"Le polemiche mediatiche su Ruby e il bunga bunga a casa di Silvio rischiano di far perdere di vista i successi di questo governo. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Lega governa bene e non ha tempo per bunga bunga e cose del genere".
Un vero blog padano si tiene a distanza dal gossip e dal fango mediatico, sia esso volto a infangare l'onorabilità del Presidente del Consiglio o anche a fare luce sugli acquisti immobiliari del suo vice un po' esuberante. Noi abbiamo voluto parlarne con uno che sulla legalità e l'ordine pubblico ne sa a pacchi, cioè il nostro Ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
Ministro, cosa ne pensa di questa polemica sul bunga bunga?
Penso che tutte queste polemiche sterili e strumentali non ci debbano riguardare. Noi della Lega pensiamo a governare bene, non abbiamo tempo per occuparci di bunga bunga, bula bula e bingo bongo. Sa cosa mi amareggia di questo modo di fare giornalismo?
Mi dica. Ma prima mi permetta di ricordare quanto disse di lei Roberto Saviano. "Sul fronte della lotta antimafia è uno dei migliori ministri dell'Interno di sempre". Condivide questo giudizio?
Certo che lo condivido e proprio a ciò mi riferisco. La stampa, invece di rimestare nella melma degli scandali, dovrebbe occuparsi di mettere in luce gli straordinari risultati di questo governo. Parlo dei successi per la tutela dell'ordine pubblico, tanto per guardare al mio lavoro. In questi mesi abbiamo visto scendere in piazza lavoratori licenziati, studenti incazzati, terremotati furiosi, che rischiavano di diventare un problema esplosivo per la convivenza civile. Li abbiamo mazzolati di manganellate finchè non si sono quietati. Le sembra poco? Vogliamo elencare le centinaia di migranti che abbiamo respinto, affinchè venissero rinchiusi, torturati o fatti sparire nelle carceri libiche, per poi essere rispediti senza tanti complimenti nei loro paesi d'origine, dove li attende magari la pena di morte, così siamo pure sicuri che non tornano? Perchè di tutto questo non si parla?
Naturalmente perchè l'informazione è in mano alla sinistra comunista lontana dai problemi della gente. Ma ci elenchi altri successi di questo governo, anzi Governo...
Parliamo allora della guerra in Afghanistan. Migliaia e migliaia di morti a cui noi abbiamo dato un indispensabile contributo. E' la più lunga guerra recente in cui si sia impantanata l'Italia, sta diventando un evento storico paragonabile alla guerra del Vietnam, superando in importanza perfino l'Iraq, dove i nostri soldati pure si sono distinti sparando sui civili a tutto spiano. Ma invece di parlare di questo, si parla del bunga bunga.
Già. Eppure è stato fatto tanto per il Paese. Penso ad esempio al ritorno del nucleare, alle leggi per consentire ai grandi evasori fiscali di vedersi condonati miliardi di tasse non pagate, a questa manovra finanziaria...
Esatto, mio valido giornalista. Ci siamo fatti un culo così per dare un'impronta sempre più razzista alle nostre politiche verso negri, slavi e rom, abbiamo preso a schiaffi la scuola pubblica e la sanità, tagliato tutti i servizi al cittadino, al contempo consentendo ai ricchi di diventare sempre più ricchi e destinando ingenti somme agli armamenti. Ancora, abbiamo tagliato i fondi all'editoria, mandando in bancarotta decine di testate indipendenti, mentre tutti ci rompevano il cazzo perchè la Rai trattava male Santoro. Abbiamo perfino ridotto l'indennità di accompagnamento ai down! Abbiamo fatto talmente tante cose che neanche me le ricordo tutte, ma sui giornali leggo solo Ruby qua e Ruby là. Sa che a volte mi viene voglia di mollare tutto e dedicarmi solo a suonare l'Hammond? Fortuna che noi della Lega il dna dei bravi amministratori ce l'abbiamo nel sangue.
venerdì 29 ottobre 2010
giovedì 28 ottobre 2010
L'angolo della cultura padana
Il pensiero filosofico padano è poco conosciuto oltre i confini naturali della Padania, a causa dell'ostracismo di Roma Ladrona e Bologna la Rossa. Gli stessi padani sottovalutano la presenza e l'importanza degli intellettuali padani, perchè per anni i popoli al di sotto del Po hanno lavorato per convincere tutti che la gente del nord lavora tanto, ma è ignorante, mentre i toscani e gli umbri hanno inventato l'italiano e quindi possono vivere di rendita. Ebbene, non è così. E vogliamo dimostrarlo ai nostri lettori, proponendo una rubrica fissa a cura di un ospite di prestigio, il professor Demetrio Ceolin, giornalista e scrittore di Selva di Progno. Dalla sua magione nell'alta veronese, il professor Ceolin risponderà alle lettere con i quesiti e gli interrogativi che i nostri lettori padani ci invieranno, dispensando a piene mani la propria conoscenza del mondo e della vita.
Mi scrive Valter da Castelmassa: "Caro professore, mi chiamo Valter, ci siamo anche incontrati all'esposizione di trattori alla fiera di San Valentino a Bussolengo. Volevo chiederle, lei che sa tutto: perchè qui da noi va tutto in vacca e ogni cosa che si fa c'è un sacco di gente che sa solo dire di no, però intanto gli autobus non funzionano, i nostri paesi sono abbandonati e i giovani vanno a cercare fortuna altrove, le strade sono un colabrodo e nessuno le ripara e i negozi stanno chiudendo uno dietro l'altro. Ma nessuno fa niente! E poi si dice: non c'è lavoro. Ma secondo me di cose da fare ce ne sarebbero un sacco, tipo riparare le strade. Perchè nessuno lo fa, per esempio? Allora io chiedo, di fronte a tutto questo: perchè?"
Caro signore, capisco la sua rabbia e mi conceda di risponderle compiutamente. Innanzitutto, verrebbe da dire, ma dobbiamo proprio compatirli questi giovani che lasciano il paese in cui sono nati e cresciuti, per andare magari a fare il responsabile delle pubbliche relazioni a Roma, inseguendo l'ultima moda professionale, per poi magari tornarsene a casa da mamma con le pive nel sacco? Non sarebbero stati meglio se rimanevano con i loro nonni e nella loro terra a imparare i mestieri della campagna, lavori duri ma sempre richiesti, che producono cose vere e non chiacchiere da fighetti intellettuali?
Poi le dico: lei fa notare alcuni dei mali più noti della nostra amata terra, la Padania. E io aggiungo all'elenco l'immigrazione incontrollata, che ci sta trasformando nel Bronx, che se non lo sapesse è un quartiere molto ma molto malfamato e pieno di africani negli Stati Uniti!
Lei mi chiede perchè. Le rispondo: è tutta colpa della sinistra, che da un secolo governa le nostre terre, lasciandole nella miseria e nella disperazione. Ma ora le giunte rosse comuniste tremano, perchè il vessillo della Lega Nord si fa avanti, scalzandoli dalle loro poltrone e mettendo al loro posto i veri amministratori padani, quelli che si sono abbeverati alle fonti del dio Po e hanno giurato fedeltà a Bossi e che hanno a cuore solo il bene della loro gente e della loro terra. Allora le dico, quando avremo conquistato tutti questi comuni dominati dai comunisti e dai loro alleati che si dicono di centrodestra, allora le buche, gli autobus in ritardo e i giovani che scappano all'estero vedrà che non ci saranno più.
Saluti padani,
Demetrio Ceolin
mercoledì 27 ottobre 2010
Caso Capezzone, c'è un testimone chiave
Daniele Capezzone è stato aggredito dal suo doppio malvagio. E' l'incredibile, ma credibile, verità emersa dalle indagini sull'agguato al oggi portavoce del Pdl, ferito al viso e al petto da uno sconosciuto.
A rivelare la dinamica dei fatti, un testimone chiave, la signora Rinalda, che portava il cane come ogni sera a pisciare sotto la sede del Pdl. La signora Rinalda non avrebbe visto in faccia l'aggressore, ma avrebbe colto con l'orecchio attento la violenta conversazione tra i due, sfociata in rissa. Una voce del tutto identica a quella di Capezzone, solo leggermente più pacata, lo avrebbe attaccato per il suo ruolo di primo piano nel governo Berlusconi: "E' un'eresia dirsi d'accordo con chi ha impostazioni clerico-fasciste su materie come il divorzio, la droga, la ricerca scientifica". Preparato a tali capziose argomentazioni, Capezzone ha cercato di smarcarsi, replicando secco: "Per l'Italia questo governo è l'ultimo treno, non so se dopo ci saranno altre chance. Grazie all'attuale legge elettorale, molto meno peggio rispetto a come viene descritta, e grazie alla saggezza degli italiani è iniziata una nuova fase politica. Con l'opposizione bisogna discutere di cose concrete, tematizzare i dibattiti e abbandonare l'atteggiamento da vergini violate dai cattivi berlusconiani".
La serena ed educata risposta dell'esponente Pdl non è servita a placare l'irrequieto contestatore, che per tutta risposta ha iniziato a inveire: "Berlusconi è come Vanna Marchi e Tremonti è come il suo Mago do Nascimento. L'Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero "ecosostenibili". Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un'autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve, contro l'aborto, contro i pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica". La rissa sarebbe scattata dopo l'ennesima, gentile replica di Capezzone: "Questa legislatura ha il carattere di un'occasione storica per il nostro Paese, che va assolutamente colta: è vero, si parte da una situazione economica delicatissima, ma il Governo è determinato ad assumere decisioni nette e tempestive".
Secondo quanto riferito dalla signora Rinalda, sarebbero volate parole grosse: "Si davano reciprocamente del traditore e dello squadrista - racconta ai microfoni di Radio 24 - Poi ho sentito partire ceffoni e cazzotti come in un film di Bud Spencer e Terence Hill. Dopo alcuni secondi mi sono affacciata oltre l'angolo e ho visto Capezzone a terra sanguinante. L'altro invece era scomparso nel nulla".
Un caso che farà certamente discutere gli inquirenti, visto che il bruto pare si sia letteralmente volatilizzato. La polizia sta cercando invano di ricostruire la dinamica dei fatti con la vittima. Capezzone avrebbe infatti riconosciuto il facinoroso in una foto, in cui proprio il suo aggressore siede a fianco del leader radicale Marco Pannella (la riportiamo per facilitare le indagini).
"L'ennesimo frutto del clima odio generato dalle sinistre estremiste bolsceviche assassine e amiche dei peggiori dittatori - dichiara per stemperare il clima Maurizio Gasparri - Ora da Pannella ci aspettiamo che smentisca ogni possibile collegamento con il violento che ha pestato a sangue il nostro portavoce, e magari si scusi anche".
A rivelare la dinamica dei fatti, un testimone chiave, la signora Rinalda, che portava il cane come ogni sera a pisciare sotto la sede del Pdl. La signora Rinalda non avrebbe visto in faccia l'aggressore, ma avrebbe colto con l'orecchio attento la violenta conversazione tra i due, sfociata in rissa. Una voce del tutto identica a quella di Capezzone, solo leggermente più pacata, lo avrebbe attaccato per il suo ruolo di primo piano nel governo Berlusconi: "E' un'eresia dirsi d'accordo con chi ha impostazioni clerico-fasciste su materie come il divorzio, la droga, la ricerca scientifica". Preparato a tali capziose argomentazioni, Capezzone ha cercato di smarcarsi, replicando secco: "Per l'Italia questo governo è l'ultimo treno, non so se dopo ci saranno altre chance. Grazie all'attuale legge elettorale, molto meno peggio rispetto a come viene descritta, e grazie alla saggezza degli italiani è iniziata una nuova fase politica. Con l'opposizione bisogna discutere di cose concrete, tematizzare i dibattiti e abbandonare l'atteggiamento da vergini violate dai cattivi berlusconiani".
La serena ed educata risposta dell'esponente Pdl non è servita a placare l'irrequieto contestatore, che per tutta risposta ha iniziato a inveire: "Berlusconi è come Vanna Marchi e Tremonti è come il suo Mago do Nascimento. L'Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero "ecosostenibili". Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un'autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve, contro l'aborto, contro i pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica". La rissa sarebbe scattata dopo l'ennesima, gentile replica di Capezzone: "Questa legislatura ha il carattere di un'occasione storica per il nostro Paese, che va assolutamente colta: è vero, si parte da una situazione economica delicatissima, ma il Governo è determinato ad assumere decisioni nette e tempestive".
Secondo quanto riferito dalla signora Rinalda, sarebbero volate parole grosse: "Si davano reciprocamente del traditore e dello squadrista - racconta ai microfoni di Radio 24 - Poi ho sentito partire ceffoni e cazzotti come in un film di Bud Spencer e Terence Hill. Dopo alcuni secondi mi sono affacciata oltre l'angolo e ho visto Capezzone a terra sanguinante. L'altro invece era scomparso nel nulla".
Un caso che farà certamente discutere gli inquirenti, visto che il bruto pare si sia letteralmente volatilizzato. La polizia sta cercando invano di ricostruire la dinamica dei fatti con la vittima. Capezzone avrebbe infatti riconosciuto il facinoroso in una foto, in cui proprio il suo aggressore siede a fianco del leader radicale Marco Pannella (la riportiamo per facilitare le indagini).
"L'ennesimo frutto del clima odio generato dalle sinistre estremiste bolsceviche assassine e amiche dei peggiori dittatori - dichiara per stemperare il clima Maurizio Gasparri - Ora da Pannella ci aspettiamo che smentisca ogni possibile collegamento con il violento che ha pestato a sangue il nostro portavoce, e magari si scusi anche".
Terzigno, arriva l'aviazione
L'esercito italiano scenderà a Terzigno per proteggere la popolazione locale dalla violenza degli estremisti infiltrati dalla camorra.
E' l'ultimo capitolo della scabrosa vicenda del comune napoletano, dove i giornali di sinistra sostengono che sia in atto una vera e propria insurrezione popolare contro la discarica fuori controllo, che sta avvelenando la popolazione. In realtà, fonti ben più autorevoli hanno già chiarito come stanno veramente le cose: decine e decine di persone ignoranti ma con tanto cuore come tutti i meridionali stanno esprimendo perplessità sulla discarica, vivacemente com'è nel sangue delle genti del Sud e dell'Africa nera. A provocare gli scontri, in cui sono rimasti feriti innumerevoli tutori dell'ordine e danneggiati i camion della monnezza, è un piccolo gruppo di estremisti di sinistra infiltrati dalla camorra, con cui del resto, lo sanno anche i sassi, la sinistra radicale napoletana da anni intesse gli stessi rapporti di affettuosa amicizia che ha sempre intessuto con i più sanguinari dittatori come Hugo Chavez.
Ora però alle pendici del Vesuvio arriva la brigata paracadutisti Folgore, già forgiata nella gloriosa missione Italfor-Ibis e copertasi di gloria e onore in tante altre missioni di pace. "Il Parlamento - precisa tuttavia il ministro della guerra, Ignazio La Russa - deve decidere rapidamente se dotare di bombe gli aerei che fungeranno da supporto ai nostri ragazzi impegnati in missione. E' importante, in questo momento, dare un segnale di forte supporto ai nostri militari, impegnati contro un nemico vigliacco, la camorra, che non esita a farsi scudo di donne e bambini".
Anche il ministro Roberto Maroni, che ieri con La Russa ha compiuto il primo volo di prova della nuova squadriglia di bombardieri Savoia Marchetti Sm79, si dice preoccupato per il clima che si sta creando a Terzigno: "Non dubito che i nostri amici meridionali siano brave persone e che sappiano cucinare in modo eccellente la pizza, però si sono verificati troppi episodi preoccupanti in questi giorni. Ho sentito di un tricolore vilipeso pubblicamente e perfino di un manifestante che ha azzannato alla caviglia un poliziotto. Cose dell'altro mondo".
E' l'ultimo capitolo della scabrosa vicenda del comune napoletano, dove i giornali di sinistra sostengono che sia in atto una vera e propria insurrezione popolare contro la discarica fuori controllo, che sta avvelenando la popolazione. In realtà, fonti ben più autorevoli hanno già chiarito come stanno veramente le cose: decine e decine di persone ignoranti ma con tanto cuore come tutti i meridionali stanno esprimendo perplessità sulla discarica, vivacemente com'è nel sangue delle genti del Sud e dell'Africa nera. A provocare gli scontri, in cui sono rimasti feriti innumerevoli tutori dell'ordine e danneggiati i camion della monnezza, è un piccolo gruppo di estremisti di sinistra infiltrati dalla camorra, con cui del resto, lo sanno anche i sassi, la sinistra radicale napoletana da anni intesse gli stessi rapporti di affettuosa amicizia che ha sempre intessuto con i più sanguinari dittatori come Hugo Chavez.
Ora però alle pendici del Vesuvio arriva la brigata paracadutisti Folgore, già forgiata nella gloriosa missione Italfor-Ibis e copertasi di gloria e onore in tante altre missioni di pace. "Il Parlamento - precisa tuttavia il ministro della guerra, Ignazio La Russa - deve decidere rapidamente se dotare di bombe gli aerei che fungeranno da supporto ai nostri ragazzi impegnati in missione. E' importante, in questo momento, dare un segnale di forte supporto ai nostri militari, impegnati contro un nemico vigliacco, la camorra, che non esita a farsi scudo di donne e bambini".
Anche il ministro Roberto Maroni, che ieri con La Russa ha compiuto il primo volo di prova della nuova squadriglia di bombardieri Savoia Marchetti Sm79, si dice preoccupato per il clima che si sta creando a Terzigno: "Non dubito che i nostri amici meridionali siano brave persone e che sappiano cucinare in modo eccellente la pizza, però si sono verificati troppi episodi preoccupanti in questi giorni. Ho sentito di un tricolore vilipeso pubblicamente e perfino di un manifestante che ha azzannato alla caviglia un poliziotto. Cose dell'altro mondo".
martedì 26 ottobre 2010
Borghetio: un intellettuale scomodo
Dopo il battesimo del nuovo corso di questo blog, ad opera del ministro Roberto Calderoli, non poteva mancare una visita del nostro corrispondente Everhard Fernandez anche all'eurodeputato Mario Borghetio, per approfondire la sfida sui cui la Lega Nord, il nostro partito di riferimento, si gioca tutte le sue carte: difendere la Padania dalle invasioni aliene, qualora dovessero verificarsi. Borghetio ha le idee chiare su cosa fare, perchè il partito del fare non può perdere tempo in chiacchiere demagogiche, ma solo fare, fare, fare.
Eurodeputato Borghetio, l'invasione aliena è vicina? Come ci difenderemo?
Bisogna che gli extraterrestri sappiano che se si avvicinano alle nostre case, alle nostre donne, noi li prenderemo a calci nel culo fino a Saturno. I cittadini padani possono stare tranquilli, che finchè c'è la Lega a difenderli nessun alieno di merda potrà avvicinarsi alla Padania senza prendersi una sventagliata di pedate nei coglioni. Vadano a rompere il cazzo alle zecche terrone di Roma ladrona e lascino in pace i bravi padani, che sono gente accogliente, ma se non li rispetti si fanno rispettare con il bastone, altrochè.
Quale analisi del fenomeno avete compiuto e quali le strategie per contrastarlo?
Ci sono tre tattiche chiave che gli alieni possono usare per invadere la Padania e appropriarsi delle nostre fabbriche e delle nostre donne. Primo, arrivare con le astronavi dallo spazio e spararci con le armi laser. Per questo abbiamo già pronto il progetto di una cintura di cannoni protonici alimentati da centrali al plutonio...
Sì, ce l'ha raccontato Calderoli. E le altre ipotesi?
L'altra ipotesi è che si infiltrino tra di noi e ingravidino le nostre donne per soppiantare la nostra razza nel giro di poche generazioni. Per questo la donna padana non dà confidenza agli sconosciuti, lavora duro e la sera sta in casa col marito, se ce l'ha, altrimenti a fare la calza e accudire i genitori. Noi vogliamo una legge che dica che le donne prima si devono sposare con rito padano officiato dal Senatùr o dai suoi figli, poi possono dare confidenza solo al marito, a cui devono rispetto e obbedienza, e non frequentare sconosciuti. Nessuno vuole togliere alle donne il diritto di lavorare o uscire di casa, ma bisogna fare sì che frequentino posti dove ci sono solo altre donne, altrimenti è alto il rischio che alieni di merda ingravidino le nostre donne.
Terza prospettiva?
Il mio amico Gabriele Adinolfi sostiene che gli extraterrestri potrebbero usare un raggio subspaziale per rianimare i cadaveri umani e usare gli zombi come arma di sterminio della popolazione. Per questo dobbiamo scoperchiare tutte le fosse dei nostri cimiteri e bruciare tutti i cadaveri prima che sia troppo tardi. E poi per precauzione dobbiamo fare una cupola che protegga la Padania, solo la Padania, da raggi e cose del genere. C'è già un project financing per realizzarla. Gli alieni devono sapere che possono fare quello che vogliono, sterminare le zecche terrone di merda e bombardare Roma e Napoli, che noi su questo siamo disponibili a trattare, ma se mettono piede in Padania e toccano le nostre donne li prendiamo a calci in culo.
Eurodeputato Borghetio, l'invasione aliena è vicina? Come ci difenderemo?
Bisogna che gli extraterrestri sappiano che se si avvicinano alle nostre case, alle nostre donne, noi li prenderemo a calci nel culo fino a Saturno. I cittadini padani possono stare tranquilli, che finchè c'è la Lega a difenderli nessun alieno di merda potrà avvicinarsi alla Padania senza prendersi una sventagliata di pedate nei coglioni. Vadano a rompere il cazzo alle zecche terrone di Roma ladrona e lascino in pace i bravi padani, che sono gente accogliente, ma se non li rispetti si fanno rispettare con il bastone, altrochè.
Quale analisi del fenomeno avete compiuto e quali le strategie per contrastarlo?
Ci sono tre tattiche chiave che gli alieni possono usare per invadere la Padania e appropriarsi delle nostre fabbriche e delle nostre donne. Primo, arrivare con le astronavi dallo spazio e spararci con le armi laser. Per questo abbiamo già pronto il progetto di una cintura di cannoni protonici alimentati da centrali al plutonio...
Sì, ce l'ha raccontato Calderoli. E le altre ipotesi?
L'altra ipotesi è che si infiltrino tra di noi e ingravidino le nostre donne per soppiantare la nostra razza nel giro di poche generazioni. Per questo la donna padana non dà confidenza agli sconosciuti, lavora duro e la sera sta in casa col marito, se ce l'ha, altrimenti a fare la calza e accudire i genitori. Noi vogliamo una legge che dica che le donne prima si devono sposare con rito padano officiato dal Senatùr o dai suoi figli, poi possono dare confidenza solo al marito, a cui devono rispetto e obbedienza, e non frequentare sconosciuti. Nessuno vuole togliere alle donne il diritto di lavorare o uscire di casa, ma bisogna fare sì che frequentino posti dove ci sono solo altre donne, altrimenti è alto il rischio che alieni di merda ingravidino le nostre donne.
Terza prospettiva?
Il mio amico Gabriele Adinolfi sostiene che gli extraterrestri potrebbero usare un raggio subspaziale per rianimare i cadaveri umani e usare gli zombi come arma di sterminio della popolazione. Per questo dobbiamo scoperchiare tutte le fosse dei nostri cimiteri e bruciare tutti i cadaveri prima che sia troppo tardi. E poi per precauzione dobbiamo fare una cupola che protegga la Padania, solo la Padania, da raggi e cose del genere. C'è già un project financing per realizzarla. Gli alieni devono sapere che possono fare quello che vogliono, sterminare le zecche terrone di merda e bombardare Roma e Napoli, che noi su questo siamo disponibili a trattare, ma se mettono piede in Padania e toccano le nostre donne li prendiamo a calci in culo.
lunedì 25 ottobre 2010
Le sfide della Padania
Dà il benvenuto alla nuova redazione di Monello Vianello, il primo blog interamente dedicato a conoscere la Padania e la sua gente, nientemeno che il Ministro della Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, che, non prima di avere bruciato altre ottocentomila leggi inutili durante un barbecue, ci ha concesso un'intervista esclusiva sulle nuove sfide che attendono il partito secessionista padano. Facendosi largo tra il fumo acre sollevato dai faldoni incendiati, il nostro corrispondente Everhard Fernandez ha chiacchierato per un'abbondante oretta con il ministro, prima di essere ricoverato in ospedale per intossicazione da biossido di carbonio.
Allora ministro, il federalismo è cosa fatta, la devoluscion l'abbiamo portata a casa, i negri li abbiamo messi in gabbia fuori dalle balle e gli zingari li stiamo rispedendo da dove sono venuti. Insomma, la Padania è realtà. Quali sono le sfide adesso?
Difendere la nostra Padania dall'invasione. Tu giustamente hai detto che ci siamo liberati dei negri, degli islamici e delle merdacce zingare che impestano le nostre città con i loro piagnistei e le loro elemosine. Una volta che avremo fatto saltare il 90% dei ponti sul Po e messo i checkpoint con i militari sugli altri, avremo risolto anche la piaga dei terroni di merda che vengono al nord a romperci i coglioni con il loro accento meridionale. Noi siamo il partito del fare e infatti facciamo. Però dobbiamo stare attenti, perchè i pericoli non sono finiti.
Allude alle notevoli infiltrazioni di genti meridionali all'interno delle forze dell'ordine padane?
No, per quelle ci stiamo attivando con una serie di concorsi di valore retroattivo per l'assunzione di nuovi dipendenti nell'amministrazione pubblica padana, prevedendo il criterio della residenza da cinque generazioni in terra padana e l'immediato trasferimento a sud del Po di tutti coloro i quali non rispondono a questo requisito. L'emergenza di oggi e del futuro riguarda le invasioni aliene. Cosa sappiamo? Siamo preparati a fronteggiarle? Perchè nessuno ne parla?
In questo senso va dunque l'iniziativa dell'europarlamentare Mario Borghezio, che ha chiesto all'Europa di desecretare i files sugli avvistamenti di Ufo.
Certo. I cittadini devono sapere che solo noi, il partito del fare, li difendiamo dalle creature di altri pianeti. Che potrebbero anche essere già tra di noi e allora abbiamo il dovere di individuarli. Oppure potrebbero avere sepolto sottoterra le loro astronavi e sbucare fuori quando meno ce lo aspettiamo. Non c'è sicurezza, se non che nessuno alieno si iscriverebbe mai alla Lega, perchè lo scopriremmo subito. Per questo dobbiamo agire subito, per prima cosa rivedendo i Cda degli enti pubblici e delle società partecipate, che potrebbero essere infestati dagli alieni. Solo gli uomini della Lega danno garanzie. E poi dobbiamo difendere i nostri cittadini, quindi dobbiamo costruire in project financing una cintura di almeno centoventi cannoni alimentati da centrali nucleari e posizionati lungo le linee di confine, per abbattere le astronavi prima che arrivino nella nostra atmosfera. Abbiamo già nominato Renzo Bossi presidente dell'Ente di supervisione del Piano, affiancandogli un Cda di undici uomini. Tutti provenienti dalla Lega, perchè solo della Lega ci si può fidare. Ora mi scusi, ma entro domani ho promesso di bruciare altre quindicimila leggi (si allontana agitando una torcia infuocata e ridendo).
Allora ministro, il federalismo è cosa fatta, la devoluscion l'abbiamo portata a casa, i negri li abbiamo messi in gabbia fuori dalle balle e gli zingari li stiamo rispedendo da dove sono venuti. Insomma, la Padania è realtà. Quali sono le sfide adesso?
Difendere la nostra Padania dall'invasione. Tu giustamente hai detto che ci siamo liberati dei negri, degli islamici e delle merdacce zingare che impestano le nostre città con i loro piagnistei e le loro elemosine. Una volta che avremo fatto saltare il 90% dei ponti sul Po e messo i checkpoint con i militari sugli altri, avremo risolto anche la piaga dei terroni di merda che vengono al nord a romperci i coglioni con il loro accento meridionale. Noi siamo il partito del fare e infatti facciamo. Però dobbiamo stare attenti, perchè i pericoli non sono finiti.
Allude alle notevoli infiltrazioni di genti meridionali all'interno delle forze dell'ordine padane?
No, per quelle ci stiamo attivando con una serie di concorsi di valore retroattivo per l'assunzione di nuovi dipendenti nell'amministrazione pubblica padana, prevedendo il criterio della residenza da cinque generazioni in terra padana e l'immediato trasferimento a sud del Po di tutti coloro i quali non rispondono a questo requisito. L'emergenza di oggi e del futuro riguarda le invasioni aliene. Cosa sappiamo? Siamo preparati a fronteggiarle? Perchè nessuno ne parla?
In questo senso va dunque l'iniziativa dell'europarlamentare Mario Borghezio, che ha chiesto all'Europa di desecretare i files sugli avvistamenti di Ufo.
Certo. I cittadini devono sapere che solo noi, il partito del fare, li difendiamo dalle creature di altri pianeti. Che potrebbero anche essere già tra di noi e allora abbiamo il dovere di individuarli. Oppure potrebbero avere sepolto sottoterra le loro astronavi e sbucare fuori quando meno ce lo aspettiamo. Non c'è sicurezza, se non che nessuno alieno si iscriverebbe mai alla Lega, perchè lo scopriremmo subito. Per questo dobbiamo agire subito, per prima cosa rivedendo i Cda degli enti pubblici e delle società partecipate, che potrebbero essere infestati dagli alieni. Solo gli uomini della Lega danno garanzie. E poi dobbiamo difendere i nostri cittadini, quindi dobbiamo costruire in project financing una cintura di almeno centoventi cannoni alimentati da centrali nucleari e posizionati lungo le linee di confine, per abbattere le astronavi prima che arrivino nella nostra atmosfera. Abbiamo già nominato Renzo Bossi presidente dell'Ente di supervisione del Piano, affiancandogli un Cda di undici uomini. Tutti provenienti dalla Lega, perchè solo della Lega ci si può fidare. Ora mi scusi, ma entro domani ho promesso di bruciare altre quindicimila leggi (si allontana agitando una torcia infuocata e ridendo).
domenica 24 ottobre 2010
Nuova linea editoriale
Sono lontani i tempi in cui inveivamo contro la Lega Nord e contro le forze del centrosinistra che aprivano al dialogo con loro, remote le epoche in cui accusavamo i padani di razzismo per alcune frasi ingiuriose contro i negri, poi tradotte in azioni concrete.
Oggi un organo di informazione serio ha il dovere di interpretare i cambiamenti sociali in atto e il più importante è questo: ormai non ci caga più nessuno. I nostri già scadenti collaboratori sono migrati in cerca di fortuna in altri paesi europei, Celio Rodigino si è invaghito di una ragazzina di trent'anni più giovane e non scrive più nulla. Abbiamo dovuto metterci in cerca di nuovi collaboratori, motivati a lavorare sottopagati, e le ultime selezioni hanno portato a un repentino rinnovamento della redazione. Fin dalla prima riunione, i nostri nuovi collaboratori hanno mostrato chiaramente qual'è il percorso da seguire: "Dobbiamo raccontare la nostra Padania e la gente della Padania. La gente della Padania vuole sentire parlare della Padania", ci spiega Ruggero Eggman, giornalista di Olmo al Brembo (nella foto, scattata in redazione, è quello con la tuta blu). Una posizione approvata all'unanimità dal nuovo team, oggi composto da Nane Taccon (primo a sinistra nella foto), Ruggero Egmann, i gemelli siamesi Alberto e Umberto Caccaviello (originari di Trento) e Everhard Fernandez, incapace sia di scrivere che di fare foto, ma segnalatoci caldamente da Cicciuzzo Sconciaforni, del quale pare sia figlio illegittimo.
E sia. Da oggi diventiamo la voce della Padania, un organo di informazione attento al territorio, ai suoi cambiamenti politici e culturali, alle sue esigenze e agli scambi di favori tra imprese private, politica e mondo dell'informazione in cui, lo confessiamo, aspiriamo ad avere qualche fetta di torta pure noi.
Oggi un organo di informazione serio ha il dovere di interpretare i cambiamenti sociali in atto e il più importante è questo: ormai non ci caga più nessuno. I nostri già scadenti collaboratori sono migrati in cerca di fortuna in altri paesi europei, Celio Rodigino si è invaghito di una ragazzina di trent'anni più giovane e non scrive più nulla. Abbiamo dovuto metterci in cerca di nuovi collaboratori, motivati a lavorare sottopagati, e le ultime selezioni hanno portato a un repentino rinnovamento della redazione. Fin dalla prima riunione, i nostri nuovi collaboratori hanno mostrato chiaramente qual'è il percorso da seguire: "Dobbiamo raccontare la nostra Padania e la gente della Padania. La gente della Padania vuole sentire parlare della Padania", ci spiega Ruggero Eggman, giornalista di Olmo al Brembo (nella foto, scattata in redazione, è quello con la tuta blu). Una posizione approvata all'unanimità dal nuovo team, oggi composto da Nane Taccon (primo a sinistra nella foto), Ruggero Egmann, i gemelli siamesi Alberto e Umberto Caccaviello (originari di Trento) e Everhard Fernandez, incapace sia di scrivere che di fare foto, ma segnalatoci caldamente da Cicciuzzo Sconciaforni, del quale pare sia figlio illegittimo.
E sia. Da oggi diventiamo la voce della Padania, un organo di informazione attento al territorio, ai suoi cambiamenti politici e culturali, alle sue esigenze e agli scambi di favori tra imprese private, politica e mondo dell'informazione in cui, lo confessiamo, aspiriamo ad avere qualche fetta di torta pure noi.
sabato 23 ottobre 2010
Scano Boia!
Il nostro inviato Ivan Mancin ci scrive: "Siete dei cazzoni, non aggiornate più il blog da una vita". Gli rispondiamo: "Cazzone sei tu, che non ci mandi mai nulla dalle lande deserte di Scardovari e Ca' Mello in cui risiedi, godendoti un'immeritata pensione di invalidità". A stretto giro di posta, a mezzo di un cormorano addestrato, ci manda a dire: "Io vi ho mandato un sacco di roba, ma voi non leggete mai la mail". E così via, scambiandoci reciproche accuse. Concordiamo alla fine di pubblicare un suo intervento dal fronte, scritto (ci ha chiesto di precisarlo) sotto l'effetto di gamma-idrossibutirrato, assunto per errore in un pub, bevendo dal bicchiere di un'amica.
Nell'intenzione dei portotollesi e dei leghisti vi è la volontà di sviluppare il progetto del noto genio della viabilità scardovarese Toni Vallati, fatto proprio financo dal Governatore del Veneto Luca Zaia, della cosidetta "Superstrada delle vongole" che vedrebbe il proprio tracciato passare sugli scani in oggetto (nella foto, un rendering dello svincolo di Case Ocari).
Questo, secondo l'Amministrazione comunale del paese che vide gli ultimi giorni di vita del patriota risorgimentale Ciceruacchio, darebbe slancio al "turismo di visitazione in auto", soprattutto della centrale elettrica Enel che non si convertirà più a carbone (non è quindi più necessario approntare lavori di adattamento della Busa di Tramontana per il passaggio delle oltre 3000 chiatte carboniere), ma sarà il primo nuovo impianto nucleare italiano.
Sono già previste visite guidate prima al cantiere e in seguito alla centrale nucleare.
Enel ha già in serbo l'indizione del concorso riservato alle scuole elementari "Com'è ridente il mio Delta fluorescente".
L'auspicio comune dei politici locali e della popolazione, attirata dai 10000 posti di lavoro come cavie, promesso da Enel, è che l'ambientalismo del fare, che tanti risultati ha ottenuto nell'era dell'ex Assessore regionale Marangon, portotollese doc, abbia la meglio sull'ambientalismo radicale di Gennari e soci che intenderebbero invece preservare il territorio punteggiandolo di bungalow prefabbricati in lamiera e cemento, una mezza dozzina di megacentri commerciali e una trentina di darsene da diporto.
Chi avrà la meglio? Toni Vallati attende trepidante e speranzoso.
giovedì 14 ottobre 2010
Gabbano Maringelli per il controllo demografico
"La sinistra radicalscic si diletta a ragionare di urbanistica per nascondere una semplice verità: il nocciolo di tutto è che le nostre città stanno diventando sempre più sovraffollate ed è su questo che bisogna intervenire".
Le comunali 2011 si appropinquano e Gabbano Maringelli (nella foto), noto esponente della borghesia rodigina ed ex rappresentante dell'Udc polesana, annuncia il suo ritorno in politica con la Lista Civica "Rovigo 30.000". Trentamila, spiega, è il numero massimo di abitanti che Rovigo si dovrebbe permettere. Lo slogan è: "Non ce n'è per tutti". Le alleanze? Si decideranno con chi condivide il programma elettorale.
Carissimo e carismatico Gabbano, è un piacere incontrarla qui, nell'anfiteatro del parco Iras. Ed è un enorme piacere anche sapere che l'età avanzata non l'ha costretta a rinunciare alla politica. Tra l'altro Leonida Gusmaroli ha previsto la sua vittoria da tempo. Ci parli ordunque della sua singolare iniziativa elettorale.
Ma quanto chiacchiera, signor cronista. E' presto detto: nei mesi caldi abbiamo realizzato un focus group con il Nane, il Bepi, il ragionier Gervaso e l'Osvaldo, che purtroppo ci ha lasciato appena una settimana fa. Tra una vittoria a burraco e un giro di ombre, è emersa la comune convinzione che i problemi della nostra città hanno tutti una radice comune: siamo in troppi. Italiani, barboni, extracomunitari, cani abbandonati, non ce n'è per tutti. E allora cosa facciamo?
E allora cosa facciamo? Ce lo dica lei, fintanto che facciamo una telefonata urgente.
Il ragionier Gervaso, che poi l'abbiamo subito buttato fuori dal gruppo, sostiene che bisogna ripensare la città, che se si continua a costruire nuovi quartieri la gente si troverà senza servizi e con tutte le strade rotte, perchè gli assessori oggi fanno costruire per intascare i soldi per il Comune, ma domani chi le ripara le strade nuove? Chi li fa girare gli autobus? Chi raccoglie il pattume? Il Gervaso dice che bisogna fare la città compatta, come dicono i radicalscic, ma noi non siamo d'accordo. E allora gli abbiamo detto: Gervaso, non siamo d'accordo, fondati un partito tuo, che noi ci facciamo la nostra lista civica. Ma mi ascolta?
Certo, certo. Vada avanti. Lei dice che siamo in troppi. Cos'ha in mente?
Io dico solo che non possiamo permetterci tutt' sta gente. Dispiace, ma è così. Allora le cito il caso di Tikopia, una piccola isola polinesiana. Là, siccome le risorse erano limitate, i tikopiani praticavano il controllo delle nascite per impedire la sovrappopolazione, perchè avevano chiaro che se le risorse erano per dieci non si poteva avere una popolazione superiore a dieci, altrimenti si moriva tutti di fame. Così dovremmo fare noi: limitare le nascite a tutti i costi. Lo facevano anche i romani, sa?
Il vostro programma elettorale?
Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti. Pertanto dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari.
Con chi pensate di allearvi?
Ci piacciono alcuni elementi del centrodestra, coloro che criticano il proliferare degli immigrati e nelle politiche buoniste verso poveri e handicappati, ma temo che l'ala moderata porrà ostacoli a un nostro eventuale ingresso in coalizione. Noi alla fine correremo con chi condivide il nostro progetto, altrimenti tanti saluti.
Le comunali 2011 si appropinquano e Gabbano Maringelli (nella foto), noto esponente della borghesia rodigina ed ex rappresentante dell'Udc polesana, annuncia il suo ritorno in politica con la Lista Civica "Rovigo 30.000". Trentamila, spiega, è il numero massimo di abitanti che Rovigo si dovrebbe permettere. Lo slogan è: "Non ce n'è per tutti". Le alleanze? Si decideranno con chi condivide il programma elettorale.
Carissimo e carismatico Gabbano, è un piacere incontrarla qui, nell'anfiteatro del parco Iras. Ed è un enorme piacere anche sapere che l'età avanzata non l'ha costretta a rinunciare alla politica. Tra l'altro Leonida Gusmaroli ha previsto la sua vittoria da tempo. Ci parli ordunque della sua singolare iniziativa elettorale.
Ma quanto chiacchiera, signor cronista. E' presto detto: nei mesi caldi abbiamo realizzato un focus group con il Nane, il Bepi, il ragionier Gervaso e l'Osvaldo, che purtroppo ci ha lasciato appena una settimana fa. Tra una vittoria a burraco e un giro di ombre, è emersa la comune convinzione che i problemi della nostra città hanno tutti una radice comune: siamo in troppi. Italiani, barboni, extracomunitari, cani abbandonati, non ce n'è per tutti. E allora cosa facciamo?
E allora cosa facciamo? Ce lo dica lei, fintanto che facciamo una telefonata urgente.
Il ragionier Gervaso, che poi l'abbiamo subito buttato fuori dal gruppo, sostiene che bisogna ripensare la città, che se si continua a costruire nuovi quartieri la gente si troverà senza servizi e con tutte le strade rotte, perchè gli assessori oggi fanno costruire per intascare i soldi per il Comune, ma domani chi le ripara le strade nuove? Chi li fa girare gli autobus? Chi raccoglie il pattume? Il Gervaso dice che bisogna fare la città compatta, come dicono i radicalscic, ma noi non siamo d'accordo. E allora gli abbiamo detto: Gervaso, non siamo d'accordo, fondati un partito tuo, che noi ci facciamo la nostra lista civica. Ma mi ascolta?
Certo, certo. Vada avanti. Lei dice che siamo in troppi. Cos'ha in mente?
Io dico solo che non possiamo permetterci tutt' sta gente. Dispiace, ma è così. Allora le cito il caso di Tikopia, una piccola isola polinesiana. Là, siccome le risorse erano limitate, i tikopiani praticavano il controllo delle nascite per impedire la sovrappopolazione, perchè avevano chiaro che se le risorse erano per dieci non si poteva avere una popolazione superiore a dieci, altrimenti si moriva tutti di fame. Così dovremmo fare noi: limitare le nascite a tutti i costi. Lo facevano anche i romani, sa?
Il vostro programma elettorale?
Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti. Pertanto dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari.
Con chi pensate di allearvi?
Ci piacciono alcuni elementi del centrodestra, coloro che criticano il proliferare degli immigrati e nelle politiche buoniste verso poveri e handicappati, ma temo che l'ala moderata porrà ostacoli a un nostro eventuale ingresso in coalizione. Noi alla fine correremo con chi condivide il nostro progetto, altrimenti tanti saluti.
lunedì 11 ottobre 2010
Guerra o pace? L'opinione del prof. Pizzaruti
Siamo infognati in un nuovo sanguinoso Vietnam o in una missione di pace che si concluderà inevitabilmente con il trionfo del Bene sul Male? Nei giorni del lutto silenziose per le ennesime vittime italiane in Afghanistan, questo blog non si sottrae dal dovere di fare informazione e opinione. Abbiamo chiesto un'analisi della situazione a Renè Pizzaruti, esperto di crisi internazionali e docente di Euristica delle Trame dei Puffi alla Università di Milano Due.
Professore, quando finirà questa missione umanitaria?
Verrebbe da dire: quando i governi occidentali converranno che è molto meglio spendere miliardi per costruire strade e scuole, che non per radere al suolo un paese a suon di bombe. Quindi mai. Limitiamoci ai dati di fatto. L'Italia è impegnata in Afghanistan con 3.400 uomini. In sei anni ne sono morti 34. Mantenendo questa media, occorreranno 596 anni prima che il contingente italiano sia completamente rientrato in patria.
Non c'è una via di uscita alternativa?
L'alternativa sarebbe sterminare tutti gli afghani, ma occorrerebbero diecimila anni. A meno di non ricorrere a massicci bombardamenti atomici, il che ridurrebbe i tempi di molto, ma provocherebbe probabilmente la quasi totale estinzione della razza umana. Questa soluzione, tuttavia, è compatibile con lo spirito e le regole di questa missione umanitaria della Nato.
Lei pensa che nove anni di guerra siano serviti a qualcosa?
Molti vedono il bicchiere mezzo vuoto: in Afghanistan la democrazia è un sogno, Bin Laden non si trova, la popolazione vive nella miseria, eccetera. Guardiamo le cose da un altro punto di vista: in un momento di profonda crisi economica, l'unico settore dell'industria che ha registrato un aumento del fatturato è quello delle armi. Per non parlare della droga. Inoltre si è tratta di una modestra ma incisiva risposta all'esplosione demografica che sta provocando il collasso del pianeta. Se vogliamo restare con i piedi per terra, è un'opportunità occupazionale anche per tanti giovani italiani che non trovano lavoro e che come soldati possono portare a casa uno stipendio oppure essere eliminati prima che diventino un peso per la comunità. Ricordiamoci poi che la guerra produce morti, come dimostrano le continue stragi di civili da parte dell'esercito occupanti, e i morti sono un ottimo concime per il terreno.
I soldati italiani sono noti in tutto il mondo per la loro simpatia e affabilità. In Somalia ricordano con gioia gli amabili scherzi goliardici dei nostri militari durante la missione Ibis. Come mai i talebani ce l'hanno tanto su con noi?
Lei giustamente ricorda l'esperienza somala, testimoniata all'epoca dai bei dossier di Panorama: lì si raccontava una verità diversa dalla truce immagine di soldati impegnati ad ammazzare e squartare gente, mostrando una realtà fatta di allegri giochi con la corrente elettrica sui testicoli dei prigionieri, per non parlare del simpatico stupro della ragazza somala con un bengala, che meglio di ogni discorso retorico declinano il mito degli italiani brava gente. Ora giustamente si chiede: perchè quei musoni dei talebani ce l'hanno su con noi? Io credo perchè non hanno senso dell'umorismo. Si vede al primo sguardo e del resto è tipico dei fanatici religiosi.
martedì 5 ottobre 2010
Attentato a Belpietro, tutta la verità!
Molte illazioni sono state fatte finora sul misterioso agguato a Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che solo il tempestivo intervento della sua guardia del corpo ha fatto fallire.
I soliti teorici del complotto già millantano che si sia trattato di una farsa: come ha fatto l'attentatore a schivare ben tre proiettili in un corridoio? Per dove è scappato? Perchè nessuno l'ha visto? Noi rigettiamo questo pseudo giornalismo. Belpietro è un eroe, perchè rischia la vita per quello che scrive, quindi non si può criticare. Grazie alle nostre infinite conoscenze nei servizi segreti deviati e non, proponiamo invece una ricostruzione attendibile di quanto accaduto quella sera nella palazzina milanese.
- Belpietro esce a portare a spasso Poppy, il suo cane, un chihuahua zoppo che gli regalò anni fa il suo editore. Indossa un completo blu scuro, cravatta regimental e l'immancabile pendaglio a forma di farfallina legato alla caviglia. Rientra verso mezzanotte e saluta le sue guardie del corpo con il segnale convenzionale degli abitanti del pianeta Ork.
- Il capo della scorta sta per prendere l'ascensore, quando vede il cartello "Vietato fumare" in corridoio. Non resiste alla tentazione di vedere cosa succede se si accende la sigaretta dove non si può. Scende le scale spippacchiando rumorosamente ed è quasi deluso nel constatare che nessuno arriva a comminargli la sanzione di 25 euro, quando si imbatte in un tizio con una pistola in mano. "Orcodio, mi hanno sgamato", pensa in un primo momento.
- A questo punto il malvivente, che era vestito come John Travolta nel "La Ffebbre del sabato sera" ma indossava una maschera raffigurante il volto del celebre Generale Baratieri, estrae la pistola, che in realtà è un Super Liquidator Pm400 caricato a Pinot Rosè. Fa per sparare, ma l'arma si inceppa e schizza in faccia il terrorista, che rimane temporaneamente accecato. Alcuni elementi chimici presenti nel Pinot Rosè (in realtà prodotto artificialmente in Cina). interagiscono con l'ossigeno, il fumo della sigaretta e alcuni solventi usati dalla donna delle pulizie e ancora vaganti in forma di vapori nell'aria. La reazione chimica provoca la paralisi immediata di tutte le persone nel raggio di cinquanta metri. La guardia del corpo, quindi, ha tutto il tempo di studiare l'aspetto dell'aggressore, ricorrendo anche alle proprie conoscenze di fisiognomica per farsi un'idea del carattere. Questo consentirà di diffondere l'accurato identikit che riportiamo in alto.
- Svanito l'effetto dei gas paralizzanti, la guardia del corpo estrae dalla fondina una mitraglietta Uzi e spara all'impazzata. Abbatte sedici lampadari a soffitto, uccide la gatta soriana della signora Gertrude e buca le gomme delle macchine nel cortile adiacente, ma non colpisce il malvivente, il quale, avvitandosi su se stesso come Neo in Matrix, schiva tutte le pallottole. Anzi, ferma l'ultima tra i denti e la risputa. Una pallottola vagante è stata avvistata pochi minuti fa mentre continuava la propria traiettoria sul grande raccordo anulare. Qualche piano sopra (tre o quattro, su questo non c'è chiarezza), Belpietro sente gli spari dal suo appartamento e pensa: "Cosa sarà mai questo rumore?"
- L'attentatore, vista la mal parata, si dilegua nelle tenebre, gridando alcune frasi in lingua maithili, il che fa presupporre la sua origine dell'India nordoccidentale. Il capo scorta lo insegue, ma è inutile: quell'altro ha delle molle sotto gli stivaletti e compie in pochi secondi balzi smisurati che lo portano fin sui tetti dei palazzi, per poi sparire nel nulla. "Aveva sicuramente un dispositivo in grado di rifrangere la luce, rendendolo invisibile", commentano fonti anonime della scientifica. In zona Navigli, infatti, è stato avvistato un Super Liquidator che galleggiava nell'aria, come se fosse stato tenuto in mano da un uomo invisibile che correva. Ma è probabile che in seguito si sia traslato in un altro piano spaziotemporale, cosicchè non verrà mai trovato.
- Il capo scorta lascia perdere l'inseguimento, corre da Belpietro e gli racconta cos'è successo. Belpietro inizia a tremare e piangere dall'emozione. Il capo scorta lo stringe tra le sue braccia e lo consola virilmente: "Su, su, è tutto finito". I due fanno all'amore sul tappeto, davanti al camino acceso, per scaricare la tensione.
- L'attentato è stato rivendicato dalle Brigate Comuniste per l'Eliminazione della Stampa Libera e dai Nuclei Armati Giudici Bolscevichi, ma i giornali di sinistra non hanno dato la notizia.
I soliti teorici del complotto già millantano che si sia trattato di una farsa: come ha fatto l'attentatore a schivare ben tre proiettili in un corridoio? Per dove è scappato? Perchè nessuno l'ha visto? Noi rigettiamo questo pseudo giornalismo. Belpietro è un eroe, perchè rischia la vita per quello che scrive, quindi non si può criticare. Grazie alle nostre infinite conoscenze nei servizi segreti deviati e non, proponiamo invece una ricostruzione attendibile di quanto accaduto quella sera nella palazzina milanese.
- Belpietro esce a portare a spasso Poppy, il suo cane, un chihuahua zoppo che gli regalò anni fa il suo editore. Indossa un completo blu scuro, cravatta regimental e l'immancabile pendaglio a forma di farfallina legato alla caviglia. Rientra verso mezzanotte e saluta le sue guardie del corpo con il segnale convenzionale degli abitanti del pianeta Ork.
- Il capo della scorta sta per prendere l'ascensore, quando vede il cartello "Vietato fumare" in corridoio. Non resiste alla tentazione di vedere cosa succede se si accende la sigaretta dove non si può. Scende le scale spippacchiando rumorosamente ed è quasi deluso nel constatare che nessuno arriva a comminargli la sanzione di 25 euro, quando si imbatte in un tizio con una pistola in mano. "Orcodio, mi hanno sgamato", pensa in un primo momento.
- A questo punto il malvivente, che era vestito come John Travolta nel "La Ffebbre del sabato sera" ma indossava una maschera raffigurante il volto del celebre Generale Baratieri, estrae la pistola, che in realtà è un Super Liquidator Pm400 caricato a Pinot Rosè. Fa per sparare, ma l'arma si inceppa e schizza in faccia il terrorista, che rimane temporaneamente accecato. Alcuni elementi chimici presenti nel Pinot Rosè (in realtà prodotto artificialmente in Cina). interagiscono con l'ossigeno, il fumo della sigaretta e alcuni solventi usati dalla donna delle pulizie e ancora vaganti in forma di vapori nell'aria. La reazione chimica provoca la paralisi immediata di tutte le persone nel raggio di cinquanta metri. La guardia del corpo, quindi, ha tutto il tempo di studiare l'aspetto dell'aggressore, ricorrendo anche alle proprie conoscenze di fisiognomica per farsi un'idea del carattere. Questo consentirà di diffondere l'accurato identikit che riportiamo in alto.
- Svanito l'effetto dei gas paralizzanti, la guardia del corpo estrae dalla fondina una mitraglietta Uzi e spara all'impazzata. Abbatte sedici lampadari a soffitto, uccide la gatta soriana della signora Gertrude e buca le gomme delle macchine nel cortile adiacente, ma non colpisce il malvivente, il quale, avvitandosi su se stesso come Neo in Matrix, schiva tutte le pallottole. Anzi, ferma l'ultima tra i denti e la risputa. Una pallottola vagante è stata avvistata pochi minuti fa mentre continuava la propria traiettoria sul grande raccordo anulare. Qualche piano sopra (tre o quattro, su questo non c'è chiarezza), Belpietro sente gli spari dal suo appartamento e pensa: "Cosa sarà mai questo rumore?"
- L'attentatore, vista la mal parata, si dilegua nelle tenebre, gridando alcune frasi in lingua maithili, il che fa presupporre la sua origine dell'India nordoccidentale. Il capo scorta lo insegue, ma è inutile: quell'altro ha delle molle sotto gli stivaletti e compie in pochi secondi balzi smisurati che lo portano fin sui tetti dei palazzi, per poi sparire nel nulla. "Aveva sicuramente un dispositivo in grado di rifrangere la luce, rendendolo invisibile", commentano fonti anonime della scientifica. In zona Navigli, infatti, è stato avvistato un Super Liquidator che galleggiava nell'aria, come se fosse stato tenuto in mano da un uomo invisibile che correva. Ma è probabile che in seguito si sia traslato in un altro piano spaziotemporale, cosicchè non verrà mai trovato.
- Il capo scorta lascia perdere l'inseguimento, corre da Belpietro e gli racconta cos'è successo. Belpietro inizia a tremare e piangere dall'emozione. Il capo scorta lo stringe tra le sue braccia e lo consola virilmente: "Su, su, è tutto finito". I due fanno all'amore sul tappeto, davanti al camino acceso, per scaricare la tensione.
- L'attentato è stato rivendicato dalle Brigate Comuniste per l'Eliminazione della Stampa Libera e dai Nuclei Armati Giudici Bolscevichi, ma i giornali di sinistra non hanno dato la notizia.
lunedì 4 ottobre 2010
Il Mossad libera Cicciuzzo
Cicciuzzo Sconciaforni (nella foto) era stato rapito dal Mossad, il servizio segreto israeliano, durante il suo viaggio verso la Terra Santa, e rinchiuso in un carcere segreto per prigionieri politici. Ma qualcosa è andato storto e ora il governo di Tel Aviv si prepara a rimpatriare il pornodivo rodigino.
Nè dà notizia il quotidiano progressista Haaretz, con uno scoop internazionale che fa luce su tutti i retroscena della scomparsa di Cicciuzzo nelle scorse settimane, mentre era impegnato in un pellegrinaggio in motocicletta verso Gerusalemme. Cicciuzzo sarebbe stato rapito da un commando israeliano in Turchia e deportato verso un centro di detenzione segreto nel deserto del Negev, con l'accusa di cospirare contro lo Stato Ebraico.
"Durante la detenzione, tuttavia, ci siamo accorti che la sua cattura è stato un autentico autogol - rivela una fonte interna al Mossad, intervistata da Haaretz - Abbiamo applicato su di lui il protocollo degli interrogatori già sperimentati sui prigionieri palestinesi, ma questa volta non solo non ha avuto effetto, ma ha perfino rischiato di danneggiarci". Secondo un sistema già noto ai frequentatori di Abu Ghraib e Guantanamo, infatti, i militari israeliani hanno sottoposto Cicciuzzo a moderate pressioni psicologiche comprendenti molestie sessuali, umiliazioni e varie forme di sevizia per spezzarne il morale e l'orgoglio.
"Tutto inutile, Cicciuzzo non ha ostentato alcuna vergogna nell'esibire pubblicamente la propria nudità, nè tanto meno hanno avuto effetto le umiliazioni sessuali a cui lo sottoponevano soldati e soldatesse. Sosteneva anzi che i nostri metodi di interrogatorio (piramidi umane di prigionieri nudi e incappucciati, detenuti costretti a indossare biancheria femminile, fellatio tra soldati e prigionieri, ammucchiate sodomitiche, detenuti imbrattati di escrementi, frustate con cavi e corrente elettrica sui genitali, ndr.) erano copiati pari pari da un suo film fetish del 1997". Nel volgere di pochi giorni, la presenza di Cicciuzzo ha avuto un effetto devastante sugli altri detenuti, ammirati dalla sua resistenza alle coercizioni e presto incoraggiati a seguirne l'esempio. "Non riuscivamo più a umiliare nessuno - continua la fonte segreta -, al punto che erano anzi Cicciuzzo e gli altri ad umiliare con il loro esibizionismo le nostre pur rudi soldatesse e perfino i soldati maschi. Qualcuno dei nostri, anzi, è stato corrotto da simili avances, al punto da fraternizzare in modo troppo fisico con i prigionieri. Il rischio peggiore, tuttavia, era che gli altri prigionieri, una volta liberati, diffondessero nella società palestinese i costumi libertini del loro idolo. Sarebbe un disastro per Israele: senza la scusa di combattere contro una società incivile e oscurantista, come faremmo a giustificare i nostri crimini di guerra nei territori occupati?"
Cicciuzzo è stato quindi liberato e nei prossimi giorni lascerà lo Stato di Israele per tornare in Italia. Soddisfazione dal ministro degli Esteri, Franco Frattini: "Se tutti gli italiani prigionieri da qualche parte si risolvessero da soli le loro rogne, senza tirare in ballo la Farnesina, io non dovrei ogni volta interrompere le mie vacanze alle Canarie", ha commentato a Porta a Porta. Il premier, Silvio Berlusconi, ha rivendicato con orgoglio il successo dell'iniziativa: "Per dirla con una rima spiritosa: è tutto merito mio, porcodio!"
Il quotidiano Haaretz avrebbe già ottenuto un'intervista esclusiva con Cicciuzzo, con molti dettagli su tutta la vicenda, che verrà pubblicata nei prossimi giorni.
Nè dà notizia il quotidiano progressista Haaretz, con uno scoop internazionale che fa luce su tutti i retroscena della scomparsa di Cicciuzzo nelle scorse settimane, mentre era impegnato in un pellegrinaggio in motocicletta verso Gerusalemme. Cicciuzzo sarebbe stato rapito da un commando israeliano in Turchia e deportato verso un centro di detenzione segreto nel deserto del Negev, con l'accusa di cospirare contro lo Stato Ebraico.
"Durante la detenzione, tuttavia, ci siamo accorti che la sua cattura è stato un autentico autogol - rivela una fonte interna al Mossad, intervistata da Haaretz - Abbiamo applicato su di lui il protocollo degli interrogatori già sperimentati sui prigionieri palestinesi, ma questa volta non solo non ha avuto effetto, ma ha perfino rischiato di danneggiarci". Secondo un sistema già noto ai frequentatori di Abu Ghraib e Guantanamo, infatti, i militari israeliani hanno sottoposto Cicciuzzo a moderate pressioni psicologiche comprendenti molestie sessuali, umiliazioni e varie forme di sevizia per spezzarne il morale e l'orgoglio.
"Tutto inutile, Cicciuzzo non ha ostentato alcuna vergogna nell'esibire pubblicamente la propria nudità, nè tanto meno hanno avuto effetto le umiliazioni sessuali a cui lo sottoponevano soldati e soldatesse. Sosteneva anzi che i nostri metodi di interrogatorio (piramidi umane di prigionieri nudi e incappucciati, detenuti costretti a indossare biancheria femminile, fellatio tra soldati e prigionieri, ammucchiate sodomitiche, detenuti imbrattati di escrementi, frustate con cavi e corrente elettrica sui genitali, ndr.) erano copiati pari pari da un suo film fetish del 1997". Nel volgere di pochi giorni, la presenza di Cicciuzzo ha avuto un effetto devastante sugli altri detenuti, ammirati dalla sua resistenza alle coercizioni e presto incoraggiati a seguirne l'esempio. "Non riuscivamo più a umiliare nessuno - continua la fonte segreta -, al punto che erano anzi Cicciuzzo e gli altri ad umiliare con il loro esibizionismo le nostre pur rudi soldatesse e perfino i soldati maschi. Qualcuno dei nostri, anzi, è stato corrotto da simili avances, al punto da fraternizzare in modo troppo fisico con i prigionieri. Il rischio peggiore, tuttavia, era che gli altri prigionieri, una volta liberati, diffondessero nella società palestinese i costumi libertini del loro idolo. Sarebbe un disastro per Israele: senza la scusa di combattere contro una società incivile e oscurantista, come faremmo a giustificare i nostri crimini di guerra nei territori occupati?"
Cicciuzzo è stato quindi liberato e nei prossimi giorni lascerà lo Stato di Israele per tornare in Italia. Soddisfazione dal ministro degli Esteri, Franco Frattini: "Se tutti gli italiani prigionieri da qualche parte si risolvessero da soli le loro rogne, senza tirare in ballo la Farnesina, io non dovrei ogni volta interrompere le mie vacanze alle Canarie", ha commentato a Porta a Porta. Il premier, Silvio Berlusconi, ha rivendicato con orgoglio il successo dell'iniziativa: "Per dirla con una rima spiritosa: è tutto merito mio, porcodio!"
Il quotidiano Haaretz avrebbe già ottenuto un'intervista esclusiva con Cicciuzzo, con molti dettagli su tutta la vicenda, che verrà pubblicata nei prossimi giorni.
domenica 3 ottobre 2010
Bestemmie sì, bestemmie no
Incapaci di sbarazzarsi di Benito il Taumaturgo da soli, i leader della sinistra non aspettavano altro che l'ennesima gaffe per tornare a sognare la fine del suo regno. Con un'opposizione del genere, Silvio è costretto a fare tutto da solo, così gli è venuto spontaneo farsi filmare mentre raccontava una vecchia barzelletta sessista su Rosy Bindi, che culminava in un "Orcodio!" tra le risate degli astanti.
"Ha bestemmiato! Ora vedrai che culo gli faranno i vescovi", già mormorano a sinistra, devotamente appesi alle gonnelle di mamma Chiesa. Sembrava quasi fatta, e invece ecco l'intervento di Monsignor Fisichella, pilota ed illustre esponente della chiesa moderna, che ha invitato a sorvolare: la bestemmia, dice, "va contestualizzata". Insomma, nell'ambito di un'ammuffita storiella maschilista che prende in giro un'avversaria politica perchè non è abbastanza figa, un porcodio ci può pure stare. Ma come distinguere il contesto idoneo da quello non idoneo? Ne abbiamo parlato con padre Roberto, scrittore, teologo, fumatore di pipa.
Padre Roberto, la Chiesa apre dunque a interpretazioni più elastiche del secondo comandamento. Ciò vale solo per le barzellette?
Beh, il caso delle barzellette è forse il caso per eccellenza per aprire un discorso sulla liceità o meno di determinate esclamazioni. E' chiaro che, se funzionale ad ottenere un effetto comico, la bestemmia diviene un elemento indispensabile. Eliminare l'imprecazione significherebbe fare crollare l'impalcatura su cui si regge la gag comica. Parimenti, se al termine della barzelletta, invece di "Orcodio!" (in assonanza con l'orchidea nominata poco prima), il premier avesse detto "porcodio", la barzelletta non avrebbe avuto senso e la bestemmia sarebbe stata da biasimare.
Sicuro, ma ci sono casi in cui la bestemmia non è indispensabile, ma conferisce maggiore efficacia a gag già piuttosto audaci. Ad esempio, conosce la barzelletta di Gesù, Pietro e Giuda che vanno a puttane?
Sì, la raccontava in continuazione papa Luciani.
Orbene, quando Fisichella invita a contestualizzare, apre ad una serie di scenari più vasti della barzelletta, in cui sembra lecito nominare il nome di Dio invano, accostandolo a varie specie di animali vivipari e non. Può farci qualche esempio?
L'esempio classico è quello dell'intercalare. Molti anziani, specie in Veneto, ma anche in Toscana, fanno uso dell'esclamazione "diocane" come a dire "Ah!", "Veh!", "Ohibò!". Ricordo una volta, durante un ritiro estivo, che mi fermai a giuocare a ramino ad un bar di Boiago con alcuni vecchi del posto. Chiesi qualche informazione sul giuoco al signor Bepi, il quale mi rispose: "Agli effetti delle combinazioni della scala, diocan!, l'asso ha un duplice valore, diocan!: può valere uno, diocan!, e quindi servire per una scala di Asso, 2,3, diocan! Oppure, diocan!, valere per la carta superiore al Re, diocan!, e quindi servire per la scala di Q, K, Asso, diocan! Il jolly, diocan!, può assumere indistintamente, diocan!, tutti i valori di tutti i semi, diocan!, e quindi serve agli effetti, diocan!, di qualsiasi combinazione". Capisce che in tali contesti la bestemmia è desemantizzata e non può quindi essere interpretata sensu strictu come offesa deliberata a Nostro Signore.
Anche perchè Dio, non esistendo, difficilmente può offendersi. Ma veniamo a noi. A me capita spesso di invocare l'Altissimo Onnipotente di cui non si butta via niente. Ancora una volta, come distinguere quando è bene e quando è male?
Si deve andare a buon senso, come sempre. Ad esempio, a me succede di nominare la Vergine Maria quando, alzandomi dalla scrivania, picchio il ginocchio contro lo spigolo del comodino. Ma in questo caso non è altro che un'ennesima esclamazione, se vogliamo colorita, ma certo desemantizzata al pari di quelle degli anziani al bar. Non intendo certo colpevolizzare la Vergine Maria del mio dolore, nè tanto meno affermare consciamente che Ella abbia fatto mercimonio del proprio corpo. Dunque non di offesa si tratta, ma di semplice interiezione che va contestualizzata. Comunque Papa Benedetto XVI si appresta a pubblicare un'enciclica che dovrebbe fare chiarezza sulla liceità o meno della bestemmia in determinate situazioni. Riserverà delle sorprese.
Non ci può anticipare nulla?
Per ora ho letto solo la parte introduttiva, quella in cui Sua Santità rasserena gli amanti focosi, affermando che bestemmiare la Madonna durante un orgasmo particolarmente intenso è in fondo un peccato veniale.
"Ha bestemmiato! Ora vedrai che culo gli faranno i vescovi", già mormorano a sinistra, devotamente appesi alle gonnelle di mamma Chiesa. Sembrava quasi fatta, e invece ecco l'intervento di Monsignor Fisichella, pilota ed illustre esponente della chiesa moderna, che ha invitato a sorvolare: la bestemmia, dice, "va contestualizzata". Insomma, nell'ambito di un'ammuffita storiella maschilista che prende in giro un'avversaria politica perchè non è abbastanza figa, un porcodio ci può pure stare. Ma come distinguere il contesto idoneo da quello non idoneo? Ne abbiamo parlato con padre Roberto, scrittore, teologo, fumatore di pipa.
Padre Roberto, la Chiesa apre dunque a interpretazioni più elastiche del secondo comandamento. Ciò vale solo per le barzellette?
Beh, il caso delle barzellette è forse il caso per eccellenza per aprire un discorso sulla liceità o meno di determinate esclamazioni. E' chiaro che, se funzionale ad ottenere un effetto comico, la bestemmia diviene un elemento indispensabile. Eliminare l'imprecazione significherebbe fare crollare l'impalcatura su cui si regge la gag comica. Parimenti, se al termine della barzelletta, invece di "Orcodio!" (in assonanza con l'orchidea nominata poco prima), il premier avesse detto "porcodio", la barzelletta non avrebbe avuto senso e la bestemmia sarebbe stata da biasimare.
Sicuro, ma ci sono casi in cui la bestemmia non è indispensabile, ma conferisce maggiore efficacia a gag già piuttosto audaci. Ad esempio, conosce la barzelletta di Gesù, Pietro e Giuda che vanno a puttane?
Sì, la raccontava in continuazione papa Luciani.
Orbene, quando Fisichella invita a contestualizzare, apre ad una serie di scenari più vasti della barzelletta, in cui sembra lecito nominare il nome di Dio invano, accostandolo a varie specie di animali vivipari e non. Può farci qualche esempio?
L'esempio classico è quello dell'intercalare. Molti anziani, specie in Veneto, ma anche in Toscana, fanno uso dell'esclamazione "diocane" come a dire "Ah!", "Veh!", "Ohibò!". Ricordo una volta, durante un ritiro estivo, che mi fermai a giuocare a ramino ad un bar di Boiago con alcuni vecchi del posto. Chiesi qualche informazione sul giuoco al signor Bepi, il quale mi rispose: "Agli effetti delle combinazioni della scala, diocan!, l'asso ha un duplice valore, diocan!: può valere uno, diocan!, e quindi servire per una scala di Asso, 2,3, diocan! Oppure, diocan!, valere per la carta superiore al Re, diocan!, e quindi servire per la scala di Q, K, Asso, diocan! Il jolly, diocan!, può assumere indistintamente, diocan!, tutti i valori di tutti i semi, diocan!, e quindi serve agli effetti, diocan!, di qualsiasi combinazione". Capisce che in tali contesti la bestemmia è desemantizzata e non può quindi essere interpretata sensu strictu come offesa deliberata a Nostro Signore.
Anche perchè Dio, non esistendo, difficilmente può offendersi. Ma veniamo a noi. A me capita spesso di invocare l'Altissimo Onnipotente di cui non si butta via niente. Ancora una volta, come distinguere quando è bene e quando è male?
Si deve andare a buon senso, come sempre. Ad esempio, a me succede di nominare la Vergine Maria quando, alzandomi dalla scrivania, picchio il ginocchio contro lo spigolo del comodino. Ma in questo caso non è altro che un'ennesima esclamazione, se vogliamo colorita, ma certo desemantizzata al pari di quelle degli anziani al bar. Non intendo certo colpevolizzare la Vergine Maria del mio dolore, nè tanto meno affermare consciamente che Ella abbia fatto mercimonio del proprio corpo. Dunque non di offesa si tratta, ma di semplice interiezione che va contestualizzata. Comunque Papa Benedetto XVI si appresta a pubblicare un'enciclica che dovrebbe fare chiarezza sulla liceità o meno della bestemmia in determinate situazioni. Riserverà delle sorprese.
Non ci può anticipare nulla?
Per ora ho letto solo la parte introduttiva, quella in cui Sua Santità rasserena gli amanti focosi, affermando che bestemmiare la Madonna durante un orgasmo particolarmente intenso è in fondo un peccato veniale.
sabato 2 ottobre 2010
Cicciuzzo nel paese delle meraviglie
Nuovo colpo di scena per il pornoattore Cicciuzzo Sconciaforni: mentre inchieste e reportage cercano di fare luce sulla sua misteriosa scomparsa, Vanity Fair pubblica un'intervista inedita ed esclusiva in cui Cicciuzzo svela di voler lasciare il mondo del cinema per adulti, per cimentarsi con nuove pellicole rivolte al mondo dell'infanza.
"Vivo ancora sotto scorta per colpa delle minacce di Pinocchio. Questo brusco cambio di stile di vita e gli shock degli ultimi tempi mi hanno fatto riflettere molto. Sento la necessità di impegnarmi in nuove sfide che diano un senso alla mia carriera. Con Leonard Tittigialdi, il mio manager, stiamo preparando i soggetti di una dozzina di film che guardano al pubblico dei bambini e alle famiglie. Sapremo sorprendervi".
La prima pellicola ad uscire nelle sale, che Cicciuzzo sta finendo di girare in questi giorni, si intitolerà "Cicciuzzo nel paese delle meraviglie", rilettura libera e giocosa della favola di Lewis Carroll. Cicciuzzo interpreta un anziano vedovo che, sporgendosi per osservare gli operai al lavoro in un cantiere per il rifacimento delle fognature, precipita nel cratere e si ritrova, improvvisamente ringiovanito, in un mondo fantastico, popolato di personaggi incredibili. Qui vivrà mille incredibili avventure, tra dialoghi surreali e assaggi di funghi magici che fanno crescere a dismisura ben precise parti del corpo. Cicciuzzo dovrà raggiungere il castello della Vagina di Cuori, accompagnato dal Leprotto Bisessuale e dallo Scappellato Matto. Finale a sorpresa.
Il Moige ha già chiesto l'intervento dell'aviazione contro i cinema che dovessero proiettare la pellicola, ma Cicciuzzo, nell'intervista, si dice determinato ad andare avanti. "E' già in cantiere Penerentolo, la storia romantica di un misero prostituto di strada che si infratta ad una festa a castello assieme ad alcuni gigolò d'alto bordo, svelando che si può essere poveri nel portafoglio, ma ricchi nel borsello. Nemmeno il tempo di ottenere il vivo apprezzamento della principessa e degli altri convenuti, che Penerentolo dovrà scappare: "Entro mezzanotte debbo tornare da Leonard, il mio pappone, altrimenti mi sventra". Ma lei passerà i successivi 45 minuti di film a cercare il misterioso uomo, riconoscibile per un particolare ben preciso. Ne proverà diversi, fino a trovare quello giusto, quindi tenterà invano di convincere il pappone a liberare il suo amato. Troveranno un compromesso, convincendo Leonard a diventare produttore cinematografico e ad assumerli come attori in coppia fissa per pellicole erotiche estreme. So già che me lo chiederete, quindi vi rispondo: sì, ci sono riferimenti autobiografici, divertitevi a scoprirli".
Ma proprio il produttore di Cicciuzzo, Leonard Happiippo, commenta sdegnato e furente l'intervista pubblicata da Vanity Fair: "Trovo molto cinico tirare fuori dai cassetti una vecchia intervista solo per fare lo scoop, proprio mentre del mio più caro amico non si sa niente. La stampa libera dovrebbe cercare la verità, invece di riciclare le solite trame dei filmini porno di Cicciuzzo per riempire lo spazio in assenza di idee!"
"Vivo ancora sotto scorta per colpa delle minacce di Pinocchio. Questo brusco cambio di stile di vita e gli shock degli ultimi tempi mi hanno fatto riflettere molto. Sento la necessità di impegnarmi in nuove sfide che diano un senso alla mia carriera. Con Leonard Tittigialdi, il mio manager, stiamo preparando i soggetti di una dozzina di film che guardano al pubblico dei bambini e alle famiglie. Sapremo sorprendervi".
La prima pellicola ad uscire nelle sale, che Cicciuzzo sta finendo di girare in questi giorni, si intitolerà "Cicciuzzo nel paese delle meraviglie", rilettura libera e giocosa della favola di Lewis Carroll. Cicciuzzo interpreta un anziano vedovo che, sporgendosi per osservare gli operai al lavoro in un cantiere per il rifacimento delle fognature, precipita nel cratere e si ritrova, improvvisamente ringiovanito, in un mondo fantastico, popolato di personaggi incredibili. Qui vivrà mille incredibili avventure, tra dialoghi surreali e assaggi di funghi magici che fanno crescere a dismisura ben precise parti del corpo. Cicciuzzo dovrà raggiungere il castello della Vagina di Cuori, accompagnato dal Leprotto Bisessuale e dallo Scappellato Matto. Finale a sorpresa.
Il Moige ha già chiesto l'intervento dell'aviazione contro i cinema che dovessero proiettare la pellicola, ma Cicciuzzo, nell'intervista, si dice determinato ad andare avanti. "E' già in cantiere Penerentolo, la storia romantica di un misero prostituto di strada che si infratta ad una festa a castello assieme ad alcuni gigolò d'alto bordo, svelando che si può essere poveri nel portafoglio, ma ricchi nel borsello. Nemmeno il tempo di ottenere il vivo apprezzamento della principessa e degli altri convenuti, che Penerentolo dovrà scappare: "Entro mezzanotte debbo tornare da Leonard, il mio pappone, altrimenti mi sventra". Ma lei passerà i successivi 45 minuti di film a cercare il misterioso uomo, riconoscibile per un particolare ben preciso. Ne proverà diversi, fino a trovare quello giusto, quindi tenterà invano di convincere il pappone a liberare il suo amato. Troveranno un compromesso, convincendo Leonard a diventare produttore cinematografico e ad assumerli come attori in coppia fissa per pellicole erotiche estreme. So già che me lo chiederete, quindi vi rispondo: sì, ci sono riferimenti autobiografici, divertitevi a scoprirli".
Ma proprio il produttore di Cicciuzzo, Leonard Happiippo, commenta sdegnato e furente l'intervista pubblicata da Vanity Fair: "Trovo molto cinico tirare fuori dai cassetti una vecchia intervista solo per fare lo scoop, proprio mentre del mio più caro amico non si sa niente. La stampa libera dovrebbe cercare la verità, invece di riciclare le solite trame dei filmini porno di Cicciuzzo per riempire lo spazio in assenza di idee!"
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