giovedì 29 gennaio 2009

Nuovo ingresso nel Comitato polesano per lo Sviluppo

A costo di essere pedanti, ricordiamo al gentile lettore che quanto segue non è un fatto acclarato, nè un serio e dotto ragionamento scientifico, ma una volgare accozzaglia di quisquilie e pinzillacchere assemblata da persone senza un lavoro serio e una rete di affetti. L'esistenza di Giucas Casella non è mai stata dimostrata scientificamente, se non da Giucas Casella stesso, il che è un paradosso. Si prega di non prendere sul serio quanto segue.

Il celebre prestigiatore Giucas Casella ha ufficializzato il proprio ingresso nel Comitato polesano per lo Sviluppo, in cui svolgerà il ruolo di consulente sul carbone pulito. Le notevoli doti di Casella saranno messe al servizio del progetto di riconversione della centrale Enel di Porto Tolle, che nelle intenzioni degli ideatori dovrebbe funzionare a carbone pulito, abbassando il livello delle emissioni di Co2 perfino al di sotto di quelli di trent'anni fa.
"Sarà come se la centrale non ci fosse nemmeno", spiega il progettista Ikeo Lambertuzzi, che ribadisce la bontà del progetto di riconversione tanto osteggiato dagli ambientalisti. "Il carbone pulito - ci spiega - non è come il carbone normale: quest'ultimo viene prelevato da sotto terra e perfino la vostra nonna vi avrà detto mille volte che la roba da per terra non è sana. Inutile negare che il carbone porta su anche una serie di schifezze, tra metalli e sostanze tossiche, che se bruciate si disperdono nell'aria. Questo potrebbe preoccupare qualche ambientalista scemo. Qui entra in gioco Giucas Casella, che con le sue indiscutibili doti di mago farà sparire magicamente ogni traccia di schifezza dal nostro bel carbone. Tutto da solo? Macchè, ha brevettato un metodo che noi ci limiteremo a esportare su scala industriale. Il carbone così trattato sarà di fatto pulito. Le schifezze da esso asportate, infatti, semplicemente scompariranno nel nulla, anzichè disperdersi da qualche altra parte". E le emissioni di anidride carbonica? "Una leggenda metropolitana - continua Lambertuzzi - Non è mai stato dimostrato scientificamente che la combustione di carbone sia correlata all'emissione di Co2".
Falso anche il mito secondo cui l'estrazione del carbone avverrebbe con metodi non tanto ecologici, come il mountaintop removal, ossia l'abbattimento a suon di esplosivo di intere montagne, come avviene nel West Virgina: "Sono tutte fesserie - ride Lambertuzzi - Tutti sanno che gli Appalachi stanno scomparendo per colpa dell'erosione, causata dalle tane scavate dalle nutrie. Il carbone di Porto Tolle, poi, verrà dall'Indonesia, dove sgorga dal terreno naturalmente, come il petrolio, e noi siamo semplicemente lì a raccoglierlo, nel pieno rispetto dell'ambiente, come i nostri avi raccoglievano i frutti dagli alberi. La leggenda metropolitana delle foreste incenerite per fare spazio a miniere si commenta da sola". Una spiegazione che rassicura Giancarlo Chinaglia, assessore all'Ambiente della Provincia di Rovigo e sostenitore del carbone pulito: "L'ho sempre mangiato, quando lo trovavo nella calza la notte della Befana - commenta sorridendo - A dire il vero continuo a farlo e ciò spiega la mia costante espansione addominale, che gli scienziati calcolano superiore a quella dell'universo. Il che significa che se fossi immortale, prima o poi l'universo non sarebbe abbastanza ampio da contenermi". Restando in tema, Chinaglia ha difeso ancora una volta l'eco-compatibilità del carbone pulito e dell'operato della sua giuntà: "Per coerenza con le nostre posizioni, quando sarà il momento smantelleremo quel vetusto impianto solare dalla nostra sede per rimpiazzarlo con un modernissimo impianto a carbone pulito, che darà energia a tutti gli uffici con basso impatto ambientale. I fumi, opportunamente depurati con il metodo Giucas Casella, saranno diffusi nelle stanze per purificare l'aria, migliorando l'umore degli impiegati. E' noto infatti che il carbone pulito, tra le varie cose, produce effetti positivi sui livelli di serotonina. E che volete di più?".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che ignobile stronzata!

La Ghenga ha detto...

LETTERA APERTA A VANNI DESTRO

Caro Vanni, ho più di una perplessità sul commento che hai indirizzato a questo post. Pur avendo come amici alcuni autorevoli avvocati, non vorrei passare dei guai per alcune affermazioni che tu fai (ne ho già abbastanza, credimi).
Dunque permettimi di citarlo in questa lettera di spiegazioni. Tu esordisci, in riferimento all'anonimo criticone:
"Ecco che abbiamo a che fare nuovamente colla/col signora/signor Nonimo di cui ancora non conosciamo il nome di battesimo (Antonia, Asdrubale, A...stronzo) che si picca perchè gli si va a toccare quell'organizzazione non governativa chiaramente non a scopo di lucro che risponde al nome di Comitato per lo sviluppo (ma de che?)".
E fin qui niente da ridire. Mi turba semmai il tuo riferimento successivo, quando affermi che
"Questa organizzazione che raccoglie il meglio degli intrallazzatori locali"... "non sarebbe disposta a coinvolgere anche Adolf Hitler tra le sue fila se quest'ultimo dicesse che il carbone è pulito", ecc., che francamente è di dubbio gusto. Permettimi dunque di espuntarla. Il resto te lo concedo:
"Purtroppo per tale comitato d'affari ormai siamo alla fine per il carbone perchè non vi sono leggi nazionali che possano permettere atti di forza governativi per imporlo e vi sono leggi europee che lo impediscono. Tenga duro il Comitato per lo sviluppo dei loro affari, c'è sempre il nucleare.....
Franza o Spagna purchè se magna, no?"
(Del resto, aggiungo io, che lo stimato Comitato sia un'emanazione di Enel, lo ha scritto perfino il Gazzettino agli albori del progetto Si&nergia, ma questo che io sappia non è un reato. Perdiana! Non è vero che ramazzano su la feccia del Polesine: io ho chiesto di aderire e non mi hanno mai accettato! E al momento non mi risulta che che del Comitato facciano parte Jack lo Squartatore, Barbablù e la saponificatrice di Correggio). Sul carbone pulito (e altri personaggi della fantasia) sai come la penso.

Controdeduzioni alle obiezioni che non mi hai ancora fatto:
- sì, con l'età sono diventato pavido. Sarà perchè non ho intenzione di diventare un martire per salvare una provincia di vigliacchi e pecoroni.
- non ho ancora chiarito se l'autore di un blog è responsabile anche del contenuto dei commenti che modera. In ogni caso, per essere chiari, io pubblico praticamente tutto, però il blog è mio e ci pubblico quello che mi pare. Alcune cose mi allietano (ad esempio parlare di eiaculazione precoce e coprofagia, specie se i due temi sono legati), altre cose mi lasciano perplesso e dunque non le pubblico. Per essere ancora più chiari: non sono un sincero democratico e non me ne frega niente della libertà di espressione. Censurerei parimenti chi ti descrivesse con toni non opportuni.
Con affetto,

VM

Vanni Destro ha detto...

Con affetto accetto e rilancio.

IL MARANGAZZO ACQUAROLO
Ovvero: del perché si vogliono le estrazioni in Alto Adriatico.

Frutto di uno studio di Fedora Quattrocchi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nel quale la signora afferma, dopo un’attenta sperimentazione fatta su scala 1:1000.000.000 nel proprio giardino di casa, che la CO2 è facilmente interrabile ( ha catturato in una sportina del Lidl lo scarico della propria Fiat Duna e l’ha seppellito sotto una pianta di oleandro) e che le estrazioni di metano in Alto Adriatico non porterebbero al fenomeno della subsidenza semplicemente iniettando nelle bolle di gas estratto qualche miliardo di ettolitri di pipì di formica rossa dell’Alto Volta, si scopre l’esistenza di un altro mitico animale deltizo: il Marangazzo acquarolo, altrimenti detto “el scorezametano”.
Del Marangazzo d’acqua, che si differenzia dal Marangazzo comune per i piedi palmati e una folta e ispida peluria similnutria sulla parte posteriore del corpo, tranne sui glutei, come per i macachi, se ne parla nelle cronache dell’Abazia di Pomposa intorno al ‘500.
Lo si descrive come un incrocio tra una pantegana acquarola e un esemplare protoumano di “maurizioferrus sienergicus”, essere che si distingueva per una forma autistica che lo portava a ripetere la frase “carbone pulito meno 80 % di emissioni”, che nessuna persona di buon senso e timorata di Dio ha mai capito cosa significasse, e per la pettinatura curata come quella del Sodoma, noto pittore rinascimentale dai controversi orientamenti sessuali.
Lo si ritrova nei racconti degli alluvionati del ‘51 che tornano al Polesine dopo che le acque si sono ritirate.
Chiaramente i racconti dei vari soggetti che ne parlano sono viziate da condizioni personali più o meno incidenti: chi aveva troppe ombre in corpo, chi non resisteva al fetore emesso da quella bestia immonda e ne rifuggiva senza soffermarsi a guardarlo.
La caratteristica che rimane comunque costante negli anni è il fatto che si attribuisce al Marangazzo acquarolo una particolare ingordigia di gas naturali che succhiava in passato da pertugi casuali nel terreno e più recentemente attingendo ai pozzi di metano creati dall’Eni negli anni ’50.
In ogni caso se ne perdono le tracce dopo la chiusura dei suddetti pozzi dovuta al fenomeno dell’abbassamento del suolo (subsidenza) in seguito alle estrazioni.
Secondo lo studio di Quattrocchi, il particolare metabolismo dell’essere lo porterebbe a moltiplicare per almeno venti volte il quantitativo di gas ingurgitato che poi estrometterebbe dagli orifizi posteriori in un’orgia di miasmi e fragori.
E qui arriverebbe il Ministro dello Sviluppo Economico Scajola, già Ministro dell’Interno nel precedente governo Berlusconi.
Il Marangazzo acquarolo si sarebbe estinto sicuramente se alcune anime buone dell’ENI in ritirata dal Polesine non avessero raccolto alcuni cuccioli per allevarli nelle vasche di decantazione delle raffinerie di Falconara Marittima.
All’apertura dell’acquario di Genova gli eredi di quei sopravissuti, una decina, furono trasferiti in un settore vietato al pubblico che raccoglie anche altri esemplari marini particolari come, ad esempio, il “findus rigassificatoricus surgelatus”, pesce a forma di bastoncino che vive e si moltiplica nelle prossimità dei Terminal gasieri quando, per effetto dell’abbassamento della temperatura, spariscono tutte le altre specie.
Qui il Marangazzo d’acqua viene nutrito coi gas di scarico delle navi che attraccano in porto e con il quantitativo di gas che produce si alimenta una centrale che fornisce energia all’intera struttura portuale genovese.
E qui, durante le giornate del G8 del 2001, tra un pestaggio gratuito e uno immotivato, il Ministro Scajola in visita all’acquario per ingannare il tempo vide il Marangazzo e ne intuì le potenzialità.
Con l’aiuto della Dottoressa Quattrocchi ne ricostruì la genesi e comprese che, se riportato nel suo ambiente naturale, la potenza emissiva del Marangazzo acquarolo si poteva amplificare ulteriormente con indubbi vantaggi per l’autonomia energetica nazionale e che, oltretutto, a contatto con la terra d’origine, l’essere si sarebbe rapidamente moltiplicato con vantaggi ancora maggiori.
Il progetto di Scajola ha atteso qualche anno, ma adesso, vista la carica di Ministro dello Sviluppo Economico, da egli fortemente voluta, torna possibile in tutte le sue potenzialità.
L’idea sarebbe questa: estraendo il gas in Alto Adriatico si abbassa il suolo e il Parco del Delta del Po diventa il Parco acquatico del Delta del Po.
Qui verrebbero riportati i Marangazzi d’acqua che sarebbero allevati in apposite stalle acquatiche e nutriti col gas estratto che moltiplicherebbero per almeno venti volte e che verrebbe raccolto mediante tubi collegati allo sfintere in apposite cisterne dell’ENI che si è già coinvolta nello sfruttamento siglando un accordo per mano del suo A.D. Scaroni alla presenza dello stesso Scajola e del Ministro della Chimica, pardon, dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Positiva la reazione del Vicepresidente di Confindustria con delega all’Energia Antonio Costato che, vestito da Pastamatic, ha commentato con una frase sibillina, ma lapidaria: “Chi va al mulino s’infarina!”.

Vanni Destro
Da ambientepolesine.blog-attivo.com

La Ghenga ha detto...

Preciso da subito che sono contrario ai pregiudizi sui tagli di capelli, ancor più se vengono correlati agli orientamenti sessuali veri o presunti delle persone.
Essendo un noto libertino, ho sperimentato con piacere il piercing sul glande e le più originali acconciature (ringrazio di ciò il mio parrucchiere, Gianmatteo Shakespeare), benchè ciò abbia provocato riprovazione nei miei stessi parenti. Da fautore dell'amore libero, inoltre, consento allusioni alla sessualità delle persone solo perchè auspico non abbiano carattere spregiativo: ritengo che l'amore omosessuale non solo abbia la dignità di qualsiasi forma di sentimento positivo, ma sia anche una pratica da promuovere e incoraggiare, specialmente tra i giovani.

Vanni Destro ha detto...

Nessuna volontà discriminatoria, anzi, libertà assoluta di gaudio, ma è che il Sodoma ha una particolare cura e attenzione per i capelli e la boccucce alla Nina Moric, sempre sia lodata, vedere, se interessa, un suo splendido affresco nel chiostro dell'Abazia di Monte Uliveto.
Per il resto deghene drento come più ve aggrada, basta ca gh'in dei!