domenica 7 dicembre 2008

Ecatombe! (Parte prima)

"Hai sentito? Riapre il Popsi". Gianmatteo Shakespeare mi accoglie così, mentre entro nel suo studio in una modesta palazzina di Villadose. "Vuoi dire il Maskò? Ma è in rovina da decenni!", ribatto. Lui ride, anzi sorride, o tutte e due le cose. "Qualcuno ha deciso di rimetterlo a nuovo, ribattezzandolo ancora Popsi come ai vecchi tempi - mi spiega - Io la trovo un'idea carina, il titolare dello Studio 16 un po' meno". Sorride, mentre mi lancia una copia della Voce di oggi, in cui è riportata la notizia. Si accende una Hb senza filtro di contrabbando, mentre mi osserva divertito leggere con aria esterrefatta quanto viene riportato dal cronista.
Il nuovo proprietario, tale Norberto Barnum, ha annunciato alla stampa che la riapertura della storica balera rodigina sarà un evento speciale: "Non le solite inaugurazioni con il buffet e la musica a palla e il presidente della Provincia che si agita sul cubo - dichiara nell'intervista - Bensì uno special event dedicato ad uno dei massimi protagonisti della cultura rodigina: Vianello Monello! Ho invitato tutti i cloni realizzati dai cinesi dopo la sua morte a festeggiare con musica a palla, ricco buffet e una partita di palla avvelenata contro la squadra dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. A tutti i partecipanti verrà regalato il bilancio del Consvipo". Riconnetto i fili del mio cervello, ricostruendo nell'arco di dodici secondi cosa sta per accadere. Gianmatteo è praticamente collassato in poltrona, ride e si arrotola i peli del pube con un dito. "Vuoi andarci? In fondo sei della famiglia", mi dice divertito. "Devo andarci, succederanno cose incredibili - rispondo - Ma prima facciamo il check settimanale sulle voci che mi parlano nella testa".
Esco dalla studio di Gianmatteo leggermente rasserenato. Sento che la tranilcipromina sta facendo effetto. Il sole sta calando dietro ai colli o forse è solo una mia impressione. O forse, come direbbe Eaclito, "è meglio nascondere la propria ignoranza".
Salgo in macchina. Accendo. Dò di acceleratore e si spegne. Cazzo. Ho solo mezz'ora per essere al Maskò, prima che accada l'inevitabile. Resto lì come un idiota. Provo a suonare da Gianmatteo ma non mi apre. Deve essere ancora in vasca da bagno. Cazzo. Inizio a fare l'autostop, ma nessuno si ferma. Quando ormai mi dò per vinto, una vecchia Mini rallenta sferragliando e si ferma: "Serve un passaggio?" A bordo c'è Gian Antonio Cibotto. "Maestro! - grido - E' una questione di vita o di morte! Mi accompagni fino al Maskò prima che succeda l'inevitabile". Cibotto mi sorride, mi fa cenno di allacciarmi la cintura, poi sgomma come Schumacher, percorrendo Villadose-Bosaro in quattro minuti e mezzo, interamente a cavallo della linea di mezzeria e fregandosene dello scintillare di flash degli autovelox. Arriviamo che ho le palpitazioni, mentre Cibotto si accende un sigaro e ride.

(continua)

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