"Se sarò eletta presidente, alle partite di rugby altro che fiumi di birra! Al più si potrà bere l'Happy Hope, l'analcolico rosso che impazza nelle notti dei ragazzi bene!" La candidata alla presidenza della Provincia, Tiziana Virgili, prende una posizione nettissima, dopo le polemiche sul divieto di vendere alcolici durante le partite di rubgy. E dichiara che lei su questo sarà più ferrea di Carrie Nation: "Si deve essere coerenti - ribadisce - Non si può un giorno fare la spappola per le stragi del sabato sera e la salute dei nostri ragazzi, e il giorno dopo dispensare alcolici a go go come fossero crodini! Me ne sbatto le balle se alla fine si è deciso di riprendere la vendita di birrette ai tifosi della palla ovale: con me alla guida di Palazzo Celio impareranno il piacere di essere sobri".
La Virgili riapre una ferita ancora sanguinante nella comunità rodigina. Pochi giorni fa, infatti, era arrivato l'annuncio che allo stadio di rugby i malcapitati tifosi sarebbero stati costretti a seguire le partite senza ingollare ettolitri di birra, in quanto il Questore ne aveva stoppato la vendita per vari motivi che non serve approfondire, dato che alla fine quello che conta è fare un titolo roboante. E così si sono mossi i quotidiani locali, lanciando finalmente una campagna di civiltà per difendere i valori fondanti della disciplina sportiva. Secondo i giornali locali, ad esempio, il divieto di sbronzarsi al parossismo sulle gradinate del Battaglini avrebbe comportato l'estromissione del Femi CZ dal campionato e la sua trasformazione d'ufficio in squadra di pallanuoto. Non solo: oltre a violare palesemente le regole ufficiali del gioco, il divieto di tummia costituirebbe una profanazione tale da scagliare una terribile maledizione sull'intera città, ossia il flagello delle briciole di cracker auto-moltiplicanti. Proiobire l'ubriachezza molesta al Battaglini e in città durante le partite, infatti, significa colpire un connubio antico quanto l'umanità: se ne parla nel mito di Atraḫasis e in quello di Gilgamesh, nel Libro di Dede Korkut e ancora nella corrispondenza di Ladislao II di Boemia, tanto per citare le fonti più celebri. In definitiva, la decisione di demolire questa tradizione è paragonabile, per portata, all'avvento dei khmer rossi di Pol Pot in Cambogia.
Inevitabile la polemica politica. Accende la miccia Paolo Avezzù, capogruppo di una parte del Pdl, che attacca la giunta provinciale e quella comunale: "Sono cose da pazzi! Tutti hanno capito che si tratta di bieca speculazione: la Provincia pensa di smaltire così le ingenti scorte di Happy Hope invenduto, che continuano ad accumularsi nei magazzini. Oltretutto, chi ci garantisce che gli introiti non verranno usati per finanziare la campagna elettorale del Partito Democratico?" Ma proprio i giovani del Partito Democratico, capeggiati dal ggiovane perfetto Ganiamede, si mobilitano per difendere la loro candidata, organizzando un party analcolico in piazza Roma: per tutto il pomeriggio di domenica distribuiranno ai passanti uno spritz a base di Happy Hope e acqua frizzante (assolutamente vietati misioti con il prosecco), per dimostrare che si può rinunciare alle alte gradazioni e passare comunque una piacevole serata in compagnia.
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