Cicciuzzo Sconciaforni è morto ancora una volta, ucciso da un colpo di pistola partito da un revolver che sarebbe dovuto essere caricato a salve.
La tragedia, infatti, è avvenuta a New York sul set del film “Cum togheter” liberamente ispirato alla storia dei Beatles, cui l’attore stava partecipando in incognito (motivo della sospensione temporanea della rubrica Les cahiers du Cicciuzzo su questo blog), dopo il recente ritiro dalle scene per aprire un’impresa di pompe funebri. La troupe stava lavorando sotto al Dakota Building dove John Lenone, il leader dei Beagles interpretato da Cicciuzzo, veniva ammazzato da un suo squilibrato ammiratore, tale Mark David Lochapinman che avrebbe poi abusato del cadavere ancora caldo. Purtroppo qualcuno aveva sostituito la scacciacani con un’arma vera.
“Confido che possa tornare in vita per il seguito del film – dice a botta calda il regista Gian Mendrisio Voltolina di Villa Torlonia – la produzione ha affrontato costi importanti per questa pellicola. Pensiamo, per esempio, alle scene dei concerti. Abbiamo già noleggiato lo stadio Maracanà oltre a 120mila comparse che sul ritornello della canzone che da il titolo al film eiaculano all’unisono sulla coprotagonista Gesualda Laputtana, che interpreta Yoko Ano, la compagna di John Lenone che chiede subito il bis sulle note di “We shall overcum”, altra hit portante della colonna sonora”.
Immediato l’arrivo degli addetti del Guinness dei primati che, previa verifica medica, hanno deciso di inserire Cicciuzzo nella nuova edizione del libro come nuovo recordman in materia di decessi. “Una bella notizia che da lustro alla nostra bella città – commenta il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori – siamo felici, inoltre, che la famiglia Sconciaforni abbia una propria impresa di pompe funebri, così non dovremo pagare noi le esequie. In ogni modo Cicciuzzo è figura affascinante, profondo conoscitore della stretta connessione tra eros e thanatos, uomo proiettatosi più volte oltre il velo di Maya e, dunque, in grado di interpretare la vita nel suo senso più profondo. Anche noi fidiamo in un suo rapido ritorno in vita”.
Il comitato provinciale Arci, intanto, ha annunciato che organizzerà una rassegna retrospettiva sull’opera cinematografica di Cicciuzzo, attirandosi le critiche delle Squadre d’azione Vianello Monello (Savm). “Invece di sostenere tali esibizioni retorico folcoristiche – sostiene una nota delle Savm – la ghenga partitocratica farebbe meglio a ricordare che Vianello Monello è in coma da settimane e tenuto in vita dalle macchine in una clinica svizzera. Noi chiediamo il distacco delle spine tossiche, di smetterla con questo accanimento terapeutico di regime, di far morire l’opinionista per farlo entrare nel Guinness dei primati ex-aequo con il porno-grafo ciccione per
con-serbarne la memoria”.
4 commenti:
Povero Cicciuzzo!
A Cicciuzzo Sconciaforni sovrappeso del Polesine, abbandonato, violato, umiliato, riempito di paccottiglia invece che nutrito d’amore, un saluto da Pippo portafortuna, colorato a mano. Con tanto affetto.
Esiste anche Pippo Portafortuna, colorato in lavatrice?
Smettiamola con questo umorismo di bassa lega. Riservate i vostri strali a bersagli più ambiziosi.
E lasciate in pace Biancoenero, il cui direttore presto proporrò come assessore comunale: la sua campagna contro l'alcol è giusta e in linea con le direttive di questa giunta. Tamarindo o barbarie! Costa al potere, subito!
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