Un dispaccio di agenzia mi informa di quanto accaduto a Baghdad pochi giorni dopo l'intervento sul mio blog del clone numero 187 di Vianello Monello. Forse proprio quell'outing pubblico ha determinato quanto accaduto? Dal mio lontano esilio giro ai cari polesani questa incredibile cronaca, che appare l'ennesimo tassello di una lunga e dolorosa vicenda. Si facciano da soli un'opinione in merito.
“L’eroica Resistenza irachena guidata e diretta da Partito Socialista Arabo Baath, ha definito i propri obiettivi strategici come movimento nazionale di liberazione per espellere le forze di occupazione, liberare l’Iraq e salvaguardarlo unito quale patria per tutti gli iracheni”.
Queste parole, accompagnate da un paio di colpi di arma da fuoco sparati in aria, sono risuonate nel centro di Baghdad ieri pomeriggio. A pronunciarle un uomo assai somigliante al defunto presidente Saddam Hussein con un fucile fieramente imbracciato. Un fatto incredibile che, in pochi attimi, ha portato sul posto militari, poliziotti, giornalisti. Tra questi il clone 187 di Vianello Monello, autore della rubrica Good Morning Baghdad sul quotidiano Az Zaman, che ha subito appellato in maniera sprezzante quell’uomo così simile all’ex capo di Stato. “Io sarò un clone ma tu sei un coglione. Dopo che sei stato impiccato pensi di ritornare in vita animato da uno spirito da vecchio scaldapoltrone ammuffito? Ah, ah! E’ arrivato Saddam col fucile fa bam! Ma cammina… baffone delle mie tasche”.
Ma forse il clone di Vianello Monello aveva fatto male i propri conti. “Sei patetico come il mio sostituto delle campane din don dan e simpatico come una mano nel culo - ha affermato con voce imponente il sosia del defunto leader iracheno - In realtà sono Celio Rodigino e ora ti spedisco al Creatore. Prendi questo e va' all’inferno a suonare la pancia di tua madre con le ossa dei mortacci tuoi!”. Un colpo secco ha immediatamente freddato il clone e gelato i soldati armati di tutto punto, increduli per l’accaduto.
L’esercito non ha avuto nemmeno il tempo di abbozzare una reazione che Celio è poi scomparso all’orizzonte gonfiando un enorme pallone con un chewing gum con cui si è levato in volo. “Sono le Big Babol a elio e rosolio messe a punto da Gelmino Barozzi - ha gridato ridendosela -. Me ne vado nella stratosfera conscio di avervi dato il buon esempio, eliminando uno dei fantocci in evidente convergenza con i piani dell’occupante e con interessi ristretti, settari, etnici, fanatici ed egoistici. Viva l’eroica Resistenza irachena!”.
2 commenti:
Il Resto del Carlino in questi giorni ha pubblicato il dossier Brunetta sulle consulenze esterne di Ulss e Provincia (vedi: http://quotidianonet.ilsole24ore.com/file_generali/pdf/consulenze.pdf).
L'ho letto e trovato molto interessante, però manca la consulenza al dottor Gaio Barfowskji... com'è possibile?
Roma, 9 gen. (Adnkronos)- "Ben venga un'estrazione di gas in Alto Adriatico" e le tecnologie applicabili per queste operazioni "sono assolutamente sicure". Per la scienziata dell'Ingv Fedora Quattrocchi, responsabile dell'Unita' Funzionale di Geochimica dei Fluidi, Stoccaggio Geologico e Geotermia, ad esterarre gas dai giacimenti in Alto Adriatico "non c'e' nessun problema di sicurezza" e, all'ADNKRONOS, esclude qualsiasi problema anche "per la citta' di Venezia". "Come scienziati dell'Ingv -afferma la geofisica Quattrocchi- siamo favorevoli al sistema che prevede di iniettare fluidi, o acqua, ad alta pressione nel sottosuolo per occupare lo spazio lasciato vuoto dal metano. In tutto il mondo si fa cosi'".
"Inoltre -prosegue- Venezia e' al sicuro e non affonderebbe certo a causa di un'estrazione. La subsidenza che tocca Venezia e' un fenomeno legato a processi ben piu' superficiali che non arrivano alla profondita' richiesta per prelevare il gas". "L'estrazione si puo' fare e va fatta. Perche' -aggiunge- si tratta di un giacimento di circa 40 miliardi di metri cubi di gas metano corrispondenti a 6 mesi di fabbisogno del Paese. Quindi, visto che a noi servono circa 80mld di metri cubi l'anno e le nostre riserve strategiche ammontano ad appena 8 mld mentre ne servirebbero 20, registriamo un deficit di 12 mld l'anno di metri cubi di gas di riserva".
"Se poi pensiamo che il nostro Paese basa la sua produzione elettrica per il 60% sul gas, la risposta e': estraiamo. Ma non solo. Il nostro Paese ha bisogno anche di stoccare il gas per le riserve strategiche e non. Un sito che noi abbiamo studiato e sul quale non ci sono piu' dubbi in termini di sicurezza e' quello di Rivara, nel modenese. Un sito bloccato irresponsabilmente dai 'Comitati Locali'. Il sito invece e' scientificamente testato come sito sicuro". (segue)
Domanda: perchè mai una geofisica responsabile dell'Unita' Funzionale di Geochimica dei Fluidi, Stoccaggio Geologico e Geotermia si accalora così tanto per qualcosa che interessa ai colossi dell'energia e ai politici sul loro libro paga?
Posta un commento