Doppia candidatura a sindaco in vista per Cicciuzzo Sconciaforni che intende proporsi come sindaco sia di Rovigo Ovest che di Azzalingrado.
Il popolare attore punterà tutto su un ambizioso progetto infrastrutturale, con cui di riunificare la città attraverso comuni interessi economici. “La nostra carta vincente si chiama Polo crematorio, che renderà Rovigo città della morte – spiega il lardoso artista, vestito da becchino e toccandosi le parti intime (vedi immagine) – sarà il fulcro della Citadelle de la mort, come mi piace chiamarla con un francesismo. E credetemi, io di decessi, avendone molti alle spalle, ne capisco. Come imprenditore ho investito nel business delle pompe funebri, come attore ho sempre cercato di trasferire al mio pene il rigor mortis applicando il metodo Stanislavskij”. La collocazione deve essere ancora decisa, ma Cicciuzzo pensa all’area interessata dal piano strategico regionale Urban Labor, che va dal CenSer all’ex ospedale psichiatrico. “Un’area divisa dal check point di Mezzavia – rileva Sconciaforni – proprio per questo è necessario riunificare Rovigo. Divisi nella vita, saremo uniti dalla morte in un orizzonte di prosperità. Senza contare che
la combustione dei cadaveri come biomassa alimenterà un sistema di teleriscaldamento, incentivando l’impiego di una fonte rinnovabile e prevenendo la formazione di nuovi giacimenti di combustibili fossili, derivati dalla decomposizione dei defunti. Cazzo, chi è più ambientalista di me? Pigliatevi questo, Verdi! Tié!”.
Cicciuzzo, grazie al generoso contributo della Cia che conta di impiegarlo in funzione antisocialista, ha già iniziato a stampare migliaia di manifesti con lo slogan “Un culo, due poltrone” che campeggeranno sulle plance elettorali di qua e di là dal Muro. “Varda tì, eo ghevo dito mi ca’ sera mejo un partito solo, brutta madosca! Anca sto panzon de merda fascista… – ha commentato a botta calda, Graziano Azzalin, leader del settore est – con questo intendo dire che abbiamo investito con convinzione sul pluralismo come elemento di rafforzamento dell’esperienza socialista. Come avrebbe detto il presidente Mao o Antonio Costato: che cento fiori sboccino, che cento scuole si confrontino”.
A Ovest la scelta di Cicciuzzo spacca il Pdl. “E’ evidentemente una manovra di Renzo Marangon per continuare ad avere rapporti trasversali col centrosinistra” dicono all’unisono Mauro Mainardi e Luca Bellotti. Ma è lo stesso Marangon a rispedire le accuse al mittente: “Io ho proposto corridoi umanitari, non riunificazioni. Mi pare chiaro che la proposta di Cicciuzzo va nella direzione di disarticolare l’Urban Labor per screditarmi. Quel ciccione lascivo è chiaramente foraggiato dal Salvadanaio per i boschi”.
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