venerdì 3 settembre 2010

Un Polesine atomico

Il veggente Leonida Gusmaroli, da tempo ritiratosi a Rosolina Mare in meditazione, ha avuto una complessa visione sul futuro del Polesine. Illuminato dalla rivelazione degli eventi prossimi a venire, ha fedelmente trascritto un dettagliato resoconto a beneficio della comunità.

L’annuncio del governo di volere costruire una centrale nucleare a Chioggia farà insorgere i polesani. “Come sempre agli altri tutto e a noi niente”, protesterà la Provincia, che presenterà un ordine del giorno in consiglio provinciale, votato dalla maggioranza e disertato, per ostruzionismo, dalla minoranza. “Non possiamo votare l’ordine del giorno a favore della centrale nucleare nel Delta – dichiarerà il leader del centrodestra, Antonello Contiero – Nel testo, infatti, si parla di una centrale, mentre noi avremmo preferito che non si usasse questa espressione per non porre un tetto al numero di centrali realizzabili in Polesine. E se ne volessimo cinque o sei?”
Per protesta, tutti gli assessori di Palazzo Celio proclameranno un mini sciopero della fame: per tre giorni, chi andrà a cena al ristorante eviterà di ordinare il dolce. Una misura che avrà durissime ripercussioni sull’economia polesana. Alla fine la Regione cederà e consentirà al Polesine di ospitare un importante sito per lo stoccaggio delle scorie nucleari. Il Consvipo avvierà la trattativa sulle compensazioni, ottenendo fondi per dodicimila euro, che verranno investiti per il potenziamento della linea ferroviaria tra la stazione di Rovigo e l’interporto. “I cantieri per la costruzione del sito porteranno svariate centinaia di posti di lavoro, un’opportunità per il Polesine per uscire dalle secche della crisi economica”, dichiareranno i sindacati in un documento comune. Le associazioni degli agricoltori e dei piccoli imprenditori, riunite in Camera di Commercio, firmeranno invece un documento fortemente critico: “Le scorie di merda infilatevele su per il culo, non le vogliamo”. Cambieranno idea l’anno successivo: “I residui della fusione non sono incompatibili con l’agricoltura di qualità e porteranno ricadute positive per gli artigiani”.
L’iter si protrarrà per diversi anni, provocando la rabbia di Arrigo Ferrazzi, portavoce del Comitato d’Azione del Sito Stoccaggio Scorie: “Il Polesine ancora una volta è al palo per colpa di ambientalisti senza arte nè parte, che sventolano numeri a vanvera. Così si ferma la più grande opera cantierabile subito di cui il paese intero ha bisogno”.
Il Ministero dell’Ambiente approverà il progetto con 10.808 prescrizioni, che Enel dichiarerà di potere tranquillamente rispettare. Gli allarmi per la salute dei polesani verranno minimizzati dall’Ulss 18: “Questo sito è una grande opportunità per la sanità polesana – commenterà Adriano Marcolongo – Torneremo finalmente ad essere un polo di eccellenza in Veneto per le cure oncologiche”. Nettissima la presa di posizione del consigliere regionale del Pd, Graziano Azzalin: “Ormai il sito per le scorie radioattive lo hanno fatto. Tanto vale valutare quali benefici economici potrà avere il Polesine dal suo insediamento”.

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