Nei circoli culturali in cui noi vecchi pettegoli ci raduniamo settimanalmente, si narra una storia molto romantica che ha per oggetto un autorevole uomo politico polesano. Pur afferente da sempre all'area centrista (nelle sue plurime mutazioni), il protagonista della storia non è uomo da farsi ingabbiare nelle direttive sulla morale pubblica invocate e così coerentemente difese dalla sua area di appartenenza: avrebbe infatti da tempo una relazione sentimentale con un altrettanto noto esponente di una organizzazione rodigina. Storia clandestina, ovviamente: d'altro canto l'uomo pubblico, se dotato di un minimo di dignità, non mette in piazza la propria vita privata. Anche per questo scegliamo di non rivelare le private identità dei protagonisti delle nostre storielle.
L'amore tra due uomini (o tra due donne), d'altro canto, non è più un tabù nella maggior parte degli stati democratici. Certo, potrebbe stupirsi il benpensante, chiedendosi come si può aderire ad un'idea politica che difende ad oltranza la famiglia, per poi saltare il fosso nel proprio privato retroscena, intessendo relazioni non consone al canone ecclesiastico: "famiglia = 1 maschietto + 1 femminuccia". Ma se c'è una lezione che questa storia ci insegna - e che sia d'augurio per San Valentino - è che l'amore davvero infrange regole, schemi mentali, pregiudizi. E che la sorpresa di scoprirsi innamorati è come un'onda d'urto che manda in frantumi i fragili e maldestri tentativi di costruirci un ego coerente.
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