"Johnny Colasberna è al servizio del governo cinese: utilizzando la tecnologia per viaggiare nel tempo, intende alterare la Storia per favorire l'ascesa di un Celeste Impero planetario entro la metà del ventunesimo secolo. Per fare ciò ha inviato indietro nel tempo alcuni dei cloni di Vianello Monello, disposti a tutto pur di scampare alla sanguinosa caccia da parte di Celio Rodigino".
La verità sul tradimento di Johnny Colasberna arriva niente meno che dal celebre intellettuale di Oca Marina, Gelmino Barozzi (nella foto), già assurto agli onori delle cronache per avere dipanato complessi problemi spaziotemporale all'epoca in cui le prime macchine del tempo iniziarono a comparire in Polesine, per salvare Antonello Contiero e Augusta Taurinense dispersi nell'Algeria del 1962. Da allora molte cose sono cambiate: persino i fratelli Colasberna, da sempre affiatati complici in piccole e grandi imprese, ora viaggiano in direzioni antitetiche. Maicol, alleato di Celio Rodigino nell'opera di sterminio dei 500 cloni di Vianello Monello messi in circolazione dai cinesi per favorire i propri interessi geostrategici. Johnny, alleato del nemico giallo per favorire la fuga tra le pieghe del tempo dei cloni scampati al massacro del Maskò. Gelmino Barozzi sostiene di avere intuito le scelte di Johnny non grazie a potenti contatti all'interno dell'intelligence nemica, bensì attraverso semplici processi deduttivi: "Non stavo nemmeno pensando a questa strana vicenda - spiega - Tuttavia l'altra mattina a colazione, svitata la moka mi sono accorto che aveva fatto la muffa. Questo ha attivato una serie di associazioni mentali troppo numerose da elencare, finchè non ho avuto davanti a me il quadro completo. Ora so che numerosi cloni di Vianello Monello si trovano nel passato e operano per alterare la storia in direzione filocinese. Basterà dare un'occhiata ai libri di storia per averne la certezza".
Ed in effetti, premurandosi di verificare, gli agenti dei servizi segreti provinciali hanno sequestrato numerose copie di libri di storia in vari istituti polesani, tra le grida festanti degli alunni. Per ora le conclusioni delle indagini sono top secret, ma nei corridoi si mormora che uno dei cloni di Vianello Monello sarebbe già stato individuato nell'anno 1486, nelle vesti di giullare della corte di Ferdinando II d'Aragona. Documenti dell'epoca sostengono che fu questo figuro oscuro a fare bocciare più e più volte la richiesta di patrocinio da parte del navigatore genovese Cristoforo Colombo da parte dei reali castigliani, prima che il vescovo Gerlandini ci mettesse una pezza. Nell'ultimo decennio del XV secolo pare appurato che il clone di Vianello Monello tenesse una lettura settimanale davanti al proprio sovrano, in cui dileggiava Colombo e la sua impresa. Di certo il tentativo di alterare il continuum spaziotempo sembra fallito, anche se non è chiaro come il clone di Vianello Monello pensasse di agire. Una nota di apprezzamento è giunta tuttavia da alcune tribù Oglagla e Dakota, che hanno intitolato un casinò a Vianello Monello per il "lodevole tentativo di impedire la conquista europea del continente americano".
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