Attenzione! Prima di leggere questo post, un semplice test attitudinale: L'ORDA D'ORO DI GENGIS KHAN, ATTRAVERSO UN VARCO TEMPORALE, HA INVASO IL QUARTIERE TASSINA E STA METTENDO A FERRO E FUOCO LE NUOVE ZONE RESIDENZIALI! Se dopo avere letto questo post siete corsi a chiamare vostra zia che abita in Tassina, evitate di continuare a leggere. Soffrite di una rara sindrome che impedisce di distinguere tra una cazzata e un fatto vero, con l'unica scusante che a Rovigo accadono talvolta fatti la cui natura rende questa dicotomia difficile da sciogliere. Quanto segue è classificabile come cazzata, in quanto privo di alcun fondamento, essendo basato su un tentativo di interpretazione e traduzione dell'abbaiare dei cani.
Il comune impegno politico sembra avere rafforzato la partnership tra Federica Zarri e Cicciuzzo Sconciaforni, che - dopo le travagliate vicende che hanno coinvolto l'attore hard negli ultimi mesi - tornano a lavorare a un progetto cinematografico insieme.
"Mi hanno offerto un ruolo in un bellissimo film a luci rosse sul tema della Sanità - racconta Sconciaforni - Letto il copione, ho immediatamente chiesto a Federica se voleva lavorare con me come ai vecchi tempi. Lei ha accettato e così... eccoci qua". Il film, presentato ieri alla stampa nella Sala Oliva dell'Accademia dei Concordi, si intitolerà "La cittadella sanitaria della passione". Nonostante il titolo sembri evocare la realtà rodigina, l'attore chiarisce subito che non ha alcun nesso con quanto accade nel capoluogo polesano, nè vuole fare riferimento a fatti accaduti o persone realmente esistite. Tanto che alla presentazione era presente perfino il direttore generale dell'Asl 18, Adriano O. Marcolongo (alias Orazio, fratello del vero Marcolongo, espatriato in India), che si è detto divertito dalla curiosa produzione internazionale.
La trama è infatti ambientata in una azienda sanitaria di Los Angeles, governata dal perfido direttore Hector De Las Vergas (nella foto). Un ispettore ministeriale, interpretato da Cicciuzzo Sconciaforni, deve indagare per ordine del governo sulle malefatte del direttore generale dell'ospedale di Los Angeles, sospettato di strani tramacci e intrallazzi. Avvisato da un "soffia" dell'arrivo dell'ispettore, per impedire che costui riesca nell' intento di scoprire le carte, il subdolo Hector affida alla sua addetta alle pubbliche relazioni, interpretata da Federica Zarri, il compito di sedurre l'impiccione, sfoderando tutto l'arsenale del suo savoir faire tra le coperte e non. Da qui si dipana una crescendo di scene hard, che vede l'ispettore e la sua tentrice protagonisti di accoppiamenti e orge bisex nelle sale dell'ospedale, coinvolgendo infermiere sexy, nerboruti operatori socio sanitari, impiegati sorprendentemente dotati e medici pervertiti dalla notevole esperienza. Notevole la scena iniziale, slegata dalla vicenda centrale, in cui un'ambulanza lascia a sirene spiegate l'ospedale per raggiungere, dopo un viaggio concitato, un'appartamento nel quartieri in. Tre infermieri irrompono nell'abitazione, dove una signora completamente ignuda li attende nel letto, dando il "la" a un'allegra ammucchiata con tutto il campionario del caso.
Alla fine del film, comunque, sarà l'ispettore ministeriale a sedurre la sensuale pr, convincendola a schierarsi con lui contro il malvagio direttore e a consegnargli le carte, con cui lo denuncerà non solo per gli atti compiuti, ma anche per il bieco tentativo di depistaggio. "Un bellissimo finale che non mancherà di commuovere gli appassionati del genere - dice Sconciaforni - Peccato solo che a Rovigo non sarà proiettato, dato che non esiste più un cinema porno come ai bei tempi. Tutto per colpa di una lunga serie di giunte bacchettone e incapaci. Il rilancio dell'Odeon in questa direzione era un'ipotesi praticabile, peccato che i soliti pregiudizi l'abbiano fatta cestinare subito!"
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