giovedì 1 ottobre 2009

Lo sparo


"Ma che cazzo c'entra il Falcone Maltese?", gridò Alvtro Pitali, sollevando la pistola contro il viso dell'ispettore Cibotto.
Quest'ultimo colse l'attimo di stupore dell'avversario e tentò una mossa disperata: gonfiando il petto, incamerò aria e sputò con tutta la forza che aveva il sigaro in faccia al malvagio assicuratore. Il mozzicone centrò in pieno la pupilla sinistra dell'uomo, producendo uno sfrigolio e un'odore da uovo fritto. "Aaargh!" gridò quello. L'ispettore Cibotto si ricordò all'improvviso di avere una pistola, la estrasse dalla fondina e senza esitazione sparò un paio di colpi, che colpirono Pitali al ventre. Alvtro biascicò una frase incomprensibile (solo in seguito si seppe che era un'invocazione al dio baltico Perkùnas) e cadde come un sacco di patate.
"E' finita", borbottò Cibotto, rinfoderando la pistola. Gesualda scoppiò a piangere. Vianello Monello prese l'ispettore per un braccio e lo interloquì con violenza: "Mi vuole spiegare che cazzo è successo? Perchè ha portato qui quello psicopatico assassino?" Cibotto stava per replicare che si andassero a leggere i vecchi post di questo blog e non rompessero i coglioni, quando l'inaspettato accadde. "Attenti!", gridò Gesualda. Ma la pistola di Alvtro era puntata contro di lei. L'uomo, sputando sangue e gli ultimi aneliti di vita, tese il braccio per prendersi l'ultima vendetta e uccidere Gesualda, rispettando così le consegne della compagnia assicurativa La Sgrausa Srl. Ci fu un botto, odore di polvere da sparo. In una manciata di secondi il proiettile uscì dalla canna del revolver, Gesualda urlò, Cibotto estrasse di nuovo la pistola e sparò a sua volta contro Alvtro, Vianello Monello si staccò dall'ispettore e si gettò verso Gesualda, la pallottola di Cibotto centrò il polso di Pitali e lo passò da parte a parte, Pitali urlò, il proiettile che aveva sparato si conficcò nel pettò di Vianello Monello, che era riuscito a fare da scudo a Gesualda all'ultimo momento, Cibotto sparò di nuovo a Pitali, la pistola di Pitali cadde per terra, Vianello Monello cadde per terra, anche Pitali cadde per terra, Gesualda si gettò a soccorrere Vianello Monello, Pitali rise ancora vivo, l'ispettore Cibotto dette il colpo di grazia a Pitali schiacciandogli la testa con un rude colpo di tacco.
Vianello Monello sorrise a Gesualda: "Sto morendo, ma non è la prima volta. Spero per questo di diventare più famoso di Cicciuzzo. Mia amata Gesualda, prenditi cura di nostro figlio e ricordati sempre quanto dice la saggezza partenopea: mazza e panella fanno 'e figlie bell, panella senza mazza fanno 'e figlie pazze".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella la finta polemica tra "monello vianello" e roberto costa che accusa monello vianello di essere gianni magnan. però il trucco è vecchio, caro roberto, ormai ci sono arrivati tutti a capire che il blog lo curi tu...

La Ghenga ha detto...

Caro Anonimo, sarei onorato di essere r.c., ma dubito che r.c. sarebbe onorato di essere me. Lui prosegue una serrata r-esistenza, azzannando i garretti della ghenga partitocratica, io sono un depresso che della ghenga partitocratica ha deciso di sbattersene le balle, come della maggior parte delle tristi e sconfortanti vicendine polesane. Non vedo cosa ci accomuni, a parte un raffinato sense of humour!
La prossima volta firmati, va là.

MV

Anonimo ha detto...

Perchè dovrei firmarmi? Tu mica ti firmi col tuo nome vero! Comunque resto convinto che stai d epistando e ti smaschererò!