Un intero cordone di poliziotti ha chiuso al traffico via Celio, ieri mattina, per l'operazione di disinfestazione di Palazzo Celio dal fantasma di Vianello Monello, che da tempo terrorizzava impiegati e assessori con scherzi da osteria e fragore di catene.
Solo nel tardo pomeriggio la Prefettura ha accettato di rendere pubblica la dinamica dell'operazione, coperta dal segreto fino all'ultimo momento. Protagonisti dell'intervento sono stati il dottor Gaio Barfowskji, consulente scientifico della Provincia, affiancato dal tecnico Uliermo Robecchi (nella foto) e da un individuo che il comunicato ufficiale del Prefetto definisce come "il clone numero uno di Vianello Monello, recentemente liberato dalla prigione di Pechino in cui era trattenuto in quanto matrice originaria dei cinquecento cloni utilizzati dal governo cinese per attuare i propri piani di conquista della supremazia internazionale". Alle 10.30, dopo una colazione di lavoro al bar Celio, i tre sono entrati in azione, per uscire dall'edificio dopo una quarantina di minuti. Tutto si è svolto come pianificato. "Dobbiamo ringraziare l'autore del piano, l'ispettore Cibotto - spiega Barowskji - E' stato lui a coinvolgere il clone di Vianello Monello nell'operazione: il risultato è che non solo abbiamo liberato Palazzo Celio, consentendo il regolare svolgimento della campagna elettorale, ma ora possiamo annunciare di avere di nuovo tra di noi lo stimato opinionista da tempo defunto". Il clone ha infatti accettato di incontrare lo spettro, per convincerlo ad abbandonare la sede dell'amministrazione provinciale, in cambio di un nuovo corpo in cui reincarnarsi: il suo. Proposta pienamente accettata dall'ectoplasma, che ha immediatamente invaso l'ospite dalle sue stesse sembianze. Posseduto dal vero spirito di Vianello Monello, il clone è divenuto così a tutti gli effetti la reincarnazione vivente del controverso elzevirista del Corriere del Veneto. "Sono di nuovo vivo e vegeto - ha dichiarato alla stampa - E ora potrò tornare a dare battaglia ai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti! Non certo, però, dalle colonne del Corriere: apprezzo l'invito di Ugo Savoia a tornare in squadra, ma non ho gradito il fatto di essere stato rimpiazzato da un impostore. Tornerò a scrivere alle mie condizioni, probabilmente dotandomi di uno pseudonimo ridicolo per firmare i miei mordaci corsivi! Ah! Ah! Ah!"
Il ritorno sulla scena pubblica di Vianello Monello dovrebbe costituire il preludio per il rientro a Rovigo di suo fratello Monello Vianello, autore di questo blog e stimato cittadino, da tempo minacciato dai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, in combutta con la massoneria. "Daremo notizie di lui nei prossimi giorni - spiega il suo portavoce, Terenzio Gasparetto - Ma va fatto notare che, se i Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti escono da questa vicenda con le ossa rotte, vogliamo capire che fine ha fatto Tornello Vianello, scomparso in Azerbaijan da settimane, e avere garanzie su Orlando Lupani, il venerabile capo della loggia rodigina, tuttora in attività".
Intanto si affastellano i commenti del mondo politico. L'avvocato Luigi Migliorini, leader di "Polesine Moderno", accoglie la notizia con favore: "Non avevo certo paura di uno spettro burlone - ride - Ma sono contento che il mio arcinemico Vianello Monello sia di nuovo in circolazione: darà pepe alla campagna elettorale con i suoi sproloqui deliranti e infantili. Attendo di accogliere anche suo fratello Monello Vianello, a cui rinnovo la proposta di entrare a far parte della mia giunta". Il Partito Democratico affida un commento alla signora che si occupa delle pulizie della sede: "Immagino che adesso al partito toccherà fare almeno finta di cercare di vincere le elezioni - dice - Ma a me che me frega? Tanto io voto Lega Nord!" Anche dal Pdl un commento blando: "Quel Vianello Monello non ci è mai piaciuto, è stato un errore rimetterlo in circolazione. Ma meglio in carne e ossa che in forma spettrale - dice Mario Borgatti -. Quanto alla campagna elettorale: forse faremo le primarie, forse no. In fondo l'importante è partecipare, no?"
1 commento:
Ebbene si, caro Monello, hai fatto quel passo che è doveroso, ad un certo punto della propria vita, fare.
Sei diventato adulto e consapevole che altri e più seri sono i valori sui quali si fonda la nostra società: la palanca, el scheo, la pecunia, il valsente.
In nome di questi più alti e nobili valori anch'io mi sono messo al soldo dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti e dei massoni di Orlando Lupani per lavorare surrettiziamente alla formazione di un'opinione pubblica più convintamente schierata dalla parte di chi comanda.
Basta coi giacobini Cristiano Pavarin e i Matteo Salvini e la loro anacronistica ideologia egualitaria!
Affermiamo l'alto valore nutrizionale e gastronomico della minestrina col brodo di dado!
Viva gli uomini del destino e il potere oligarchico!
Viva il catetere decisionista!
Come vedi, caro Monello, anch'io sono pronto al salto della quaglia.
Mettici una parola buona per me con quelli del Comitato per lo sviluppo Si&nergia e rassicurali che il sottoscritto, se opportunamente remunerato, saprà essere servile e lacchè nei confronti di Enel come nessuno di loro, e sono dei veri campioni, è mai riuscito ad essere.
Qualche ideuzza ce l'ho anch'io in merito al come utilizzare le emissioni pulite prodotte dal carbone pulito.
Ad esempio riempirci le bombole ad ossigeno dei malati cronici di enfisema, così, tanto per farci due risate quando diventano cianotici
E con i gessi lastricare pian piano il Corso del Popolo a Rovigo al posto dei sampietrini che non siamo più nel '68.
Ecco, io sono pronto per le nuove sfide che la modernità ci pone di fronte in questo anno di grazia 1809.
Il progresso ci chiama, chi siamo noi per sottrarci?
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