mercoledì 16 dicembre 2009
Il tunnel
Una lunga galleria sotterranea che attraversava il confine tra i due lati di Rovigo è stata posta sotto sequestro questa notte dalle forze dell'ordine di Rovigo Ovest, mentre anche sul versante orientale le autorità hanno posto i sigilli e avviato un'indagine.
Permane dunque il mistero sul tunnel, che passa sotto il muro di separazione tra Rovigo occidentale e Azzalingrado, circa a metà del vecchio corso del Popolo, sfruttando alcune catacombe preesistenti nell'area e collegando di fatto in modo clandestino le due città separate per motivi politici. Impossibile sapere se fosse usato dai cittadini dell'Ovest per espatriare nell'egualitaria e socialista Azzalingrado o, viceversa, se gli abitanti del lato est lo utilizzassero per ricongiungersi ad amici e parenti rimasti sull'altro lato, la turbocapitalista e iperliberista Rovigo Ovest. Al momento le accuse incrociate tra le due giunte rendono impossibile stabilire cosa passasse sotto terra. "Sappiamo che il benessere e i servizi pubblici di Azzalingrado fanno gola a molti, specie i più poveri, che a Rovigo Ovest non possono permettersi nemmeno le cure sanitarie - commenta Graziano Azzalin, leader del quadrante orientale - Su questo ci siamo attivati per una soluzione diplomatica. Non apprezziamo dunque che si ricorra a facili scorciatoie. I flussi migratori verso la nostra area vanno comunque governati, per potere pianificare il nostro sviluppo economico e urbano".
Dal versante ovest, il capo delle forze dell'ordine Matteo Zangirolami rovescia le accuse: "Sono i vostri cittadini a fuggire dalla miseria e dal totalitarismo comunista, in cerca di un futuro a occidente, dove chiunque può realizzarsi da sè, se si rimbocca le maniche o al limite se proviene già da una famiglia di latifondisti. La gente viene da noi in cerca di libertà, ordine, servizi di alto livello, nuove possibilità professionali. Ma anche noi siamo contrari a tunnel sotterranei stile striscia di Gaza. Non possiamo certo accogliere tutti quelli che arrivano. Non ce n'è abbastanza per i nostri cittadini, figuriamoci dividere quel poco che abbiamo con gli ultimi arrivati. E' triste, ma è così".
Preoccupato il vescovo, Lucio Soravito De Franceschi, che cerca di ricucire la città lacerata dal muro: "La crescente militarizzazione del confine, a cui stiamo assistendo dopo la scoperta dei passaggo sotterranei, rischia di provocare tensioni e sfociare in scontri tra persone che fino a poche settimane fa passeggiavano serene nella stessa piazza - commenta - Mai come in questa occasione ho avvertito il vero orrore della guerra, capace di distruggere ciò che univa e rendere gli amici carnefici l'uno dell'altro. Basta! Basta! Basta!" Parole di elogio sono arrivate, nel silenzio generale, dall'assessore Giovanna Pineda (Rovigo Est), che è stata immediatamente biasimata dal comitato centrale di Azzalingrado: "Il nemico ci assedia - si legge in un comunicato - Non possiamo mostrarci deboli proprio ora".
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