Non è la prima volta che intervistiamo Adolf Hitler. Fino a pochi anni fa, sarebbe stato impensabile, nell'Italia delle ideologie. Ma oggi, mentre si riabilitano Mussolini e Almirante perfino tra i progressisti, noi possiamo finalmente riaprire il confronto sullo statista di Braunau, ancora vivo in una località segreta sul Baltico. Lo abbiamo incontrato ai funerali di un suo carissimo amico italiano, recentemente scomparso, e senza esitazioni è nata un'intervista sui grandi temi di attualità.
Allora Adolf, posso darti del tu? Allora, Adolf, com'è stato il tuo ritorno in Italia?
Nonostante l'età avanzata e i tanti amici ormai scomparsi, il clima è sorprendente. Da anni non assistevo a un rinnovamento culturale e sociale così vivido nel vostro paese. Qualche giorno fa ero a Casa Pound a presentare il mio ultimo libro. Mi si avvicina un ragazzo e mi fa: "Ma lo sa che io sono tesserato del Pd?" Capisce cosa intendo? Credo che l'Italia stia di nuovo imboccando la strada riservata ai grandi paesi, lasciandosi alle spalle un passato segnato da ideologie violente che hanno svilito il primato culturale del paese.
Molti però vedono con sguardo critico quanto sta accadendo in Italia in questo momento...
E' tipico dei grandi cambiamenti, non ne farei una malattia. La maggior parte delle persone, com'è naturale, vive con disagio la prospettiva di un cambiamento radicale non tanto del suo stile di vita, quanto del suo stile di pensiero. Ma sono le avanguardie che fanno la storia. Tra cinquant'anni il mio amico Licio Gelli avrà vie dedicate in suo nome. I tempi cambiano: fino a trent'anni fa l'opinione pubblica giudicava negativamente Giorgio Almirante per le fucilazioni di partigiani, oggi fior di intellettuali anche popolari iniziano a riconoscere la sua statura morale.
Insomma, questa Italia è uno spasso. E il suo giudizio sull'atteggiamento del governo verso immigrati e rom?
Assolutamente negativo.
Davvero?
Certo. Non si può imbarcare la gente e rispedirla da qualche parte, pensando di avere risolto il problema. Questo governo ha creato un clima di paura e odio verso gli stranieri, ha rafforzato la rete di campi di concentramento istituiti con la Turco-Napolitano, ha decretato che in Italia ci sono persone di serie A e persone di serie B. Ora abbia il coraggio di fare il passo definitivo, innanzitutto risolvendo la questione ebraica, che non è certo meno urgente del problema dell'immigrazione, e poi adottando misure radicali. Io sono a disposizione per portare il mio know how, se interpellato.
Lei ritiene che questa sia una priorità?
Certo. Come fanno notare gli amici della Lega, l'Italia è già sovraffollata. Bisogna fare solo due cose: eliminare tutti i finanziamenti per la prevenzione delle stragi del sabato sera, le campagne antifumo, la prevenzione degli incidenti sul lavoro e il sostegno alle associazioni per la donazione di sangue e organi. Bisogna aumentare la mortalità per sfoltire le fila, dopodichè istituire la donazione del sangue e degli organi a chiamata. Le classi plebee dovrebbero essere obbligate a donare il sangue su richiesta di centri trasfusionali privati, che lo metterebbero a disposizione delle classi più agiate. Infine, con i soldi risparmiati, va rafforzata l'industria pesante, attraverso una deregolamentazione radicale sui tetti emissivi e le misure di sicurezza, e vanno istituiti i campi per il lavoro forzato degli immigrati e degli zingari dai cinque anni in su. Il governo non si lasci intimidire, spezzi subito le gambe con ogni mezzo a chi vuole minarne la stabilità dall'interno e avvii questa stagione di grandi riforme che tutto il paese ci chiede.
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