sabato 31 ottobre 2009

Kamikazzo!

La morte di Cicciuzzo Sconciaforni durante le riprese di “Cum togheter” è stata frutto di una manovra dei servizi segreti, per bloccare un progetto ben più ambizioso. Cicciuzzo, infatti, stava lavorando in parallelo alla sceneggiatura di “Kamikazzo”, il primo film auto-snuff della storia del cinema che si sarebbe concluso con l’esplosione vera dell’attore in un bordello di Algeri, dove l’artista si sarebbe introdotto fingendosi un militante del Fronte di salvezza islamica (Fis).
Insomma, sarebbero stati ambienti deviati dell’intelligence dei governi occidentali a istigare Icaro Trabbona a sostituire l’arma a salve con un’arma vera. “Avevo avuto sentore del tutto e avevo provato ad avvertirlo – spiega Leonard Pasticaldi, partner professionale e sessuale di Cicciuzzo – ma lui ci rideva su e azzardava l’ipotesi di tirare su un lungometraggio intitolato “Servizietti segreti”, ambientato nel mondo degli 007”.
Ma perché Pustofaldi ha deciso di venire allo scoperto solo ora? “Perché il vostro stimato blog mi ha dato una somma necessaria a pagare i debiti di gioco degli ultimi dodici anni. Il timore era che Cicciuzzo, essendo un modello di riferimento per tanti giovani, potesse istigarli a compiere atti sconsiderati sessualmente e balisticamente. Attento come sempre al marketing, aveva già preparato una serie di magliette commestibili da orgia registrando il brand “Le troie gemelle di Manhattan”. Forse ha voluto osare troppo, traviato dalla facilità con cui passava dalla vita alla morte”.
Ma ci sono altre inquietanti ipotesi. Trabbona sarebbe stato raggiunto nel pastificio Borgatti’s, che frequentava per recuperare quel cibo italiano che tanto gli ricordava la natia Campiglia Marittima, da Arcadio Fulcanelli (nella foto), discendente dell’alchimista e agente segreto interinale, frequentatore di inafferrabili primule rosse dello spionaggio, quali Igor Marini e Mario Scaramella, tanto per dirne due. Costui lo avrebbe convinto a sostituire la pistola a salve di Cicciuzzo, spiegandogli che il sangue e il lardo si sarebbero trasformati in oro al contatto con le speciali pallottole contenute nel revolver. “Per questa ragione Cicciuzzo riconoscente cagherà ogni giorno pepite per te”.
Ma è il politologo Edward Luttwak a dare con ogni probabilità la corretta lettura: “Si voleva tagliare l’erba sotto i piedi all’integralismo islamico, frenando il progetto di Kamikazzo che avrebbe spinto tanti giovani a immolarsi per seguire l’esempio del loro eroe. Ma questo, invece, ha dato la stura alla religione cicciuzziana, fenomeno ben più preoccupante, se si considera che questi ciccioni deficienti sognano di subire la sorte del loro Dio, cioè morire, decomporsi e dare vita con la propria materia ad una fusione nucleare per creare una stella”.

venerdì 30 ottobre 2009

Happy end, anzi Gay End

Antenore e Cicciuzzo Monello si amano e hanno deciso di trascorrere assieme il resto della loro vita, lasciandosi alle spalle le sofferenze che hanno accompagnato la loro nascita.
Lo hanno annunciato ieri alla madre di Antenore, la pornodiva Gesualda Laputtana, e all'autore di questo blog, nella cui residenza privata sono ospiti dopo la fuga dal Polesine. Sia Antenore che Cicciuzzo Monello, come ricorderete, sono frutto di manipolazioni: il primo, fatto nascere a forza su ordine di Scienza & Vita, per impedire alla madre di abortirlo, dopo aver scoperto che il padre, anzichè essere il compagno Vianello Monello, era Cicciuzzo Sconciaforni, che tra l'altro era suo fratello; il secondo, un clone malriuscito di Vianello Monello, che a causa della promisquità di Gesualda di cui sopra, è risultato essere un ibrido in cui parte del Dna è in realtà quello di Cicciuzzo Sconciaforni. Entrambi portati all'età di vent'anni grazie ad un acceleratore metabolico, ora vogliono rifarsi una vita.
Si sposeranno in Repubblica Zenana, il piccolo stato indipendente fondato da Ernesto Zen nei pressi di Baricetta (il primo al mondo a dichiarare guerra alla Padania), in cui da tempo sono autorizzati i matrimoni e i patti di convivenza tra persone dello stesso sesso. Il presidente Zen ha accettato di celebrare personalmente la cerimonia, a cui parteciperà in veste di padrino Monello Vianello (da sempre sostenitore della causa gay e di tutte le cause che infastidiscono il clero) e Gesualda Laputtana, oltre a numerosi amici, tra cui gli ex candidati a consiglieri provinciali, Nat Goldman e Jeff Savage, da tempo uniti in una relazione omosessuale che ha destato scandalo politico, in quanto i due correvano per fazioni avverse (potenza dell'amore!). I neo sposi lasceranno poi la Repubblica Zenana per un lungo viaggio di nozze in Giamaica.
La vicenda stranamente non ha suscitato grande scandalo: "Francamente è ormai impossibile capirci qualcosa, facciano quel cazzo che vogliono", commenta a bruciapelo il B.V. Paolino. Il parroco di Bosaro non ha commentato direttamente la storia, ma si è limitato a pubblicare sul bollettino parrocchiale un articolo tratto dalla rivista conservatrice "La crociata", in cui si rammentano ai sodomiti le orrende pene a cui verranno sottoposti quando bruceranno all'Inferno.

giovedì 29 ottobre 2009

Zot e la propaganda antileghista

Quel maramaldo di ZOT ha usato queste immagini per dimostrare che, se è vero che il consigliere provinciale Beppe Traniello Gradassi è un villanzone, la Lega Nord non sarebbe da meno quanto a trivialità. Ebbene, cari lettori, per una volta lasciate che noi si prenda le difese del Carroccio, sempre al centro di critiche fondate su stereotipi e luoghi comuni. Queste immagini sono state usate per anni per distorcere la realtà. E' ora di mettere delle didascalie una volta per tutte! In senso orario:

IMMAGINE 1) Borghezio stava facendo stretching e ha avuto un dolorosissimo stiramento del bicipite brachiale.
IMMAGINE 2) Bossi sta raccontando quanto grosso era lo sfilatino che s'è mangiato prima di salire sul palco e di come gli sia rimasto sullo stomaco.
IMMAGINE 3) Bossi è appena uscito dall'estetista, ma non è convinto che la manicure sia stata svolta con cura, per cui si guarda l'unghia in controluce.
IMMAGINE 4) Bossi si è talmente infervorato nel pensare alla Padania, che gli è presa un'improvvisa caldana, stile menopausa, e si sta tirando su le maniche.

ERRATA CORRIGE: taluni sostengono che nell'immagine 4) Umberto Bossi starebbe salutando la squadra degli All Blacks eseguendo una Haka Ka Mate al Velodrome di Marsiglia.

Lettera di Monello Vianello ai polesani


Cari tutti voi,
ieri sera la mia villa è stata teatro del quarto gruppo di lavoro sul caso Moro, un ciclo di riunioni che ho avviato assieme ad alcuni amici intellettuali, al fine di fare luce su uno degli episodi più controversi della storia repubblicana. Eravamo a cottura: Gelmino Barozzi, scienziato di Oca Marina in odore di Nobel, aveva passato l'ultima settimana a fare calcoli matematici per stimare l'entità di un ipotetico riscatto per il leader della Dc. Assieme ad un amico assicuratore aveva creato un algoritmo per valutare quale potesse essere l'eventuale richiesta del rapitore, utilizzando un database di 3.200 casi di rapimento e inserendo come parametri lo status sociale e l'importanza pubblica del rapito, le possibilità di spesa della controparte, la pericolosità dei rapitori. Alla fine Gelmino è arrivato sventolando un foglietto di carta con su scritto: quattro milioni di euro. Una cifra spropositata, certo, ma non per una figura illustre quale, appunto, il rapito.
Augusta Taurinense, moglie del disperso Celio Rodigino, ci ha confermato, dopo un recente viaggio nel tempo, che all'epoca le trattative per un riscatto ci furono, eccome. E sebbene si vociferi che un intervento dei servizi segreti americani abbia fatto fallire tutto, la signora Taurinense riteneva che si trattasse della solita tesi farlocca. Del resto, in Italia, quando non si sa chi accusare, si accusano gli Stati Uniti, con virulento antiamericanismo, come accaduto per la tragedia del Cermis. Eravamo dunque arrivati a una sconcertante conclusione: le Brigate Rosse avevano chiesto davvero quattro milioni di euro per liberare Moro, ma il governo non pagò. Non perchè prevalse la linea dura, ma perchè, come spiegò disperato il ministro dell'Interno, Francesco Cossiga, l'euro non sarebbe entrato in circolazione prima di ventiquattro anni. Un paradosso o una presa in giro delle Br alle istituzioni?
Stavamo per dipanare questo enigma, quando il rumore del campanello ci ha interrotto. Alzatomi e recatomi al portone, mi sono trovato davanti due giovani sconosciuti, accompagnati da una donna a me familiare. Senza farla lunga, erano Antenore, Cicciuzzo Monello e Gesualda Laputtana. "Il Polesine ormai ci disprezza, ospitaci nella tua villa", mi dissero. Dopo tanta strada per raggiungermi avrei forse potuto mandarli via? In teoria sì, perchè sono un figlio di cane. Ma come non commuoversi di fronte alle richieste di figlio di un incesto fatto nascere a forza, un clone malriuscito e una pornodiva in disarmo?
Ebbene, cari polesani, questa famiglia in cerca di un futuro vivrà con me, nella mia tenuta in Calabria, dove spero trovino un po' di serenità. Ma non pensiate che sia la fine della vicenda. Mentre in Polesine tutti resta fermo, grandi eventi stanno per accadere anche qui a Laureana di Borrello, come in repubblica Zenana, a due passi da voi. Vi terrò aggiornati.

mercoledì 28 ottobre 2009

Vogliono uccidere Bossi!

Giuseppe Traniello Gradassi è l'ispiratore di un complotto per uccidere il leader della Lega Nord, Umberto Bossi.
Lo svelano i vertici del Carroccio polesano, assistiti dall'esperto di comunicazione M. B. (che ha scelto di occultare il proprio nome per non rovinare la propria copertura), che ha intercettato su Facebook le deliranti farneticazioni dell'esponente del Pd, che paragona il partito avversario a un escremento e sostiene che un eventuale decesso del suo capo lo distruggerebbe. Difficile capire dove siano le minacce di morte per l'occhio poco allenato, ma M.B., esperto di antiterrorismo e decrittatore dei messaggi di Ayman al-Zawahri, svela la verità: "E' una frase in codice, che nasconde indicazioni per attuare un terribile piano terroristico. Il consigliere Traniello Gradassi ne è il promotore e il coordinatore, ma dietro potrebbero esserci decine e decine di islamici pronti a immolarsi. E' l'ennesima prova che gli islamici ci odiano. E ci odiano perchè noi li chiamiamo merde e gli impediamo di costruire le moschee a casa nostra. E più loro ci odiano, più continueremo a chiamarli merde e a portare i maiali a pisciare sui terreni delle moschee. Perchè noi siamo nel giusto".
Secondo la mente della Lega polesana, Antonello Contiero, l'estremista Giuseppe Traniello Gradassi intende dirottare un boeing carico di fusti di rifiuti tossici sul raduno annuale di Pontida, facendolo esplodere al suolo durante il comizio di Bossi, uccidendo migliaia, se non milioni, di militanti. Tutto questo per vendicare i baristi veneziani picchiati da quattro leghisti poche settimane fa. Gli attentatori avrebbero già lasciato Pincara a bordo di motociclette scassate degli anni Settanta, dirigendosi alla volta di Malpensa, dove ruberanno l'aereo. "Dopo la disfatta di Tora Bora, terroristi e talebani hanno trasferito armi e bagagli nelle grotte di Pincara e da lì pianificano attentati sanguinari contro il nostro partito moderato ed educato. Ma noi gli spaccheremo il culo e li cacceremo con una scarica di pedate nelle balle a casa loro, quelle palandrane del cazzo", conclude Contiero, che chiede l'intervento dell'esercito e dell'aviazione. Il mullah Omar, dal suo rifugio segreto in Antartide, ha smentito di conoscere Traniello Gradassi e collaborare con lui ad attentati contro politici italiani.

La verità su Gesualda e Cicciuzzo

"Ora confesso tutto e spero che nostra figlia ci perdoni e torni da noi". Si confessa in un'intervista al Gazzettino, il signor Gabriello Laputtana, padre della pornodiva Gesualda, fuggita in località misteriosa assieme al figlio Antenore e al clone ibrido Cicciuzzo Monello, entrambi portati all'età adulta con un acceleratore metabolico.
"Gesualda, come quei due poveri ragazzi, è vittima di un destino crudele. Ma credetemi se vi dico che non volevamo che andasse a finire così", dice il padre, che conferma quanto ormai si sapeva: lei e Cicciuzzo Sconciaforni sono fratelli. Un fatto che ha generato parecchi problemi, visto che proprio Cicciuzzo ha messo incinta Gesualda sul set di un film porno. "Adesso che avete riepilogato tutto 'sto can can, posso parlare? - attacca Gabriello - Le cose sono andate così: quando verso la fine del 1980 abbiamo saputo che Alduina, mia moglie, era incinta, Cicciuzzo, che in realtà avevamo battezzato Clicerio, aveva nemmeno due anni. Subito ci rendemmo conto che non potevamo permetterci di mantenerli entrambi, anche perchè Clicerio, cioè Cicciuzzo, già mangiava come un tirannosauro. Di abortire non se ne parlava: entrambi siamo cattolici e andiamo ogni anno in pellegrinaggio al santuario di Santa Maria di Collemaggio. Abbiamo quindi deciso di tenere la piccola Gesualda e di vendere Cicciuzzo ad un'asta clandestina, organizzata da un'associazione di coppie sterili, che non riuscivano ad accedere alle normali adozioni".
Alla fine Clicerio, con il nuovo nome di Cicciuzzo, è stato adottato una coppia di Castelletto di Branduzzo, in provincia di Pavia, l'allevatore di vacche chianine Doloride Sconciaforni e sua moglie Lavinia Lamertini d'Arbaud de Porchères, discendente del famoso poeta del diciassettesimo secolo (li vedete nella foto). "Non è incredibile come, pur crescendo separati, Clicerio e la nostra Gesualda abbiano finito non solo per fare lo stesso mestiere, ma adirittura per condividere una parte importante della loro esistenza?", commenta tra le lacrime Gabriello Laputtana, stringendo a sè la moglie.
Ora i genitori lanciano un disperato appello: "Gesualda, torna da noi. Ormai non possiamo più fare nulla per quel panzone di Cicciuzzo, ma non vogliamo che tu perda la tua felicità per un piccolissimo incidente di percorso. Siamo disposti a liberare il sottotetto, per ospitare in un comodo letto a castello anche tuo figlio Antenore e quel coso chiamato Cicciuzzo Monello. Ma ti prego, non abbandonarci! Sei il bastone della nostra vecchiaia, al limite manda un bonifico!"

martedì 27 ottobre 2009

Chi semina vento...


Beppe Traniello Gradassi al centro di una polemica su Facebook per la frase: "la lega è una merda che la morte del capo laverà via come un acquazzone primaverile quando pulisce le strade". La Lega, partito che si caratterizza da sempre per i toni sobri e misurati, si indigna di fronte a tanta virulenza. Da chi avrà mai imparato un simile linguaggio il signor Gradassi? Non certo dai compagni del partito di Veltroni. E allora da chi?

Ipotesi A: Mario Borghezio
- "Vogliono l'8 per mille? Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo con la legge Bossi-Fini".
- "A Verona la Lega è stata troppo tenera con Papalia. Appena inciampa per la strada, qualcuno dovrà rifilargli una bella scarica di calci nel culo".
- "Non bisogna aver paura di rischiare: bisogna fare i nomi perché devono essere scolpiti i nomi di, di queste facce di merda".

Ipotesi B: Roberto Calderoli
- "La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni..."
- "Pacs e porcherie varie hanno come base l'arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni..."
- "una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi, ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici, comunisti".
- "Non sopporto che, per difendere i loro diritti, gli omosessuali vadano in piazza conciati da checche".
- "Dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi, dai..."
- "Andremo a Bruxelles noi padani, porteremo un po' di saggezza della croce a quel popolo di pedofili"

Giallo all'ospedale di Adria

Il piccolo Antenore, figlio della pornostar Gesualda Laputtana, è scomparso nella notte dall'ospedale del capoluogo etrusco. Ne danno notizia i carabinieri adriesi, che sono arrivati alla mattina, assieme al Ris di Parma, chiamati dal direttore generale dell'Ulss 19, Giuseppe Dal Ben.
La tecnologica nursery che ospitava Antenore è stata violata nella notte, mentre l'infermiere di guardia era in bagno, colto da un improvviso attacco di colera (forse provocatogli dai rapitori stessi, ma su questo si indaga). "Non è un semplice rapimento, tutto si è svolto in maniera anomala e ciò ci induce a formulare ipotesi precise sull'autore del gesto", dichiara l'ispettore Coliandro, uscito da un telefilm per indagare a fianco dei militi dell'Arma. Fonti non ufficiali rivelano che il misterioso effrattore si sarebbe introdotto nell'ospedale passando dalla porta sul retro. Dopo avere aperto la porta della sala in cui era tenuto Antenore, non si sarebbe limitato a portarlo via, ma avrebbe manomesso l'acceleratore metabolico, che veniva usato per consentire al neonato prematuro di raggiungere l'età di un neonato normale. "Ha spostato la rotellina sul livello massimo - spiega l'inventore della macchina, dott. Gaio Barfowskji - Questo significa che potrebbe intenzionalmente avere fatto crescere Antenore fino a diciotto o venti anni".
Dopo essersi arrovellati in ipotesi e ricostruzioni, gli esperti del Ris hanno trovato una lettera sul tavolo della reception: "Carissimi, porto via questo mio sfortunato simile, per sottrarre entrambi a un destino infelice. Ho azionato l'acceleratore metabolico ed ora Antenore, così come è avvenuto per me, è un baldo ventenne, pronto per affrontare la vita a testa alta. Fuggiremo insieme, lontano dal Polesine che non ci vuole, dalla famiglia di Vianello Monello che ci disprezza, dalle tombe dei nostri genitori, che ci ricordano quali turpi macchinazioni hanno fatto sì che venissimo al mondo". La lettera è firmata da Cicciuzzo Monello. Immediatamente le forze dell'ordine si sono precipitate a casa di Gesualda Laputtana, madre di Antenore, per interrogarla. Ma della donna è stato trovato solo un ultimo messaggio: "Fuggo coi miei figli".

lunedì 26 ottobre 2009

Allarme comunisti


Ho ricevuto questa e-mail pochi giorni fa. Mano a mano che mi addentravo nei contenuti di quanto mi scrive l'autore, il sudore ha iniziato a scorrere copioso dalle mie tempie e la mia testa ad affollarsi di balloon con punti interrogativi. Ecco quanto mi scrive il signor A. nella lettera:

Caro Monello
volevo chiedere il tuo aiuto, tu conosci tutti, affinchè vengano avvertiti l'ex sindaco Avezzù e Giuliano Marzolla della destra, che alla decima edizione della mostra del libro e dell'editoria di Porto Viro è stata invitata e parlerà il giorno dell'apertura Margherita Hack, che fa il paio con tutti quei comunisti che a detta loro hanno parlato a Rovigo per la Fiera delle Parole.
E bisognerà avvertire il sindaco di Porto Viro, Geremia riporto Gennari, e tutti quelli che hanno collaborato per l'organizzazione della manifestazione deltizia che i due sopra citati li redarguiranno.
Ecco l'elenco di chi ha contribuito alla venuta della Hack nel delta: Ente Parco, Adriatic lng, Regione Veneto, Provincia di Rovigo, Università del Caffè di Trieste, Guido Berlucchi spa, Il Patio, Casa di Cura Madonna della Salute, Associazioni: Camminare Insieme, Cuore di Carta, Gruppo Astrofili, Umana Avventura, Genitori in Cammino.
Cordiali saluti.

Com'è possibile che una sana amministrazione di centrodestra (di un comune già noto per provvedimenti rigorosi, quale la chiusura di una ciclabile per consentire ai cacciatori di sparare nell'area senza colpire i ciclisti), abbia consentito che arrivasse in città la nota scienziata atea e bolscevica? E' forse l'ennesimo scherzo del Barzellettiere Demoniaco? O forse siamo di fronte a un complotto? C'entrano di nuovo le oscure manovre dei rettiliani per dominare il Delta del Po?

Cicciuzzo Monello torna in Italia

Il clone ibrido Cicciuzzo Monello ha lasciatodue giorni fa il laboratorio uiguro in cui era venuto alla luce, giusto in tempo per sfuggire a un intervento dell'esercito cinese, che ha raso al suolo con bombe al napalm la struttura.
"Sì, li ho chiamati io - ci confessa candidamente al telefono, da una località del Minnesota in cui è espatriato in incognito - Mi volevo vendicare e credo di averne tutte le ragioni. Hanno fatto un gran pasticcio a mescolare le cellule di Vianello Monello con quelle di Cicciuzzo Sconciaforni e alla fine volevano farla pagare a me, abbandonandomi al mio destino. Non pensi di farla franca nemmeno la Fondazione Vianello Monello, che ha preteso un risarcimento solo perchè non sono il clone fedele del loro beniamino: c'è Dna di Vianello Monello in me, almeno quanto ce n'è in suo cugino Ornello o in suo nipote Tornello. Il fatto che sia stato mescolato a quello di Cicciuzzo non è sufficiente a escludermi dalla famiglia".
I familiari di Vianello Monello hanno promesso che lo accoglieranno a fucilate non appena si presenterà davanti alla magione di famiglia. Ma Cicciuzzo Monello è risoluto: "Non ho niente da perdere - tuona - Sono un figlio di nessuno, nato in provetta. E gli individui da cui proviene il mio materiale genetico sono entrambi morti, perdipiù erano due uomini, perdipiù due pornodivi, perdipiù si odiavano tra di loro. Francamente, avverto l'esigenza di avere una famiglia normale. Altrimenti venga pure la morte a strapparmi a questa esistenza priva di significato". Cicciuzzo Monello si fermerà prima all'ospedale di Adria, dove intende incontrare Antenore, il bambino che la pornodiva Gesualda Laputtana credeva di avere concepito con Vianello Monello, ma in realtà era frutto di un amplesso con Cicciuzzo Sconciaforni, che recentemente tra l'altro si è scoperto essere fratello di Gesualda. "Anche questo poverino, fatto nascere a forza contro la decisione materna di abortire, viene al mondo già con un destino travagliato - dice Cicciuzzo Monello -. Per me è in qualche modo un fratello minore. Chiederò di poter diventare il suo padrino".

domenica 25 ottobre 2009

La parola ai lettori


Gentile signore, le sottopongo un quesito sperando che lei sappia aiutarmi, perchè sono una madre disperata. Mio figlio Silvio ha appena compiuto quindici anni. Una volta era un ragazzo tanto perbene, pulito, ordinato e studioso. Insomma uno con la testa sulle spalle. Da qualche mese è cambiato: intanto non esce più con i suoi amici di una volta e non va in giro in motorino a farsi vedere dalle ragazze o in sala giochi. Adesso si chiude in camera sua e legge. Ci ha fatto spendere un sacco di soldi in libreria e ci ha urlato dietro che siamo degli ignoranti perchè in casa avevamo sì e no le vecchie selezioni del Reader's Digest di mio padre. Mio marito è rimasto sconvolto. Io ho paura che mio figlio cresca emarginato. Ho scoperto che usa la mancia che gli diamo ogni settimana per comprarsi i quotidiani e non le dico che giornali (tipo Il Manifesto), perchè mi viene da farmi il segno della croce. Il venerdì sera andava al pub con gli amici, adesso va alle conferenze. Sembra drogato. Fa dei discorsi che non stanno nè in cielo, nè in terra. L'altra sera ci ha fatto spegnere la televisione mentre guardavamo il Tg 1, dicendo che non ne poteva più. E poi ha litigato con mio marito, dicendogli che era un rincoglionito, che si beveva tutte le "cazz..." (ci siamo capiti) del "Tg di regime". Mio marito ha alzato gli occhi al cielo, dicendo: "Oddio, mio figlio è del Pd" e lui gli ha riso dietro e gli ha detto che per lui quelli del Pd sono pari pari al nostro premier, che si sono messi d'accordo per distruggere il futuro alla sua generazione. Allora mio marito l'ha mandato in camera sua per punizione.
Io non so più che fare. La vicina mi dice che è meglio se chiamiamo l'esorcista, mio marito è invecchiato di venti anni in un colpo. Mi è rimasta solo mia figlia sana, che è pure andata al Family Day e va a fare il fioretto (le allego una foto). Ma quando cerca di parlare con il fratello, viene sommersa di bestemmie orribili. Sono disperata! Cosa possiamo fare?


Ivana F. di Corbola

Gentile Ivana,
lo sapeva che la merda ha un odore differente a seconda dell'individuo che la produce? C'era un tizio, un moldavo di settant'anni con cui mi ubriacavo sul viale della stazione anni fa, che sosteneva di riuscire a riconoscere le persone annusando la loro cacca. Non è incredibile quante cose la scienza ancora non riesca a spiegare?
Quanto al suo problema, non è niente di grave: semplicemente suo figlio ha deciso di fare ripartire la lotta di classe in casa sua. Capisco che per lei sia un disagio. Vorrei dirle che è meglio che suo figlio cresca sano e ribelle, piuttosto che mediocre, conformista e intruppato come la maggior parte della popolazione. Ma lei non ha gli strumenti culturali per capirlo, senza offesa. Del resto, più seguiterete a reprimerlo, più si sentirà legittimato a ribellarsi. E sua figlia, senza offesa, è una sfigata. Cordialità,

MV

sabato 24 ottobre 2009

Prodigi della scienza

"Strappatemi quel mostro da dentro, vivo o morto!" Con queste poetiche parole, Gesualda Laputtana si è presentata in sala operatoria, dove il dottor Benjamin Luukkanen, il genetista Aiaio Paiaiaiti e suor Magda stavano già arrotando le lame dei bisturi e scartavetrando seghetti per l'operazione chirurgica volta ad asportare dall'utero della pornostar il feto di Antenore, frutto del peccato, pur consentendo di mantenerlo in vita.
Luukkanen avrebbe sviluppato una nursery ultratecnologica, rubacchiando la tecnologia dell'invertitore metabolico del dottor Gaio Barfowskji dell'università di Cristiania, al fine di realizzare una macchina in grado di modificare il metabolismo del bimbo: "Ne accelereremo la crescita in modo artificiale, come Dio vorrebbe che facessimo, per consentirgli di rimanere al mondo comunque", ha spiegato l'insigne luminare. Paiaiaiti ha dunque preparato la stanza come da protocollo, sgozzando un capretto sul pavimento e pronunciando il tetragrammaton. Suor Magda ha invece provveduto a sedare Gesualda con l'ipnotismo, prima che Luukkanen la esplorasse con una grossa pinza da crostate.
L'operazione si è conclusa con successo dopo appena venti minuti, con l'estrazione di Antenore, celermente sottratto alla madre e messo al riparo nell'apposita capsula per l'accelerazione metabolica. "Lo faremo crescere fino alle dimensioni che avrebbe avuto se fosse nato in modo naturale, dopodichè lo lasceremo libero di vivere la sua vita. Sarà affidato all'orfanotrofio di Santa Conialda Vergine e Martire di Minerbio, dove le suore lo alleveranno nel rispetto dei valori di umanità e purezza che Cristo ci insegna. Gesualda sta bene, ha anche smesso di perdere sangue da tutte le parti. Domani la sbatteremo fuori di qua, quella barbona degenerata, che vada ad ammazzarsi da qualche altra parte".

venerdì 23 ottobre 2009

Antenore nascerà!

"Il piccolo Antenore non può pagare con la vita la follia dei genitori. Vivrà e porterà sulle proprie spalle il peccato del padre e della madre fino alla fine dei propri giorni". Romualdo Maria Costantino De Cesari, presidente di Scienza & Vita, sezione di Cicese, ha dato la buona notizia alla stampa ieri mattina, in un incontro presso l'ospedale di Adria.
"Ci siamo fatti carico del dramma della signora Gesualda, ricoverata qui nella città etrusca dopo il malore che l'ha colta nell'apprendere che il padre di suo figlio è suo fratello - spiega il leader dell'associazione - Il medico curante sostiene che ci sono poche speranze che essa possa condurre a termine la gravidanza come da programma, quindi ci adopereremo per mantenere in vita il feto nel momento in cui verrà prematuramente messo la mondo. Ci sembra la maniera migliore per onorare la memoria di Vianello Monello, che ha più volte dimostrato come nel disegno divino la sacralità della Vita assuma un posto centrale". De Cesari sostiene che Antenore, così sarà battezzato il nascituro, è chiamato alla vita per espiare una ripugnante catena di peccati: il padre, Vianello Monello, aveva recentemente intrapreso la carriera di pornodivo, unendosi in una coppia di fatto con la pornostar maggiorata Gesualda Laputtana, che aveva rapito allo scopo di asportarle le tette e impiantarle su di sè. I due avevano pure avuto un figlio fuori dal matrimonio, salvo scoprire che a ingravidare la donna era stato l'attore hard, ormai defunto, Cicciuzzo Sconciaforni, sul set di un film pornografico. Non bastasse, di recente si scopre che Cicciuzzo e Gesualda erano fratelli separati alla nascita, quindi l'innocente che verrà al mondo è in sostanza nato al di fuori del matrimonio, orfano del padre di sangue, orfano del padre putativo, figlio di una pornostar e frutto di un incesto. "Antenore porta su di sè molte colpe, ma saprà vivere per riscattare una famiglia di individui lascivi e putribondi. Dovessimo strapparlo con la forza dal ventre della madre, gli daremo una nuova chance", conclude De Cesari, prima di sparire in una botola nel pavimento, senza rispondere alle domande dei giornalisti.
Sul caso di Antenore l'ulss 19 ha messo all'opera un equipe, capeggiata dal noto ginecologo anglo-finlandese dell'esercito americano, Benjamin Luukkanen (nella foto, mentre insegna alle reclute la tecnica del waterboarding), dal genetista Aiaio Paiaiaiti del Fatebenefratelli di Nonantola, e dalla levatrice Suor Magda del convento canossiano di Castell'Alfero, che si occuperà anche degli aspetti spirituali dell'operazione.

giovedì 22 ottobre 2009

"Polemiche pretestuose e ipocrite"

"E' più osceno fare un film porno in cui una ragazza spompina suo fratello o pubblicare in prima pagina la foto di un orfano che piange sulla bara del padre morto in guerra?"
Con queste discutibili parole Leonard Pioppilappi, ex manager di Cicciuzzo Sconciaforni prima e di Vianello Monello poi, liquida le polemiche sorte dopo la decisione di rimettere in commercio a peso d'oro i film in cui Cicciuzzo Sconciaforni copula con Gesualda Laputtana, dopo l'incredibile rivelazione che i due in realtà erano fratello e sorella, separati alla nascita. Con la consueta sagacia, Leonard Pignignappi rivolta le accuse, puntando il dito invece su quello che definisce "un clima ipocrita tutto borghese". Secondo il produttore di storiche pellicole hard, infatti, è significativo che la gente si indigni non tanto per il fatto che per anni due divi del porno, pur essendo fratelli, si siano accoppiati tra loro sul set, quanto il fatto che, dopo la scoperta della relazione parentale, si prosegua a diffondere i film in cui sono riprodotti i rapporti incestuosi. "Se non si fosse mai venuto a sapere non ci sarebbe stato alcun problema - tuona Pinninappi - E' mio diritto, invece, guadagnarmi da vivere con un prodotto di cui, in questo momento, c'è una grande domanda. Del resto capisco certe critiche, perchè so da chi arrivano. Chi, come Sua Santità, ha speso parole di fuoco nei miei confronti, non ha mai lavorato un giorno in vita sua. Io invece sono un onesto imprenditore, che si mantiene con il sudore della fronte. Con certa gente non ho niente da spartire".
La famiglia di Gesualda Laputtana rilascerà nei prossimi giorni una dichiarazione ufficiale per spiegare come mai la parentela tra i due non sia mai venuta alla luce. Intanto restano stabili le condizioni della pornodiva, ricoverata per un malore. "Il feto che porta in grembo è a rischio - dichiara il medico obiettore Otto Rumenei - Vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione. Nel dubbio abbiamo già contattato Scienza & Vita per valutare di concerto ogni possibile strategia medica per impedire che un innocente sia sacrificato in questo clima di follia".

Nella foto, Gesualda in una pellicola degli esordi

mercoledì 21 ottobre 2009

Il vero fratello di Gesualda

Il mondo non aveva ancora finito di svenire per l'emozione di apprendere che il figlio di Gesualda Laputtana è stato concepito con Cicciuzzo Sconciaforni, e non con Vianello Monello, che un'altra agghiacciante rivelazione ha fatto il giro delle redazioni dei giornali di tutto il mondo, tranne tre.
Prima di suicidarsi con un'iniezione di tetracloruro di carbonio, il dottor Achmed, incaricato di clonare Vianello Monello dopo la morte, ha lasciato un'inquietante lettera ai familiari dell'opinionista, in cui si discolpa da tutti i problemi sorti nelle ultime settimane e rivela un dettaglio sconcertante: Gesualda Laputtana e Cicciuzzo Sconciaforni sono fratelli. "Dopo la nascita del clone ibrido, che abbiamo battezzato Cicciuzzo Monello - scrive Achmed - ho svolto numerose analisi sul Dna del soggetto e su quelli a mia disposizione, ossia quello di Vianello Monello e quello di Gesualda Laputtana. Ebbene, ho avuto la certezza che il feto, da cui abbiamo prelevato il Dna per riparare quello danneggiato di Vianello Monello, è figlio di Cicciuzzo Sconciaforni, ma ho scoperto ben di più. Sono riuscito a procurarmi il Dna di Gesualda e non ci sono dubbi: è pressochè identico a quello di Cicciuzzo. Quei due sono fratello e sorella".
Nell'apprendere la notizia, Gesualda ha vomitato ed è stata ricoverata in ospedale per un presunto aborto spontaneo. Terreo il volto dei genitori (nella foto), che sono stati convocati in caserma dei Carabinieri per chiarimenti. L'unico a festeggiare sembra essere Leonard Pupipapi, produttore di Cicciuzzo Sconciaforni e di Vianello Monello, recentemente messo in crisi dalla morte di entrambi. "I film con Cicciuzzo e Gesualda stanno spopolando e saranno presto ristampati in edizioni deluxe - grida festante - Molta gente pagherà oro per vedere rapporti orali e anali tra fratello e sorella. A chi mi critcherà, accusandomi di speculazione, dico solo che Cicciuzzo sarebbe contento. Spesso si lamentò con me di non avere una sorella, perchè il suo sogno era di girare il primo porno con rapporti sessuali incestuosi. Peccato che la Moira ce l'abbia strappato prima che potesse vedere realizzato il suo desiderio".

martedì 20 ottobre 2009

Gesualda confessa tutto

"Quello che porto in grembo non è figlio di Vianello Monello. Quel clone è un ibrido, frutto di una tragica ironia della sorte".
La pornodiva Gesualda Laputtana (nella foto, assieme ai genitori a Disneyland), svela la verità dietro al fallito esperimento per clonare Vianello Monello. Per riparare il suo Dna danneggiato, gli scienziati cinesi hanno pensato di usare quello del bimbo che Gesualda porta in grembo: ma il risultato è stato un meticcio raccapricciante. E ora che tutti i nodi vengono al pettine, la verità sembra uno scherzo del destino. "Secondo il mio ginecologo, il concepimento risale a quand'ero sul set di Cum together, l'ultimo film che ho fatto con Cicciuzzo Sconciaforni. Ciò mi ha rassicurato, perchè nel mio precedente film copulavo con seicentoventotto signori ben dotati, quindi sarebbe stato un incubo risalire al padre. Qui invece ci sono pochi dubbi, del resto basta leggere il copione: il padre è Cicciuzzo, giacchè è con lui che ho girato la bellissima scena della fans di tredici anni che seduce John Lenone nel camerino, in cui in effetti il rapporto si conclude in modo canonico" (scena per cui il film è stato querelato dalla famiglia di John Lennon e dai Beatles sopravvissuti, ndr.)
Insomma, il padre del nascituro è Cicciuzzo Sconciaforni. E se già questo sarebbe bastato per fare infuriare Vianello Monello, i risvolti tragicomici di questi giorni non sono meno inquietanti: il tizio nato nel laboratorio di genetica di Urumqi, infatti, mescola il Dna dei due nemici, entrambi morti e ora risorti di fatto fusi insieme. "Lo abbiamo battezzato Cicciuzzo Monello - spiega costernato il dottor Achmed - Ora che il caso ha suscitato il clamore internazionale, fuggirà con noi in un luogo sicuro, prima che il governo centrale mandi l'esercito ad occupare il nostro laboratorio. Speravo di dare una speranza al popolo uiguro e invece ho combinato solo un gran casino, parbleu!"

lunedì 19 ottobre 2009

L'ibrido


"Qualcosa è andato storto". Con queste parole, madido di sudore, il professor Achmed ha annunciato la nascita del nuovo clone di Vianello Monello nel laboratorio segreto di Urumqi.
Qualunque cosa sia successa, il risultato è stao infatti quanto mai inatteso. Invece dell'affascinante opinionista del Corriere, gli scienziati uiguri si sono trovati davanti un individuo con gli occhi e il viso estremamente somiglianti a quelli di Vianello Monello, ma con un corpo sproporzionato, pingue, laido. Incredibilmente dotato della favella a pochi minuti dalla nascita, lo strano neonato ha rilasciato la prima dichiarazione mentre era ancora tenuto a testa in giù per il rituale ceffone nelle chiappe: "¡ıɯopuɐboɟɐɹʇs òɹǝ1osuoɔ ıɯ ouǝɯ1ɐ 'oɔɹod oıp 'ouıɥɔǝʇoɔ ıp ı1ıɥɔ ǝnbuıɔ ıɯǝʇɐɹɐdǝɹd ɐɹo ¡ɐʇıɟɟnɯɯɐ ɐızɐɹɔoʇıʇɹɐd ɐ11ǝp oıɔɔıʇsɐd oɯısǝuuǝ,1 'ǝuoızıpǝ1ɐɯ".
Nessuno ha saputo riportare tale dichiarazione, ma il senso era ovvio: il neonato era piuttosto contrariato e, con parole focose, ha dimostrato lo stesso temperamento del Vianello Monello. "La verve polemica ostentata fin dai primi istanti di vita non lascia dubbi - balbetta tremante Achmed - E' il suo aspetto fisico che è stravolto. Il vero Vianello Monello era esile, un po' racchio e claudicante. Questo individuo è obeso e ha un'aria sordida da pappone".
Gli scienziati, che in queste ore stanno accelerando il metabolismo del clone per portarlo all'età di circa vent'anni, stanno cercando di capire cosa sia andato storto. Tra le ipotesi, la più ovvia è che il Dna di Vianello Monello, danneggiato nel trasporto, non sia stato riparato correttamente. Il braccio destro del dottor Achmed, una protesi biomeccanica senziente, afferma che potrebbe anche essere finita della polvere nei frigoriferi da pic nic usati per il trasporto della salma, compromettendone l'integrità. Comunque sia andata, per lo scienziato uiguro è un brutto momento: la Fondazione Vianello Monello, che ha patrocinato l'iniziativa, ha già dato mandato al proprio avvocato di valutare eventuali azioni legali contro il team, pagato profumatamente per riportare in vita lo stimato opinionista.

domenica 18 ottobre 2009

La parola ai lettori


Caro Monello,
mi ha dato il tuo indirizzo un mio amico che ti legge sempre. Ho mandato questa lettera identica ai giornali, perchè bisogna che la si smetta con certe cose.
Vengo al dunque, ieri sono passato in piazza in bicicletta e c'era una scena da fare raccapricciare. C'era una signora con il bambino che a un certo punto si è abbassata la maglietta e ha tirato fuori il seno (mi scusi la parola) per allattare il bambino. Così, in mezzo alla piazza, davanti a tutti. Me ne sono andato disgustato. Ma com'è possibile che nel ventesimo secolo si vedano ancora cose del genere? Io credo che un po' di creanza andrebbe insegnata. Nessuno toglie il diritto di dare il latte al bambino, ma bisogna farlo in maniera civile, in casa propria. Credo che il sindaco dovrebbe fare qualcosa per mettere un po' di costume, prima che la situazione degeneri. Un saluto,


dott. Ivanoe Pellegati

*

Caro Ivanoe,
a tua storia mi ha veramente avvinto, tanto da interrompere i miei studi sui resti di un leone europeo, rinvenuti nel parco della mia villa. Come certamente saprai, questa specie di leone si estinse, forse a causa dell'eccessiva caccia, nel primo secolo dopo Cristo. In seguito alla sua scomparsa, i romani iniziarono a importare leoni dall'Africa per sollazzarsi facendoli azzannare gente nelle loro arene. In questi sanguinari ma appassionanti spettacoli venivano usate varie specie animali, come ad esempio la feroce tigre del Caspio, un grazioso felino che si è estinto purtroppo negli anni Ottanta del ventesimo secolo (a proposito, ti ricordo che siamo già nel ventunesimo). Queste tristi storie di animali estinti per colpa della violenza dell'uomo mi mettono una certa malinconia, che combatto con farmaci psicoattivi.
Quanto a ciò che mi dici, vorrei esserti d'aiuto, ma io progetto da anni la nascita di una setta adamita ispirata alla felice, ma sfortunata, esperienza dei piccardi di Martin Huska. Non te ne avere a male, dunque se ti confesso che non riesco a capire il tuo punto di vista. Ciò significa forse che ti considero un cretino? Può essere. Un saluto,

MV

sabato 17 ottobre 2009

I racconti di Celio Rodigino

Celio Rodigino è ancora disperso nel favoloso mondo di Pipponia, ma non manca di mandarmi sue notizie per aggiornarmi sul suo stato di salute. Infuria infatti la guerra tra Pipponia e la vicina repubblica di Lullalera e Celio è stato arruolato a forza nel genio guastatori. Tornato dal fronte con una ferita da baionetta al polpaccio, passa il tempo a scrivere soggetti per film, che vorrebbe fare dirigere a registi del passato, resuscitandoli non si sa come. Me ne ha mandati una ventina, li ho buttati tutti via tranne uno.

L'attivista bilioso
di Celio Rodigino

E' il grande affresco dal respiro storico, che narra la vita di Attilio Abbacchiani, un uomo qualunque che conosce la stagione dell'impegno civile e ne rimane travolto. Attilio nasce nel 1948, figlio di un gerarca della dittatura cilena, scappato nel passato con una macchina del tempo, e di una mondina alcolizzata, che passa le proprie giornate a fabbricare ordigni rudimentali. Il bisogno di ribellarsi alla figura paterna e la sensibilità sviluppata, grazie alla fragilità materna, verso i più deboli, spingo Attilio ad impegnarsi per sostenere i più sfortunati.
Nel '68 ha venti anni e vive a Rovigo, dove partecipa in prima persona alle contestazioni studentesche, ma insoddisfatto di ciò entra in fabbrica fingendosi un crumiro, per poi partecipare alle rivolte operaie, dove diventerà famoso come lanciatore di sanpietrini. Tale dote gli frutterà un ingaggio nella squadra di baseball locale, ma non durerà molto. Troppo disimpegno, nello sport, per il povero Attilio, che dedicherà anima e corpo nell'organizzare picchetti e manifestazioni. "Sono quarantacinque anni che lotto per i palestinesi", ricorderà quarantacinque anni dopo la prima manifestazione a sostegno dell'Intifada. Tutto comincia a cambiare con gli anni Ottanta. L'Italia, per tracciare un breve profilo storico, diventa una pattumiera capitalista piena di gente di merda, roba da rimpiangere gli anni di piombo, che almeno allora c'era una coscienza civile. Attilio comincia a perdere il senno: i palestinesi continuano a rimanere oppressi dagli israeliani, nonostante le manifestazioni a loro sostegno. Com'è? I baroni delle fornaci europei e americani continuano ad affamare e derubare le ex colonie, governi di tutti i colori si susseguono senza che cambi nulla. Perfino i governi sbilanciati più a sinistra non rinunciano al vecchio vizio di arraffare careghe, devastare l'ambiente, far pestare i manifestanti in piazza, spendere e spandere nell'acquisto di armi per l'esercito. Insomma, per riassumerla con le parole con cui Nestore, l'amico fraterno di Attilio, diserta la manifestazione del 2004 contro la guerra: "Tanto non cambia mai un cazzo".
Attilio non demorde e continua a organizzare manifestazioni e picchetti a cui partecipa assieme a tre o quattro persone. Ma la delusione prende il sopravvento. Invece di convogliarla verso una riflessione critica, Attilio prende la scorciatoia e decide che è colpa di qualcun altro se tutto va a rotoli. Ciò non migliorerà le sue relazioni sociali. Attilio fonderà un giornale ciclostilato, di cui si autonominerà direttore, inaugurando il primo numero con un editoriale in cui attacca Nestore, il suo ex migliore amico, accusandolo di disimpegno. Nestore, che gli aveva pure prestato i soldi per comprare il ciclostile, si arrabbia ed amareggia, ma Attilio non si lascia intimidire dalla prepotenza e persegue nell'obiettivo di fare piazza pulita. Nel 2011 Attilio ha finalmente raggiunto la purezza: il suo giornale esce ancora, ma ci scrive solo lui. Organizza manifestazioni in cui c'è piena concordia tra lui e l'altro manifestante (lui stesso). Ha anche divorziato dalla moglie, che si è offesa perchè lui l'ha derisa in un articolo sul suo giornale. Non solo se l'è presa con tutti quelli che in qualche misura gli sono stati vicini in passato, ma si è reso impopolare inveendo contro un obiettore del Comune pagato 400 euro al mese, accusato di essere un servo del sistema.
"Non avrò salvato i palestinesi, ma ho salvato la mia dignità", sentenzierà l'uomo. Nel 2012 comunque arriverà la fine del mondo e questa storia non avrà più alcun senso.

venerdì 16 ottobre 2009

Scandalo nel mondo culturale rodigino


Avviso ai lettori. 1) Smettetela di scrivere "biancoenero red tossico" su google per cercare il mio sito. 2) La notizia che seguirà me l'ha detta mia zia una settimana fa, mentre eravamo in coda al supermercato. In quel momento stavo cercando di ricordarmi il pin del bancomat e in più non ho preso appunti. E' possibile che ciò che leggerete abbia ben poca attinenza con la realtà. Capita.

Fa di nuovo parlare di sè, il Teatro del Lemming, compagnia teatrale che da anni fa discutere la gente perbene, per via degli spettacoli pieni di gente gnuda che molesta il pubblico. Ieri la prima del nuovo spettacolo, "Stranaborto: due uomini, un figlio mai nato", che già fa discutere.
Al centro della messa in scena, la storia sentimentale di due uomini, Ettore (un funzionario comunale che sogna di fare carriera nella sanità grazie alle amicizie nella Lega Nord) e Lindo (il potente presidente di una holding finanziaria milnese). I due si dispensano vicendevolmente amore fisico, finchè Ettore non confessa a Lindo di aspettare un figlio da lui. L'iniziale gioia viene rotta da una drammatica notizia: nascerà una femmina. Sonvolto, Ettore deciderà di abortire, ma Lindo lo fermerà prima che tenti di entrare in clinica: ne andrebbe del buon nome di entrambi. Alla fine Ettore muore mentre tenta di abortire con un appendiabiti arrugginito.
Una storia dura e cruda, rappresentata in modo non meno duro e crudo. "E' una metafora del maschilismo che permea in modo sempre più crescente la nostra società, come un rigurgito di tempi bui", commenta il regista, Massimo Munaro. Metafora, quella del rigurgito, che si ritrova nella scena in cui Ettore, incinto, vomita sul pubblico. Fa scalpore anche un passaggio della trama in cui un gigantesco minotauro nudo vede pillole del giorno dopo fuori da un liceo e infastidisce il pubblico strusciando il proprio pene flaccido addosso agli spettatori. Memorabile la battuta finale del fratello di Ettore, Casimiro, un poliziotto della celere con la tendenza del travestitismo: "L'hai ucciso tu! Tu! Con il tuo sasso!"
A fine spettacolo, un momento dedicato a Cicciuzzo Sconciaforni, con la proiezione di alcuni spezzoni del suo "Carmelo Pene", tributo hard al mondo del teatro, intervallate da scene di animali maltrattati da nani in tenuta da football.

(nella foto, la locandina dello spettacolo)

giovedì 15 ottobre 2009

Eurobic II: la vicepresidenza a Vianello Monello

Eurobic II ha stanziato il 30% della somma necessaria per clonare in laboratorio Vianello Monello, con l'obiettivo di porre l'opinionista, una volta risorto, a fianco di Jacopo Carlotti nella gestione della società consortile.
La notizia non doveva essere divulgata, ma è comunque arrivata all'orecchio del nostro valido collaboratore Vincenzino Daffonchio, giunto in Polesine dal Piemonte con una piena del Po e mai tornato a casa. Un giornalismo d'inchiesta che sicuramente farà discutere, visto che per raccogliere informazioni il buon Vincenzino si è introdotto in un confessionale, vestito da prete. Avrebbe così ascoltato la confessione di Ivana, una casalinga single logorroica di Spianata, che si reca settimanalmente in chiesa per raccontare le ultime novità sulla sua relazione con Erminio (nella foto), autista di Jacopo Carlotti e tra le varie cose sposato e con due figli, più uno in arrivo (complimenti alla signora). La Ivana, dopo avere ricevuto il perdono settimanale per essere caduta in tentazione sul sedile posteriore dell'auto del signor Erminio, ha raccontato al nostro cronista tutta la verità. "Un giorno Carlotti sale in macchina e chiede al mio amore: Cosa sono queste macchie sul mio sedile? Al che Erminio, con imbarazzo, cerca di cambiare discorso e finiscono per discutere del nuovo Cda della società".
Contattato al telefono, Jacopo Carlotti replica che confermerà la notizia solo se gli girerà di farlo e solo attraverso la rubrica "L'Oblò" sulla Voce di Rovigo. "In ogni caso - aggiunge - non ci sarebbe niente di male. Teniamo molto ad avere personalità di spicco nella nostra società. Abbiamo recentemente assunto lo scrittore Gian Antonio Cibotto come capo ufficio stampa. Siete voi giornalisti frustrati che trasformate ogni cosa in una stupida polemica da pollaio. Ma andate a lavorare!".

mercoledì 14 ottobre 2009

Eurobic II: il biasimo degli industriali

"Abbiamo aderito tome tome cacchie cacchie a questa discutibile società consortile, ma lasciatemi dire che ci pare proprio di essere partiti con il piede sbagliato. Tra l'altro non si capisce nemmeno a chi faccia capo 'sta Eurobic II, quindi con chi ce la prendiamo, se non con la solita cattiva politica?"
L'associazione degli industriali, per bocca del presidente Fabrizio Rossi (ieri a Beijing Tv, il canale di stato cinese), esprime forti perplessità sull'avvio della nuova società consortile, che radunerà enti e associazioni di categoria per ridare slancio all'economia polesana. Innanzitutto, dice, una questione di marketing: "Non sono certo scaramantico, ma voi battezzereste una nave Titanic II? - spiega con ardita metafora - Ebbene, non si poteva trovare un nome un po' più originale?" Rossi, però, non entra nel merito della sterile polemica su Eurobic, che tanto male ha cagionato a persone dabbene e certo non ha aiutato l'economia polesana. Semmai qualche rilievo lo fa sulla scelta del presidente. "Quel Jacopo Carlotti che titoli ha per fare il presidente di una società? Non dico che la sua rubrica destrorsa sulla Voce non mi provochi momenti di autentico sollazzo, ma oggi al Polesine serve gente preparata, non dilettanti allo sbaraglio".
Carlotti, che in queste ore sta prendendo accordi per le nomine in consiglio di amministrazione, replica a Rossi nella rubrica "L'oblò", con la consueta sagacia. "Come avrebbe sentenziato Tertulliano, Credibile est, quia ineptum est. Chi è questo Rossi? Cosa ha dato all'economia polesana? Perchè non si fa gli affari suoi? Avete notato la sua somiglianza con Braccobaldo Bau? Ciò che intendo dire è che, come sempre, quando in Polesine si cerca di produrre rinnovamento, dalle direzioni più imprevedibili si mettono in moto meccanismi per creare attrito e ostacolo e restaurare lo status quo. Rossi, evidentemente, ha in mente qualcuno dei soliti nomi da piazzare a capo della nuova società. Forse non gli va che a dirigere un'innovativa realtà economica polesana ci sia un volto fresco come quello di Jacopo Carlotti e, ancora peggio, non ci sia uno dei suoi uomini. Non dico altro. Non perchè non ami attaccare i miei avversari con velenosa prosopopea, ma perchè ho lasciato l'Audi parcheggiata in doppia fila e già sento strombazzare con insistenza".

martedì 13 ottobre 2009

Economia polesana: arriva Eurobic II

"Il Consvipo da solo non può rispondere in maniera adeguata alle esigenze dell'economia polesana. La gestione dei fondi per il terminal gasifero, da sola, richiederebbe un potenziamento del consorzio".
La premessa è d'obbligo, per la presidente della Provincia, Tiziana Virgili, che ieri mattina ha presentato, assieme a uno stuolo di partner istituzionali e a una compagnia di giocolieri e mangiafuoco, un'innovativa idea per lo sviluppo del Polesine. La presentazione è avvenuta nella sala consiliare di Palazzo Celio, addobbata per l'occasione con decine di palme tropicali e felci giganti, per ricreare un ambiente equatoriale, in omaggio alla delegazione commerciale della Costa d'Avorio. "In un clima di dialogo costruttivo - prosegue, visibilmente emozionata -, abbiamo deciso di dare vita a una nuova società consortile che si occupi di intercettare fondi regionali, nazionali, europei e interstellari, per promuovere progetti di sviluppo dell'economia polesana. Si chiamerà Eurobic II, come una storica società di qualche anno fa, ma con quel numero due a suggerire che si va avanti guardando con fiducia al futuro".
La società consortile Eurobic II raccoglie le adesioni di associazioni di categoria, consorzi, enti locali, società a capitale pubblico (inutile elencarle tutte), con l'obiettivo di dare impulso alla creazione di nuove e piccole imprese e di imprese artigiane e di favorire lo sviluppo e l'innovazione di imprese esistenti, eccetera, eccetera. Tra le priorità del dibattito, la nomina del presidente e del Cda. Secondo voci di corridoio, le forze politiche avrebbero concordato di mettere a capo della società una figura super partes, il noto giornalista rodigino Jacopo Carlotti (nella foto), tra l'altro laureatosi di recente in varie materie, con una tesi dal titolo "Analisi delle aberrazioni indotte da variazioni di indice di rifrazione in microscopia confocale e applicazioni nello studio del ganglioside Gm2: il caso specifico della sindrome di Wohlfart-Kugelberg-Welander".
Presente all'inaugurazione, Carlotti si è concesso un momento di goliardia stappando una bottiglia di spumante a sorpresa e versandoselo direttamente nelle mutande. Poi un invito a voltare pagina, superando un clima di sterile scontro e di informazione sensazionalistica: "Tutti sanno che non amo le polemiche, che non giovano a nessuno, perbacco! - ha dichiarato, parlando con un finto accento tedesco per sdrammatizzare la situazione - E il cielo sa quanto fango sul Polesine hanno gettato certe polemiche sulla vecchia Eurobic. Si può essere critici su quella gestione, per carità, è un diritto, ma alla fine tanta bufera ha forse fatto il bene della nostra terra? O piuttosto ha creato pessimismo e disorientamento, scoraggiando possibili investimenti economici, che avrebbero risollevato la nostra terra già dieci anni fa?".
"Oggi si scrive la Storia", ha sobriamente concluso Carlotti, prima di chiedere un minuto di silenzio in memoria dell'amico Vianello Monello.

lunedì 12 ottobre 2009

Corrispondenze di amorosi sensi


Tanti di voi mi hanno scritto in privato per dirmi che sono un cretino, per farmi i complimenti, per invocare un mio intervento risolutivo rispetto a qualche problema.
Ricordo con grande commozione quella signora che mi chiese una mano per sbloccare alcune pratiche per la costruzione di un residence, al fine di coronare il sogno di suo padre. (Spero che ce l'abbia fatta!)
E' sempre doloroso dover specificare che Monello Vianello è solo un cretinetti, per di più depresso, che spara inoffensive stupidaggini al vento, e non certo un difensore di cause civili. Ma tant'è. Viviamo un'epoca in cui Topo Gigio fa il testimonial della campagna sull'influenza suina, ci sta pure che un imbecille sia la persona più credibile in circolazione.


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domenica 11 ottobre 2009

La parola ai lettori


Caro Monello Vianello,
per me è molto imbarazzante parlarne, così ho pensato di scriverti, giacchè mi pari persona estremamente colta e informata. Da diverse settimane mi sono accorto di una cosa strana: il mio corpo emette una strana secrezione maleodorante. La cosa mi accade in genere dopo i pasti, ma anche dopo avere bevuto un caffè, per esempio. In quel momento sento come un subbuglio e subito dopo dal retro del mio corpo cominciano a fuoriuscire dei cilindri di densità variabile, composti da una materia marrone e decisamente puzzolente. In seguito al rilascio di questi strani oggetti, sento come una sensazione di rilassamento, che non si spiegarmi.
Dopo qualche momento di confusione, ho deciso di fronteggiare il fenomeno armandomi di guanti di plastica, rubati (te lo confesso) al reparto ortofrutta del supermercato, e di un contenitore ermetico, per raccogliere uno di questi curiosi oggetti. Te lo invio assieme a questa lettera, per farti capire meglio di cosa sto parlando.
Ho letto molte riviste mediche per cercare di capire se può avere delle implicazioni gravi. Ho anche fatto una visita dal cardiologo e gli esami del sangue, ma non risulta che io abbia qualche sintomo strano, a parte, appunto, questo continuo produrre salamelle marroni da parte del mio corpo. Tu cosa dici che sia? Secondo te è grave?
Vive cordialità,
Ing. Renesto Cantagallina

*
Caro Renesto,
e io cosa sono, un medico? Se la cosa ti infastisce, fatti vedere da uno specialista e non rompere. Ti rimando indietro lo stronzo in barattolo che mi hai inviato.

MV

sabato 10 ottobre 2009

L'antisociale

Ospitiamo ben volentieri l'autorevole professore universitario in disarmo Ubaldo Pescardelli (nella foto), autore del leggibile pamphlet "Umanità affanculo", diffuso in trecento copie agli homeless di Bologna e Modena, agile guida per orientarsi nel nuovo corso della storia.

Professor Pescardelli, ci illustri le premesse del suo libro, che non abbiamo avuto il tempo di leggerlo...
Parto dalla considerazione che viviamo in un'epoca di merda. Tanto per dire, c'è gente che viene lasciata affogare in mare mentre tenta di raggiungere le nostre coste. E secondo il senso etico comune va bene così. L'umanità è al capolinea.

Quanto qualunquismo. In fondo non è colpa nostra se i nostri governi ieri e le nostre multinazionali oggi affamano e derubano l'Africa. Noi abbiamo già i nostri problemi, con tutte le tasse che paghiamo, eh!
Scusi, ma l'intervistato è lei o sono io?

Era per dire. Nel suo pamphlet lei elenca una serie di comportamenti che, a suo avviso, andrebbero messi in atto per uscire da questa situazione. Ad esempio?
Ad esempio, non donare il sangue.

Prego?
Non donare il sangue. Chi lo fa, smetta. Si straccino le autorizzazioni all'espianto degli organi. Fare i boyscout non salverà il mondo. Non te ne frega un cazzo degli immigrati, non te ne frega un cazzo della gente che il nostro governo bombarda, allora non ripulirti la coscienza facendo la crocerossina.

Condivisibile, ma donare il sangue aiuta a salvare delle vite...
E allora? Il mondo è già stracarico di gente. Non possiamo aiutare tutti, non ce n'è abbastanza nemmeno per noi, ci dicono. Allora che cazzo salviamo vite a fare? Perchè buttiamo via soldi in campagne per la sicurezza delle strade? Lasciamo che la gente si schianti in macchina. Sono posti di lavoro che si liberano e per ogni auto sfasciata ce n'è una nuova pronta a entrare sul mercato!

Lei è stato veterano croce d'oro dell'Avis. Ha veramente smesso?
Certo. Ho anche negato l'autorizzazione all'espianto degli organi. Inoltre incentivo i miei nipoti a fumare e a bere alcolici. E hanno solo cinque anni, pensi.

E con ciò cosa risolve?
Probabilmente niente. Mi adeguo ai tempi. Smetto di investire sul futuro. E poi, lei chi è? Perchè mi chiama alle due di notte per farmi tutte queste domande?

venerdì 9 ottobre 2009

Un appello di Leonard Pitticachi

"Sono disperato, la tragica morte di Vianello Monello mi mette in un mare di guai". Tanti film in cantiere e una carriera spezzata troppo presto. Così Leonard Pippipappi, manager dello stimato opinionista, che aveva appena iniziato una carriera nel mondo del porno, racconta le emozioni di questi giorni.
"La speranza - ci dice singhiozzando - è che si riesca a clonarlo di nuovo, così potrò completare le numerose pellicole che avevamo iniziato a girare nelle scorse settimane e che ora restano incompiute, come grandiose opere d'arte a cui il destino non ha voluto dare l'immortalità. Diamine, e pensare che al film Gesualda: tunnel of love mancava solo la scena finale, che non vi dico per non rovinarvi la sorpesa. E' davvero un peccato". Poeta dell'eros, Leonard Pizzicalvi elenca in modo appassionato i titoli su cui stava lavorando Vianello Monello prima che gli eventi prendessero una tragica piega. Che il suo rapporto con Gesualda fosse sempre più intenso lo dimostra il curioso pastiche di hard e commedia di "Casina Vianello", ispirato alla celebre sit com e al suo spin off ("Cascina Vianello").
La trama era di quelle che appassionano il pubblico da generazioni: Vianello Monello e Gesualda Pompaini sono una coppia annoiata, che decide di dare un po' di brio alla propria esistenza trasferendosi in una cascina in campagna. Vengono accompagnati dall'immancabile tata, che animerà le serate prima del signore, poi della signora, poi del signore e della signora. Spazio anche alla suspence, quando la signora Gesualda si convince che in casa c'è uno spettro. Nel finale si scopre che era un'amica della tata, una badante bielorussa di nome Olga Prendilova, che per non essere denunciata come clandestina accetta di partecipare ad un'indemoniata partita di Twister con i padroni di casa e alcuni amici giunti da Trezzano sul Naviglio per il week end (nella foto, la scena clou). "Putroppo ci manca un'indispensabile inserto a metà film, in cui Gesualda e Vianello Monello scoprono la tata mentre si masturba con un mattarello - spiega Piffipaffi - Senza quel passaggio, la trama risulta incomprensibile. Ci appelliamo dunque agli scienziati uiguri, affinchè ci restituiscano al più presto il nostro attore, così da potere regalare al mondo le sue opere finalmente compiute".

giovedì 8 ottobre 2009

Preti D.O.C.

"Ho recentemente portato alla luce un complotto per per sterminare i preti, usando chierichetti infettati con l'Aids. Vogliamo renderci conto che siamo in guerra?".
Sono parole di apparente buon senso, quelle di don Cherubino Asmundis, il nostro prete preferito, cui abbiamo chiesto un commento a sostegno di don Camillo da Bosaro, reo di avere pubblicato sulla rivista parrocchiale frasi ingiuriose su comunisti, checche, troie e negri.
Ma chi è don Cherubino? Un prete senza parrocchia, un incompreso, specie dopo che i cittadini di Barberino del Mugello ne avevano chiesto l'internamento in manicomio per avere cercato di esorcizzare con ferri arroventati un ragazzo con sindrome di down, costringendolo a esiliarsi in un eremo nel bellunese. Qui don Cherubino prega il Signore e studia con crescente preoccupazione i piani del demonio per distruggere la cristianità, che tante cose belle ha regalato al mondo, facendo scomparire l'intolleranza razziale, la schiavitù e la violenza sulle donne, ad esempio.
Non si indigna don Cherubino, quando gli leggiamo papale papale il testo che don Camillo ha pubblicato sul bollettino della parrocchia, distribuito a tutte le famiglie timorate di Dio: "Quando si è palesato l’irreversibile fallimento della propaganda comunista - nessun partito di questa tendenza ha mai vinto una libera elezione in nessuna parte del mondo - le forze che spingono al processo di scristianizzazione sono state costrette a cambiare strategia. Persa l’illusione di ottenere il sostegno della classe operaia e degli studenti, sempre più refrattari alla predica marxista, queste forze hanno pensato di creare un ‘nuovo proletariato’, questa volta composto da minoranze emarginate: prostitute, omosessuali, femministe, tossicodipendenti, antisociali, immigrati, teppisti, elementi della controcultura e via dicendo. La nuova strategia presenta queste minoranze come gli ‘oppressi’ di oggi, mette loro l’etichetta di ‘movimenti sociali’ e li scaglia contro la società ‘oppressiva’ con folto sostegno di Ong milionarie create ad arte. Questa nuova strategia rivoluzionaria ha ricevuto il nome di rivoluzione culturale".
E don Cherubino applaude, con una sola critica: "Non enfatizza a sufficienza il ruolo degli islamici nell'attacco alla cristianità, forse per eccesso di moderazione". Per il resto, il prete coraggio in esilio chiarisce che i tempi non consentono più di fare le monachelle: "Bisogna avere il coraggio di usare parole dure contro gli araldi di Satana - commenta - Io ammiro il coraggio di questo parroco di paese, che dice a chiare lettere che non si possono concedere sconti ai comunisti, nè tanto meno alle loro armate di froci, puttane, drogati e sovversivi. C'è un anticlericalismo militante, di fronte a cui la Chiesa ha il dovere di armarsi. Satana, ricordatevelo, è ovunque! Anche nelle formiche! Le formiche che camminano per casa e ti invadono la dispensa. Nel sonno ti entrano per le orecchie e ti rodono il cervello e ti sussurrano sconcezze. Ma io non permetterò alle formiche di tentarmi, morranno tutte tra le fiamme, dovessi bruciare con loro. Smettetela di gridarmi nel cervello!!! Vi brucio tutte!!! Dov'è la tanica di benzina?!?".
Don Cherubino è spirato nella notte al reparto gravi ustionati dell'ospedale di Padova. Ma i medici sostengono che potrebe anche non essere mai esistito.

Daghe al negher!

"Ce ne ciava un casso a noi della Prefettura. I cittadini ga bisognio de sentirse sicuri, i ga bisognio de ronde cative, mina de quatro veciazi panzoni".
Si presentano in un commovente creolo di italiano e parlata locale, l'aspetto semplice e dimesso, da figli di una terra di villici che non rinnega le proprie radici. Sono Tullio Zongin e Gionatha Baretton (nella foto), rispettivamente presidente e vicepresidente del gruppo "Sicurezza continua - Ronde organizzate triveneto occidentale", sezione di Rovigo, che ieri hanno avviato la prima ronda cittadina nel centro del ridente capoluogo polesano. E come si evince dalle loro dichiarazioni, non godranno dell'autorizzazione prefettizia, come previsto dalla legge, ma hanno le idee chiare.
"Noi non ce l'abbiamo con i negri - dichiara il traduttore simultaneo, che ci fornisce la versione in italiano delle loro esternazioni - Ma è un dato di fatto che troppi negri in giro significa che la gente si sente meno sicura. Noi non possiamo pensare che certa gente venga qui a creare impunemente insicurezza percepita, quindi controlleremo che tutto avvenga nel rispetto della legalità, dio povero". Tullio, ventiduenne di Spianata, è noto alle forze dell'ordine fin dagli anni Novanta, quando fu sorpreso in plurime occasioni a staccare gli stemmini delle Mercedes, difendendosi con la motivazione "Mi so' un fiolo del popolo!". Dopo una passata di sganassoni da parte della madre, in seguito all'ennesimo ritiro della patente, si convertì alla legalità, promettendo di difendere l'ordine pubblico con solerzia e partecipazione.
Gionatha, invece, viene da un percorso diverso. A ventisei anni fondò, per la prima volta in Polesine, l'Associazione per la Lotta sull'Eiaculazione Precoce, per rappresentare molti giovini e non giovini afflitti da questo male. Notevole il successo del pride organizzato in piazza Garibaldi, per rivendicare dignità di fronte alle discriminazioni che ogni giorno subiscono molti individui affetti da questa malattia. Dopo il fallito tentativo di raccogliere firme per una legge di iniziativa popolare per rendere l'eiaculazione precoce una malattia invalidante, Gionatha ha deciso di dedicarsi alla tutela della città che ama. "Usciremo di ronda io e Tullio - spiega -, assieme al Berti, al Fofez, al Caegarin e al signor Venerio, un simpatico anziano che vuole partecipare per vendicarsi degli apache che nel 1934 sterminarono la sua famiglia in Minnesota. E col cazzo che giriamo disarmati: io ho il coltellino dell'armata svizzera e sono pronto a usarlo per difendere le vite dei miei concittadini. Uomini, all'assalto!"

mercoledì 7 ottobre 2009

Intervista esclusiva: parla il mullah Omar

I tragici fatti su Vianello Monello e Cicciuzzo Sconciaforni non ci hanno fatto dimenticare l'attualità. Per dire la verità, in attesa che finiscano di clonare Vianello Monello, non sapevamo più cosa inventarci. Così abbiamo aperto l'agendina e deciso di fare quell'intervista che rimandavamo dal 2002, quando il mullah Omar, in fuga da Kabul a bordo di una Guzzi Falcone, ci chiamò chiedendoci di raccogliere alcune sue dichiarazioni. All'epoca, infatti, noi si scriveva per un quotidiano nazionale, di cui non faremo il nome. Ma il rumore della motocicletta e di alcune esplosioni rese impossibile parlare. Ci mettemmo d'accordo di risentirci, poi francamente altri temi ebbero il sopravvento. Vabbè, in mancanza di meglio, abbiamo raggiunto lo zio Omar con una telefonata nel suo rifugio segreto in Antartide, dove ha imposto la sharia ai pinguini e continua a elaborare piani per dominare il mondo.

Caro mullah, apprendo con vivo dispiacere che sei ancora latitante!
Non sono latitante, bensì in esilio. Sono stato costretto a fuggire dal mio paese, in preda a una ignobile follia giustizialista. L'opinione pubblica è stata esasperata da una propaganda che mi ha fatto oggetto di insulti e contumelie inaccettabili. Ho dovuto andarmene per la mia incolumità, dopo il vergognoso episodio dell'hotel Raphael di Kabul (quando il mullah Omar fu oggetto di un lancio di monetine da parte di una folla di afghani inferociti, ndr), che ha mostrato a tutti a quale livello di ferocia la propaganda avesse condotto l'intera popolazione.

E' una fuga sofferta, dunque. Ti manca il paese in cui, con tanta fatica, eri riuscito a portare terrore e miseria?
A parte il fatto che terrore e miseria c'erano già da un pezzo, ciò che mi ferisce è che tutti mi abbiano dimenticato. Perfino gli amici di un tempo. Non esito a dire che sono stato un martire, da sacrificare per permettere ad altri di rifarsi una verginità. Per cosa poi? Per consegnare il paese all'instabilità politica e al degrado morale per almeno quindici anni.

Di lei Cirino Pomicino ha detto recentemente: "In questa stagione di nanismo politico, resta l'uomo con la sua riconosciuta grandezza di statista e la sua indomita fierezza". Pensa che il suo paese saprà accoglierla nuovamente?
A molte coscienze cosiddette democratiche, che sono state le vestali di una finta interessata legalità, ricordo che morire in esilio, lontano dalla propria patria, non è pena prevista da alcun codice civile. Prego Dio che un giorno cessi questa parentesi di follia. Ma oggi il mio paese non è sicuro per me. Non torno perchè difendo la mia libertà. La storia mi giudicherà.

martedì 6 ottobre 2009

Ecco il Dna di Vianello Monello!

La prospettiva di vedersi togliere un lauto guadagno ha fatto rimettere in moto le rotelline all'interno della testa del professor Achmed, incaricato di clonare Vianello Monello dopo la sua morte.
"Parlo di rotelline materiali, non metaforiche - precisa lo scienziato uiguro in conferenza stampa - Anni fa ebbi un tremendo incidente in moto, che mi provocò gravissimi danni cerebrali. All'ospedale civile di Kashgar mi innestarono una protesi meccanica con ingranaggi e rotelle. Ma non sto a spiegarvi come funziona, sennò andiamo fuori argomento".
Lo scienziato, che ha tosto ricevuto un bonifico dalla famiglia di Vianello Monello, intende riparare il Dna del corsivista defunto, il cui cadavere è rimasto gravemente danneggiato nel trasporto dal Polesine allo Xinjiang cinese, prelevando un campione cellulare compatibile. "Inizialmente abbiamo chiesto la disponibilità di suo fratello gemello, Monello Vianello, il quale però ha dichiarato di non essere favorevole, in quanto ha paura degli aghi - racconta Achmed - Dunque otterremo il Dna da un altro parente stretto: il figlio".
La compagna di Vianello Monello, la pornodiva Gesualda Laputtana, ha firmato l'autorizzazione a prelevare un campione cellulare dal feto che essa porta in grembo, con un'operazione all'avanguardia che, assicurano gli scienziati, non comporterà alcun rischio per il nascituro. Il Dna ottenuto verrà utilizzato per ricostruire quello compromesso, potendo così clonare un Vianello Monello fedele al 97% all'originale. Si complimenta la Fondazione Vianello Monello, per bocca del congiunto Balasso Gradasso: "Finalmente il nostro caro potrà tornare in vita, non certo per merito di quell'egoista di suo fratello, nè tanto meno per merito dell'immobilismo politico polesano, ma grazie ai prodigi della tecnologia uigura. Viva la tecnologia uigura!".

lunedì 5 ottobre 2009

Incidente sulla via della seta

Guasto o sabotaggio? La verità non si saprà probabilmente mai.
Di fatto, l'intero Polesine è rimasto ieri con il fiato sospeso, quando è circolata la notizia che l'aereo che trasportava le spoglie di Vianello Monello nello Xinjiang cinese è scomparso dai radar nelle prime ore del mattino.
Solo dopo lunghe ricerche alcuni esploratori locali hanno rinvenuto i rottami della fusoliera in mezzo al deserto del Taklamakan. Un impatto tremendo, quello tra l'aereo e il suolo. Talmente forte che, raccontano i soccorritori, Vianello Monello si sarebbe risvegliato, pur tranciato in due, imprecando in lingua amharica. "Incapaci! Mentecatti! Capre! Piloti del cazzo!", avrebbe urlato, prima che un cammelliere uiguro, particolarmente infastidito dagli strepiti, lo finisse con una badilata. La notizia ha destato comprensibile scalpore nei familiari dell'uomo, che hanno creduto nell'ennesima, incredibile resurrezione del loro congiunto. Ma purtroppo si è trattato di un abbaglio: "E' un tipico riflesso post mortem, più comune di quanto non si pensi", rassicura l'esperto, Giovannino Settebellezze, ex neuropatologo, oggi giardiniere in Commenda, assunto da una cooperativa per l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. "Ritengo che l'opportuno colpo assestato sulle tempie del soggetto abbia posto fine a questa spiacevole manifestazione. Ai familiari, che hanno creduto che il loro caro fosse tornato in vita, posso solo dire: siete proprio stupidi, ma come avete potuto anche solo pensarlo?"
Il corpo di Vianello Monello, già orrendamente mutilato, è stato diviso in tranci e portato a Urumqi dentro una decina di frighetti da pic nic. Ma era troppo tardi. "Diamine, tra i traumi dell'impatto e il calore del deserto, la salma è arrivata in uno stato di disfacimento davvero penoso - racconta, singhiozzando -. Il Dna si è gravemente danneggiato. In queste condizioni sarà impossibile effettuare la clonazione, a meno che non si trovi un Vianello Monello identico imprigionato in una enorme colata di ambra!"
La famiglia, ulteriormente indignata, ha annunciato che non pagherà l'onorario del professor Achmed e che si rivarrà per un risarcimento sull'assicurazione La Sgrausa Srl, con cui aveva stipulato un contratto milionario su eventuali danni subiti nel trasporto della salma. Il dirigente dell'assicurazione, Clodoveo Santimperna, si è suicidato in nottata gettandosi dall'Empire State Building.

domenica 4 ottobre 2009

La parola ai lettori


Caro Vianello Monello, mi chiamo Cesare Giolitti, e sono il presidente dell'associazione culturale Fiamma dell'Orgoglio Italiano. Non siamo un partito, ma un semplice gruppo di cittadini, certamente orientati su valori conservatori. Ti ho scritto varie volte, ma non hai mai pubblicato i miei interventi. Si vede che non ti interessavano. Questo dimostra che voi predicate la stampa libera, ma poi in realtà scegliete quello che vi pare. Non ci fosse La Voce a pubblicare le lettere mie e di Forza Nuova, a Rovigo tutto il pensiero sarebbe in mano alla sinistra. Certo che non mi pubblicherai, llancio ancora una volta l'allarme sulla moschea abusiva di Rovigo! Questa gente deve rispettare le nostre leggi. Anzi deve starsene a casa sua e possibilmente quando andiamo noi da loro armati fino ai denti non deve rompere il cazzo. Questo perchè noi siamo una civiltà superiore e di questo devono prendere atto baluba, bingo bongo e maori. Trovo veramente disgustoso come hai ignorato il sacrificio dei nostri camerati in Afaghnistan, a cui dico solo una cosa: presente! Loro difendono la Patria anche per le palle di velluto come te e spezzano le reni ai terroristi mussulmani che tu tanto difendi, gridando fieri Eja Eja Alalà. A chi la gloria? A noi! Un saluto, Cesare

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Caro Cesare,
a parte che non sono Vianello Monello, non ho mai risposto alle tue lettere perchè prima volevo dare alle stampe un dossier segretissimo in cui rivelo che Osama bin Laden è morto nell'estate 2007, per cause ancora misteriose, e fu sostituito dal celebre imitatore Gigi Sabani, che ne continua a riprodurre la voce nei messaggi registrati. L'uccisione del tenore Luciano Pavarotti, avvenuta lo stesso anno, servì proprio a fare cadere il silenzio sulla scomparsa di Sabani.
Cosa dimostra questo? Forse che una gestione verticistica, in un'organizzazione priva di un vero ricambio generazionale e sclerotizzata su pochi leader storici, mette a rischio l'attuazione di una mission nel momento in cui un leader viene a mancare. Almeno così me l'ha commentata il mullah Omar, intervistato al telefono dal suo rifugio in Antartide.
Non ho ben capito cosa vuoi da me. Comunque di recente ho appreso che uno di quelli che tu chiami eroi della patria (scusami se non uso la maiuscola), era un inveterato fascista. E quindi ti chiedo: perchè non vai anche tu, con i camerati della tua stupida associazione criptofascista, a farti sparare al fronte, così sfoltiamo un po' le fila?
Un abbraccio fraterno,

MV