martedì 13 gennaio 2009

"Bombardate Badia Polesine!"

Usare l'aviazione per colpire duramente i terroristi che il 3 gennaio hanno piazzato una bomba davanti alla casa dell'architetto Giorgio Faccioli. E' la proposta sensata e moderata lanciata da Uber Morfei, leader del neonato Comitato per la sicurezza dei polesani.
"Non si possono tollerare simili episodi, a questo punto siamo arrivati? - chiede in una lettera al presidente della Repubblica - Serve la mano pesante contro i criminali che dilagano per la cittadina altopolesana. Chiediamo l'immediato intervento dell'aviazione, affinchè bombardi pesantemente Badia Polesine, in vista di un'incursione delle forze armate per snidare questi vili assassini". Toni duri, che hanno raccolto l'immediato silenzio-assenso della comunità polesana, l'applauso entusiastico degli opinionisti e lo sdegno di numero dieci pacifisti polesani. "Sarà un bagno di sangue per la popolazione civile - fa notare un appunto dei Beati Costruttori di Pace - Un attacco aereo su Badia Polesine metterà completamente in ginocchio la città. E' un crimine di guerra colpire deliberatamente la popolazione, nessuna motivazione può giustificare un simile massacro. Chiediamo alle autorità polesane di intervenire contro questa oscena proposta". Inutile la presa di parola del presidente della Provincia, Federico Saccardin, che annuncia di avere convocato un tavolo per discuterne il prossimo 23 febbraio. Nel frattempo, infatti, è giunta (forse per la prima volta nella storia), una nota di apprezzamento da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Colgo l'occasione con questa nota di segnalare il nostro interessamento verso questa ipotesi, in piena congruenza con gli ideali dello Stato Italiano di tutela della legalità - scrive nella missiva - Inoltre ne approfitto per rispondere a Guglielmo Brusco sulla questione delle rette ai malati psichici di Ficarolo: francamente non me ne sbatte un cazzo".
Incassato l'assenso della massima carica italiana, Morfei e il comitato replicano dunque con toni durissimi a quelli che chiamano "pacifisti d'accatto, amici dei terroristi": "Mentre loro stanno a guardare indifferenti, gruppi criminali attentano alla vita degli abitanti di Badia Polesine - scrivono in un comunicato stampa - Abbiamo il diritto di difendere l'incolumità dei polesani dal dilagare di certi bombaroli. Chi non sta con noi è dalla parte dei terroristi. Riguardo all'uso di bombe ad alto potenziale sulla città di Badia Polesine, vi ricordo che i terroristi che hanno attentato alla vita di Faccioli operano non da basi militari, ma dai tetti e dalle cucine di case in cui intanto i badiesi, ignari, muoiono di fame, vessati da questi delinquenti. Sarà loro la responsabilità di eventuali vittime civili, usate cinicamente come scudi". Secondo proiezioni elaborate da un osservatorio dell'esercito italiano, l'operazione dovrebbe richiedere cinque giorni di intensi bombardamenti per piegare la resistenza, per poi invadere Badia con le forze di terra per eliminare definitivamente i pericolosi dinamitardi. Le stime danno un computo delle vittime attorno al migliaio, il 15% civili colpiti accidentalmente, il 75% civili colpiti intenzionalmente. "Sono proiezioni basate su quanto accade in qualsiasi contesto bellico - spiega l'analista Giulio Passamilolio - La guerra tra eserciti è un fenomeno ormai superato da un secolo, oggi ci si concentra sugli obiettivi civili per annientare l'avversario. In un contesto di guerriglia e lotta al terrorismo, poi, è inevitabile che, non essendoci un esercito formalizzato, si colpisca deliberatamente la popolazione sparando nel mucchio o usando armi dagli effetti di lungo periodo come le mine antiuomo, le cluster bomb o l'uranio impoverito. Tecnicamente sganciare bombe ad alto poetnziale sui civili è un atto di terrorismo, ma è più comunemente chiamato "raid" o "scontro". Tale distinguo è operato severamente sulla base del disprezzo per la vita altrui". A chi accusa Uber Morfei di essere un criminale assassino, risponde per le righe un corsivo del Corriere del Veneto: "L'ipotesi di un attacco aereo su Badia Polesine è solo un pretesto, il solito pretesto pronto a tornare ogni volta che un disagio o una crisi (e che crisi!) minino le sicurezze della parte peggiore dell'Occidente, inducendola a cercare ancora un capro espiatorio. E' davvero così difficile imparare dagli errori e dalle tragedie del passato?".

2 commenti:

La Ghenga ha detto...

Ho cancellato per sbaglio (mano tremula da sindrome del tunnel carpale) un commento di un "abitante della Striscia di Raza" preoccupato che il piano di bombardamento preveda un coinvolgimento della sua area. Me ne scuso con l'interessato e lo invito a scrivere di nuovo.

Vanni Destro ha detto...

Aspettando la soluzione finale

" L'intera zona fu isolata erigendo un muro che la circondava
completamente e iniziò un processo di vero e proprio assedio e affamamento della popolazione.
Un'organizzazione di combattimento si rivoltò alla presenza militare e alle condizioni di vita disumane.
Il luogo fu completamente raso al suolo.
Già precedentemente erano state uccise migliaia di persone.
All'inizio, il luogo ospitava circa 450000 abitanti che vivevano nel 4% della superficie totale della città pur rappresentando il 30% della popolazione; questo causò immaginabili problemi di sovraffollamento e gli abitanti della zona circoscritta dal muro furono costretti a vivere anche in dieci dentro ad una sola stanza."
Questa non è, come qualcuno potrebbe pensare, la storia della Striscia di Gaza, area con una delle più alte densità di popolazione del pianeta e teatro di atrocità quotidiane commesse dall'esercito israeliano sotto gli sguardi di un'occidente pavido o di parte, ma quella del Ghetto ebraico di Varsavia sotto il tallone nazista.

Per invadere l'Iraq è bastata una risoluzione ONU.
Le risoluzioni ONU contro Israele sono 27.