"La mucca Giuditta? L'ho lasciata in un tempio lungo le rive del Gange, dove sarà nutrita, accudita e venerata come sacra per il resto della sua esistenza. Io ora parto in cerca di me stesso, più solo che mai".
Una lunga lettera è giunta dalle remote regioni dell'India fino a via Celio, direttamente nelle mani dell'assessore provinciale Guglielmo Brusco. A scriverla è niente meno che l'ex direttore generale dell'Ulss 18 Adriano Marcolongo, che annuncia di essere arrivato da tempo in Nepal, senza trovare più traccia dell'amato Guglielmo Brusco. Dalla missiva non si capisce bene se e come Marcolongo abbia intuito la verità: di certo si legge amarezza, scoramento e un grande bisogno di ritrovare il proprio equilibrio. Vicenda che certamente non spezzerà il cuore al perfido assessore provinciale, che proprio per sbarazzarsi dell'odiato nemico aveva ordito la trappola del finto viaggio a Kathmandu, arrivando ad allearsi con il compaesano Luca Bellotti pur di raggiungere i propri scopi. Ma certo la scomparsa della sua mucca preferita, Giuditta appunto, suona come un ultimo sgarbo da parte del direttore generale, che sembra intenzionato a non fare più ritorno il quel Polesine che tanto lo ha maltrattato. "Vi annuncio che mi sono convertito all'induismo. Lascio dunque a mio fratello Orazio A. Marcolongo la direzione dell'Ulss 18. Io non ho più tempo per dedicarmi a queste troiate: troppi segnali indicano che è prossimo l'arrivo di Kalki, l'avatar dal cavallo bianco che segnerà la fine del Kali Yuga. Con la mia moto viaggerò in cerca di queste tracce, vivendo di ciò che la natura e la bontà degli uomini saprà offrirmi. Pace a te fratello".
Brusco ha rivelato parte dei contenuti della lettera in una conferenza stampa, in cui ha attaccato di nuovo Marcolongo per il ratto di Giuditta e criticato duramente la scelta di affidare la successione alla dirigenza per via familiare: "manco fossimo alla corte del re di Francia", ha commentato sarcastico.
Dal canto suo, Orazio A. Marcolongo ha annunciato di volere dare da subito un segno di continuità con le scelte del suo predecessore: "Cambierò il mio nome in Adriano O. Marcolongo, come mio fratello - commenta alla stampa - E per prima cosa porterò a termine i suoi progetti. Infine, giusto per chiarire che tutto è tornato prima, replico a Brusco: sei un baffone brontolone, un cretinetti incompetente che di Sanità non sa una sega. Pensa a fare il tuo lavoro, qualunque sia, e soprattutto smettila di presentarti in giro con quelle camice da boscaiolo davvero di dubbio gusto".
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