Non è la prima volta che chiacchieriamo con il ministro Sandro Bondi. Tempo fa ci aveva scritto una lettera di complimenti, oggi vogliamo ricambiare con questa intervista esclusiva, in cui ci spiega cosa è andato storto a Pompei e perchè la richiesta di dimissioni che gli è stata rivolta è assolutamente iniqua e faziosa.
Ministro Bondi, nonostante il flop del voto di sfiducia, le opposizioni continuano ad accusarla di inettitudine. In particolare per lo stato disastroso del sito di Pompei...
Ricordiamoci che Pompei è stata oggetto di una terribile eruzione nel 79 d.C., con migliaia di vittime, gente polverizzata viva o intossicata dai miasmi del vulcano, le città vicine completamente ricoperte di materiali eruttivi, danni per miliardi di sesterzi. Si è trattato di un disastro senza precedenti nella storia del nostro paese. La prima cosa da fare era mettere in moto la macchina degli aiuti: nell'arco di poche ore erano già in loco oltre 15mila soccorritori. Pompei era rasa al suolo, i morti aumentavano di ora in ora, c'era la gente viva da estrarre dalle macerie e centinaia di feriti da curare. Il patrimonio culturale, abitativo e il tessuto economico avevano subito perdite gravissime. Di quei giorni drammatici ricorderò sempre la fierezza dei pompeiani che non si sono mai dati per vinti e la generosita' dei soccorritori che hanno dimostrato una professionalita' encomiabile.
Eh? Vabbè, però è un dato di fatto che, 1.932 anni dopo il disastro, Pompei continua a crollare a pezzi...
Guardi, noi abbiamo pensato innanzitutto a dare una casa a chi l'aveva persa, evitando che gli sfollati vivessero per anni in baracche e roulotte come e' avvenuto in Italia per tutti gli altri terremoti. A Potenza ci sono ancora le baracche per il terremoto del 56 a.C. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell'emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi. Abbiamo portato sul posto 5.957 tende, 107 le cucine da campo, 47 posti medici avanzati e un ospedale da campo a supporto del locale nosocomio parzialmente inagibile, oltre ai quasi 200 nuovi edifici antisismici costruiti in tempi record. I miracoli li fa solo il Signore.
Ma allora di chi è la colpa del disfacimento del sito?
La ricostruzione spettava alla Regione e al comune. Noi abbiamo stanziato i fondi. Se nulla è stato fatto non è certo colpa del governo, bensì di anni ed anni di amministrazioni di sinistra che si sono alternate alla guida degli enti preposti, senza attuare mai una, dico una sola delle tante azioni concrete sollecitate da noi stessi per risollevare il centro di Pompei. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e non possono certo essere imputati a noi. Trovo davvero disgustoso che adesso si cerchi di strumentalizzare la questione a fini politici e scaricare la colpa su questo governo.
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