"L'aria fritta è disponibile in quantità virtualmente infinite e può essere prodotta senza alcun limite a seconda delle necessità - spiega la dottoressa Garayeva - Convogliata in apposite serpentine, attraverso un processo che non sto nemmeno a spiegarvi da quanto è elementare, può essere utilizzata per muovere specifiche turbine a condensazione con elevata efficienza isoentropica, con tutte le conseguenze che potete immaginare. L'università della Tecnica di Baku sta svolgendo da anni ricerche sull'utilizzo di aria fritta, al punto che le macchine oggi disponibili consentono le migliori prestazioni in termini di salto entalpico e condensazione". Insomma, una forma di energia dalle incredibili prospettive, che potrebbe portare grandi benefici al Polesine, se applicata correttamente.
Il potenziale è alto: "La produzione di aria fritta in provincia di Rovigo non conosce trend negativi da decenni - continua la scienziata - Ed è davvero spiacevole pensare come fino ad ora sia stata follemente dispersa nell'atmosfera. Secondo calcoli elaborati dai colleghi della capitale, sarebbero bastati due degli innumerevoli interventi sul tema della riconversione a carbone per fornire combustibile sufficiente a garantire due mesi di efficienza. In Polesine la disponibilità è doppia perchè, oltre a organizzare convegni (una delle principali fonti di aria fritta disponibili), vengono convocate conferenze stampa per presentarli, con la partecipazione degli stessi oratori. La produzione decuplica durante i saluti delle autorità e gli interventi del pubblico, nella fase delle domande al relatore, in cui in genere numerosi partecipanti si esibiscono in monologhi esistenziali privi di qualsiasi implicazione interrogativa". Una risorsa illimitata, dunque? "Certo, perchè lo stesso processo di produzione si basa su prassi consolidate, che vanno semmai rafforzate. Un esempio: la posizione ambigua della provincia sul carbone verrebbe superata se l'assessore all'Ambiente Giancarlo Chinaglia si rendesse conto che, più che con i pannelli solari, il suo ente può fornire energia pulita mettendo a disposizione di Enel l'aria fritta prodotta durante giunte, consigli, conferenze stampa e convegni marchiati Palazzo Celio. Durante l'emergenza estiva basterebbe chiedere agli assessori di dirottare un paio di conferenze stampa extra direttamente alle turbine di Polesine Camerini: sarebbe sufficiente che il presidente della Provincia, ad esempio, portasse il proprio saluto ad un paio di tavole rotonde, per dare luce per un anno a una cittadina di medie dimensioni".
Ma allora perchè ancora non si riesce a fare passare simili proposte? "Enel è schiava della lobby dell'olio di cocco - dice amareggiata la Garayeva - Questo potente gruppo di pressione delle isole di Samoa vede nell'aria fritta un potenziale concorrente al combustibile a basso costo da loro brevettato (l'olio di palma da cocco, appunto), che sono pronti a lanciare sul mercato mondiale con esiti rivoluzionari. Sono loro, non le lobby del petrolio, a impedire lo sviluppo di fonti alternative ai combustibili fossili, costringendo il progredito mondo occidentale a ripiegare continuamente su tecnologie antelucane come il motore a scoppio e le turbine elettriche alimentate a carbone. Noi ricercatori azeri siamo costantemente minacciati dai pericolosi gangster di Apia che cercano di far naufragare i nostri progetti di ricerca. Finora non ce l'hanno fatta, ma siamo molto preoccuapti per il futuro".
In alto, il progetto elaborato dagli scienziati azeri
1 commento:
DANNO A CAPODANNO
Una nuova avventura del Marangazzo
Ci aveva già provato altre volte.
Una volta addirittura vestito da frate carboniano scalzo con le infradito deambulava sotto la Regione a Venezia intimando: "convertitevi alla riconversione! Modificate il vostro atteggiamento verso il carbone e l'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po!".
Ma aveva sempre ottenuto scarso successo.
Ripulito e vestito a nuovo per le feste natalizie Il Marangazzo, in duplice copia bipartisan, si aggirava nei corridoi dei palazzi della Regione Veneto a caccia di vittime.
Anni d'esperienza tra molti politici microcefali polesani gli consentivano di catturare l'interesse dei defosforati cerebri consiliari.
Non tanto l'elogio stereotipato del carbone "pulito", quanto l'ossessivo mantra "schei, schei, schei...", aveva buon gioco nel suscitare commozione e palpitazioni nella zona soprastante il muscolo cardiaco, quella solitamente del portafoglio, dei fieri rappresentanti del popolo veneto.
C'è da dire che anche chi il portafoglio lo teneva nella tasca posteriore dei pantaloni provava un pizzicorio stimolante e invitante ai glutei.
La stragrande maggioranza viene così illuminata sulla VIA del carbone Enel.
Tutti o quasi favorevoli alla mozione pro carbone proposta anche se il Doge Galan se ne "stracatafotte", come direbbe Camilleri, del Consiglio Regionale.
Al paio di sfigatissimi che tentano di opporsi viene imposto il silenzio al grido: "non si interrompe così una mozione!".
Ogni forza politica motiva la propria scelta con orgoglio.
Il PDL afferma, in un afflato di bontà natalizia, che "dove c'è scheo, c'è casa".
Il PD dice che l'ha fatto per far vedere, ove non bastassero gli scandali per corruzione che l'hanno cionvolto recentemente in varie parti d'Italia, che anche lui come il PDL ha la giusta levatura morale per governare.
I centristi hanno affermato che la moderazione che li contraddistingue non poteva che portarli verso una decisione condivisa: l'importante è condividere il malloppo, sempre!
Originale la motivazione dei leghisti che hanno ribadito il loro slogan: "paroni in casa nostra? Va ben tuti, basta che i paga. E po l'è ora che a riva la modernità del carbon anche in te l'ESTUARIO del fiume sacro ala Padania!".
Il Marangazzo ha salutato il successo con un peto al carbone che ha tramortito i presenti e inquinato la laguna veneziana quanto dieci anni di attività di Porto Marghera ed è scivolato via per tornare agli amati canneti polesani a diffondere la gioiosa notizia tra i suoi fedeli adepti che attendevano trepidanti chi preparando progetti di cementificazione, chi pensando a come liberare definitivamente da tutta sta inutile natura il Polesine, chi, Maurizio Ferro da Portolle, pettinando la chioma fluente e cercando di fare altrettanto, ma senza risultati, col sindaco Finotti.
C'è di che essere felici nelle paludi del Delta per questo pronunciamento del Consiglio Regionale in favore del carbone.
Una decisione storica che fa il paio con quella contro il rigassificatore che lo stesso Consiglio prese quattro anni fa e che infatti non è mai arrivato da queste parti.
La simpatica congrega Regionale deve pur fare qualcosa per passare il tempo in attesa che Galan decida lui per tutti come sempre.
Ma intanto è felicità!
AUGURI Marangazzo!
di Vanni Destro
da ambientepolesine.blog-attivo.com
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