venerdì 6 agosto 2010

Sicurezza: Polesine sempre più a rischio

La strage sventata ieri dalle forze dell'ordine continua a fare discutere la politica polesana, già alle prese con la scottante patata bollente ferragostana del costruendo lager per immigrati di Zelo.
Mentre l'assessore Nadia Romeo minaccia di incatenarsi alla colonna del leone di San Marco se la giunta non darà il via libera all'acquisto di F16 per il turno notturno dei vigili, il sindaco Fausto Merchiori ha emanato un'ordinanza per prevenire stragi come quella progettata da Serafino Caggiula. Dato che l'uomo voleva uccidere a pistolettate tutti gli sconosciuti che lo salutano per strada, le direttive del primo cittadino imporranno ai cittadini di Rovigo di scambiarsi cortesie solo se muniti di carta di identità ben visibile e declamando ad alta voce il proprio nome e cognome, nonchè alcune informazioni di base per rendersi immediatamente identificabili. Tutto ciò in attesa della realizzazione di un biochip sottocutaneo che sarà installato su tutti i rodigini e interagirà con un computer bionico dotato di archivio mnemonico, che consentirà un immediato incrocio dei dati acquisiti, al fine di identificare istantaneamente il soggetto.
Ma l'allerta è alta. "Non possiamo certo stare tranquilli a pescare barboni nel Ceresolo", tuona il commissario della Lega Nord, Antonello Contiero, che ha recentemente sostituito l'ex segretario Antonello Contiero. A preoccupare il Carroccio è l'ipotesi di costruire in Polesine il Cie toccato in sorte al Veneto. L'idea di un Centro di identificazione ed espulsione per immigrati a Zelo proprio non piace alla Lega: "Innanzitutto, non capisco perchè farlo a Zelo, in mezzo al nulla. Anzi, propongo a Maroni di farlo a San Martino di Venezze, così potrò recarmi quotidianamente a verificarne le condizioni di sicurezza ed eventualmente ergermi a baluardo assieme ad apposite milizie, munito di spingardino a sale, in caso di evasioni di pericolosi immigrati" (nella foto, le ronde di San Martino di Venezze, composte da bravi cittadini convinti che la legalità non è nè di destra, nè di sinistra).
Ma all'interno della Lega c'è chi protesta e ne fa una questione di giustizia: "Questi Cie costano un sacco di soldi - tuona Spiraivovi Scaranello, esponente giovanile del Carroccio di Villadose -. Non è giusto investire tanto danaro per darlo agli immigrati, quando ci sono tanti veneti che hanno bisogno. Io dico che dobbiamo pensare prima ai nostri: ospitiamo loro in questi centri e poi, solo se c'è posto, eventualmente gli extracomunitari. E' una questione di buon senso".

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