Indagano i servizi segreti di tutto il mondo sulla sconvolgente scomparsa del professor Gaio Barfowskji dalla sua casa di Rovigo, avvenuta, a sentire le ricostruzioni, oltre una settimana fa e trapelata solo in queste ore da fonti interne alla Questura di Rovigo.
Barfowksji (nella foto, alla consegna della laurea honoris causa in Educazione Fisica all'Università di Lipsia), lavorava da anni a esperimenti scientifici per conto della Provincia di Rovigo ed era il più accreditato scienziato rodigino. Il fratello di Gaio, Lello Barfowskji, ha lanciato l'allarme alcuni giorni fa, dopo avere inutilmente tentato di contattare lo scomparso dalla sua residenza di Prypiat, in Ucraina.
"Da alcuni mesi Gaio stava lavorando a un progetto importantissimo ed era completamente assorbito dal suo lavoro, ma allo stesso tempo l'ho sentito preoccupato. Di recente gli erano arrivate misteriose minacce in una lingua sconosciuta, attraverso il telefax interdimensionale che usava per ricevere notizie da altri piani del multiverso. Stava finendo di decrittarle per comprenderne il significato, quando è scomparso".
Uno stretto riserbo circonda il caso e le poche notizie che trapelano sembrano costruite ad arte per sviare dalla verità. "Da quanto abbiamo potuto ricostruire - afferma il commissario Fulvio Basettoni - Barfowskji si è imbarcato a Napoli sul traghetto diretto a Palermo, lasciando due lettere in cui annunciava la propria dipartita. Arrivato a destinazione, tuttavia, avrebbe scritto altre lettere, in cui chiedeva di distruggere le precedenti e affermava di essere prossimo a tornare a Napoli. Da lì in poi si sono perse tutte le tracce. Abbiamo dato ordine di cercare in tutti i conventi".
Gli amici più stretti, tuttavia, raccontano che Gaio era tutt'altro che propenso a mettersi in viaggio, essendo giunto alle battute finali del suo progetto di ricerca più ambizioso. Secondo quanto racconta l'amico Gelmino Barozzi, egli stava mettendo a punto un siero per riportare in vita i tessuti morti. La Provincia gli aveva messo a disposizione i fondi per la ricerca, a patto che non svolgesse esperimenti su esseri umani. Gaio, del resto, sognava solamente di riportare in vita alcune mummie egizie e un mammuth ibernato della Siberia, per ottenere importanti rivelazioni sul passato dell'umanità. Ben diverso l'atteggiamento del suo assistente, Enrico Clerval, morto tre mesi fa in un incidente stradale: "Clerval era ossessionato dall'idea di riportare in vita i morti, dopo che sua madre era morta di scarlattina - racconta Barozzi -. Era un fanatico più appassionato di Paracelso che di chimica organica. Sto ricostruendo l'intero quadro con il metodo induttivo e sono ormai certo che Clerval abbia inscenato la propria morte e progettato il rapimento di Gaio per impadronirsi delle sue conoscenze".
Barfowksji (nella foto, alla consegna della laurea honoris causa in Educazione Fisica all'Università di Lipsia), lavorava da anni a esperimenti scientifici per conto della Provincia di Rovigo ed era il più accreditato scienziato rodigino. Il fratello di Gaio, Lello Barfowskji, ha lanciato l'allarme alcuni giorni fa, dopo avere inutilmente tentato di contattare lo scomparso dalla sua residenza di Prypiat, in Ucraina.
"Da alcuni mesi Gaio stava lavorando a un progetto importantissimo ed era completamente assorbito dal suo lavoro, ma allo stesso tempo l'ho sentito preoccupato. Di recente gli erano arrivate misteriose minacce in una lingua sconosciuta, attraverso il telefax interdimensionale che usava per ricevere notizie da altri piani del multiverso. Stava finendo di decrittarle per comprenderne il significato, quando è scomparso".
Uno stretto riserbo circonda il caso e le poche notizie che trapelano sembrano costruite ad arte per sviare dalla verità. "Da quanto abbiamo potuto ricostruire - afferma il commissario Fulvio Basettoni - Barfowskji si è imbarcato a Napoli sul traghetto diretto a Palermo, lasciando due lettere in cui annunciava la propria dipartita. Arrivato a destinazione, tuttavia, avrebbe scritto altre lettere, in cui chiedeva di distruggere le precedenti e affermava di essere prossimo a tornare a Napoli. Da lì in poi si sono perse tutte le tracce. Abbiamo dato ordine di cercare in tutti i conventi".
Gli amici più stretti, tuttavia, raccontano che Gaio era tutt'altro che propenso a mettersi in viaggio, essendo giunto alle battute finali del suo progetto di ricerca più ambizioso. Secondo quanto racconta l'amico Gelmino Barozzi, egli stava mettendo a punto un siero per riportare in vita i tessuti morti. La Provincia gli aveva messo a disposizione i fondi per la ricerca, a patto che non svolgesse esperimenti su esseri umani. Gaio, del resto, sognava solamente di riportare in vita alcune mummie egizie e un mammuth ibernato della Siberia, per ottenere importanti rivelazioni sul passato dell'umanità. Ben diverso l'atteggiamento del suo assistente, Enrico Clerval, morto tre mesi fa in un incidente stradale: "Clerval era ossessionato dall'idea di riportare in vita i morti, dopo che sua madre era morta di scarlattina - racconta Barozzi -. Era un fanatico più appassionato di Paracelso che di chimica organica. Sto ricostruendo l'intero quadro con il metodo induttivo e sono ormai certo che Clerval abbia inscenato la propria morte e progettato il rapimento di Gaio per impadronirsi delle sue conoscenze".
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