mercoledì 1 settembre 2010

Cie a Zelo, il Polesine si mobilita

Spuntano come funghi le prese di posizione sul campo di internamento per negri che il governo intende costruire nell'ex base militare di Zelo.
Proprio ieri, Spiranello Scaraivovi (nella foto), rappresentante dei giovani della Lega Nord in alto Polesine, ha scritto al ministro Maroni per chiedere che il centro sia spostato altrove. "Fatelo a Porto Tolle - suggerisce - Si potrebbe spostare la popolazione locale in zone più salùbri e traslocare un po' di immigrati sull'isola. Poi si fanno saltare tutti i ponti e li si lascia lì. La posizione poi è comoda perchè è sul mare e quindi si potrebbero rimpatriare con le barche nei paesi da dove sono venuti. Gli immigrati potranno andarsene in giro come vogliono, ma stiano attenti perchè è zona di caccia e non sai mai che qualcuno scambi un negretto per un orango tango".
Proposte costruttive sarebbero invece in cantiere a Palazzo Celio, dove la maggioranza di centrosinistra starebbe concordando una linea comune rispetto al Cie. Secondo indiscrezioni, la giunta Virgili avrebbe predisposto un elenco di richieste da sottoporre al ministro Maroni, nel caso il progetto andasse avanti. Tra le compensazioni per l'insediamento del lager per immigrati, la Provincia potrebbe chiedere fondi per percorsi di integrazione, attraverso corsi di mediazione interculturale e l'istituzione di borse lavoro da destinare a cittadini extracomunitari. Il protocollo con il ministero dell'Interno dovrebbe prevedere anche la nascita di un Osservatorio permanente sui diritti umani in Polesine, con il compito di chiedere periodicamente alle forze dell'ordine interne al Cie rapporti sullo stato degli ospiti. In accordo con il centrodestra, sarà inserita anche una clausola che chiede quali misure verranno prese per impedire che eventuali negretti in fuga da tali prigioni illegali scorrazzino per le campagne rovinando i raccolti e impaurendo i villici.
Apre alla proposta l'associazione culturale Gruppo d'azione "Rino Daus", che chiede però di connotare i Cie come strutture socialmente utili: "I clandestini non hanno gli stessi diritti dei cittadini italiani, quindi potrebbero essere utilizzati per la sperimentazione di farmaci e cosmetici, risparmiando la vita a milioni di coniglietti, criceti e scimmiette". Una proposta valutata con favore dal mondo animalista e vegano, ma anche da parte del centrosinistra: "Il movimento dedicato a Daus è un settore della politica ancora non intaccato dalla questione morale - spiega Franco Vecchiatti, luminare del Pd - Abbiamo il dovere di aprire il dialogo su ciò che ci accomuna". Giudizio positivo dallo storico attivista per i diritti umani Attilio Abbacchiani: "Difendo i diritti umani da cinquant'anni e ho titolo di dire che queste proposte concrete possono cambiare la nostra società ben più delle chiacchiere da sepolcri imbiancati di sedicenti pacifisti e ciucciamentine che si intortano con la ghenga partitocratico clientelare polesana". Nei giorni scorsi Abbacchiani ha scritto una lettera al consigliere comunale di sinistra Roberto Magaraggia, chiedendo la rimozione dell'assessore alla Pace, Giovanna Pineda, colpevole di avere ospitato in una struttura di proprietà del Comune una riunione delle associazioni polesane contro il Cie. La Lega Nord e il partito neonazista veneto hanno espresso la propria soddisfazione "per la presa di posizione fuori dagli schemi di colui che speriamo di trovare al nostro fianco anche nelle future iniziative".

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