"Dio solo sa cosa sta accadendo a quest'uomo!" E' questa la sintetica diagnosi prodotta da un team di 14 medici dell'Ulss 18, che negli scorsi giorni hanno sottoposto l'uomo un tempo conosciuto come Cicciuzzo Sconciaforni a tac, radiografie, risonanze magnetiche, colonscopie, analisi del sangue e delle feci, biopsie e test psicoattitudinali. Risultato: "Si conferma che la causa dello stato in cui versa il paziente è da ricercarsi negli effetti dell'invertitore metabolico di Gaio Barfowskji, ma non è possibile ipotizzare una cura, a meno che il dottor Barfowskji non ci dia le istruzioni della sua invenzione, smettendola di affermare che gli servono per la garanzia in caso di guasto".
Intanto il povero Cicciuzzo, regredito a ritroso lungo la catena delle discendenze familiari, è precipitato nella schizofrenia: "Quando si trattava di trovarsi anima e corpo con mio padre e mia madre, potevo anche gestire la tripla personalità e i mutamenti del mio corpo - racconta, affogando i propri dolori in un sacco da dodici chili di lupini sgusciati - Ma ora sto vivendo contemporaneamente 186 vite diverse, mentre fisicamente mi altero in continuazione. Non so più a che epoca sono arrivato e temo che presto finirò per essere un uomo di Neanderthal e poi, chissà, una scimmia e poi... oddio, probabilmente un lemure, un dinosauro, un pesce e così via fino ai primordi della vita. Sempre che le teorie di Darwin siano esatte". All'entrata della visita medica, l'uomo appariva come un ragazzino con le lentiggini, presentandosi come Giulio, scudiero di Ibleto di Challant. All'uscita, invece, sosteneva di essere un predicatore albigese messo al rogo a Verona nel 1277, litigando di cose incomprensibili con un'altra persona, la cui voce femminile affiorava dalla stessa bocca, producendo temporanee deformazioni del volto. "Una scena agghiacciante - ha dichiarato un'infermiera - Giuro che se si fa rivedere qui gli tiro una schioppettata".
Raggiunto a sera nella sua temporanea residenza all'hotel Belvedere da Luciano, ha accettato di farsi fotografare in un momento di confusione identitaria (vedi foto). "Ora sono contemporaneamente il cavaliere templare Aroldo di Lecce, la prostituta genovese Marianna, un allievo con tendenze omosessuali dell'anatomista cinquecentesco André Vèsale, un contadino ignorante sotto il marchese Bonifacio di Savona, l'amante di un campione di jai alai, una pittrice sorda del XII secolo, il linguista arabo siciliano Abū ʿAbd Allāh Muhammad al-Kattānī e molti altri che non vi elenco perchè non vi direbbero niente - prosegue, piangendo - Ho dei fortissimi scompensi emotivi e psicologici. Ieri sera mi ero portato una prostituta in camera, dopodichè ho iniziato a litigare con me stesso e poi mi è venuta voglia di dormire e mi sono messo a frignare che avevo sonno, infine mi ha colto l'andropausa, dopodichè ho scoperto che desideravo fare all'amore con un fanciulletto. Ho mangiato un chilo di peperoni, dopodichè li ho vomitati perchè mi facevano schifo. E adesso ho voglia di attaccarmi alla bottiglia ma so benissimo che suor Erminia me lo impedirà". Nel frattempo una folla inferocita si è radunata con torce e forconi intorno all'hotel: "Non siamo al Cottolengo, quei matti strani lì nella nostra bella città non li vogliamo - dichiara il portavoce dei manifestanti, Corrado Cerpelloni - Se ne deve andare, vada a fare il pazzo da un'altra parte, sennò glieli risolviamo noi i problemi, con una belle sventagliata di piombo nel culo. Altro che misericordia!"
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