Ha preso il nome del nonno, cui somiglia come una goccia d'acqua, ma non ama vantarsi della celebre parentela. "Qui in Italia parlare di lui sembra proibito. Il pensiero ideologico che domina questo paese è peggio di una dittatura".
Giuseppe Stalin (nella foto) è il nipote del celebre Josif Džugašvili, detto Stalin, ma vive in una modesta corte rurale persa nelle campagne tra Villanova Marchesana e Baricetta. Ha scelto di raccontare in esclusiva a noi la sua avventurosa vita, perchè affascinato dall'apertura di vedute del nostro blog: "Ho apprezzato le vostre interviste misurate ad Adolf Hitler", spiega, prima di iniziare a narrarci la storia della sua famiglia. "Ho abitato a Milano per molto tempo con mio padre Giorgio Stalin, poi abbiamo deciso di trasferirci in un luogo più tranquillo. Milano non era più quella di una volta, la vita pubblica è cambiata in peggio". Una biografia non priva di aspetti sorprendenti, quella degli eredi del celebre dittatore baffuto. Il figlio Giorgio, alla morte di Josif, subodorò che in Unione Sovietica le cose stavano cambiando. "Mio padre - ci racconta Giuseppe - decise di lasciare il paese, per non assistere alla distruzione post mortem della figura che l'aveva guidato verso la grandezza, cosa che poi avvenne. Tramite un amico milanese trovammo casa nel capoluogo lombardo, dove abbiamo vissuto fino agli anni Novanta".
Giorgio Stalin aderì in un primo tempo al Partito Comunista, per poi passare nel 1982 con i socialisti di Bettino Craxi. Furono gli anni della bella vita per la famiglia Stalin a Milano, finchè il vento di Tangentopoli non spazzò via tutto. Le indagini del pool di Mani Pulite toccarono anche Giorgio e i suoi congiunti, che gestivano servizi in appalto per la sanità lombarda. Furono anni durissimi, poi un nuovo vento, quello del rinnovamento politico, portò Giorgio Stalin verso altri lidi politici. "Si impegnò fin da subito nella nascita dei primi circoli meneghini di Forza Italia - continua il figlio - Per lui fu un ritorno all'età dell'oro. Diceva sempre: vorrei potere raccontare tutto questo a tuo nonno. Lo sa che abbiamo avuto anche l'onore di cenare a casa del cavaliere Silvio Berlusconi? E' una sera che non dimenticherò mai. Le svelo un segreto: indovini chi fu a fare conoscere Vladimir Putin al nostro premier!"
Giorgio oggi resta uno dei più fidati consiglieri del fondatore del Pdl. Si mormora che abbia aiutato lui il premier a gestire la crisi innescata dai finiani in questi mesi e che fosse presente al pranzo tra i maggiorenti del Pdl nella villa sul Lago Maggiore. Il figlio, invece, ha preferito mantenere una posizione più defilata: "Io preferisco esprimermi con la musica. Sono chitarrista e cantante di un gruppo rock a Bondeno, nel ferrarese. Ma niente cose impegnate politicamente, sia chiaro. La musica non deve essere nè di destra, nè di sinistra. Per noi suonare significa essenzialmente trasmettere delle emozioni".
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