Giovanni Cattozzi è il vescovo di Azzalingrado, nominato da Graziano Azzalin per rispondere alle pressanti richieste dei cittadini di religione cattolica preoccupati perché la Curia è rimasta nel settore Ovest.
La nomina è stata preceduta da una dichiarazione ufficiale dello stesso Azzalin, subito ribattute da tutte le agenzie del mondo. “Ma porca troia, semo drio creare ‘na città socialista e go’ da perdare tempo co ‘ste superstizioni. Con questo intendo dire che siamo assolutamente sensibili ai temi della libertà religiosa e, anzi, crediamo che la Federazione indipendente dei cattolici apostolici romani, la Ficar, saprà offrire un contributo importante all’edificazione della nostra bella comunità. Vogliamo forse dimenticare la centralità dell’apporto dei cristiano sociali nella stesura della Costituzione all’indomani della Liberazione? W la Ficar!”. Il vescovo Giovanni ha subito celebrato messa nella chiesa della Rotonda, trasformata in cattedrale della comunità cattolica di Azzalingrado, in attesa di un eventuale riconoscimento vaticano. Commossa e sentita l’omelia rivolta, con l’usuale plurale maiestatis, ai tanti fedeli accorsi nel tempio palladiano.
“Di gran cuore vi diamo il benvenuto, diletti lavoratori e lavoratrici cattolici, convenuti ancora una volta, alla Nostra presenza, che rinnoveremo in gioia nella fausta data del primo Maggio cristiano, guidati dal vostro celeste Patrono e modello San Giuseppe Operaio, per rendere partecipe della vostra letizia e dei buoni propositi Colui che avete appreso a riconoscere vostra guida, difensore, assessore allo Sport, padre spirituale. Mirando le vostre folte schiere, e le altre anche più numerose che rappresentate, a voi unite dal medesimo spirito, ed ascoltando, nel fervore delle vostre voci, l'unanime palpito di affetto e di fiducia delle molte migliaia di lavoratori cristiani, non possiamo fare a meno di pensare, con commossa riconoscenza verso Dio, autore ed ispiratore di ogni benefico progresso, ai felici mutamenti operatisi nelle ultime settimane in seno alla città di Rovigo, con evidente vantaggio degli stessi operai e della intiera società. Chi mai, dopo la caduta del Muro di Berlino, avrebbe osato immaginare il sorgere di nazioni, quante ve ne sono al presente, nelle quali al ceto operaio sarebbe stata riconosciuta e sancita dalle Costituzioni e dalle leggi la giusta parità di diritti e di dignità rispetto alle altre classi?”.
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