E' stata sfiorata la tragedia, ieri sera, durante quello che avrebbe dovuto essere il momento clou della candidatura a sindaco di Cicciuzzo Sconciaforni (nella foto, mentre firma autografi prima della tragedia).
Il popolare pornodivo, come annunciato nei giorni scorsi, ha deciso di suggellare la sua scelta di correre come primo cittadino sia di Azzalingrado che di Rovigo Ovest, con una camminata simbolica lungo il muro che divide la città. E per fare capire che lui non sta nè con il versante ultracapitalista, nè con quello socialista, Cicciuzzo è salito in piedi proprio sul muro, tra gli sguardi increduli delle guardie di confine che presidiavano il check point Ponte Roda. Pochi passi in bilico sulla linea di confine, un gesto dal grande valore simbolico. Nel volgere di pochi minuti, folle di cittadini si sono riversate nei paraggi del muro, sia sul lato ovest che su quello est, cosicchè le polizie di entrambi i lati hanno deposto le armi, per non scatenare un bagno di sangue. Cicciuzzo ha avuto così gioco facile nell'arringare il popolo di Azzalingrado e quello di Rovigo Ovest: "Mi sono candidato con lo slogan: un culo per due poltrone. Eleggetemi sindaco e questo muro, ve lo prometto, crollerà".
Ma, si diceva, la giornata è finita in tragedia. Dalla folla assiepata sul versante est, d'un tratto, qualcuno ha scagliato un grosso oggetto che ha colpito Cicciuzzo, facendolo caracollare a capitombolare giù dal muro, sul lato ovest. Nel tonfo, il grasso candidato ha letteralmente divelto la massicciata e creato una voragine nel terreno. Nemmeno il tempo di uscirne, impolverato e sanguinante, che dal buco è uscito un fiotto di petrolio, proveniente con molta probabilità dalla conduttura sotterranea con cui la giunta di Azzalingrado collega all'innterporto il pozzo petrolifero dei giardinetti dietro al castello. La perdita è stata immediatamente imbrigliata da alcuni tecnici del comune di Rovigo Ovest, mentre Cicciuzzo veniva portato al policlinico per accertamenti.
L'oggetto che ha colpito il pornodivo è in mano alla polizia di Azzalingrado. Si tratterebbe di una scultura a forma di fallo, rubata una settimana fa nel cortile dello studio di Gianni Cagnoni: "Sono davvero lieto che la mia arte abbia saputo irrompere nella storia della città con tanto fragore - dichiara l'artista -. Mi dolgo solo dei danni causati al signor Cicciuzzo, a cui regalerò una delle mie installazioni a titolo di scuse. Ringrazio anche l'attentatore: scegliendo la mia statua come arma, l'ha elevata al rango di opera d'arte che, anzichè travalicare i secoli, agisce nel suo presente. Fa la storia, diventando parte della storia. Ma cosa sto dicendo?"
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