ventunesimo secolo che rivendica la propria autonomia e le proprie pulsioni. Io interpreto Cicciuzzo o' guappo, un ragazzo di paese con poca voglia di lavorare, che in cambio di ospitalità conforta come può le signorine, mentre i loro compagni sono all'estero a sostenere lo sforzo bellico. Penso sia il film più patriottico che ho mai girato.
venerdì 25 giugno 2010
Complotto anticicciuzziano!
Vianello Monello è espatriato in Corea del Nord, dove ha curato la sceneggiatura di un film epico-biografico sul Caro Leader Kim Jong Il. Una volta conclusa la produzione, il film verrà proiettato in anteprima all'Odeon di Rovigo, riaperto per l'occasione. In cambio, il leader nordcoreano invierà a Rovigo un manipolo di uomini rana per eliminare Cicciuzzo Sconciaforni con uno spettacolare attentato.
Sono i termini dell'incredibile patto internazionale, svelato in questi giorni dal sito Wikileaks, che vede coinvolti l'ex opinionista del Corriere del Veneto, Vianello Monello, l'ex assessore Beppe Osti e il governo della Repubblica Democratica di Corea. Sebbene Osti smentisca tutto, le rivelazioni di Wikileaks spiegano finalmente i motivi della scomparsa di Vianello Monello subito dopo la tragica fine di Cicciuzzo Sconciaforni. Secondo le indiscrezioni, Vianello Monello prevedeva che il pingue pornodivo sarebbe tornato prima o poi in vita, come ogni volta in cui era stato dato per morto. Da qui la decisione di preparare un piano per eliminare per sempre il rivale in popolarità.
Beppe Osti avrebbe accettato di fare da tramite tra l'elzevirista e il Caro Leader, purchè nel patto fosse inserita la riapertura del cinema Odeon. In vista delle elezioni del 2011, alle quali Osti correrà come sindaco, presentarsi con la riapertura del cinema in centro nel proprio curriculum costituisce infatti un'occasione da non perdere per qualsiasi candidato. Il Caro Leader, quindi, metterà le sue truppe a disposizione per eliminare Cicciuzzo Sconciaforni, appena tornato dall'inferno e intenzionato a traghettare il Pd nel centrodestra.
Alla notizia del complotto è insorto il mondo dei cicciuzziani, devoti del pornodivo ormai organizzati in una vera e propria religione, seconda in popolarità solo a quella per il dio Turgrurrz. "Abbiamo convocato un'assemblea per mettere insieme una squadra di guardie del corpo, pronte al martirio pur di salvare la vita al nostro adorato - tuona Ivone Spallenzarghi, sacerdote della congregazione cicciuzziana del medio Polesine -. Pallottole, missili o veleni dovranno attraversare le nostre carni prima di contaminare il corpo divino di Cicciuzzo. Come recitano i testi dei profeti cicciuzziani, nulla potrà penetrare il nostro divo senza che egli ne tragga diletto e godimento".
Sono i termini dell'incredibile patto internazionale, svelato in questi giorni dal sito Wikileaks, che vede coinvolti l'ex opinionista del Corriere del Veneto, Vianello Monello, l'ex assessore Beppe Osti e il governo della Repubblica Democratica di Corea. Sebbene Osti smentisca tutto, le rivelazioni di Wikileaks spiegano finalmente i motivi della scomparsa di Vianello Monello subito dopo la tragica fine di Cicciuzzo Sconciaforni. Secondo le indiscrezioni, Vianello Monello prevedeva che il pingue pornodivo sarebbe tornato prima o poi in vita, come ogni volta in cui era stato dato per morto. Da qui la decisione di preparare un piano per eliminare per sempre il rivale in popolarità.
Beppe Osti avrebbe accettato di fare da tramite tra l'elzevirista e il Caro Leader, purchè nel patto fosse inserita la riapertura del cinema Odeon. In vista delle elezioni del 2011, alle quali Osti correrà come sindaco, presentarsi con la riapertura del cinema in centro nel proprio curriculum costituisce infatti un'occasione da non perdere per qualsiasi candidato. Il Caro Leader, quindi, metterà le sue truppe a disposizione per eliminare Cicciuzzo Sconciaforni, appena tornato dall'inferno e intenzionato a traghettare il Pd nel centrodestra.
Alla notizia del complotto è insorto il mondo dei cicciuzziani, devoti del pornodivo ormai organizzati in una vera e propria religione, seconda in popolarità solo a quella per il dio Turgrurrz. "Abbiamo convocato un'assemblea per mettere insieme una squadra di guardie del corpo, pronte al martirio pur di salvare la vita al nostro adorato - tuona Ivone Spallenzarghi, sacerdote della congregazione cicciuzziana del medio Polesine -. Pallottole, missili o veleni dovranno attraversare le nostre carni prima di contaminare il corpo divino di Cicciuzzo. Come recitano i testi dei profeti cicciuzziani, nulla potrà penetrare il nostro divo senza che egli ne tragga diletto e godimento".
giovedì 24 giugno 2010
Cicciuzzo, l'esule
“Bettino Craxi è all’Inferno, ma anche in quella comunità ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano: purtroppo un’ondata giustizialista ha colpito anche l’Ade, scalzando il leader socialista dalla guida del cda infernale”.
Si autodefinisce esule Cicciuzzo Sconciaforni, ritornato tra i vivi assieme a Svatopluk (nella foto vicino al noto attore), un suo cugino di origine slovacca morto per autocombustione nel 1971 mentre si masturbava con un foglio di carta vetrata a grana grossa. “Lui che ha conosciuto il regime di marca sovietica, ha saputo apprezzare il riformismo craxiano – spiega Cicciuzzo – specie dopo che è stato nominato al posto di Caronte alla guida della public company che si occupa di traghettare le anime oltre l’Acheronte, con uno stipendio di 16mila euro mensili. Per la sua bassa statura, lo chiamavamo tutti affettuosamente psicopompino”.
Ma torniamo a noi: cosa è successo agli inferi? “Tutta colpa del pm San Pietro e del pool di magistrati legati ai moralisti del Paradiso – attacca il pingue artista – che hanno disarticolato il cosiddetto Caf, ossia il patto politico tra Craxi, Adramelech e Furfur per la gestione delle politiche infernali. Ricordo ancora con brivido il lancio di monetine davanti all’hotel Samael, dove il buon Bettino aveva posto il suo quartier generale”.
E Sconciaforni aggiunge ancora amareggiato: “Anche nell’aldilà il suo progetto di modernizzazione è stato sconfitto per via giudiziaria. Il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista. La verità è che a un problema politico come il finanziamento illecito dei partiti anche all’inferno è stata data una soluzione giudiziaria. E l’unico che ha il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, è ancora spedito alla ghigliottina, anche perché quando hanno provato a metterlo sullo spiedo, girando si mangiava tutte le patate”.
Così il redivivo Cicciuzzo annuncia un nuovo progetto politico: “Entro nel Pd in quota ai Socialisti, cioè i neocraxiani nel centrodestra ai tempi di Avezzù, nel centrosinistra con Merchiori, con chi vincerà le prossime amministrative nel 2011. E io farò di tutto per avvicinare l’intero Pd al centrodestra, creando il grande polo laido-riformista: chi credete abbia suggerito l’impiego delle armi alla Polizia Municipale”. E ammiccando come avesse un tic irrefrenabile all’occhio sinistro: “Perché io di pistoloni me ne intendo”.
Si autodefinisce esule Cicciuzzo Sconciaforni, ritornato tra i vivi assieme a Svatopluk (nella foto vicino al noto attore), un suo cugino di origine slovacca morto per autocombustione nel 1971 mentre si masturbava con un foglio di carta vetrata a grana grossa. “Lui che ha conosciuto il regime di marca sovietica, ha saputo apprezzare il riformismo craxiano – spiega Cicciuzzo – specie dopo che è stato nominato al posto di Caronte alla guida della public company che si occupa di traghettare le anime oltre l’Acheronte, con uno stipendio di 16mila euro mensili. Per la sua bassa statura, lo chiamavamo tutti affettuosamente psicopompino”.
Ma torniamo a noi: cosa è successo agli inferi? “Tutta colpa del pm San Pietro e del pool di magistrati legati ai moralisti del Paradiso – attacca il pingue artista – che hanno disarticolato il cosiddetto Caf, ossia il patto politico tra Craxi, Adramelech e Furfur per la gestione delle politiche infernali. Ricordo ancora con brivido il lancio di monetine davanti all’hotel Samael, dove il buon Bettino aveva posto il suo quartier generale”.
E Sconciaforni aggiunge ancora amareggiato: “Anche nell’aldilà il suo progetto di modernizzazione è stato sconfitto per via giudiziaria. Il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista. La verità è che a un problema politico come il finanziamento illecito dei partiti anche all’inferno è stata data una soluzione giudiziaria. E l’unico che ha il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, è ancora spedito alla ghigliottina, anche perché quando hanno provato a metterlo sullo spiedo, girando si mangiava tutte le patate”.
Così il redivivo Cicciuzzo annuncia un nuovo progetto politico: “Entro nel Pd in quota ai Socialisti, cioè i neocraxiani nel centrodestra ai tempi di Avezzù, nel centrosinistra con Merchiori, con chi vincerà le prossime amministrative nel 2011. E io farò di tutto per avvicinare l’intero Pd al centrodestra, creando il grande polo laido-riformista: chi credete abbia suggerito l’impiego delle armi alla Polizia Municipale”. E ammiccando come avesse un tic irrefrenabile all’occhio sinistro: “Perché io di pistoloni me ne intendo”.
Pistole bollenti per l'ispettore Nadine
Cicciuzzo Sconciaforni tornerà dall'Ade per girare un film ispirato alla querelle sulla sicurezza in città. Lo ha annunciato lo stesso pornodivo per bocca della medium bolognese Wanda Gusmaroli ai microfoni di Radio Trota, l'emittente giovanile di Radio Padania.
"L'esperienza della possessione spirituale è incredibile - ha raccontato Cicciuzzo agli ascoltatori - Non ero mai entrato così tanto dentro una donna da quando girai 'Sandy, la donna struzzo'. Mi sono avvalso di questa medium per dare un grande annuncio: sto per tornare tra i vivi e mi accingo a girare un nuovo film, dedicato alla mia città". Il film, intitolato "Pistole bollenti per l'ispettore Nadine", fa già discutere i salotti culturali e politici della città. Pare infatti che Cicciuzzo abbia avuto l'idea per la trama leggendo le polemiche sulle armi ai vigili urbani. "Non nascondo che ho sempre avuto un debole, mai ricambiato, per l'assessore Romeo - racconta il pornoattore - Ma il mio sarà un inno all'amore contro la cultura della repressione. Racconterà le vicende dell'ispettore Nadine, la poliziotta che fa arrendere i criminali con le buone, senza mai ricorrere alla violenza".
La trama narra la maturazione di Nadine, giovane e timida poliziotta, messa in ombra dalla figura del padre, commissario di polizia severo e rispettato. Avvezza ad usare contro il crimine le stesse maniere brutali dei suoi colleghi, cambierà vita grazie all'incontro con un ladruncolo di strada, interpretato generosamente da Cicciuzzo. Capirà infatti che la sua passione per le armi di grosso calibro era in realtà la sublimazione di altre passioni, non meno sconvolgenti ma sicuramente incruente. Di lì Nadine imparerà che un'intera banda di criminali può essere disarmata anche ricorrendo a raffinate tecniche persuasive, ottenendo allo stesso tempo soddisfazione per sè. Il film dovrebbe essere solo il primo di una trilogia, che comprende i titoli "44 minchie per l'ispettore Nadine" e "Ce l'ho di piombo ispettore Nadine".
Benchè la trama sia frutto esclusivo della sfrenata fantasia di Cicciuzzo, a Palazzo Nodari non sembra sia stato colto con favore il riferimento alle note vicende che stanno dividendo la giunta. Ieri il Pd ha approvato l'eventuale uso di truppe d'assalto armate di bombe allo zyklon B contro Sconciaforni e il suo manager, Leonard Fitzcarraldi. Una fatwa anticicciuzziana è giunta anche da Pinocchio, noto sostenitore dell'assessore Romeo, e oggi trasformato da burattino di legno in bambino in carne ed ossa: "Benchè Cicciuzzo sostenga di avere elaborato una trama di fantasia, questa turpe produzione, zeppa di volgari allusioni, rischia di infangare l'onorabilità della donna che amo. Sappia quel lascivo cineasta che non la passerà liscia. Nel laboratorio segreto di Mastro Ciliegia, in cui mi sono nascosto dopo la sconfitta ad Azzalingrado, sto costruendo centinaia di Pinocchi di legno viventi. Saranno l'armata con cui marcerò sugli studios di Cicciuzzo per radere al suolo tutto e distruggere quell'inutile e laido ciccione!"
"L'esperienza della possessione spirituale è incredibile - ha raccontato Cicciuzzo agli ascoltatori - Non ero mai entrato così tanto dentro una donna da quando girai 'Sandy, la donna struzzo'. Mi sono avvalso di questa medium per dare un grande annuncio: sto per tornare tra i vivi e mi accingo a girare un nuovo film, dedicato alla mia città". Il film, intitolato "Pistole bollenti per l'ispettore Nadine", fa già discutere i salotti culturali e politici della città. Pare infatti che Cicciuzzo abbia avuto l'idea per la trama leggendo le polemiche sulle armi ai vigili urbani. "Non nascondo che ho sempre avuto un debole, mai ricambiato, per l'assessore Romeo - racconta il pornoattore - Ma il mio sarà un inno all'amore contro la cultura della repressione. Racconterà le vicende dell'ispettore Nadine, la poliziotta che fa arrendere i criminali con le buone, senza mai ricorrere alla violenza".
La trama narra la maturazione di Nadine, giovane e timida poliziotta, messa in ombra dalla figura del padre, commissario di polizia severo e rispettato. Avvezza ad usare contro il crimine le stesse maniere brutali dei suoi colleghi, cambierà vita grazie all'incontro con un ladruncolo di strada, interpretato generosamente da Cicciuzzo. Capirà infatti che la sua passione per le armi di grosso calibro era in realtà la sublimazione di altre passioni, non meno sconvolgenti ma sicuramente incruente. Di lì Nadine imparerà che un'intera banda di criminali può essere disarmata anche ricorrendo a raffinate tecniche persuasive, ottenendo allo stesso tempo soddisfazione per sè. Il film dovrebbe essere solo il primo di una trilogia, che comprende i titoli "44 minchie per l'ispettore Nadine" e "Ce l'ho di piombo ispettore Nadine".
Benchè la trama sia frutto esclusivo della sfrenata fantasia di Cicciuzzo, a Palazzo Nodari non sembra sia stato colto con favore il riferimento alle note vicende che stanno dividendo la giunta. Ieri il Pd ha approvato l'eventuale uso di truppe d'assalto armate di bombe allo zyklon B contro Sconciaforni e il suo manager, Leonard Fitzcarraldi. Una fatwa anticicciuzziana è giunta anche da Pinocchio, noto sostenitore dell'assessore Romeo, e oggi trasformato da burattino di legno in bambino in carne ed ossa: "Benchè Cicciuzzo sostenga di avere elaborato una trama di fantasia, questa turpe produzione, zeppa di volgari allusioni, rischia di infangare l'onorabilità della donna che amo. Sappia quel lascivo cineasta che non la passerà liscia. Nel laboratorio segreto di Mastro Ciliegia, in cui mi sono nascosto dopo la sconfitta ad Azzalingrado, sto costruendo centinaia di Pinocchi di legno viventi. Saranno l'armata con cui marcerò sugli studios di Cicciuzzo per radere al suolo tutto e distruggere quell'inutile e laido ciccione!"
mercoledì 23 giugno 2010
Safeland, operazione Genesi
“Mi sono sempre battuta contro la criminalità con tutti gli strumenti a mia disposizione. La polemica sulle armi è invero strumentale. Mi si permetta un bel pernacchione a tutti coloro che l’hanno agitata”.
L’assessore Nadia Romeo torna sulla vicenda dei vigili armati e della sicurezza in città, chiedendo di spazzare via i battibecchi da pollaio attorno all’iniziativa: “Fa parte di un più ampio piano per la sicurezza in città, che la giunta ha varato da anni e concordato con la Prefettura. E’ davvero triste che si riduca tutto a un dibattito sulle pistole”, spiega l’assessore, lanciando un vaso finto ming contro il muro. Il piano sicurezza del Comune, infatti, non si limita ai vigili armati, alle ronde padane invisibili e all’impiego di tutori meccanizzati come Isicop o il Martellatore. Contro la criminalità organizzata che ha trasformato Rovigo in una novella Gotham City, infatti, sono in atto molte azioni ignote ai cittadini.
Come l’Operazione Genesi, ispirata a un celebre episodio biblico, che prevede di spazzare via i criminali con un muro d’acqua. E’ per questo, non certo per la cementificazione selvaggia e la scarsa manutenzione dei chiusini, che un violento acquazzone è in grado di sommergere mezza città. Il piano, però, è appena iniziato. Il diluvio vero e proprio dovrebbe arrivare all’inizio della prossima legislatura. L’operazione è stata suggerita dal Prefetto per risolvere definitivamente i problemi di ordine pubblico: “Ho guardato la città e ho visto che la malvagità degli uomini è grande e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non sono altro che male in ogni tempo – spiega il rappresentante del Governo -. Io sterminerò di sulla faccia della terra dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli, perchè mi pento di averli fatti. Solo pochi si salveranno, grazie ad un’arca che stiamo testando all’Interporto di Rovigo, che ospiterà i maggiorenti, i tutori dell’ordine e le elite intellettuali e produttive della città“.
L’articolatissimo piano sicurezza, che meriterebbe settimane di approfondimenti su questo sito, svela anche incredibili retroscena sul parco del Maddalena: “Lì si era creato un contesto di insicurezza percepita, a causa dei giovani vandali che danneggiavano le attrezzature e scrivevano frasi incomprensibili e spesso volgari sulle panchine. Inoltre tutte quelle badanti con vecchi al seguito secondo noi nascondevano qualcosa”. Per questo il parco è stato raso al suolo con l’agente orange, evitando che i grandi alberi fronzuti e ombrosi che lo caratterizzavano divenissero rifugio di mariuoli e sbandati. Diversa sorte per i giardinetti del castello: per debellare la piaga del vandalismo, il Comune sta valutando l’ipotesi di appostare sulle mura una ventina di cecchini, reclutati tra i criminali di guerra jugoslavi e dotati di fucili di precisione.
Tra le misure per la sicurezza dei cittadini è in arrivo anche la licenza di uccidere per i guidatori di autobus: potranno utilizzare il mezzo per investire eventuali personaggi sospetti di compiere atti criminali. “Ora i rodigini possono sentirsi sicuri nella loro città“.
L’assessore Nadia Romeo torna sulla vicenda dei vigili armati e della sicurezza in città, chiedendo di spazzare via i battibecchi da pollaio attorno all’iniziativa: “Fa parte di un più ampio piano per la sicurezza in città, che la giunta ha varato da anni e concordato con la Prefettura. E’ davvero triste che si riduca tutto a un dibattito sulle pistole”, spiega l’assessore, lanciando un vaso finto ming contro il muro. Il piano sicurezza del Comune, infatti, non si limita ai vigili armati, alle ronde padane invisibili e all’impiego di tutori meccanizzati come Isicop o il Martellatore. Contro la criminalità organizzata che ha trasformato Rovigo in una novella Gotham City, infatti, sono in atto molte azioni ignote ai cittadini.
Come l’Operazione Genesi, ispirata a un celebre episodio biblico, che prevede di spazzare via i criminali con un muro d’acqua. E’ per questo, non certo per la cementificazione selvaggia e la scarsa manutenzione dei chiusini, che un violento acquazzone è in grado di sommergere mezza città. Il piano, però, è appena iniziato. Il diluvio vero e proprio dovrebbe arrivare all’inizio della prossima legislatura. L’operazione è stata suggerita dal Prefetto per risolvere definitivamente i problemi di ordine pubblico: “Ho guardato la città e ho visto che la malvagità degli uomini è grande e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non sono altro che male in ogni tempo – spiega il rappresentante del Governo -. Io sterminerò di sulla faccia della terra dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli, perchè mi pento di averli fatti. Solo pochi si salveranno, grazie ad un’arca che stiamo testando all’Interporto di Rovigo, che ospiterà i maggiorenti, i tutori dell’ordine e le elite intellettuali e produttive della città“.
L’articolatissimo piano sicurezza, che meriterebbe settimane di approfondimenti su questo sito, svela anche incredibili retroscena sul parco del Maddalena: “Lì si era creato un contesto di insicurezza percepita, a causa dei giovani vandali che danneggiavano le attrezzature e scrivevano frasi incomprensibili e spesso volgari sulle panchine. Inoltre tutte quelle badanti con vecchi al seguito secondo noi nascondevano qualcosa”. Per questo il parco è stato raso al suolo con l’agente orange, evitando che i grandi alberi fronzuti e ombrosi che lo caratterizzavano divenissero rifugio di mariuoli e sbandati. Diversa sorte per i giardinetti del castello: per debellare la piaga del vandalismo, il Comune sta valutando l’ipotesi di appostare sulle mura una ventina di cecchini, reclutati tra i criminali di guerra jugoslavi e dotati di fucili di precisione.
Tra le misure per la sicurezza dei cittadini è in arrivo anche la licenza di uccidere per i guidatori di autobus: potranno utilizzare il mezzo per investire eventuali personaggi sospetti di compiere atti criminali. “Ora i rodigini possono sentirsi sicuri nella loro città“.
lunedì 21 giugno 2010
Sicurezza: i piani della giunta Merchiori
“Tremate criminali, arriva Isicop!” E’ lo slogan scelto dall’assessore comunale Nadia Romeo per presentare il nuovo progetto per la sicurezza in città, che vedrà entrare in scena una nuova pattuglia di vigili-ninja armati come marines, ma soprattutto un nuovo robot, Isicop, che riporterà Rovigo ai fasti delle ronde padane robotizzate, del martellatore e di Padanius, i primi tutori dell’ordine cibernetici.
Finanziato con un fondo speciale della Regione Veneto per la ricerca e l’innovazione, il robot Isicop vigilerà affinchè i numerosi lestofanti e mariuoli che s’aggirano in talune zone d’ombra della città non rechino nocumento all’incolumità dei cittadini. La giunta Merchiori ha elaborato un piano di impiego delle nuove truppe, individuando i punti critici per la sicurezza. “Saranno coinvolte anche le ronde padane”, spiega Nadia Romeo. Ronde padane a Rovigo? “Certo – spiega l’assessore – le ronde padane ci sono, ma sono invisibili agli occhi dei cittadini per non interferire con le attività di shopping e aperitivi. Grazie a questa loro particolare dote, le impiegheremo in missioni di intelligence contro il crimine che imperversa in città“.
Una delle aree prioritarie di intervento sarà piazza Matteotti, dove i vigili armati fino ai denti tuteleranno l’integrità delle nuove barriere architettoniche realizzate intorno al monumento e verificheranno periodicamente che nessuno abbia accesso all’area dei giardini (dove si dice abbiano luogo esperimenti atomici sotterranei per conto della Corea del Nord). Il robot Isicop, dotato di magli perforanti all’uranio impoverito, fungerà da supporto logistico nei momenti più caldi del pattugliamento, specie in viale Marconi, dove numerosi clochard destano turbamento e timore nei passanti. Saltato il progetto di bombardare l’area con il napalm (“Su questo non c’è unanimità nella giunta”, spiega il primo cittadino, Fausto Merchiori), si pensa di applicare un’ordinanza per il decoro e la decenza: i clochard potranno bivaccare sulle panchine del viale, ma solo con un aspetto decoroso. Dovranno indossare abiti da sera, essersi sbarbati e pettinati e infine sostituire i cartoni di Tavernello con calici di bonarda. I vigili scorteranno periodicamente alcuni educatori volontari, che impartiranno ai senzatetto corsi intensivi di dizione, portamento e galateo, affinchè possano interloquire con i passanti in maniera consona ai dettami di una società civile.
Finanziato con un fondo speciale della Regione Veneto per la ricerca e l’innovazione, il robot Isicop vigilerà affinchè i numerosi lestofanti e mariuoli che s’aggirano in talune zone d’ombra della città non rechino nocumento all’incolumità dei cittadini. La giunta Merchiori ha elaborato un piano di impiego delle nuove truppe, individuando i punti critici per la sicurezza. “Saranno coinvolte anche le ronde padane”, spiega Nadia Romeo. Ronde padane a Rovigo? “Certo – spiega l’assessore – le ronde padane ci sono, ma sono invisibili agli occhi dei cittadini per non interferire con le attività di shopping e aperitivi. Grazie a questa loro particolare dote, le impiegheremo in missioni di intelligence contro il crimine che imperversa in città“.
Una delle aree prioritarie di intervento sarà piazza Matteotti, dove i vigili armati fino ai denti tuteleranno l’integrità delle nuove barriere architettoniche realizzate intorno al monumento e verificheranno periodicamente che nessuno abbia accesso all’area dei giardini (dove si dice abbiano luogo esperimenti atomici sotterranei per conto della Corea del Nord). Il robot Isicop, dotato di magli perforanti all’uranio impoverito, fungerà da supporto logistico nei momenti più caldi del pattugliamento, specie in viale Marconi, dove numerosi clochard destano turbamento e timore nei passanti. Saltato il progetto di bombardare l’area con il napalm (“Su questo non c’è unanimità nella giunta”, spiega il primo cittadino, Fausto Merchiori), si pensa di applicare un’ordinanza per il decoro e la decenza: i clochard potranno bivaccare sulle panchine del viale, ma solo con un aspetto decoroso. Dovranno indossare abiti da sera, essersi sbarbati e pettinati e infine sostituire i cartoni di Tavernello con calici di bonarda. I vigili scorteranno periodicamente alcuni educatori volontari, che impartiranno ai senzatetto corsi intensivi di dizione, portamento e galateo, affinchè possano interloquire con i passanti in maniera consona ai dettami di una società civile.
Montagnolo incalza? Consigli ai consiglieri
Non potevamo restare a guardare lo show penoso dei consiglieri comunali in cerca di scuse per non lavorare il sabato. Incalzati da Cristiano Pavarin, che propone i consigli il sabato per risparmiare sui rimborsi ai datori di lavoro, svariati esponenti politici rodigini (in testa gli ineffabili Renato Borgato e Andrea Bimbatti) si sono cimentati nel nobile sport dell’arrampicata libera sugli specchi, con notevole sollazzo di grandi e piccini. Da “Il sabato devo stare con la famiglia” a “C’ho l’alluce valgo e il medico dice che mi serve il fine settimana per riposare le stanche membra”, il campionario delle scuse, ci lascino dire, è risultato tuttavia alquanto penoso. Ecco perchè, animati da spirito civico, abbiamo compilato un breve elenco di giustificazioni più credibili:
- sono ebreo (o, a scelta, avventista), la mia religione mi impone di santificare questo giorno di festa, altrimenti l’unico Dio mi punirà con l’ottava piaga: le emorroidi contagiose;
- mi prostituisco per mantenere la mia famiglia e lavoro dal pomeriggio del sabato all’alba della domenica. Il sabato mattina ho bisogno di riposarmi;
- tutti i venerdì sera mi esibisco in un rodeo in una rievocazione del circo di Buffalo Bill. Torno a casa tardissimo e con le ossa rotte. Non ce la faccio proprio a essere in consiglio la mattina dopo;
- io dedico alla famiglia tutta la settimana, ma il sabato devo stare con l’amante;
- parteciperei volentieri, ma la mia azienda ha deciso di applicare le regole volute da Marchionne per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Così dveo lavorare anche il sabato e se vengo in consiglio comunale probabilmente mi licenziano;
- Ho deciso di battere il record mondiale di matrimoni gay. C’è un comune della Catalogna che sposa omosessuali e consente divorzi in tempi di record. Mi sposerò con una persona diversa tutti i sabati fino al raggiungimento del record. Poi cercherò di battere il record di matrimoni poligami;
- non ho mai lavorato veramente in vita mia, non comincerò certo a farlo ora;
- come hobby faccio l’addestratore di orche assassine. Trascorro tutti i sabati in un delfinario con i miei cetacei. Se saltassi anche solo un sabato, morirebbero per il dolore;
- dal venerdì notte e per tutto il fine settimana vivo per strada, assieme ai barboni della città. Dormo all’adiaccio e per tutta la giornata vagabondo stordito in cerca di qualcuno che mi dia da mangiare o mi offra una sigaretta. Lo faccio perchè la mia vita agiata da piccolo borghese mi sta stretta e sento il bisogno di stare vicino agli ultimi. Non posso rinunciare a questo stile di vita. Invito tutti i colleghi consiglieri a seguire il mio esempio e provare un’esperienza che cambia il nostro sguardo sulla società.
- sono ebreo (o, a scelta, avventista), la mia religione mi impone di santificare questo giorno di festa, altrimenti l’unico Dio mi punirà con l’ottava piaga: le emorroidi contagiose;
- mi prostituisco per mantenere la mia famiglia e lavoro dal pomeriggio del sabato all’alba della domenica. Il sabato mattina ho bisogno di riposarmi;
- tutti i venerdì sera mi esibisco in un rodeo in una rievocazione del circo di Buffalo Bill. Torno a casa tardissimo e con le ossa rotte. Non ce la faccio proprio a essere in consiglio la mattina dopo;
- io dedico alla famiglia tutta la settimana, ma il sabato devo stare con l’amante;
- parteciperei volentieri, ma la mia azienda ha deciso di applicare le regole volute da Marchionne per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Così dveo lavorare anche il sabato e se vengo in consiglio comunale probabilmente mi licenziano;
- Ho deciso di battere il record mondiale di matrimoni gay. C’è un comune della Catalogna che sposa omosessuali e consente divorzi in tempi di record. Mi sposerò con una persona diversa tutti i sabati fino al raggiungimento del record. Poi cercherò di battere il record di matrimoni poligami;
- non ho mai lavorato veramente in vita mia, non comincerò certo a farlo ora;
- come hobby faccio l’addestratore di orche assassine. Trascorro tutti i sabati in un delfinario con i miei cetacei. Se saltassi anche solo un sabato, morirebbero per il dolore;
- dal venerdì notte e per tutto il fine settimana vivo per strada, assieme ai barboni della città. Dormo all’adiaccio e per tutta la giornata vagabondo stordito in cerca di qualcuno che mi dia da mangiare o mi offra una sigaretta. Lo faccio perchè la mia vita agiata da piccolo borghese mi sta stretta e sento il bisogno di stare vicino agli ultimi. Non posso rinunciare a questo stile di vita. Invito tutti i colleghi consiglieri a seguire il mio esempio e provare un’esperienza che cambia il nostro sguardo sulla società.
sabato 19 giugno 2010
Nel caso ve li foste persi...
In attesa che il perfido doktor Erre accetti la mia proposta di un sito unico dedicato al vilipendio della gente dabbene e al trastullo fanciullesco, continua la mia collaborazione al malefico blog tuttamialacitta.net, che come sempre ringrazio per la disponibilità. Nel caso ve li foste persi, ecco un riepilogo dei miei più recenti interventi.
Le visioni di Leonida Gusmaroli: un Polesine atomico
La centrale nucleare in Polesine non si farà, ma le istituzioni strapperanno comunque un importante progetto di sviluppo locale. Lo dice il noto veggente bolognese, caro ai fan di Monello Vianello.
Sicurezza: i piani della giunta Merchiori
L'assessore Romeo vuole armare i vigili di pistoloni per combattere. Ma non è tutto: è pronto un nuovo robot da impiegare contro il crimine, come ai vecchi tempi. Tremate, criminali, arriva Isicop!
SAFELAND-Operazione Genesi: spezzare le reni alla criminalità!
Il pacchetto sicurezza di Palazzo Nodari non si ferma ai vigili armati e alla nuova ronda robotizzata. Ecco tutte le misure per tutelare l'incolumità dei rodigini.
Montagnolo incalza? Consigli ai consiglieri: ecco il bignamino!
Il consigliere Pavarin propone le assemblee al sabato per risparmiare. Gli altri consiglieri si arrampicano sugli specchi. Aiutiamoli a trovare scuse meno penose!
Le visioni di Leonida Gusmaroli: un Polesine atomico
La centrale nucleare in Polesine non si farà, ma le istituzioni strapperanno comunque un importante progetto di sviluppo locale. Lo dice il noto veggente bolognese, caro ai fan di Monello Vianello.
Sicurezza: i piani della giunta Merchiori
L'assessore Romeo vuole armare i vigili di pistoloni per combattere. Ma non è tutto: è pronto un nuovo robot da impiegare contro il crimine, come ai vecchi tempi. Tremate, criminali, arriva Isicop!
SAFELAND-Operazione Genesi: spezzare le reni alla criminalità!
Il pacchetto sicurezza di Palazzo Nodari non si ferma ai vigili armati e alla nuova ronda robotizzata. Ecco tutte le misure per tutelare l'incolumità dei rodigini.
Montagnolo incalza? Consigli ai consiglieri: ecco il bignamino!
Il consigliere Pavarin propone le assemblee al sabato per risparmiare. Gli altri consiglieri si arrampicano sugli specchi. Aiutiamoli a trovare scuse meno penose!
martedì 15 giugno 2010
Vittorio Emanuele II è un birichino
Cultura a trecentosessanta gradi. Era questo l'ambizioso obiettivo che ci eravamo dati nell'inaugurare questo blog, che costituisce ormai una pagina indelebile della vita culturale rodigina dal 2008 ad oggi. Innumerevoli naviganti sbarcano in queste pagine in cerca di informazioni sui temi più disparati. Segno che il nostro sapere, che generosamente dispieghiamo, è davvero enciclopedico. Ecco una selezione dei temi più interessanti cercati sui motori di ricerca:
bandiere del mondo senza veli, collezione di vibratori, gesù velociraptor, albero in etiopia dove appendevano i negri, alborosie si è trasferito per non finire in prigione, arresto di un ciccione, belle mature tutte ignude fotografie in alta risoluzione, brummbaer, calendario donne sexy arabe, ciccioni innamorati, cicciuzzo sconciamedesimi, fenicotteri in orbita riassunto, ficarolo è un paese di rompipalle, giochi ivigili fano lemute, guantoni esplodono, moglie ciucciamelo, prima di una liposuzione il nimesulide si può assumere, pterodattilo sopravvissuto, vittorio emanuele ii è un birichino, bambini che intortano la mamma, batman e trombin, cazzo la prof gnocca vuole appunti in castelli tirolo, cicciuzzo sconciaforni venduto alla standa, foto del tatuaggio con pinocchio sul pene, gigi sabani e vianello,sono morti tutti e due, gonfiore carena uretrale vaginale foto, poesia povero scemo, zombie al supermercato, con il cognome marangon quale nome da bimba mettere, simboli religiosi madonna vettoriale, tognazzi vianello titolo di un film dove vi è una scena di un uomo che si trasforma in salsiccia, va bene spalmare la crema alle mani per eseguire assoli di chitarra elettrica.
bandiere del mondo senza veli, collezione di vibratori, gesù velociraptor, albero in etiopia dove appendevano i negri, alborosie si è trasferito per non finire in prigione, arresto di un ciccione, belle mature tutte ignude fotografie in alta risoluzione, brummbaer, calendario donne sexy arabe, ciccioni innamorati, cicciuzzo sconciamedesimi, fenicotteri in orbita riassunto, ficarolo è un paese di rompipalle, giochi ivigili fano lemute, guantoni esplodono, moglie ciucciamelo, prima di una liposuzione il nimesulide si può assumere, pterodattilo sopravvissuto, vittorio emanuele ii è un birichino, bambini che intortano la mamma, batman e trombin, cazzo la prof gnocca vuole appunti in castelli tirolo, cicciuzzo sconciaforni venduto alla standa, foto del tatuaggio con pinocchio sul pene, gigi sabani e vianello,sono morti tutti e due, gonfiore carena uretrale vaginale foto, poesia povero scemo, zombie al supermercato, con il cognome marangon quale nome da bimba mettere, simboli religiosi madonna vettoriale, tognazzi vianello titolo di un film dove vi è una scena di un uomo che si trasforma in salsiccia, va bene spalmare la crema alle mani per eseguire assoli di chitarra elettrica.
venerdì 11 giugno 2010
Scottanti intercettazioni di Cicciuzzo
La legge contro le intercettazioni non serve a salvaguardare il presidente del Consiglio da eventuali nuovi scandali sessuali, politici e mafiosi, ma a tutelare l'immagine del noto pornodivo polesano Cicciuzzo Sconciaforni (nella foto, sul set di uno dei suoi primi film), da tempo defunto o qualcosa del genere, sul quale sarebbero in circolazione incredibili registrazioni.
Lo rivela "Il Giornale", che ha pubblicato alcuni estratti delle intercettazioni in un numero monografico dedicato alla libertà di infamare personaggi di secondo piano per tutelare l'onorabilità del proprio datore di lavoro.
Gli eredi del noto attore di film porno di Castelletto di Branduzzo, recentemente scomparso, hanno vivacemente protestato per la pubblicazione, che rivela conversazioni private fortemente lesive della reputazione di uno tra i personaggi pubblici più importanti della scena politica rodigina e del nord Italia. Particolare scalpore ha fatto al conversazione tra Cicciuzzo e il suo manager, Leonard Pizzicati, in cui si rivelano i dettagli di un controverso progetto artistico dell'attore. "Voglio fare un film porno sul tema dell'Olocausto", dichiara al telefono, ignaro di essere ascoltato. "Certo, ormai è passato un secolo da quell'episodio - replica il manager - E' ora che si inizi a trattarlo come qualsiasi contesto storico. Il mondo della pornografia non può essere continuamente vincolato da questioni di politically correct, come quella volta con il film sulla vivisezione. Ma che idea avevi?" Cicciuzzo spiega dunque il suo progetto, che vuole rileggere una parte assai dibattuta della storia della Chiesa Cattolica: "Sogno da sempre di interpretare Papa Pio XII in un film e in qualche modo riabilitarne la figura - illustra, a beneficio delle forze dell'ordine - La trama sarà questa: una famiglia di ebrei romani, prossima alla deportazione ad Auschwitz, affida al Papa la propria salvezza. Il Papa accetterà di salvare solo la figlia disabile, ma ad un prezzo preciso..." "Posso immaginare - (Cacchipaldi ride) -. Prevedo già un sacco di polemiche, ma cosa vuoi... Noi facciamo film e la gente li compra, no?" Cicciuzzo: (incomprensibile) "Come quella volta del film sulla tizia che vive con la scorta perchè minacciata dalla mafia..." Pitticachi ride. Cicciuzzo: "Ora ti saluto, devo andare a sfiancare il doberman, sennò oggi pomeriggio sul set non mi dura niente. Ci vedamo giovedì per le riprese di Lincullotto e i cavalieri di Cumalot". Pizzicalchi: "Sì, giriamo la scena della Durlindana. Stai in forma, mi raccomando".
Lo rivela "Il Giornale", che ha pubblicato alcuni estratti delle intercettazioni in un numero monografico dedicato alla libertà di infamare personaggi di secondo piano per tutelare l'onorabilità del proprio datore di lavoro.
Gli eredi del noto attore di film porno di Castelletto di Branduzzo, recentemente scomparso, hanno vivacemente protestato per la pubblicazione, che rivela conversazioni private fortemente lesive della reputazione di uno tra i personaggi pubblici più importanti della scena politica rodigina e del nord Italia. Particolare scalpore ha fatto al conversazione tra Cicciuzzo e il suo manager, Leonard Pizzicati, in cui si rivelano i dettagli di un controverso progetto artistico dell'attore. "Voglio fare un film porno sul tema dell'Olocausto", dichiara al telefono, ignaro di essere ascoltato. "Certo, ormai è passato un secolo da quell'episodio - replica il manager - E' ora che si inizi a trattarlo come qualsiasi contesto storico. Il mondo della pornografia non può essere continuamente vincolato da questioni di politically correct, come quella volta con il film sulla vivisezione. Ma che idea avevi?" Cicciuzzo spiega dunque il suo progetto, che vuole rileggere una parte assai dibattuta della storia della Chiesa Cattolica: "Sogno da sempre di interpretare Papa Pio XII in un film e in qualche modo riabilitarne la figura - illustra, a beneficio delle forze dell'ordine - La trama sarà questa: una famiglia di ebrei romani, prossima alla deportazione ad Auschwitz, affida al Papa la propria salvezza. Il Papa accetterà di salvare solo la figlia disabile, ma ad un prezzo preciso..." "Posso immaginare - (Cacchipaldi ride) -. Prevedo già un sacco di polemiche, ma cosa vuoi... Noi facciamo film e la gente li compra, no?" Cicciuzzo: (incomprensibile) "Come quella volta del film sulla tizia che vive con la scorta perchè minacciata dalla mafia..." Pitticachi ride. Cicciuzzo: "Ora ti saluto, devo andare a sfiancare il doberman, sennò oggi pomeriggio sul set non mi dura niente. Ci vedamo giovedì per le riprese di Lincullotto e i cavalieri di Cumalot". Pizzicalchi: "Sì, giriamo la scena della Durlindana. Stai in forma, mi raccomando".
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