sabato 31 gennaio 2009

La Rivoluzione non s'arresta

Nadia Romeo chiede e ottiene la cittadinanza cinese per rimanere assessore all’Ambiente anche nella nuova Giunta di Antonio Costato, ispirata all’applicazione della Linea Rossa ispirata al marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
“Sono passata dalla squadra di centrodestra di Paolo Avezzù a quella di centrosinistra di Fausto Merchiori. Di entrambi posso dire che se li conosci li eviti. Da socialista posso affermare che il compagno Costato e la sua scelta di amicizia con la Cina Popolare rappresentano il sentiero luminoso da percorrere. Spero che il compagno Antonello Contiero sia inflessibile nel giudicare queste persone che, a differenza di me, sono opportunisti collusi con i Vetusti scaldapoltrone ammuffiti”. Romeo ha poi aggiunto sottovoce: “Leonida Gusmaroli, da me consultato via mail, ha detto che entro sette mesi il governo di Rovigo passerà nelle mani degli alieni del pianeta Alfacharliebravolimapapaeco, cui dichiarerò a tempo debito assoluta fedeltà”.
Merchiori non l’ha presa male e, anzi, è stato intravisto allontanarsi sorridente su una Alfa Romeo Duetto con valigia, occhiali da sole e camicia hawaiana. “A qualcuno potrà sembrare una scelta fuori dei protocolli, ad altri un mero sfizio estetizzante l’allontanarmi da lezioso vacanziero. Ma posso dire con certezza che sfrutto questo secondo golpe in pochi mesi per ritirarmi su un’isola caraibica e liberarmi dalle pizzosissime responsabilità di sindaco. Auguro all’amico Costato e ai suoi collaboratori un lavoro proficuo”.
L’opposizione, dal canto proprio, ha annunciato che prenderà posizione non appena si sarà concluso l’incontro di wrestling tra la coppia Aniello Piscopo – Matteo Zangirolami e il trio B.V. Paolino – Luca Paron – Nicola Settini per la conquista dell’egemonia nel centrodestra. “Abbiamo concesso loro di combattere in tre per garantire maggiore equilibrio al match – spiega Andrea Bimbatti, capogruppo Pdl – le forze in campo si stanno mostrando equivalenti e temo non ce la caveremo presto. Insomma, dobbiamo prima risolvere le nostre questioni interne”. Intanto il tribunale del popolo, guidato da Contiero, ha emesso la prima condanna.
A essere giudicato l’ormai ex assessore all’Urbanistica, Gigi Osti, condannato a un corso intensivo di buona educazione presso l’istituto correttivo per discoli Pio De Sade. Osti conclusa la sentenza ha commentato con una di quelle battute da fine umorista che lo hanno reso famoso: “Compagno giudice le scoregge sono pesanti?”. Netta la risposta di Contiero; “No”. E il condannato: “Allora di fronte all’idea di diventare una persona urbana mi sono cagato addosso”.

venerdì 30 gennaio 2009

La Rivoluzione Culturale a Rovigo

Cristiano Pavarin e Matteo Salvini coordineranno il comitato per le celebrazioni del sessantesimo anniversario dell’avvio della rivoluzione socialista in Cina. Lo ha comunicato il neo sindaco Antonio Costato a margine del grande ricevimento organizzato a Palazzo Nodari per festeggiare l’inizio del 4646, anno del Toro.
“Un simbolo che ci richiama a fatica, impegno, determinazione nell’edificazione del socialismo – spiega Costato – noi abbiamo appena iniziato il sentiero, il popolo cinese lo sta percorrendo dal 1949, momento in cui fu coronato l’eroismo dei combattenti che diedero vita alla Lunga marcia, condotta con ferma mano rivoluzionaria dal presidente Mao. Di successo in successo quell’esperienza rappresenta per noi un faro rosso, un esempio da cui trarre insegnamento nella lotta ai reazionari ma anche ai revisionisti moderni che sono i loro degni compari”.
Costato ha poi consegnato le chiavi di una Vespa 125 Primavera elaborata con cui Pavarin e Salvini si sposteranno, in due e rigorosamente senza casco, per risolvere le contraddizioni in seno al popolo e porre le condizioni oggettive per una realizzazione del tutto soddisfacente del programma delle celebrazioni per l’anniversario che verrà annunciato nei prossimi giorni.
Pavarin ha affermato la determinazione a raccogliere le proposte dei giovani per utilizzarle come un maglio per abbattere in maniera definitiva il retrogrado regime dei Vetusti scaldapoltrone ammuffiti. “Negli ultimi cinquanta anni - sottolinea - dirigenti dei più diversi livelli, da quelli centrali a quelli locali, hanno agito in modo diametralmente opposto agli interessi del popolo. Assumendo la posizione reazionaria della borghesia, essi hanno imposto una dittatura borghese e contrastato il nascente movimento della grande Rivoluzione culturale proletaria. Hanno abilmente rigirato i fatti facendo passare il bianco per nero, hanno accerchiato e represso i rivoluzionari, hanno soffocato le opinioni diverse dalle loro, hanno imposto il terrore bianco e si sono sentiti molto soddisfatti. Hanno incoraggiato l’arroganza della borghesia e depresso il morale del proletariato. Quanto sono perfidi!”.
Gli fa eco Salvini: “Come deputato dei comunisti padani non potevo esimermi dallo scendere nell’agone - dice determinato - contrariamente ai marxisti, gli opportunisti e i revisionisti vecchi e nuovi si oppongono tutti, senza eccezione, alla rivoluzione proletaria e nutrono necessariamente una paura mortale e un odio profondo verso le masse popolari, deridono, ingiuriano e sabotano il movimento rivoluzionario di massa. Ma è ora di cambiare! Da oggi e per i prossimi mesi le piazze si riempiranno di cittadini che snideranno i lacchè del racket delle poltrone di Orlando Lupani ovunque collocati e chiederanno loro con severità conto dei loro comportamenti arroganti e prepotenti”.
Draconiane le misure annunciate verso i Vetusti scaldapoltrone ammuffiti e i loro accoliti: un vero posto di lavoro, ascolti di tutta la produzione di Bobby Solo e sermoni di Valentino Lodo nel tempo libero, esclusione da tutte le attività ludiche che comportino sesso, droga e rock’n’roll.

giovedì 29 gennaio 2009

Nuovo ingresso nel Comitato polesano per lo Sviluppo

A costo di essere pedanti, ricordiamo al gentile lettore che quanto segue non è un fatto acclarato, nè un serio e dotto ragionamento scientifico, ma una volgare accozzaglia di quisquilie e pinzillacchere assemblata da persone senza un lavoro serio e una rete di affetti. L'esistenza di Giucas Casella non è mai stata dimostrata scientificamente, se non da Giucas Casella stesso, il che è un paradosso. Si prega di non prendere sul serio quanto segue.

Il celebre prestigiatore Giucas Casella ha ufficializzato il proprio ingresso nel Comitato polesano per lo Sviluppo, in cui svolgerà il ruolo di consulente sul carbone pulito. Le notevoli doti di Casella saranno messe al servizio del progetto di riconversione della centrale Enel di Porto Tolle, che nelle intenzioni degli ideatori dovrebbe funzionare a carbone pulito, abbassando il livello delle emissioni di Co2 perfino al di sotto di quelli di trent'anni fa.
"Sarà come se la centrale non ci fosse nemmeno", spiega il progettista Ikeo Lambertuzzi, che ribadisce la bontà del progetto di riconversione tanto osteggiato dagli ambientalisti. "Il carbone pulito - ci spiega - non è come il carbone normale: quest'ultimo viene prelevato da sotto terra e perfino la vostra nonna vi avrà detto mille volte che la roba da per terra non è sana. Inutile negare che il carbone porta su anche una serie di schifezze, tra metalli e sostanze tossiche, che se bruciate si disperdono nell'aria. Questo potrebbe preoccupare qualche ambientalista scemo. Qui entra in gioco Giucas Casella, che con le sue indiscutibili doti di mago farà sparire magicamente ogni traccia di schifezza dal nostro bel carbone. Tutto da solo? Macchè, ha brevettato un metodo che noi ci limiteremo a esportare su scala industriale. Il carbone così trattato sarà di fatto pulito. Le schifezze da esso asportate, infatti, semplicemente scompariranno nel nulla, anzichè disperdersi da qualche altra parte". E le emissioni di anidride carbonica? "Una leggenda metropolitana - continua Lambertuzzi - Non è mai stato dimostrato scientificamente che la combustione di carbone sia correlata all'emissione di Co2".
Falso anche il mito secondo cui l'estrazione del carbone avverrebbe con metodi non tanto ecologici, come il mountaintop removal, ossia l'abbattimento a suon di esplosivo di intere montagne, come avviene nel West Virgina: "Sono tutte fesserie - ride Lambertuzzi - Tutti sanno che gli Appalachi stanno scomparendo per colpa dell'erosione, causata dalle tane scavate dalle nutrie. Il carbone di Porto Tolle, poi, verrà dall'Indonesia, dove sgorga dal terreno naturalmente, come il petrolio, e noi siamo semplicemente lì a raccoglierlo, nel pieno rispetto dell'ambiente, come i nostri avi raccoglievano i frutti dagli alberi. La leggenda metropolitana delle foreste incenerite per fare spazio a miniere si commenta da sola". Una spiegazione che rassicura Giancarlo Chinaglia, assessore all'Ambiente della Provincia di Rovigo e sostenitore del carbone pulito: "L'ho sempre mangiato, quando lo trovavo nella calza la notte della Befana - commenta sorridendo - A dire il vero continuo a farlo e ciò spiega la mia costante espansione addominale, che gli scienziati calcolano superiore a quella dell'universo. Il che significa che se fossi immortale, prima o poi l'universo non sarebbe abbastanza ampio da contenermi". Restando in tema, Chinaglia ha difeso ancora una volta l'eco-compatibilità del carbone pulito e dell'operato della sua giuntà: "Per coerenza con le nostre posizioni, quando sarà il momento smantelleremo quel vetusto impianto solare dalla nostra sede per rimpiazzarlo con un modernissimo impianto a carbone pulito, che darà energia a tutti gli uffici con basso impatto ambientale. I fumi, opportunamente depurati con il metodo Giucas Casella, saranno diffusi nelle stanze per purificare l'aria, migliorando l'umore degli impiegati. E' noto infatti che il carbone pulito, tra le varie cose, produce effetti positivi sui livelli di serotonina. E che volete di più?".

mercoledì 28 gennaio 2009

Cambio al vertice a Palazzo Nodari

Antonio Costato è il nuovo sindaco di Rovigo. Lo ha annunciato lo stesso ex dirigente di Confindustria al termine del concerto dei Napalm Death, organizzato nel salone d’onore del municipio per festeggiare l’acquisto di Palazzo Nodari da parte dei cinesi.
“La mia nomina è stata votata dal comitato centrale del Partito comunista cinese - spiega Costato - e conclude la Lunga Marcia da me promossa per l’affermazione della Linea rossa in questa città sonnolenta. Comunico inoltre che Antonello Contiero (nella foto, ndr.) si occuperà dei processi con cui il popolo processerà i vetusti scaldapoltrone ammuffiti”. La notizia ha creato comprensibile scompiglio nel mondo politico. “L’avevo detto io che il popolo li avrebbe processati - rimarca Contiero mentre appende un ritratto di Andreij Vyshynsky nello studio - in realtà io sono sempre stato comunista e stretto collaboratore del compagno Costato che, come qualcuno ricorderà, è stato consigliere comunale della Lega Nord in passato. Abbiamo occupato il Carroccio perché era una casella vuota e ci serviva una casamatta da cui far partire i nostri disegni rivoluzionari. Del resto, gente risoluta come noi non avrebbe potuto mescolarsi a quei piagnoni del Prc polesano. E adesso scusatemi che ho da preparare le liste di proscrizione”.
Costato si è inoltre accordato con i ragazzacci di RoWoodstock per lanciare una campagna di Rivoluzione culturale, dando come prima indicazione di trovare una ragazza a Ganiamede e una scatola di “Ore liete” per Vianello Gemello, ancora ricoverato per i postumi del supercannone.
“Abbiamo ancora molto lavoro da svolgere e per questo auspico il ritorno di Monello Vianello e Celio Rodigino in patria - dichiara Costato insediandosi nell’ufficio che fu di Fausto Merchiori - paragonandolo a un viaggio, il lavoro compiuto è soltanto il primo passo di una lunga marcia di 10.000 li. Bisogna ancora spazzar via ciò che è rimasto del nemico perché la borghesia non può che corrompere la gente, colpendola con le sue pallottole ricoperte di zucchero. Per riassumere, bisogna restare modesti e volenterosi di imparare, mantenere la nostra perseveranza e attenersi al sistema della direzione collettiva, al fine di portare a termine la trasformazione socialista e giungere alla vittoria del socialismo”.
Tra i primi telegrammi di congratulazioni a Costato quello del governo di Kim Jong Il, che ha ricevuto la notizia dal capo del Dipartimento Esteri del Pcc, Wang Jiarui, in visita in questi giorni a Pyongyang. “Sono convinto che le relazioni di amicizia e cooperazione tra il Polesine e la Repubblica Popolare Democratica di Corea si rafforzeranno - commenta il Caro Leader - il 2009 sarà l’anno di una nuova ondata rivoluzionaria e anche Rovigo si avvia verso la costruzione di una prospera e potente città socialista. Con l’occasione comunico la nomina di Beppe Osti a nostro ambasciatore presso il vostro governo. Spero di potervi avere presto i compagni Costato e Contiero miei ospiti per festeggiare in un clima di sincera fraternità”.

martedì 27 gennaio 2009

"Lo spettro a Palazzo Celio? Arrangiatevi?"

E' un "no" secco, quello indirizzato da Celio Rodigino (nella foto) al Comitato "Palazzo Celio Libero", che nei giorni scorsi lo aveva contattato, chiedendogli di aiutare i polesani a liberarsi del fantasma di Vianello Monello. Da settimane lo spettro infesta la sede della Provincia, scoraggiando ogni candidatura alla presidenza dell'ente, ormai in scadenza.
Il pernicioso fantasma dell'opinionista deceduto sta creando più di un problema al mondo politico rodigino. Innanzitutto per il fastidio procurato ad assessori e dipendenti, tormentati dall'ectoplasma in ogni modo. "Mi ha scompigliato tutte le carte del Ptcp - grida Roberto Zanetti - Siamo diventati pazzi per rimettere tutto in ordine, se non ce ne fossimo accorti per tempo a quest'ora la Nogara Mare sarebbe considerata ippovia, con tutte le conseguenze del caso, mentre il nostro piano di emergenza contro le invasioni aliene (prospetto B-2) sarebbe confuso con quello contro il cuneo salino". Identici disagi per l'assessore Guglielmo Brusco, che denuncia: "Quel fantasma mi ha buttato all'aria un anno di ricerche minuziose sulle malefatte dell'Ulss 18, con foto, video e documentazione scottante. Ho il sospetto che parteggi per Marcolongo. Del resto, Vianello Monello ha sempre fatto l'ammazzasette, ma sulla Sanità polesana mai una parola!" Impossibile dialogare con il fantasma, che ha reagito ad ogni invito emettendo rumori terrificanti e fetidi miasmi. Il vero problema, però, sono le elezioni ormai imminenti: l'infestazione di Palazzo Celio, infatti, sta seriamente compromettendo il regolare svolgimento della campagna elettorale. Solo Luigi Migliorini e la Lega Nord sembrano non avere paura di insediarsi in quello che i rodigini ormai chiamano "il palazzo infestato", mentre gli altri partiti sembrano titubanti. L'ultima a cacciare il bidone è stata Isi Coppola, che, pur avendo ottime chance, ha deciso di non candidarsi. "Prima fate fuori quello spettro!", ha replicato. Non è servita nemmeno la genuflessione di Luca Bellotti, che le aveva promesso cabaret di paste, una vacanza in crociera e la creazione a Rovigo di un boulevard con due chilometri di vetrine sbrilluccicanti di negozi di scarpe. Stessa sorte per il centrosinistra: in queste settimane il leader del Pd, Gabriele Frigato, si è affrettato a distruggere ogni speranza di vittoria del suo partito, scrivendo letterine d'amore non ricambiato all'Udc, così da delegittimare l'unico candidato Gino Spinello. "Il prossimo passo sarà incendiare la sede? - ci chiede un elettore del partito, piuttosto confuso dalle scelte operate finora - Non si può continuare così, qualcuno facci qualcosa!".
E quel qualcuno doveva essere Celio Rodigino, l'altrettanto stimato opinionista del Corriere, che da mesi dà la caccia a Vianello Monello in tutte le sue incarnazioni e clonazioni. "Convengo con il comitato che la mia persona sia la più adatta - scrive in una lettera - Ma ho abbandonato la mia missione dopo avere sterminato almeno 427 cloni di Vianello Monello. Avrei completato l'opera e magari mi sarei dedicato al vostro spettro, ma le minacce che incombono su quel bravuomo di Monello Vianello mi hanno spinto a lasciare perdere". Celio Rodigino avrebbe stabilito la sua base operativa nella città fantasma di Prypiat, in Ucraina, in cui ha da tempo installato il laboratorio di ricerca tecnologica gestito, fino a poco tempo fa, con Maicol Colasberna. Ora, come annunciato qualche settimana fa, il baffuto ex opinionista avrebbe lasciato il suo covo segreto a bordo di un autoblindo, in compagnia della moglie Augusta e fornito di un arsenale degno di una campagna militare. "Sbarazzatevi da soli dei vostri spettri, è ora che la smettiate di piagnucolare e vi rimbocchiate le maniche - scrive, nelle ultime righe della missiva - Salvare la vita di Monello Vianello ha la priorità su tutto. Schiaccerò quel coglione di Tornello Vianello come una piattola prima che osi torcere un capello a suo padre".

lunedì 26 gennaio 2009

Cicciuzzo muore ancora

Attenzione!!!!! Questo post non ha senso. Ogni altra spiegazione è superflua, compresa quella che all’ospedale di Trecenta non è in servizio alcun primario che usi qualificarsi come Mehmet Alì Trevisan. In ogni modo chi vedesse il mio spacciatore di crac è pregato di complimentarsi per la qualità delle sostanze cedutemi negli ultimi tempi.

Cicciuzzo Sconciaforni è morto per la terza volta in pochi mesi, nel corso di un intervento di liposuzione all’ospedale di Trecenta. "Ora ho raggiunto Vianello Monello per numero di decessi ed entro con lui nel Guinness" sarebbero state le ultime parole dell’attore sodale di Federica Zarri, con cui aveva appena finito di girare un nuovo film hard proprio a sfondo sanitario.
Cicciuzzo Sconciaforni aveva deciso di sottoporsi all’intervento non per mero gusto estetizzante ma per uno scopo benefico: fornire grassi a costo zero per la mensa Ozanam che fornisce cibi caldi a cittadini estremamente indigenti. "Ho pensato che con un paio dei miei rotoli adiposi non avrebbero più dovuto acquistare burro per tutto l’inverno - ha dichiarato Sconciaforni nella conferenza stampa pre operatoria - ancora un paio d’anni fa con tre ciocche di Gianni De Michelis sono state fritte patatine ininterrottamente per quattordici settimane. In questo corpo che va e viene alla vita batte un cuore di panna come amo dire ricordando il mio sponsor". L’iniziativa ha raccolto l’immediato appoggio dell’Asl 18. "In questo modo - ha sottolineato Adriano O. Marcolongo - dimostriamo la perfetta integrazione tra servizi sanitari e sociali. Per questa ragione offriremo gratuitamente l’intervento all’amico Cicciuzzo". Una scelta che ha provocato le immediate proteste di Guglielmo Brusco. "I tol i dentisti ala zente, i fa gli interventi ad chirurgia plastica ai vip", ha chiosato l’esponente del Prc, incatenato di fronte alla sala operatoria. Nessuno, però, poteva ipotizzare la tragica fatalità che sarebbe accaduta di lì a poco. Per cause ancora da accertare, la cannula che doveva aspirare il grasso da Cicciuzzo ha iniziato a insufflare aria nel corpo dello stesso provocandone in pochi istanti l’esplosione.
"Non riusciamo a spiegarci come sia stato possibile - sostiene il primario Mehmet Alì Trevisan (nella foto, mentre opera) - senza contare che ora ci toccherà imbiancare nuovamente il reparto". In ogni modo la famiglia Sconciaforni l’ha presa con filosofia. "Siamo abituati alle sue continue dipartite, confidiamo che, al più tardi, per Pasqua tornerà tra i mortali", osserva serafica la zia acquisita Angiolina Gottwaldberger. Meno conciliante la posizione di Brusco: "Un caso ulteriore di malasanità e la dimostrazione che io dico e penso sempre l’esatto contrario di Marcolongo”. La notizia è giunta rapidamente anche al capezzale del piccolo Iginio Faggiano, la cui lettera a Babbo Natale aveva riportato in vita il bizzarro esponente del Pdl. Il cinquenne, in rianimazione per essere stato usato come scudo dallo stesso Cicciuzzo durante l’attentato, si è ridestato immediatamente dal coma udita la madre piangente per il nuovo decesso dell’attore. Purtroppo il piccolo Iginio morirà per il dispiacere non appena rinvenuto. "Sono stato in un luogo bellissimo, ho visto la luce" dirà ballando freneticamente il tip tap prima di accasciarsi al suolo. Laconico Brusco: "Un caso ulteriore di malasanità e la dimostrazione che fanno terapia antalgica con la Lsd, sostanza illegale".

domenica 25 gennaio 2009

Cartoline da Baku #4

Valutato l'alto gradimento delle cartoline da Baku, che ormai hanno soppiantato le previsioni domenicali di Leonida Gusmaroli in pianta stabile, anche questa settimana propongo qualche scatto dal mio forzato esilio. Voi continuate a mandarmi immagini della mia patria perduta.

Al mio cavallo Urnayr piace molto la musica di Robert Wyatt, che recentemente è venuto a farmi visita, deliziandoci con una commovente improvvisazione.

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All'Odeon di Baku danno una retrospettiva sul cinema espressionista tedesco

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Le giovani generazioni apprezzano di più i film d'azione dell'attore russo Evghenj Ibragimbekov (sopra, una locandina in un centro commerciale della capitale)

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Mercoledì è venuto a farmi visita anche Romano Prodi. Abbiamo bevuto assieme della grappa alla ruta e giocato a mahjongg, chiacchierando di politica internazionale

sabato 24 gennaio 2009

I cinesi comprano Palazzo Nodari

"Ho una notizia buona e una meno buona". Così l'assessore al bilancio, Angelo Milan, ha introdotto ieri la conferenza stampa con cui ha annunciato alla cittadinanza di avere incamerato nuove risorse nel bilancio comunale per 200 milioni di euro.
Una cifra spaventosa, incassata con abili azioni di compravendita: "Abbiamo venduto Palazzo Nodari ai cinesi - spiega Milan - A molti non piacerà, ma d'altro canto la cifra che ci hanno offerto, rigorosamente in contanti, era tale da indurre a riflettere. Con tutti questi soldi si possono fare un sacco di cose!" Con la liquidità acquisita, il Comune avvierà immediatamente una serie di opere pubbliche a lungo attese, come l'abbattimento del multipiano, troppo lontano dal centro cittadino, per realizzare un parcheggio sotterraneo di 16 piani interrati direttamente sotto piazza Vittorio Emanuele, con accesso da corso del Popolo, per facilitare la vita ai rodigini e aiutare il commercio del centro storico. Inoltre saranno realizzati l'atteso raccordo anulare attorno alla città, tre caselli autostradali nuovi, palazzetti dello sport in tutte le frazioni. Non sono previsti, al momento, investimenti sul sociale o per calmierare le rette della casa di riposo rodigina: "Non ci sono fondi sufficienti", spiega Milan. Invece sarà risolto il grave problema delle strade dissestate: tutta Rovigo sarà riasfaltata ogni due settimane in orari notturni. Il porfido sarà rappezzato in tempo reale da squadre di centinaia di operai che vagheranno per la città per tenere d'occhio lo stato della zona pedonale.
La scelta di fare cassa vendendo la sede comunale ai cinesi fa discutere la città. Gli immobiliaristi della Repubblica Popolare Cinese, dopo avere rilevato lo storico bar Franchin, starebbero gradualmente entrando in possesso di mezza città, come denunciato recentemente dal Gazzettino. Preoccupato l'assessore ai Lavori Pubblici, Graziano Azzalin: "Certo, questa boccata d'aria nel bilancio comunale mi consentirà di avviare un sacco di opere pubbliche - commenta - Ma questo boom cinese mi preoccupa: ho saputo che di recente hanno comprato anche Parco della Vittoria e Bastioni Gran Sasso, mentre sarebbero in trattative per la centrale elettrica e la stazione nord". Azzalin invoca comunque la massima moderazione: "Intanto gli amici orientali hanno promesso di non sfrattarci dal nostro bel palazzo almeno per i prossimi quindici anni - spiega - E poi abbiamo verificato la loro indubbia capacità di gestire bar altrimenti destinati alla chiusura, dunque non fasciamoci la testa prima di essercela rotta". Durissimo l'attacco di Antonello Contiero, segretario della Lega Nord polesana: "Fra pochi anni avremo un sindaco cinese! - ipotizza sobriamente - Il Comune sta vendendo, lotto a lotto, la nostra città a una potenza straniera. Già me li vedo a sostituire la statua del leone di San Marco con quela di Mao Tse Tung! Fermiamoli prima di trovarci a mangiare riso tutti i giorni e scrivere scarabocchi incomprensibili!" Ma un'inchiesta del Sole-24 Ore Nordest rivela che proprio la Lega Nord rodigina avrebbe recentemente venduto la propria sede a imprenditori cinesi, per fare cassa in vista delle elezioni provinciali. Controcorrente la presa di posizione del leader degli industriali, Fabrizio Rossi: "Ho investito molto nella Repubblica Popolare Cinese - dice - Ho saputo apprezzare la via cinese al socialismo, la loro capacità imprenditoriale e la loro etica del lavoro. Indubbiamente credo che l'insediarsi di attività produttive gestite da figli del Celeste Impero non possa che portare in Polesine quel valore aggiunto in grado di sostenere l'economia in tempi di crisi".

venerdì 23 gennaio 2009

Cicciuzzo e Federica Zarri di nuovo insieme

Attenzione! Prima di leggere questo post, un semplice test attitudinale: L'ORDA D'ORO DI GENGIS KHAN, ATTRAVERSO UN VARCO TEMPORALE, HA INVASO IL QUARTIERE TASSINA E STA METTENDO A FERRO E FUOCO LE NUOVE ZONE RESIDENZIALI! Se dopo avere letto questo post siete corsi a chiamare vostra zia che abita in Tassina, evitate di continuare a leggere. Soffrite di una rara sindrome che impedisce di distinguere tra una cazzata e un fatto vero, con l'unica scusante che a Rovigo accadono talvolta fatti la cui natura rende questa dicotomia difficile da sciogliere. Quanto segue è classificabile come cazzata, in quanto privo di alcun fondamento, essendo basato su un tentativo di interpretazione e traduzione dell'abbaiare dei cani.

Il comune impegno politico sembra avere rafforzato la partnership tra Federica Zarri e Cicciuzzo Sconciaforni, che - dopo le travagliate vicende che hanno coinvolto l'attore hard negli ultimi mesi - tornano a lavorare a un progetto cinematografico insieme.
"Mi hanno offerto un ruolo in un bellissimo film a luci rosse sul tema della Sanità - racconta Sconciaforni - Letto il copione, ho immediatamente chiesto a Federica se voleva lavorare con me come ai vecchi tempi. Lei ha accettato e così... eccoci qua". Il film, presentato ieri alla stampa nella Sala Oliva dell'Accademia dei Concordi, si intitolerà "La cittadella sanitaria della passione". Nonostante il titolo sembri evocare la realtà rodigina, l'attore chiarisce subito che non ha alcun nesso con quanto accade nel capoluogo polesano, nè vuole fare riferimento a fatti accaduti o persone realmente esistite. Tanto che alla presentazione era presente perfino il direttore generale dell'Asl 18, Adriano O. Marcolongo (alias Orazio, fratello del vero Marcolongo, espatriato in India), che si è detto divertito dalla curiosa produzione internazionale.
La trama è infatti ambientata in una azienda sanitaria di Los Angeles, governata dal perfido direttore Hector De Las Vergas (nella foto). Un ispettore ministeriale, interpretato da Cicciuzzo Sconciaforni, deve indagare per ordine del governo sulle malefatte del direttore generale dell'ospedale di Los Angeles, sospettato di strani tramacci e intrallazzi. Avvisato da un "soffia" dell'arrivo dell'ispettore, per impedire che costui riesca nell' intento di scoprire le carte, il subdolo Hector affida alla sua addetta alle pubbliche relazioni, interpretata da Federica Zarri, il compito di sedurre l'impiccione, sfoderando tutto l'arsenale del suo savoir faire tra le coperte e non. Da qui si dipana una crescendo di scene hard, che vede l'ispettore e la sua tentrice protagonisti di accoppiamenti e orge bisex nelle sale dell'ospedale, coinvolgendo infermiere sexy, nerboruti operatori socio sanitari, impiegati sorprendentemente dotati e medici pervertiti dalla notevole esperienza. Notevole la scena iniziale, slegata dalla vicenda centrale, in cui un'ambulanza lascia a sirene spiegate l'ospedale per raggiungere, dopo un viaggio concitato, un'appartamento nel quartieri in. Tre infermieri irrompono nell'abitazione, dove una signora completamente ignuda li attende nel letto, dando il "la" a un'allegra ammucchiata con tutto il campionario del caso.
Alla fine del film, comunque, sarà l'ispettore ministeriale a sedurre la sensuale pr, convincendola a schierarsi con lui contro il malvagio direttore e a consegnargli le carte, con cui lo denuncerà non solo per gli atti compiuti, ma anche per il bieco tentativo di depistaggio. "Un bellissimo finale che non mancherà di commuovere gli appassionati del genere - dice Sconciaforni - Peccato solo che a Rovigo non sarà proiettato, dato che non esiste più un cinema porno come ai bei tempi. Tutto per colpa di una lunga serie di giunte bacchettone e incapaci. Il rilancio dell'Odeon in questa direzione era un'ipotesi praticabile, peccato che i soliti pregiudizi l'abbiano fatta cestinare subito!"

giovedì 22 gennaio 2009

Laurea ad honorem dal Cur a Fabrizio Del Noce

Puntare sui nomi di prestigio per dare slancio all'università rodigina. E' la linea scelta dal Consorzio Universitario di Rovigo, che ha conferito ieri a Fabrizio Del Noce, importante dirigente Rai, la laurea honoris causa in Scienze dell'Educazione.
Ieri mattina la cerimonia, a cui hanno partecipato le più alte cariche rodigine e uno stuolo di vips nazionali (nella foto, Antonella Clerici durante i festeggiamenti). "Si è puntato su un nome di prestigio della cultura nazionale, che ha dato lustro al primo canale della nostra televisione nazionale e ad un indimenticabile Festival di Sanremo - dichiara il primo cittadino, Fausto Merchiori - Perchè la laurea in Scienze dell'Educazione? La verità è che volevamo darla a Minoli, ma poi si è litigato e abbiamo scelto un nome più sobrio, tutto qua. Ma questo non scrivetelo, per carità". Soddisfazione anche dal rappresentante degli studenti rodigini, Simone Biziato: "Come associazione studentesca universitaria - scrive in un comunicato - non possiamo che accogliere con grande positività questa scelta, che punta a far conoscere ancora di più la nostra bella e ben amministrata cittadina nel panorama nazionale. Noi ovviamente ci poniamo come interlocutori nell'ottica di costruire assieme all'amministrazione percorsi e progetti condivisi per il bene dell'università rodigina. Bene ogni iniziativa che promuova ulteriormente questo consorzio e che evita la fuga dei cervelli oltre Po", ha concluso, ricevendo la carezza del sindaco.
Dopo la consegna del diploma e la stretta di mano della commissione, Del Noce si è generosamente sottoposto ai riti tradizionali veneti della lettura del papiro e della pubblica umiliazione. Ridotto in mutande e ricoperto di schiuma da barba, è stato infine fatto passare nell'immancabile tunnel, cui hanno preso parte in allegria anche il sindaco, l'assessore alla Cultura, Federico Frigato, e la collega di Palazzo Celio, Laura Negri. Testimoni sul luogo confermano che Merchiori è stato il più generoso nel distribuire ceffoni sulla schiena nuda del neo laureato: "E' vero, mi sono divertito molto - dichiara al telefono - ma non sono stato io a tirargli quel lopez nelle palle. Qualcuno deve avere sbagliato a mirare, sono cose che capitano". Dopo avere letto tutto il tazebao in cima al monumento intitolato ad Adelmo Colasberna, Del Noce ha quindi raggiunto il bar dell'Università con un principio di assideramento: lì, per aiutarlo a riscaldarsi, i partecipanti hanno riproposto un tunnel e svariati giri di grappa. "Sono davvero grato a Rovigo per questa meravigliosa festa di laurea - dichiara l'interessato - Preciso ancora una volta che non sono gay". In serata, con un comunicato stampa, il presidente del Cur, Roberto Tovo, annunciava che questa è solo la prima di molte lauree speciali, studiate per dare risalto alla nostra bella università.
In un clima di generale euforia, arriva però il commento critico dell'ex candidato indipendente alle provinciali, Terenzio Gasparetto: "Buffoni! - dichiara all'agenzia Adnkronos - Invece di elargire lauree fasulle ai vip, si pensi a garantire il diritto allo studio ai giovani delle classi meno agiate!" Pronta la replica, in una lettera di cinque pagine, di nuovo del rappresentante degli studenti: "Attenzione a non fare facile polemica - scrive in sintesi - Sfruttiamo appieno le linee di continuità e di intesa, anzichè fare sempre i brontoloni, caro Terenzio!"

mercoledì 21 gennaio 2009

Elfgaard Trombin, l'antipubblicitario

Spentasi l'ultima eco di dibattito sulle elezioni provinciali 2009, un altro vip rodigino rischiava di scomparire nel nulla, dimenticato da tutti dopo l'importante contributo offerto alle campagne elettorali di Franco Grotto e Gino Spinello. Siamo andati alla ricerca del pubblicitario portovirese Elfgaard Trombin: lo abbiamo trovato, via Facebook, nel tranquillo stato di Kiribati, in Oceania, dove ha aperto una singolare iniziativa imprenditoriale...

Caro Elfgaard, pochi salamelecchi perchè non c'è spazio: cosa fai di bello?
Beh, a parte prendere il sole e sbattermi la colf, passo le mie giornate lavorando nell'agenzia pubblicitaria che ho aperto con il mio amico Gustave F. qualche mese orsono.

Di che si tratta? Dicci, dicci...
Stufi di essere il braccio armato del consumismo più bieco, abbiamo deciso di aprire un'agenzia antipubblicitaria. Realizziamo spot che invitano a non riempirsi di prodotti inutili solo perchè ce l'hanno tutti o perchè ce lo presentano come l'ultima bovità. Il nostro primo prodotto è stato l'antipubblicità di Sky. Lo spot che io e il mio team abbiamo confezionato è molto simpatico: c'è una ragazza sul divano dall'aria visibilmente soddisfatta mentre il fidanzato la bacia avidamente nelle parti intime. Il jingle è "Perchè dovrei avere bisogno di Sky?". Ovviamente si sarebbe potuta realizzare anche una versione a ruoli invertiti, con protagonista un giovine che si fa succhiare l'uccello dalla amante, ma sarebbe risultato eccessivamente maschilista. Comunque, sempre per le signore abbiamo elaborato lo spot antidetersivo, che poi è simile a quello degli assorbenti interni: "In fondo - recita il jingle - sono tutti uguali". L'idea è che il bombardamento di novità nel campo dei detersivi sia solo fuffa: è davvero incredibile che ogni tre mesi ci sia un detersivo straordinario che pulisce come mai si era visto. Questo è l'emblema della degenerazione della pubblicità consumistica. Il nostro altro slogan, allora, è semplice: "Comprare il nuovo Mastro Lindo, perchè? Forse quello di prima non lavava?" Stesso discorso per gli assorbenti intimi, dove una signorina a cui viene proposto di usare un nuovissimo assorbente Lines che trasforma le mestruazioni in violetta di Parma replica che si trova bene con quello che ha e non capisce perchè dovrebbe avere la figa che sa di fiori.

Quanta poesia nelle tue parole. Tuttavia non mi stuferei mai di ascoltarti. Forse stimoli il lato gay che è in me?
Possibile, tutti noi abbiamo una vena di dolce. Io e Gustave, per esempio, una volta ci siamo baciati, ma non ci è piaciuto.

Interessante. Ma con che soldi potete mantenere una simile baracconata?
Abbiamo alcuni emiri sauditi ben contenti di sostenere un'attività che trovano interessante e innovativa, ma attingiamo a fondi di vari donatori privati, tra cui guru dell'economia in crisi mistica, asceti indiani che vogliono sbarazzarsi dei loro vili denari, camorristi intenzionati a riciclare denaro sporco e così via. Gustave, poi, è ricco di famiglia: sua madre si prostituiva nelle feste in di Tolosa.

E i vostri progetti per il futuro?
Beh, a parte l'antipubblicità che spiega che è inutile comprare un'auto adesso, tanto tra due anni praticamente te la regaleranno da quanto sono disperati di fronte a un mercato ormai saturo... dicevo, a parte ciò, stiamo lavorando a una grande campagna antipromozionale contro l'I-Phone, dallo slogan di sicuro effetto: "I-Phone, 499 euro. Cellulare buono + lettore mp3 buono, 150 euro. Perchè spendere i soldi alla cazzo?"

martedì 20 gennaio 2009

Complotto sionista in Polesine

Attenzione! Questa notizia è al 99,8% falsa. Ma oggi non sapevo proprio cosa scrivere. Non fanno così anche i quotidiani più autorevoli?

L'assessore provinciale Lucia Riberto avrebbe stretto accordi con il Mossad, per tramite dell'ex premier israeliano residente in Polesine, Ariel Sharon.
La notizia, divulgata nei giorni scorsi da Terenzio Gasparetto, è stata subito liquidata come "una stronzata" da una nota del Partito (nonchè da autorevoli analisti di vari istituti di geopolitica nazionale. Il partito, per scrupolo, s'è comunque affrettato a chiedere alla segretaria se ci fosse qualcosa di vero. A sentire Gasparetto, l'attuale leader del moribondo partito della Rifondazione Comunista polesano, avrebbe avuto numerosi contatti con i servizi segreti israeliani proprio nei giorni dell'attacco alla Striscia di Gaza. "I militari e gli 007 israeliani - racconta Gasparetto - non si capacitano del perchè la popolazione palestinese, dopo mesi di embargo spietato e dopo essere stata bombardata e crivellata con ogni sorta di arma assassina, non abbia accolto festante i soldati israeliani, lanciando fiorellini e teste mozzate di dirigenti di Hamas. Allo stesso tempo non riescono a capire perchè, dopo avere bombardato sedi dell'Onu, ospedali e scuole, massacrando deliberatamente la popolazione civile, il movimento islamista non sia crollato come un castello di carte". Per ovviare alla spiacevole e imprevista situazione, il Mossad avrebbe deciso di ricorrere a tattiche più subdole per distruggere Hamas dall'interno. Non potendo avvelenare Ismail Aniyeh come avevano fatto con Yasser Arafat, gli israeliani hanno puntato tutto su un nuovo piano. "Per tramite di Sharon, hanno preso contatti con Lucia Riberto in Polesine - continua Gasparetto - Gli israeliani erano assolutamente incantati dall'abilità con cui Prc sia riuscita in pochi anni a disintegrarsi come partito, specialmente in Polesine. Le hanno quindi proposto un incarico di prestigio: infiltrarsi all'interno di Hamas, fino a raggiungere i vertici dell'organizzazione, e mettere in pratica all'interno del movimento islamista di resistenza palestinese le strategie adottate in Rifondazione per farlo implodere dall'interno".
Terenzio Gasparetto non spiega però se la Riberto abbia accettato o no. Quest'ultima, interpellata telefonicamente, smentisce tutto: "Ma cosa sono queste cazzate? E voi chi siete? Perchè mi chiamate alle quattro di notte?". Se Gasparetto millanta che la Riberto stia in realtà prendendo tempo, in attesa di capire cosa ne sarà del partito e della poltrona dopo la tornata elettorale, parole di stima sono giunte da Gabriele Frigato: "Tutti sanno quanto schifo Rifondazione Comunista, bleah! - dichiara il segretario del Pd - Tuttavia, se fossero conformate le voci che la vedono alleata del Mossad nel distruggere la resistenza armata palestinese, certamente il nostro giudizio cambierebbe. Il diritto di Israele a difendersi massacrando la popolazione inerme, del resto, è uno dei più alti valori di un popolo che vuole dirsi civile e democratico, sufficiente a spingere tutte le forze politiche verso vaste ed eterogenee alleanze".

(nella foto, un terrorista cerca di impedire ad Israele di difendersi)

lunedì 19 gennaio 2009

Raid su Badia Polesine: "Legittima difesa!"

Anche Ariel Sharon, da tempo trasferitosi in Polesine dopo l'uscita dalla scena politica israeliana, parteciperà all'operazione "Diluvio di morte" che mira ad estirpare i pericolosi terroristi infiltrati tra la popolazione di Badia Polesine.
Un'operazione che, pur criticata dai pacifisti polesani con un appello affisso nella bacheca di via Cavour, ottiene il plauso dell'intero arco politico di stampo moderato: "Non possiamo pensare che la nostra bella terra diventi come il Sud - si legge in un comunicato della Lega Nord - E' ora di restituire sicurezza agli abitanti del Polesine". Riferimenti alla situazione meridionale anche nella presa di posizione del Pd, che non ha dubbi sulla legittimità dell'uso della forza contro chi attenta alle istituzioni: "Se negli anni Novanta avessimo inferto una severa punizione alla mafia, radendo al suolo Palermo con bombe termobariche, i sanguinosi attentati di quell'epoca non sarebbero avvenuti. C'è un uso della forza che è legittimo, quando serve a ripristinare la legalità e a tutelare una comunità da attacchi esterni". A fianco dei partiti polesani, molti i protagonisti della scena internazionale. John Mc Cain, pronto a correre per le provinciali dopo la sconfitta subita in novembre, appoggia in toto l'operazione: "E' ora di schiacciare quegli scarafaggi con tutte le armi del nostro arsenale. Ciò oltretutto rivitalizzerà l'economia". E l'ex segretario di Stato di Clinton, Madeleine Albright, che sembra prossima a diventare figura di spicco del Pd polesano, chiede parimenti di non perdersi in considerazioni moraleggianti, quando la posta in gioco è ben più alta: "Qualche pacifista arrabbiato mi ha chiesto se uccidere tremila abitanti di Badia Polesine su una popolazione di poco più di quattromila persone sia un giusto - dichiara al Gazzettino - Io dico che è il prezzo da pagare per fermare il terrorismo criminale che ha colpito la città. Ed è un prezzo equo. Sì, è un prezzo equo".
Intanto si preparano le operazioni dell'aviazione e dell'artiglieria, mentre fonti dell'esercito smentiscono che i raid siano già iniziati. "Il bombardamento del centro Essagi di due giorni fa è parte di una fase preliminare - spiega l'analista Giulio Passamilolio, ridendo - C'era il fondato sospetto che in quella struttura si fabbricassero ordigni artigianali da usare contro i cittadini polesani, dunque sono stati messi in condizione di non nuocere a nessuno. Anche l'interruzione della corrente elettrica in tutta la città e il blocco dei rifornimenti di cibo è parte di una normale strategia di pressione sull'area. Questo potrebbe indurre i cittadini a rivoltarsi contro i malvagi attentatori che vivono tra loro. Ma ne dubitiamo, per questo si stanno già preparando per i raid aerei, unica soluzione per fiaccare ogni resistenza. A scanso equivoci, preciso da subito che useremo anche armi al fosforo e napalm, così ci risparmiamo le solite polemiche. Va chiarito che la guerra si fa per ammazzare della gente, e possibilmente un sacco di gente, quindi non ha senso chiedere di farlo in modo garbato e cerimonioso, a meno di non pretendere di ripudiare davvero la guerra come dice la nostra Costituzione, cosa che avrebbe conseguenze devastanti per la nostra economia".

(nella foto, un'avvincente ricostruzione di come sarà Badia dopo l'operazione)

domenica 18 gennaio 2009

Cartoline da Baku #3

Continuo a inviarvi cartoline dalla splendida terra dell'Azerbaijan, in cui sto trascorrendo i miei giorni più interessanti, seppure in esilio. Per voi lettori è comunque un'occasione per arricchire il vostro bagaglio culturale su terre lontane e misteriose.

Il panorama dalla finestra della mia camera da letto

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La mia amica Natasha è innamorata cotta di Gino Spinello

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L'Happy Hope è la bevanda nazionale in Azerbaijan. Il governo ha fatto realizzare dall'artista Laszlo Yukovic una fontana monumentale riempita con l'analcolico rosso.

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Qui la notizia è rimbalzata su tutti i Tg: Victoria Beckam, in visita a Baku, confessa: "Tutto ciò che so di canto l'ho imparato dal maestro Rashid Behbudov".

sabato 17 gennaio 2009

Parola d'ordine: rinnovare il guardaroba!

Una linea di moda per combattere lo stereotipo del polesano grigio, triste, immusonito in mezzo alla nebbia. E' l'originale idea lanciata da Provincia di Rovigo e Regione Veneto, che già sta attirando consensi bipartisan. A presentarla, ieri mattina, l'assessore provinciale Guglielmo Brusco e l'assessora regionale Isi Coppola.
"Già in passato abbiamo dimostrato di sapere mettere da parte le divergenze e lavorare fianco a fianco su temi importanti come le pari opportunità - dichiara la Coppola - E' vero, sul tema della Sanità penso che Guglielmo dica un sacco di minchiate, ma evitiamo l'argomento. Su una cosa siamo del tutto concordi: basta con l'abbigliamento mesto della classe politica! Anche in vista delle provinciali, sì al colore, alla vivacità! Lo diciamo a tutti i colleghi, in primis al sindaco, Fausto Merchiori, che continua a girare con quel completo grigio che fa tanto funerale. Ma anche, per essere super partes, al suo predecessore, l'amico Paolo Avezzù, che ha decisamente gusti antiquati in fatto di sartoria. Perbacco, se vogliamo rinnovare il partito, pensiamo anche a rinnovare il look". Concorde Guglielmo Brusco, che del colore ha fatto un punto fermo del suo abbigliamento: "Trovo che una camicia a tinte vivaci predisponga ad un approccio più sereno alla cosa pubblica. Inoltre tutti sanno quale valore terapeutico abbia la cromoterapia. In vista delle elezioni provinciali dobbiamo proporci in modo diverso alla gente".
A conclusione della conferenza stampa, i due hanno dunque dato vita a una scherzosa sfilata di moda, prendendosi rieciprocamente in giro. Per la cronaca, l'assessore Coppola si è presentata con un abito largo e vaporoso a fantasie da divano, camicetta rosso scuro e un paio di ballerine con il pon pon. Brusco, invece, ha sfoggiato una classica camicia garibaldina con bretelle decorate da stelle alpine, su pantaloni color crema. Divertita anche la partecipazione di Gino Sandro Spinello, che ha ancheggiato in pantaloni color ruggine e giacca verde, con occhiali dalla spessa montatura rosa. A sorpresa, l'ingresso di Luigi Migliorini, candidato indipendente con la lista civica Polesine Moderno, ha provocato allegria e scompiglio: l'avvocato adriese sfoggiava infatti un curioso completo con paillettes dorate, una camicia viola con disegnato un giaguaro, scarpe col tacco di pelle pitonata arancione scuro e un magnifico ombrello dal design raffinato, con dipinti motivi floreali e fatine. "Da sempre cerco di convincere il mio amico Giancarlo (Galan, ndr.) a darsi una svecchiata - commenta Migliorini - Sono felice che si sia finalmente costituito un fronte comune per contrastare l'estetica da gotico americano del mondo politico locale. Perbacco, certi completi fanno davvero venire il magone".
Vivaci proteste sono giunte dalla lobby dei Vestusti Scaldapoltrone Ammuffiti, che in un comunicato ai giornali ha reso noto l'ingresso nella coalizione anti-blog dell'Associazione Sarti Demodè: "Brusco e la Coppola non si pongono il problema dei danni economici provocati alla categoria - scrivono gli autori - Come sempre si sparano proposte eccentriche, anzichè pensare ad amministrare con sobrietà l'esistente. Con gli amici Sarti Demodè la nostra coalizione si allarga. Stanno formalizzando l'ingresso anche i responsabili dell'associazione Polesine Perbene onlus, davvero sconvolti dal dilagare di stupidaggini causato dal blog che abbiamo già cercato di oscurare. Con la massoneria di Orlando Lupani e l'apporto di Tornello Vianello saremo sempre più determinati nel porre fine a una stagione di frizzi e lazzi che per nulla giova ad un concreto sviluppo della nostra terra!"

venerdì 16 gennaio 2009

Nessuno vuole Palazzo Celio

"Palazzo Celio è infestato da uno spettro tremebondo, che si diverte a scompigliare le carte sulle scrivanie, a mettere in disordine i dossier di Brusco, a impallare il sito web dell'ente e a sollevare le gonne alle signorine". A dichiararlo è Mauro Boselli, sceneggiatore di Zagor e leader della squadra di ghost hunters (nella foto) assoldata per indagare sui fenomeni paranormali segnalati nelle ultime settimane dagli impiegati della Provincia.
"L'abitudine di agitare le gonnelle aveva inizialmente fatto pensare ad almeno un paio di nomi di passati presidenti dell'ente, salvo poi verificare che queste rispettabili persone sono ancora vive - si legge nel rapporto finale - Dopo acute analisi agli infrarossi e una conversazione spiritica condotta con l'aiuto della medium Wanda Gusmaroli, abbiamo invece appurato che si tratta dello spettro di Vianello Monello, insediatosi in pianta stabile nello storico palazzo rodigino per molestare i lavoratori di quello che il noto opinionista pluridefunto aveva apertamente definito come un ente inutile". Nonostante alcuni cloni, realizzati dal governo cinese, siano di fatto in giro per il mondo e per lo spazio tempo, seppure decimati dalla sanguinosa caccia condotta da Celio Rodigino, il vero Vianello Monello rimane infatti cadavere dopo essere stato investito da un bus davanti alla redazione padovana del Corriere del Veneto, che intendeva far saltare in aria con un attentato kamikaze. Il suo spirito inquieto, però, avrebbe deciso di trasferirsi per dispetto a Palazzo Celio e sabotare in eterno i lavori della giunta provinciale. "Cazzo me ne frega? - dichiara tuttavia il presidente, Federico Saccardin - Tanto io da giugno me ne vado, ci penserà chi viene dopo".
La notizia dell'infestazione spiritica getta una nuova luce sulle dinamiche della corsa a Palazzo Celio. "Lo ammetto - dice Gabriele Frigato, segretario del Partito Democratico - Nessuno di noi vuole realmente insediarsi in un postaccio del genere, lei non ha idea di che clima abbia creato quel maledetto spettro". Del resto, cambiare la sede dell'amministrazione sarebbe visto innanzitutto come un gesto di vigliaccheria. Proprio per questo nessuno smania davvero per la poltrona di presidente. Il Pd starebbe cercando deliberatamente di perdere le elezioni per non trovarsi per le mani la patata bollente: si spiega con ciò la decisione di Frigato di scaricare Rifondazione, che pur di tenere in piedi l'alleanza si dichiarava pronta a pratiche di autoumiliazione in pubblico, mettendosi invece a corteggiare l'Udc che ha già fatto le sue offerte al centrodestra. Ipotesi che mettono in forse l'unica candidatura pervenuta, quella di Gino Spinello, che però si affretta a smentire tutto: "Macchè piani politici - dichiara - Tutti sanno che gli uomini non guardano mai quelle che gli sbavano dietro, per attaccarsi alle gonnelle di quella che non te la dà mai. Così va il mondo da sempre, sono le dinamiche dei sentimenti e Frigato non ne è esente". Anche la titubanza del Pdl a proporre un candidato, però, convince sempre di più che l'ipotesi di cinque anni con un fantasma non entusiasma: ciò spiegherebbe perchè Renzo Marangon, almeno secondo quanto dichiarato di recente da Federica Zarri, starebbe facendo il possibile per spedire il centrosinistra al governo di Palazzo Celio, scaricandogli la grana. Dal canto suo, la pornodiva di Forza Italia, si dichiara pronta a tutto: "Non ho paura di uno spettro - dice tronfia - Da anni la sede del mio partito è infestata da Borgatti, cosa ci può essere di peggio? Sono una donna forte, che ne ha viste di tutti i colori e di tutte le dimensioni, non sarà certo un ectoplasma a intimorirmi!" Ugualmente determinato il padre segreto di Federica Zarri, l'avvocato Luigi Migliorini, che corre con la sua lista Polesine Moderno: "Proporrò al fantasma di Vianello Monello di unirsi alla mia squadra di governo - spiega - Tutti conoscono gli aspri dissapori tra di noi, questo gesto di riconciliazione vuole dimostrare ai polesani che la mia lista valorizza le personalità e le competenze. E io penso che un assessore fantasma darebbe certamente alla mia giunta quel quid in più per consentirci di cambiare per sempre la storia del Polesine".

giovedì 15 gennaio 2009

Escalation

Il governo americano garantirà pieno supporto alla spedizione di Tornello Vianello in Azerbaijan, per uccidere il padre Monello Vianello. L'annuncio l'hanno dato ieri l'ex presidente George W. Bush e il neopresidente Barack Obama, in una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca.
"Io e il negro siamo uniti dalla stessa determinazione - ha dichiarato Bush, masticando tabacco - Non ingannino le differenze formali, in politica estera tutto rimarrà così com'è: lotta dura senza paura ad al Qaeda o a eventuali nemici inventati per l'occasione, sostegno incondizionato a Israele anche quando massacra donne e bambini con armi proibite, stabile presenza militare in Afghanistan. Perchè rimanere in Afghanistan? Perchè ci sono ancora un sacco di afghani vivi, ecco perchè!". Più moderato l'intervento di Obama, che non ha mancato di sorridere per tutto il tempo: "Sorrido anche quando piscio - ha dichiarato - Ma vengo subito all'oggetto di questa conferenza stampa e mi scuso con Tiziana Virgili se l'abbiamo organizzata in concomitanza con la sua premiazione dei giovani sportivi polesani. Ci perdonerà vista la gravità delle informazioni che or ora vi diamo: Monello Vianello è un pericoloso terrorista che va reso inoffensivo prima che distrugga il pianeta Terra. Le prove? Ne abbiamo un sacco. Sono almeno il triplo di quelle che avevamo per accusare l'Iraq di avere armi di distruzione di massa. Fate voi i conti e ditemi se non è il caso di scatenare una caccia senza quartiere".
Monello Vianello è accusato di essere il perno di una cospirazione internazionale per distruggere lo stato di Israele. Il blogger polesano, infatti, avrebbe approfittato delle coperture offertegli dal premier azero Ilham Aliyev, per acquistare dal leader nordcoreano Kim Jong-Il una bomba atomica da regalare ad Hamas attraverso i canali preferenziali dei servizi segreti iraniani. "Ci sono documenti, foto ad alta risoluzione, mappe catastali stampate da un plotter trovato in una grotta a Tora Bora - afferma il neo presidente degli Stati Uniti - E' un intreccio talmente machiavellico che inizialmente avevamo pensato di bombardare con armi atomiche almeno una quindicina di paesi". Oltre alle prove immediate, che non sono state messe a disposizione della stampa per motivi di privacy dei terroristi ("al Zawahri ci ha fatto causa per averlo fotografato senza fargli firmare la liberatoria", dichiara Bush), esisterebbero provati legami di Monello Vianello con il terrorismo internazionale e i fondamentalisti islamici: già nei primi anni 2000 lo scrittore rodigino avrebbe contrattato con il governo russo l'acquisto di blindati, lanciamissili e elicotteri da guerra da vendere allo sceicco Ahmed Yassin, "per riequilibrare il rapporto di forze tra Israele e Palestina, troppo sbilanciato in favore del primo, con il risultato di favorire la pratica riprovevole del terrorismo suicida" (da un documento riservato fornito dal Mossad). Monello Vianello sarebbe stato presente anche in Iraq, dove avrebbe compiuto atti orribili: ci sarebbe lui dietro all'efferatezza compiuta a Fallujah nel novembre 2004 e spacciata per un effetto collaterale di bombardamenti americani al fosforo. "Il mondo sa bene che i paesi civili come noi - dice Obama - non usano armi proibite per uccidere i civili in modo indiscriminato. Quello lo fanno solo i terroristi. Solo un pazzo sanguinario poteva radere al suolo una città, uccidendo in modo orribile centinaia di persone, bruciate con napalm e granate termobariche. E questa è una prova sufficiente per assolverci e incriminare invece quel brutto ceffo di Monello Vianello, degno compare di al Zarqawi!"
A Tornello Vianello, l'intelligence Usa offrirà informazioni di prima mano e mappe satellitari aggiornate, per consentirgli di individuare agevolmente l'eremo del padre. Americano è anche l'humvee con cui è partita la spedizione, attrezzato come un vero e proprio camper. Sarà seguito da un convoglio di marines in incognito, che daranno la massima collaborazione alla spedizione. "Sappiamo che Tornello preferisce torturare personalmente i prigionieri - dice Obama - Tuttavia ha accettato di avere al proprio fianco i nostri consiglieri, perchè dice che dopo un po' si annoia. Certo, abbiamo detto che noi non tortureremo più, quindi al limite daremo qualche consiglio, forti di un'esperienza pluriennale nel settore".

(nella foto, la spedizione di Tornello con i camion di viveri al seguito)

mercoledì 14 gennaio 2009

L'ultima missione di Celio Rodigino

Mi è giunta una e-mail da Celio Rodigino che sento il dovere di riportare ai lettori di questo blog, per puro dovere di cronaca. Avevo promesso di non pubblicare più i pizzosissimi reportage della caccia ai cloni di Vianello Monello, esasperato dalla pedanteria delle sue annotazioni storiche. Purtuttavia, giudicherete voi se questa lettera non meritasse un'attenzione in più.

Caro Monello Vianello,
smetto di tediarti, nonchè di turbarti con le mie sanguinarie avventure a zonzo per il tempo e lo spazio. Ho concluso la mia ultima missione. Non sono sicuro di avere davvero completato quanto mi ero prefisso, sventando il piano di dominio della Repubblica Popolare Cinese attraverso i cloni di Vianello Monello. Ciononostante abbandono il campo, stanco e disilluso. Come forse saprai, Maicol Colasberna non è più con me: rapito dalla mania delle parole crociate della Settimana Enigmistica, ma troppo ignorante per risolvere un qualsiasi schema, ha iniziato ad usare la macchina del tempo per andare avanti di una settimana e leggere le soluzioni sul numero successivo. Ho cercato di fermarlo prima che il suo abuso del viaggio nel tempo producesse un inquinamento selvaggio del continuum spaziotempo. Per tutta risposta lui mi ha scagliato indietro, si è lanciato nella macchina del tempo ed è scomparso. "Vado nel futuro, nell'anno Tremila, dove tutte le parole crociate saranno risolte!", ha gridato follemente. Ma questo accadeva settimane fa.
La mia ultima missione si è compiuta poche ore fa. Il clone numero 449 di Vianello Monello era stato inviato nell'anno 751 nell'attuale Kazakistan, al fianco del governatore Kao Hsien-chih, durante l'epica battaglia sul fiume Talas contro gli arabi di Ziyad ibn Salih al Khuzai. Le autorità cinesi avevano incaricato il clone di Vianello Monello di cambiare le sorti di quella battaglia, che nonostante l'imponenza dell'esercito del governatore coreano, fu vinta nettamente dagli arabi. Un piano che avrebbe certo cambiato il corso della storia in modo imprevedibile: tutti sanno che, al di là della vittoria in sè, la battaglia del fiume Talas consegnò agli arabi le conoscenze cinesi sulla fabbricazione della carta, che soppiantò la pergamena e il papiro un po' in tutto il mondo. Il rozzo piano del Vianello Monello numero 449 prevedeva di utilizzare un lanciagranate contro l'esercito arabo per rovesciare i rapporti di forza in campo. Arrivai al campo sfruttando ancora una volta il cammuffamento usato per entrare a corte dell'imperatore Hung Hsi, contando che Vianello Monello non mi potesse riconoscere. Non avevo messo in conto che i cloni si fossero passati voce dei miei raid per sterminarli. Vianello Monello, riconosciutomi, mi ha anticipato, strappandomi la maschera e sputtanandomi davanti ad un esercito di trentamila uomini, con l'intento di farmi linciare come una spia. Non avevo altra via di fuga che sfidarlo pubblicamente a duello, contando sull'effetto sorpresa. Ci siamo quindi affrontati in un combattimento all'arma bianca serratissimo, sotto gli occhi dei soldati del campo. Ad un certo punto la forza del clone di Vianello Monello mi ha sopraffatto, lasciandomi a terra con una grossa ferita al braccio e disarmato. Mai avrei implorato pietà, nemmeno mentre Vianello Monello si avvicinava per finirmi tra le grida festanti dell'accampamento. "Ti squarto come un pollo!", ha gridato ridendo. Non immaginava che io avessi un piano di riserva.
Schivato il colpo fatale, ho subitaneamente premuto un apposito pulsante nascosto sotto gli abiti, attivando un meccanismo di teletrasporto appositamente programmato. Sopra la testa del clone si è aperto per una frazione di secondo un varco luminoso. Nemmeno il tempo di gridare, che una bisarca carica di Suv Chevrolet Captiva 4x4 è letteralmente caduta dal cielo, schiacciandolo come un moscerino. Sfruttando il comprensibile stupore degli astanti, mentre pezzi di Vianello Monello schizzavano per tutto il campo e un enorme cratere si apriva dove la bisarca era piombata, ho attivato la macchina del tempo, riuscendo a fuggire fino alla nostra epoca. Ora, mentre un mio fidato medico sutura con ago e filo le mie ferite, scrivo queste ultime memorie per annunciarti che abbandono la mia missione spaziotemporale per venire in tuo soccorso. Ho saputo che tuo figlio Tornello Vianello vuole ucciderti e ho assistito impotente al golpe operato dai vetusti scaldapoltrone ammuffiti. Ciò non deve accadere. I vetusti scaldapoltrone ammuffiti non possono vincere. Sarò al tuo fianco per rovesciare le sorti anche di questa epica battaglia.

martedì 13 gennaio 2009

"Bombardate Badia Polesine!"

Usare l'aviazione per colpire duramente i terroristi che il 3 gennaio hanno piazzato una bomba davanti alla casa dell'architetto Giorgio Faccioli. E' la proposta sensata e moderata lanciata da Uber Morfei, leader del neonato Comitato per la sicurezza dei polesani.
"Non si possono tollerare simili episodi, a questo punto siamo arrivati? - chiede in una lettera al presidente della Repubblica - Serve la mano pesante contro i criminali che dilagano per la cittadina altopolesana. Chiediamo l'immediato intervento dell'aviazione, affinchè bombardi pesantemente Badia Polesine, in vista di un'incursione delle forze armate per snidare questi vili assassini". Toni duri, che hanno raccolto l'immediato silenzio-assenso della comunità polesana, l'applauso entusiastico degli opinionisti e lo sdegno di numero dieci pacifisti polesani. "Sarà un bagno di sangue per la popolazione civile - fa notare un appunto dei Beati Costruttori di Pace - Un attacco aereo su Badia Polesine metterà completamente in ginocchio la città. E' un crimine di guerra colpire deliberatamente la popolazione, nessuna motivazione può giustificare un simile massacro. Chiediamo alle autorità polesane di intervenire contro questa oscena proposta". Inutile la presa di parola del presidente della Provincia, Federico Saccardin, che annuncia di avere convocato un tavolo per discuterne il prossimo 23 febbraio. Nel frattempo, infatti, è giunta (forse per la prima volta nella storia), una nota di apprezzamento da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Colgo l'occasione con questa nota di segnalare il nostro interessamento verso questa ipotesi, in piena congruenza con gli ideali dello Stato Italiano di tutela della legalità - scrive nella missiva - Inoltre ne approfitto per rispondere a Guglielmo Brusco sulla questione delle rette ai malati psichici di Ficarolo: francamente non me ne sbatte un cazzo".
Incassato l'assenso della massima carica italiana, Morfei e il comitato replicano dunque con toni durissimi a quelli che chiamano "pacifisti d'accatto, amici dei terroristi": "Mentre loro stanno a guardare indifferenti, gruppi criminali attentano alla vita degli abitanti di Badia Polesine - scrivono in un comunicato stampa - Abbiamo il diritto di difendere l'incolumità dei polesani dal dilagare di certi bombaroli. Chi non sta con noi è dalla parte dei terroristi. Riguardo all'uso di bombe ad alto potenziale sulla città di Badia Polesine, vi ricordo che i terroristi che hanno attentato alla vita di Faccioli operano non da basi militari, ma dai tetti e dalle cucine di case in cui intanto i badiesi, ignari, muoiono di fame, vessati da questi delinquenti. Sarà loro la responsabilità di eventuali vittime civili, usate cinicamente come scudi". Secondo proiezioni elaborate da un osservatorio dell'esercito italiano, l'operazione dovrebbe richiedere cinque giorni di intensi bombardamenti per piegare la resistenza, per poi invadere Badia con le forze di terra per eliminare definitivamente i pericolosi dinamitardi. Le stime danno un computo delle vittime attorno al migliaio, il 15% civili colpiti accidentalmente, il 75% civili colpiti intenzionalmente. "Sono proiezioni basate su quanto accade in qualsiasi contesto bellico - spiega l'analista Giulio Passamilolio - La guerra tra eserciti è un fenomeno ormai superato da un secolo, oggi ci si concentra sugli obiettivi civili per annientare l'avversario. In un contesto di guerriglia e lotta al terrorismo, poi, è inevitabile che, non essendoci un esercito formalizzato, si colpisca deliberatamente la popolazione sparando nel mucchio o usando armi dagli effetti di lungo periodo come le mine antiuomo, le cluster bomb o l'uranio impoverito. Tecnicamente sganciare bombe ad alto poetnziale sui civili è un atto di terrorismo, ma è più comunemente chiamato "raid" o "scontro". Tale distinguo è operato severamente sulla base del disprezzo per la vita altrui". A chi accusa Uber Morfei di essere un criminale assassino, risponde per le righe un corsivo del Corriere del Veneto: "L'ipotesi di un attacco aereo su Badia Polesine è solo un pretesto, il solito pretesto pronto a tornare ogni volta che un disagio o una crisi (e che crisi!) minino le sicurezze della parte peggiore dell'Occidente, inducendola a cercare ancora un capro espiatorio. E' davvero così difficile imparare dagli errori e dalle tragedie del passato?".

lunedì 12 gennaio 2009

Il Polesine sprofonda? Arriva Underworld

Si chiama Underworld, il nuovo, avveniristico progetto presentato in questi giorni dall'imprenditore adriese Guido Raule. Dopo la mancata realizzazione di Euroworld, Udeuroworld e Dprkworld, il team di imprenditori di cui Raule è portavoce torna alla ribalta con un nuovo parco divertimenti nel Delta del Po. Ispirato all'Hydropolis Hotel di Dubai, sfrutterà al meglio una caratteristica che il Polesine sembra destinato ad assumere nei prossimi decenni, grazie alle estrazioni di metano al largo delle sue coste: lo sprofondamento sott'acqua di gran parte dei territori orientali.
"L'annuncio del ministro Scajola di voler riprendere a trapanare i fondali del'Adriatico in cerca di gas metano non coglierà impreparato il Polesine - dice Raule - Noi come imprenditori vogliamo trasformare questa prospettiva in un volano per lo sviluppo. La mia Albarella è destinata a svanire sott'acqua con i suoi fiordi e le sue villette a schiera? Amen. E' ormai un trastullo per vetusti scaldapoltrone ammuffiti e appesantiti dall'età. Il futuro è giovane e se il basso Polesine deve finire sott'acqua, sarà sottomarino anche il nuovo polo turistico. Altro che Albarella! Underworld, grazie ai finanziamenti dei soliti amici arabi, è un progetto ancora più ambizioso di Euroworld. Darà lavoro a migliaia di persone e attrarrà nel basso Polesine centinaia di migliaia di visitatori all'anno, sempre nel rispetto dell'ambiente". Determinato a buttarsi alle spalle il passato, Raule sta viaggiando per la provincia con un pool di imprenditori per presentare il futuristico parco sottomarino, che dovrebbe sorgere nel territorio portovirese oppure sulla futura isola sommersa della Donzella.
Il Parco, ampio 300 chilometri quadrati, prevede numerosi hotel per una gamma che varia dalla pensioncina rustica al cinque stelle lusso con giro di coca e squillo in camera per manager stressati, più una serie di casinò, balere, lottomatiche e spazi divertimento. Ci sarà anche una filiale dell'Ikea, oltre a un mega centro commerciale in cui i turisti potranno acquistare scemenze futili o prodotti tipici locali. Ma il vero cuore del parco è l'ampia serra sottomarina, da cui si potrà vedere una sorta di acquario dal vivo con specie locali, ma anche rari esemplari di importazione, persino pesci tropicali in vasche riscaldate e ambienti minuziosamente riscostruiti. E ancora squali di tutti i tipi nell'immancabile esposizione di questi temibili predatori. Non mancherà un enorme balenario, versione più spettacolare del solito, mesto delfinario, con decine di cetacei di grossa stazza che si esibiranno in numeri acrobatici sott'acqua per la gioia di grandi e piccini, fino all'imponente area dedicata alle creature degli abissi, che includerà un pauroso calamaro gigante, intrappolato nell'Oceano Indiano da una spedizione scientifica e qui esposto per la prima volta. In alcune vasche sarà possibile nuotare, previo pagamento del biglietto, a fianco dei pesci. Grazie ad appositi sottomarini, inoltre, sarà possibile svolgere viaggi con accompagnatore negli abissi del mare Adriatico, alla scoperta delle rovine di città mitologiche quali Scardovari o Boccasette, e per vedere l'antico faro di Pila sommerso dalle acque e i resti silenziosi della centrale di Polesine Camerini, il cui camino continuerà probabilmente a spuntare dalle acque anche dopo lo sprofondamento. Tra le aree per l'accoglienza, ovviamente ristoranti di cucina internazionale a base di pesce e molluschi di tutti i tipi. E tante, tante sorprese che Raule per il momento non rivela (si riserva di farlo in futuro, state sintonizzati).
"Underworld ha tutti i numeri per diventare il principale polo di sviluppo del Polesine - dice il promotore dell'iniziativa - Ora ci aspettiamo che la politica dia un segnale positivo, invece di rifiutare ogni proposta di sviluppo o tentennare come hanno fatto per Euroworld, Udeuroworld e Dprkworld! Noi offriamo una speranza alla nostra bella terra, ormai destinata a finire sott'acqua. Chiediamo che i polesani sappiano raccogliere la sfida", ha concluso, prima di svanire in un turbine di stelline.

domenica 11 gennaio 2009

Cartoline da Baku #2

Anche questa settimana non è possibile deliziarvi con le previsioni di Leonida Gusmaroli. Ancora una volta, dunque, vi delizio con alcune cartoline da Baku, a cui faccio visita di tanto in tanto, lasciando il mio dorato esilio in un segretissimo eremo. Queste le ho scattate proprio ieri, durante un pomeriggio di shopping folle con il sottosegretario alla Sanità, Francesca Martini, mia cordiale amica e grande appassionata delle boutique della capitale azera.

Tombino sovietico in centro a Baku

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Un manifesto pubblicitario

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L'artista azero-ungherese Laszlo Yukovic riempie di Happy Hope l'ascensore dell'hotel Ambassador, per una performance neo-dadaista

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Altri quadri di Guido Raule al Museo Nazionale di Baku

sabato 10 gennaio 2009

Dispacci da Baghdad

Un dispaccio di agenzia mi informa di quanto accaduto a Baghdad pochi giorni dopo l'intervento sul mio blog del clone numero 187 di Vianello Monello. Forse proprio quell'outing pubblico ha determinato quanto accaduto? Dal mio lontano esilio giro ai cari polesani questa incredibile cronaca, che appare l'ennesimo tassello di una lunga e dolorosa vicenda. Si facciano da soli un'opinione in merito.

“L’eroica Resistenza irachena guidata e diretta da Partito Socialista Arabo Baath, ha definito i propri obiettivi strategici come movimento nazionale di liberazione per espellere le forze di occupazione, liberare l’Iraq e salvaguardarlo unito quale patria per tutti gli iracheni”.
Queste parole, accompagnate da un paio di colpi di arma da fuoco sparati in aria, sono risuonate nel centro di Baghdad ieri pomeriggio. A pronunciarle un uomo assai somigliante al defunto presidente Saddam Hussein con un fucile fieramente imbracciato. Un fatto incredibile che, in pochi attimi, ha portato sul posto militari, poliziotti, giornalisti. Tra questi il clone 187 di Vianello Monello, autore della rubrica Good Morning Baghdad sul quotidiano Az Zaman, che ha subito appellato in maniera sprezzante quell’uomo così simile all’ex capo di Stato. “Io sarò un clone ma tu sei un coglione. Dopo che sei stato impiccato pensi di ritornare in vita animato da uno spirito da vecchio scaldapoltrone ammuffito? Ah, ah! E’ arrivato Saddam col fucile fa bam! Ma cammina… baffone delle mie tasche”.
Ma forse il clone di Vianello Monello aveva fatto male i propri conti. “Sei patetico come il mio sostituto delle campane din don dan e simpatico come una mano nel culo - ha affermato con voce imponente il sosia del defunto leader iracheno - In realtà sono Celio Rodigino e ora ti spedisco al Creatore. Prendi questo e va' all’inferno a suonare la pancia di tua madre con le ossa dei mortacci tuoi!”. Un colpo secco ha immediatamente freddato il clone e gelato i soldati armati di tutto punto, increduli per l’accaduto.
L’esercito non ha avuto nemmeno il tempo di abbozzare una reazione che Celio è poi scomparso all’orizzonte gonfiando un enorme pallone con un chewing gum con cui si è levato in volo. “Sono le Big Babol a elio e rosolio messe a punto da Gelmino Barozzi - ha gridato ridendosela -. Me ne vado nella stratosfera conscio di avervi dato il buon esempio, eliminando uno dei fantocci in evidente convergenza con i piani dell’occupante e con interessi ristretti, settari, etnici, fanatici ed egoistici. Viva l’eroica Resistenza irachena!”.

venerdì 9 gennaio 2009

Missione diplomatica

Il presidente della Provincia di Rovigo, Federico Saccardin, in questi giorni si trova a Baku per una delicata missione diplomatica, legata al presunto complotto ordito da Tornello Vianello contro il padre Monello Vianello con la collaborazione di una lobby di vetusti scaldapoltrone ammuffiti.
In un discorso alla televisione di stato azera, seguito con grande attenzione dai miei gatti, Saccardin ha chiesto al presidente Ilham Aliyev di "continuare negli sforzi per tutelare l'incolumità del nostro concittadino, in attesa che noi si addivenga a una soluzione diplomatica con i componenti della spedizione capeggiata da Tornello Vianello, in modo da evitare inutili spargimenti di sangue". Aliyev, dal canto suo, ha ribadito che se qualcuno cercherà solo di torcere un capello al suo protetto, avrà il piacere di garrotarlo personalmente. "Quanto al signor Tornello - ha aggiunto - abbiamo la sua foto segnaletica e lo mettiamo dell'avviso: se oserà anche solo mettere piede in Azerbaijan l'ordine è di abbatterlo immediatamente senza chiedere chi va là". Una dimostrazione di forza che non è piaciuta a Saccardin, il quale ha invocato maggiore equità, nell'interesse di tutelare tutti i protagonisti di questa triste vicenda.
Lo sforzo diplomatico di Palazzo Celio, unito alle minacce del presidenze azero, sembrano comunque avere avuto riflessi sulla spedizione, che viene seguita in diretta al Corriere del Veneto grazie alla partecipazione del direttore Ugo Savoia e di un suo collaboratore di fiducia di cui al momento mi sfugge il nome. "Confermo che il cuoco ghanese Kwame e il buon JosèParapeiros De Parapeiras hanno lasciato il gruppo da qualche giorno - scrive in una nota il direttore del giornale - Smentisco invece che sia stato per le indegne pressioni ricevute dall'alto, che per nulla ci intimoriscono. Kwame e Josè hanno fatto una scelta dettata da motivi personali, pienamente accolta da tutti i componenti della spedizione". Adolf, il collaboratore altoatesino della prestigiosa testata veneta, avrebbe invece deciso di rimanere nel gruppo solo dopo un serrato braccio di ferro con il direttore: il malcontento inziale, infatti, sarebbe sorto dopo che Savoia aveva stabilito che ai componenti della spedizione sarebbe andato appena il 20% della taglia per la testa di Monello Vianello, fissata dal figlio in 250 euro, da dividere in parti uguali. Con l'uscita di scena di due componenti, dunque, la fetta destinata ad Adolf si è generosamente accresciuta, rendendo la sfida più appetibile. Sembra tuttavia che Marcello Gagliardi Foccas de Pepoli sia già partito su richiesta di Savoia per aggregarsi alla spedizione. Interpellato al cellulare, Marcello ha confermato di essere in viaggio: "Ho preso in prestito la Lamborghini del babbo e ho fatto venire con me Giulietta, una mignotta di Fiesso D'Artico molto brava ed educata, che mi terrà compagnia durante il lungo tragitto che ci attende".