Non cessa di stupire la vastità della produzione filmica del pornodivo rodigino Cicciuzzo Sconciaforni, che anche questa settimana ci propone due dei migliori titoli del suo repertorio. Intanto si vocifera che Cicciuzzo sia sotto contratto a Canale 5 per una sit com sul rutilante mondo del porno. Ne parleremo un'altra volta...
Sigari e bocchini
di Cicciuzzo Sconciaforni
Liberamente ispirato a “Smoke” di Wayne Wang, questo film avvia il filone Indie Hard della produzione di Cicciuzzo Sconciaforni, proseguito poi nella realizzazione di “Cockteau” un omaggio alla poesia francese del ‘900.
Il film è ambientato in una tabaccheria a Brooklyn, gestita da Fuckie un tipo un po’ filosofo e un po’ erotomane che, con discorsi strani e posizioni ancora più particolari, penetra fino in fondo l’animo dei suoi clienti.
Certo, Fuckie ha un aspetto trasandato e modi irriverenti lungi da farlo assomigliare a un guru, ma ha un grande sapete cosa e una capacità d'introspezione che è un dono di natura.
Tra i suoi avventori fissi ci sono anche uno sceneggiatore di film porno in crisi creativa e un ragazzetto di colore che ha seri problemi in famiglia, desideroso di incontrare il padre mai conosciuto. Il bravo tabaccaio farà ritrovare loro la gioia di vivere, affiancato da procaci assistenti che, arrivate non si capisce bene da dove, compaiono sempre al momento opportuno dimostrando grande attenzione alla customer satisfaction.
Star Whores
di Arnold Suckerbaum
In una galassia lontana lontana e assai degenerata, la popolazione è oppressa dall'imperatore Palpatina e dal malvagio da Dart Pener, un pervertito in abbigliamento bondage, dotato di un considerevole pene laser. La principessa Leyla Orgasma, prima di essere catturata dalle truppe imperiali, manda un messaggio all'anziano maestro Obi Uan Penobi, affinchè aiuti la ribellione. Cicciuzzo interpreta il giovane e dotato Floozie (stranamente uno dei pochi nomi non storpiati. Lo vedete vestito da jedi nella foto).
Obi Uan insegna a Floozie come costruirsi un pene laser, dopodichè lo spedisce ad addestrarsi dal centenario guerriero jedi Rocco, che vive su un lontano pianeta, in una comune dove vige la più totale promiscuità. Terminato l'addestramento, assieme a Obi Uan si imbarca sul Cunt Cruiser, una nave stellare guidata da Wank Solo e dal fido e pelosissimo Chebecca, possessore di un'arma segreta che ci verrà rivelata solo alla fine.
Dopo alcune schermaglie iniziali, insieme liberano la principessa Leyla e tra mille avventure erotiche affrontano Dart Pener e fanno esplodere la sua base spaziale, la Ninfomane Nera. Memorabile il duello decisivo e soprattutto il finale, in cui Dart Pener si sottomette a Obi Uan Penobi e ne diventa lo schiavo sessuale.
domenica 31 gennaio 2010
sabato 30 gennaio 2010
Diventa anche tu razzista! - Puntata 1
Partecipa anche tu a questo strepitoso concorso di scrittura creativa!
Si fa così: da una notizia di cronaca nera prendete l'autore del crimine e individuate una categoria a cui appartiene (es. tecnico informatico, tennista, cuoco, pensionato, filosofo, ecc., che chiamerò "X"). Formulate frasi del tipo: "Meno X significa meno criminalità", invocate misure draconiane contro gli "X che delinquono nella totale impunità". ecc. Le frasi che mi garberanno saranno pubblicate. Si gioca su Facebook o usando il modulo commenti di questo blog.
- "Pedofilia, indagato l’alpinista-scrittore Sciolari" (Corriere del Veneto, 28 gennaio 2010)
Una riduzione degli alpinisti in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali. I risultati sui nostri contrasti all'alpinismo clandestino sono molto positivi" (Arisu)
- "Titolare di discoteca picchiata da sconosciuti". Contro gli sconosciuti serve tolleranza zero. E' colpa della sinistra se per anni gli sconosciuti sono stati lasciati liberi di delinquere nella totale impunità. Meno sconosciuti significa anche meno criminalità. (Cesco)
- "Un uomo di 43 anni, di Morciano di Leuca, in provincia di Lecce, e' stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Salve e della Compagnia di Tricase con le accuse di maltrattamenti in famiglia, minaccia aggravata, danneggiamento e violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne".
E' ora di finirla con questi 43enni, cui le giunte rosse danno le case popolari dove poi commettono questi crimini impuniti. Quanto costano alla collettività? (Cicciuzziano '86)
- "Roma, preso il violentatore dei garage. Incastrato dal Dna. è un contabile".
Emergenza contabili, Maroni chiede una stretta sulla sicurezza. Berlusconi: "Meno contabili significa anche meno criminalità". Maroni: "Con i contabili dobbiamo essere cattivi". (c.)
- "Montecatini Terme, autista licenziato dal Comune spara a dirigente e si uccide".
Un decreto di espulsione per tutti gli autisti espulsi è una misura sufficientemente draconiana? (Nicola)
- "Ex Sindaco leghista condannato per stupro di gruppo su ragazza rumena" (http://lombardia.indymedia.org/node/13414). Vabbè, è troppo facile! (C.)
- "Arrestati tre detenuti a Nisida. (ANSA)- NAPOLI, 30 GEN - Un ragazzo di 18 anni detenuto nel carcere minorile di Nisida,a Napoli, ha subito violenze e angherie da un gruppo di altri reclusi".
Mentre i politici bivaccano sulle loro poltrone, nei nostri penitenziari sempre più diciottenni subiscono violenze! Basta con i detenuti: che se ne torinino a delinquere a casa loro! (N.)
- "Droga, ex capo della squadra mobile di Gorizia condannato a due anni". (http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=89463&sez=NORDEST) Viene da sè. (C.)
- Bologna, ex ristoratore uccide la compagna e ferisce la cognata, poi si spara. Contro i ristoratori serve la tolleranza zero, anzi doppio zero. Altro che otto per mille, il mille per mille di calci in culo ai ristoratori. E qualcuno magari vorrebbe farli votare? (Firmato)
Nuovi reperti archeologici
Si susseguono una dietro l'altra le più importanti scoperte archeologiche della storia del Polesine, che aiutano a ricostruire un passato lontano e dimenticato.
L'ultimo reperto portato alla luce dagli archeologi nell'area del castello è una pergamena dall'indubbio valore storico: il primo annuncio dell'apertura del castello. La giunta comunale avrebbe immediatamente occultato l'antica testimonianza, perchè capita curiosamente proprio nei giorni in cui Palazzo Nodari ha annunciato per l'ennesima volta l'apertura a breve del castello e relativi giardinetti (è la terza volta). Nel preziosissimo documento storico, infatti, si colgono delle pericolose analogie con il presente. Nel 920 d.C. il vescovo di Adria, Paolo Cattaneo, incaricò il conte Paolino di costruire il castello. Nel 933 il castello era ancora per aria, così Paolino fu sostituito dal duca Azzalino I, che brillava per irrefrenabile entusiasmo. Dopo un anno, infatti, Azzalino I promise: "A breve avremo completato il castello". Nel 947, anno del documento, Cattaneo scrive ad Azzalino, chiedendo in un latino maccheronico tipico di quell'era di decadenza: "Tu habere annunciator millem et millem voltem que tu apraber... apreber... aprirai castellum, sed castellum est ancora chiusum et infra paucum ammazzerabunt Matteotti et toccherabum construere monumentum ad ellum". Tradotto, significa che il vescovo si era rotto il cazzo di sentirsi dire che il castello sarebbe stato aperto a breve e si chiedeva ironicamente se i lavori sarebbero stati ancora impantanati nel ventesimo secolo. Azzalino I rispose con ottimismo: "Prestior apriremus castellum". I lavori finirono, come raccontano gli storici, nel 954.
La scoperta ha fatto insorgere l'opposizione, che chiede di sapere tutta la verità sullo stato del castello. Ma il vicesindaco, Graziano Azzalin, rassicura tutti: "Il castello sarà aperto entro un mesetto". Il clima, però, è tutt'altro che rasserenato. Sempre la minoranza a Palazzo Nodari, facendo squadra con quella in consiglio provinciale, ha accusato la giunta di una vera e propria abitudine a trafugare reperti storici. "Oggi fanno sparire un documento importantissimo per la storia della città - spiega Andrea Bimbatti, leader del Pdl - Ma abbiamo le prove che c'è stato almeno un altro episodio in cui la maggioranza ha piegato l'archeologia a logiche politiche". Secondo le prove fornite dal centrodestra, si sarebbe infatti avverato quanto già previsto dal veggente Leonida Gusmaroli: durante gli scavi sul corso del Popolo, infatti, gli operai avrebbero rinvenuto una statua risalente all'età del Bronzo e raffigurante un'oscura divinità di un'altrettanto sconosciuta popolazione dell'antico Polesine, con il volto identico a quello dell'esponente del Pd, Giuseppe Boscolo. Una scoperta imbarazzante, se si considera che nello statuto del Pd è previsto che, in un caso come questo, la persona somigliante al manufatto sarebbe chiamata a governare il Polesine, in quanto incaricato dagli Antichi. A questo punto il Pd avrebbe dovuto chiudere l'esperienza di Tiziana Virgili a Palazzo Celio e indire nuove elezioni per mandare Boscolo al potere. Ma si è preferito insabbiare tutto. "La statua - dice Bimbatti - è stata sotterrata da qualche parte in gran segreto, ma noi la ritroveremo, perchè i cittadini devono sapere. Se Boscolo era veramente destinato a guidare la nostra terra, la violazione del volere degli Antichi rischia di scaraventarci in un'epoca di sfiga tremebonda!"
L'ultimo reperto portato alla luce dagli archeologi nell'area del castello è una pergamena dall'indubbio valore storico: il primo annuncio dell'apertura del castello. La giunta comunale avrebbe immediatamente occultato l'antica testimonianza, perchè capita curiosamente proprio nei giorni in cui Palazzo Nodari ha annunciato per l'ennesima volta l'apertura a breve del castello e relativi giardinetti (è la terza volta). Nel preziosissimo documento storico, infatti, si colgono delle pericolose analogie con il presente. Nel 920 d.C. il vescovo di Adria, Paolo Cattaneo, incaricò il conte Paolino di costruire il castello. Nel 933 il castello era ancora per aria, così Paolino fu sostituito dal duca Azzalino I, che brillava per irrefrenabile entusiasmo. Dopo un anno, infatti, Azzalino I promise: "A breve avremo completato il castello". Nel 947, anno del documento, Cattaneo scrive ad Azzalino, chiedendo in un latino maccheronico tipico di quell'era di decadenza: "Tu habere annunciator millem et millem voltem que tu apraber... apreber... aprirai castellum, sed castellum est ancora chiusum et infra paucum ammazzerabunt Matteotti et toccherabum construere monumentum ad ellum". Tradotto, significa che il vescovo si era rotto il cazzo di sentirsi dire che il castello sarebbe stato aperto a breve e si chiedeva ironicamente se i lavori sarebbero stati ancora impantanati nel ventesimo secolo. Azzalino I rispose con ottimismo: "Prestior apriremus castellum". I lavori finirono, come raccontano gli storici, nel 954.
La scoperta ha fatto insorgere l'opposizione, che chiede di sapere tutta la verità sullo stato del castello. Ma il vicesindaco, Graziano Azzalin, rassicura tutti: "Il castello sarà aperto entro un mesetto". Il clima, però, è tutt'altro che rasserenato. Sempre la minoranza a Palazzo Nodari, facendo squadra con quella in consiglio provinciale, ha accusato la giunta di una vera e propria abitudine a trafugare reperti storici. "Oggi fanno sparire un documento importantissimo per la storia della città - spiega Andrea Bimbatti, leader del Pdl - Ma abbiamo le prove che c'è stato almeno un altro episodio in cui la maggioranza ha piegato l'archeologia a logiche politiche". Secondo le prove fornite dal centrodestra, si sarebbe infatti avverato quanto già previsto dal veggente Leonida Gusmaroli: durante gli scavi sul corso del Popolo, infatti, gli operai avrebbero rinvenuto una statua risalente all'età del Bronzo e raffigurante un'oscura divinità di un'altrettanto sconosciuta popolazione dell'antico Polesine, con il volto identico a quello dell'esponente del Pd, Giuseppe Boscolo. Una scoperta imbarazzante, se si considera che nello statuto del Pd è previsto che, in un caso come questo, la persona somigliante al manufatto sarebbe chiamata a governare il Polesine, in quanto incaricato dagli Antichi. A questo punto il Pd avrebbe dovuto chiudere l'esperienza di Tiziana Virgili a Palazzo Celio e indire nuove elezioni per mandare Boscolo al potere. Ma si è preferito insabbiare tutto. "La statua - dice Bimbatti - è stata sotterrata da qualche parte in gran segreto, ma noi la ritroveremo, perchè i cittadini devono sapere. Se Boscolo era veramente destinato a guidare la nostra terra, la violazione del volere degli Antichi rischia di scaraventarci in un'epoca di sfiga tremebonda!"
venerdì 29 gennaio 2010
Intermizoo: Contiero non ha colpe
"Lasciate in pace Contiero. Non è colpa sua se quando era alla guida di Intermizoo l'azienda speciale ha perso un milione di euro" (almeno così sostiene la Sinistra, ndr.)
Nonostante il segretario provinciale della Lega abbia da tempo lasciato la guida dell'azienda speciale regionale, dedita alla selezione dello sperma bovino, non cessano le polemiche sulla sua gestione, sollevate come sempre da Rifondazione Comunista. Tanto che ieri il neonato Comitato Familiari e Amici di Antonello (889 iscritti, tra cui l'autore di questo blog) ha lanciato un appello: "Basta con i manifesti in cui lo irridete per il passivo di bilancio della sua società - scrivono - Così lo fate soffrire e basta, e fate soffrire tutti noi, che ormai non possiamo nemmeno uscire più di casa". Mentre Massimo Bergamin ha annunciato un contrattacco mediatico dirompente, che consisterà nel pubblicare su Facebook decine di documenti sui crimini commessi da Stalin, la città si interroga: una società che perde centomila euro al mese funziona bene o funziona male? Torna, insomma, il vecchio interrogativo che tanto ci fece arrovellare in passato su Interporto e Censer. La risposta, oggi come allora, sembra essere la stessa: dipende se sei di destra o di sinistra. Ad esempio, se sei di destra e una società guidata da uno di destra ha un buco di 500mila euro, va a gonfie vele, mentre se è guidata da uno di sinistra è sull'orlo del baratro. E viceversa.
Noi, però, abbiamo voluto uscire dalle secche del dibattito politico, contattando il professor Ludwig Van Basten, docente alla Agricultural University di Wageningen ed ex rettore abusivo del Satakunta Polytechnic. "Conosco personalmente Antonello Contiero da quando, qualche anno fa, presi un autobus da Rovigo a Cavarzere - ci racconta - Ma non è certo per questa conoscenza personale che mi accingo a difendere il suo operato, bensì sulla scorta di considerazioni meramente tecniche, che nella diatriba politica forse sono sfuggite". Secondo la ricostruzione del professor Van Basten, la scelta di Veneto Agricoltura di investire in Intermizoo è stata fin dall'inizio più che azzeccata: "Per tutti gli anni Novanta qualunque operatore finanziario non avrebbe avuto dubbi sull'opportunità di investire nello sperma di toro, un settore del mercato ben più stabile e redditizio del mattone. Poi, però, c'è stato l'undici settembre e le quotazioni sono crollate. C'è stato chi aveva costruito imperi sulla sborra bovina, e oggi gira con le pezze al culo". Contiero, quindi, sarebbe entrato in Intermizoo in un triennio di difficile congiuntura economica e di grave flessione del mercato: "Nemmeno Rutherford M. Fillmore, il magnate americano del seme taurino, sarebbe riuscito a tenere in piedi un'azienda simile. Occorreranno decenni e pesanti ristrutturazioni, prima che si rimetta in piedi. Non si può nemmeno tagliare sul personale, lasciandosi scappare professionalità e know how. Tra due o tre anni il mercato inizierà a riprendersi e per allora avremo bisogno di gente che sappia fare le seghe a un toro".
Sarà una volgare associazione di idee, ma nei corridoi circola già la voce secondo cui, con un accordo tra forze politiche in Regione, la poltrona di amministratore delegato potrebbe andare a Cicciuzzo Sconciaforni, indipendente del centrodestra. L'offerta sarebbe una sorta di contentino per convincere Cicciuzzo a non candidarsi alle regionali, ipotesi che creerebbe un autentico terremoto politico, data la popolarità trasversale del pornoattore. Ma secondo il professor Van Basten, la nomina di Cicciuzzo è problematica: "Non ha il requisito minimo di essere stato in precedenza un autista di corriere, come previsto dal Protocollo Europeo per la Gestione Amministrativa degli Enti per la Raccolta Differenziata dello Sperma Animale, siglato a Bruxelles nel 1998".
Nonostante il segretario provinciale della Lega abbia da tempo lasciato la guida dell'azienda speciale regionale, dedita alla selezione dello sperma bovino, non cessano le polemiche sulla sua gestione, sollevate come sempre da Rifondazione Comunista. Tanto che ieri il neonato Comitato Familiari e Amici di Antonello (889 iscritti, tra cui l'autore di questo blog) ha lanciato un appello: "Basta con i manifesti in cui lo irridete per il passivo di bilancio della sua società - scrivono - Così lo fate soffrire e basta, e fate soffrire tutti noi, che ormai non possiamo nemmeno uscire più di casa". Mentre Massimo Bergamin ha annunciato un contrattacco mediatico dirompente, che consisterà nel pubblicare su Facebook decine di documenti sui crimini commessi da Stalin, la città si interroga: una società che perde centomila euro al mese funziona bene o funziona male? Torna, insomma, il vecchio interrogativo che tanto ci fece arrovellare in passato su Interporto e Censer. La risposta, oggi come allora, sembra essere la stessa: dipende se sei di destra o di sinistra. Ad esempio, se sei di destra e una società guidata da uno di destra ha un buco di 500mila euro, va a gonfie vele, mentre se è guidata da uno di sinistra è sull'orlo del baratro. E viceversa.
Noi, però, abbiamo voluto uscire dalle secche del dibattito politico, contattando il professor Ludwig Van Basten, docente alla Agricultural University di Wageningen ed ex rettore abusivo del Satakunta Polytechnic. "Conosco personalmente Antonello Contiero da quando, qualche anno fa, presi un autobus da Rovigo a Cavarzere - ci racconta - Ma non è certo per questa conoscenza personale che mi accingo a difendere il suo operato, bensì sulla scorta di considerazioni meramente tecniche, che nella diatriba politica forse sono sfuggite". Secondo la ricostruzione del professor Van Basten, la scelta di Veneto Agricoltura di investire in Intermizoo è stata fin dall'inizio più che azzeccata: "Per tutti gli anni Novanta qualunque operatore finanziario non avrebbe avuto dubbi sull'opportunità di investire nello sperma di toro, un settore del mercato ben più stabile e redditizio del mattone. Poi, però, c'è stato l'undici settembre e le quotazioni sono crollate. C'è stato chi aveva costruito imperi sulla sborra bovina, e oggi gira con le pezze al culo". Contiero, quindi, sarebbe entrato in Intermizoo in un triennio di difficile congiuntura economica e di grave flessione del mercato: "Nemmeno Rutherford M. Fillmore, il magnate americano del seme taurino, sarebbe riuscito a tenere in piedi un'azienda simile. Occorreranno decenni e pesanti ristrutturazioni, prima che si rimetta in piedi. Non si può nemmeno tagliare sul personale, lasciandosi scappare professionalità e know how. Tra due o tre anni il mercato inizierà a riprendersi e per allora avremo bisogno di gente che sappia fare le seghe a un toro".
Sarà una volgare associazione di idee, ma nei corridoi circola già la voce secondo cui, con un accordo tra forze politiche in Regione, la poltrona di amministratore delegato potrebbe andare a Cicciuzzo Sconciaforni, indipendente del centrodestra. L'offerta sarebbe una sorta di contentino per convincere Cicciuzzo a non candidarsi alle regionali, ipotesi che creerebbe un autentico terremoto politico, data la popolarità trasversale del pornoattore. Ma secondo il professor Van Basten, la nomina di Cicciuzzo è problematica: "Non ha il requisito minimo di essere stato in precedenza un autista di corriere, come previsto dal Protocollo Europeo per la Gestione Amministrativa degli Enti per la Raccolta Differenziata dello Sperma Animale, siglato a Bruxelles nel 1998".
giovedì 28 gennaio 2010
The true story of Tassello Monello
Vianello Monello aveva un figlio segreto, battezzato Tassello Monello. Dopo la morte del padre, il giovine è stato adottato dal fratello, Monello Vianello, che ne ha sempre nascosto l'esistenza per evitare che il figlio vero, Tornello Vianello, cercasse di eliminare anche il fratellastro per evitare diatribe sull'eredità.
Una storia complicatissima, che poteva essere chiarita solo da un ingegno superiore alla media. A rivelarla ai rodigini è stato il portavoce della Lega Nord rodigina, Massimo Bergamin, con un incredibile scoop su Facebook. Monello Vianello ha presto ammesso tutto: "Ormai mio figlio Tornello è morto stecchito - spiega -, quindi posso parlare senza timore di ritorsioni. Era il 2008, pochi giorni dopo la prima morte di Vianello Monello e il rapimento del suo cadavere da parte delle Savm. Ebbene, mi raggiunse a casa una signora, Mrs. Bingley, che mi rivelò di essere la madre di Tassello. Mi rassicurò: non si era trattato di un'avventura sessuale senza protezioni, ma di un errore compiuto da un'infermiera ubriaca alla banca del seme, dove Mister e Mrs. Bingley si erano rivolti per l'inseminazione artificale. Vianello Monello aveva in effetti donato il proprio seme nel 2002, nell'ambito di un progetto finanziato dal Governo Berlusconi per conservare il Dna delle persone celebri e poterle eventualmente clonare dopo la morte".
La verità, però, si scoprì solo molti anni dopo, quando il piccolo si avviava ormai alle elementari. Insospettiti dalla notevole somiglianza del bimbo con il noto polemista del Corriere del Veneto, i due decisero di sottoporlo a un esame del Dna e scoprirono tutto. Per farla breve, il padre di Tassello fu talmente felice di sapere che sua moglie era stata ingravidata con lo sperma del suo opinionista preferito, che ebbe un infarto. La moglie decise quindi di cercare il vero padre, per chiedere un aiuto economico. Ma rintracciarlo era impossibile. Solo alla notizia della sua morte, la donna riuscì a scoprire dove abitava e a rintracciare il fratello, che accettò commosso di adottare il nipote. Del resto la madre era ormai malata terminale di sifilide, giacchè per mantenersi si prostituiva in un bordello di San Francisco dell'Ottocento, usando una macchina del tempo per fare la pendolare. Ma questa è un'altra storia.
Il giovane Tassello Vianello oggi vive sotto falsa identità a Rovigo, dove scorrazza liberamente sulla sua motoretta da enduro con la marmitta ritoccata. Difficile non notare un bambino di nemmeno otto anni in giro in moto, eppure, se non fosse stato per Bergamin, la storia sarebbe passata sotto segreto. "Ho capito che era lui, perchè è snob e con la puzza sotto il naso come il padre - spiega -. Ad esempio, grazie alla sua moto, può permettersi di fare lo slalom tra le buche, ridendosela dei poveri rodigini che sfiancano le sospensioni sulle strade del capoluogo". Pronta la replica di Monello Vianello: "Lo confesso, essendo Tassello un figlio adottivo, l'ho viziato oltremodo, così è divenuto snob come me, che penso che parlare dei diritti delle coppie di fatto sia più importante che lamentarsi in continuazione delle strade colabrodo. Diamine, devo fare qualcosa perchè non mi venga su emarginato! Chiedo alla Lega se esistono in commercio degli almanacchi con i refrain, i luoghi comuni e le frasi fatte che piacciono alla ggente, cosicchè possa istruire mio figlio a dire cose più popolari. Lo leggeremo insieme, la sera, davanti al camino (non abbiamo la Tv perchè siamo snob), sorseggiando rum e assaporando il gusto di frasi come ormai non ci sono più i parcheggi in centro, oppure gli stranieri vengono qui a rubare il lavoro agli italiani".
Una storia complicatissima, che poteva essere chiarita solo da un ingegno superiore alla media. A rivelarla ai rodigini è stato il portavoce della Lega Nord rodigina, Massimo Bergamin, con un incredibile scoop su Facebook. Monello Vianello ha presto ammesso tutto: "Ormai mio figlio Tornello è morto stecchito - spiega -, quindi posso parlare senza timore di ritorsioni. Era il 2008, pochi giorni dopo la prima morte di Vianello Monello e il rapimento del suo cadavere da parte delle Savm. Ebbene, mi raggiunse a casa una signora, Mrs. Bingley, che mi rivelò di essere la madre di Tassello. Mi rassicurò: non si era trattato di un'avventura sessuale senza protezioni, ma di un errore compiuto da un'infermiera ubriaca alla banca del seme, dove Mister e Mrs. Bingley si erano rivolti per l'inseminazione artificale. Vianello Monello aveva in effetti donato il proprio seme nel 2002, nell'ambito di un progetto finanziato dal Governo Berlusconi per conservare il Dna delle persone celebri e poterle eventualmente clonare dopo la morte".
La verità, però, si scoprì solo molti anni dopo, quando il piccolo si avviava ormai alle elementari. Insospettiti dalla notevole somiglianza del bimbo con il noto polemista del Corriere del Veneto, i due decisero di sottoporlo a un esame del Dna e scoprirono tutto. Per farla breve, il padre di Tassello fu talmente felice di sapere che sua moglie era stata ingravidata con lo sperma del suo opinionista preferito, che ebbe un infarto. La moglie decise quindi di cercare il vero padre, per chiedere un aiuto economico. Ma rintracciarlo era impossibile. Solo alla notizia della sua morte, la donna riuscì a scoprire dove abitava e a rintracciare il fratello, che accettò commosso di adottare il nipote. Del resto la madre era ormai malata terminale di sifilide, giacchè per mantenersi si prostituiva in un bordello di San Francisco dell'Ottocento, usando una macchina del tempo per fare la pendolare. Ma questa è un'altra storia.
Il giovane Tassello Vianello oggi vive sotto falsa identità a Rovigo, dove scorrazza liberamente sulla sua motoretta da enduro con la marmitta ritoccata. Difficile non notare un bambino di nemmeno otto anni in giro in moto, eppure, se non fosse stato per Bergamin, la storia sarebbe passata sotto segreto. "Ho capito che era lui, perchè è snob e con la puzza sotto il naso come il padre - spiega -. Ad esempio, grazie alla sua moto, può permettersi di fare lo slalom tra le buche, ridendosela dei poveri rodigini che sfiancano le sospensioni sulle strade del capoluogo". Pronta la replica di Monello Vianello: "Lo confesso, essendo Tassello un figlio adottivo, l'ho viziato oltremodo, così è divenuto snob come me, che penso che parlare dei diritti delle coppie di fatto sia più importante che lamentarsi in continuazione delle strade colabrodo. Diamine, devo fare qualcosa perchè non mi venga su emarginato! Chiedo alla Lega se esistono in commercio degli almanacchi con i refrain, i luoghi comuni e le frasi fatte che piacciono alla ggente, cosicchè possa istruire mio figlio a dire cose più popolari. Lo leggeremo insieme, la sera, davanti al camino (non abbiamo la Tv perchè siamo snob), sorseggiando rum e assaporando il gusto di frasi come ormai non ci sono più i parcheggi in centro, oppure gli stranieri vengono qui a rubare il lavoro agli italiani".
mercoledì 27 gennaio 2010
Intelletti raffinati: Christian, poeta padano
"Sento la nostalgia di un passato, dove la nonna mia mi ha lasciato, non ti potrò scordar Padania bella, che della vita mia sei la stella". A chi dice che i leghisti sono tutti aridi zoticoni, replica con questi versi Christian Gualandri (nella foto), bergamasco di nascita ma polesano d'origine, che nel capoluogo della piccola Mesopotamia sogna di organizzare una kermesse letteraria su quella che chiama la "nuovelle vague della poesia padana". Il nostro collaboratore, Lothar De Polzer (fratello del defunto Uther), lo ha incontrato in un noto locale gay di Porto Viro.
Caro Christian, che bel cravattino verde Padania!
Grazie.
Beh, raccontami di 'sta cosa della poesia padana...
C'è una nouvelle vague della letteratura padana, che i grandi media ignorano deliberatamente, presi dietro ai best seller. Per dire, si parla della rinascita del meridione per il caso Saviano, e nessuno che parli di Settimio Cazzaniga, poeta e narratore di Brugherio, che da anni denuncia la mancanza di posti auto in centro a Milano e la maleducazione dei punkabbestia in metropolitana. Si vede che la mafia è di moda, mentre questi problemi sociali no, vero?
Non lo chieda a me. Dunque lei vorrebbe proporre un grande evento, una kermesse, no?
Grazie al Fondo regionale per l'identità del popolo veneto, abbiamo a disposizione un'importante risorsa per promuovere la nostra cultura e quindi la nostra identià. Ma ci pensa? Una serata dedicata ai carmi e alle liriche di grandi poeti come il Cazzaniga, ma anche Teresina Barbajon da Masi, Carlo Sbottolon, detto il bardo di Ca' Emo, o il sommo Weiner Zambonin, cantore della Madonna del Pilastrello. Ospite d'onore sarebbe ovviamente il maestro Giuseppe Pietroni, pioniere della poesia polesana e punto di riferimento tra i più fulgidi della cultura padana.
Interessante, ma ci parli del suo progetto letterario più ambizioso...
Vorrei seguire Cicciuzzo Sconciaforni, il mio idolo, nel suo viaggio nell'Ade. Mi piacerebbe raccontarne le gesta in un grande poema epico e, al contempo, celebrare i grandi della letteratura polesana e padana. Ho già in mente un canto interamente dedicato a Flaminio De Poli. La famiglia mi ha accolto a padellate in testa, quando l'ho proposto, ma viaggiando nell'oltretomba potrei avere l'occasione di intervistare il Sommo in persona.
Vabbè, ora te lo chiedo: il fatto che sei palesemente gay non ti crea problemi all'interno del tuo partito?
Naturalmente no. Anche questo è un pregiudizio antileghista molto diffuso. Essere omosessuale e essere padano non è una contraddizione e dimostra come la Lega sia un partito moderno e tollerante. Io ho avuto molti fidanzati negri, tutti però con il permesso di soggiorno. Alla faccia che siamo razzisti! La vuoi sentire la mia poesia "Clandestino biricchino"? Te ne declamo appena pochi versi: "Bel ragazzo di colore, io con te farei all'amore, ma se tu sei clandestino, non avrai il mio fiorellino. Hai il permesso di soggiorno? Sennò levati di torno, chè il padano ce l'ha duro, ma si vuol sentir sicuro. La mia mamma me lo dice: se vuoi essere felice, la razza Piave è la migliore, ma se per un negro ti batte il cuore, scegli pure con chi stare, basta che sia un regolare. Solo l'islamico lascia stare, che poi il burka ti tocca indossare!"
Caro Christian, che bel cravattino verde Padania!
Grazie.
Beh, raccontami di 'sta cosa della poesia padana...
C'è una nouvelle vague della letteratura padana, che i grandi media ignorano deliberatamente, presi dietro ai best seller. Per dire, si parla della rinascita del meridione per il caso Saviano, e nessuno che parli di Settimio Cazzaniga, poeta e narratore di Brugherio, che da anni denuncia la mancanza di posti auto in centro a Milano e la maleducazione dei punkabbestia in metropolitana. Si vede che la mafia è di moda, mentre questi problemi sociali no, vero?
Non lo chieda a me. Dunque lei vorrebbe proporre un grande evento, una kermesse, no?
Grazie al Fondo regionale per l'identità del popolo veneto, abbiamo a disposizione un'importante risorsa per promuovere la nostra cultura e quindi la nostra identià. Ma ci pensa? Una serata dedicata ai carmi e alle liriche di grandi poeti come il Cazzaniga, ma anche Teresina Barbajon da Masi, Carlo Sbottolon, detto il bardo di Ca' Emo, o il sommo Weiner Zambonin, cantore della Madonna del Pilastrello. Ospite d'onore sarebbe ovviamente il maestro Giuseppe Pietroni, pioniere della poesia polesana e punto di riferimento tra i più fulgidi della cultura padana.
Interessante, ma ci parli del suo progetto letterario più ambizioso...
Vorrei seguire Cicciuzzo Sconciaforni, il mio idolo, nel suo viaggio nell'Ade. Mi piacerebbe raccontarne le gesta in un grande poema epico e, al contempo, celebrare i grandi della letteratura polesana e padana. Ho già in mente un canto interamente dedicato a Flaminio De Poli. La famiglia mi ha accolto a padellate in testa, quando l'ho proposto, ma viaggiando nell'oltretomba potrei avere l'occasione di intervistare il Sommo in persona.
Vabbè, ora te lo chiedo: il fatto che sei palesemente gay non ti crea problemi all'interno del tuo partito?
Naturalmente no. Anche questo è un pregiudizio antileghista molto diffuso. Essere omosessuale e essere padano non è una contraddizione e dimostra come la Lega sia un partito moderno e tollerante. Io ho avuto molti fidanzati negri, tutti però con il permesso di soggiorno. Alla faccia che siamo razzisti! La vuoi sentire la mia poesia "Clandestino biricchino"? Te ne declamo appena pochi versi: "Bel ragazzo di colore, io con te farei all'amore, ma se tu sei clandestino, non avrai il mio fiorellino. Hai il permesso di soggiorno? Sennò levati di torno, chè il padano ce l'ha duro, ma si vuol sentir sicuro. La mia mamma me lo dice: se vuoi essere felice, la razza Piave è la migliore, ma se per un negro ti batte il cuore, scegli pure con chi stare, basta che sia un regolare. Solo l'islamico lascia stare, che poi il burka ti tocca indossare!"
Hitler: "contro di me un assurdo accanimento"
Nella Giornata della Memoria, proponiamo un documento esclusivo, che siamo certi apprezzerete oppure no. Siamo riusciti a intervistare l'ex premier tedesco, Adolf Hitler, che oggi ha oltre 110 anni e vive sotto falso nome in una casa di riposo in un paese europeo che preferiamo non citare. A chi, se non all'autore dell'Olocausto par eccellence, il compito di commentare i fatti di allora?
Caro Adolf, pensa che tutto il mondo crede che sei morto, e invece... guarda qua! Sprizzi salute da tutti i pori! Non fosse per questo odore di merda rancida che ti esce dal pannolone, penserei che non hai più di cinquant'anni...
Solo i poveracci muoiono giovani. Sotto sotto la pensi anche tu come me: i ricchi hanno diritto di fare la bella vita. E io sono ricco, quindi mi merito di campare fino a 120 anni.
Ma lei crede di meritarsela, la lunga vita, con tutti gli orrendi crimini che ha commesso?
Quali...? Ah, quelli. Beh, pensate a tutti i gerarchi fascisti che hanno fatto carriera nel vostro paese dopo la guerra, prima di venire a rompere le palle. E poi, parliamo dei crimini: io non nego di avere fatto delle cose molto brutte, ma perchè fare la Giornata della Memoria per parlare solo delle mie malefatte?
Prego? Lei ha sterminato milioni di uomini, donne, bambini, vecchi indifesi... Cosa può esserci di peggio?
Non cada dalle nuvole. Io mi sono ispirato alla meravigliosa opera di pulizia etnica compiuta in Armenia dai turchi. Centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sterminati in modo scientifico. Vogliamo parlare dei crimini commessi da tutte le nazioni europee nelle colonie? Ad esempio, l'uso delle armi chimiche da parte degli italiani in Etiopia? E lo sterminio degli Herero? Altrimenti parliamo dei nativi americani: chi li ha sterminati? Io forse? Milioni di persone massacrate prima dagli europei, poi dai coloni americani. Scusi, ma lo sa cosa fece il vostro Cristoforo Colombo quando arrivò ad Haiti? Seviziò e massacrò uomini, donne e bambini per costringerli a dargli l'oro. E gli aborigeni australiani? E le bombe atomiche? E i crimini sovietici? E Pinochet? E Videla? E il Ruanda, la Bosnia? E i vostri crimini di guerra di oggi?
Ciò non la assolve dai pesanti addebiti...
Ma perchè solo io? Insomma, ho l'impressione che ci sia stato un accanimento ad personam nei miei confronti, in tutti questi anni. Mi hanno trattato come un capro espiatorio, solo perchè io ho rivendicato ciò che ho fatto. E poi, diciamola tutta: gli ebrei qua, gli ebrei là. Io ho aperto i campi di sterminio mica solo per loro! E gli zingari, i froci, i negri, i comunisti, i dissidenti? Guardi che ad Auschwitz s'è fatto un lavoro di fino, sa? Dà fastidio che se ne parli in modo così superficiale.
Ma parliamo dell'attualità. Come vede l'Europa di oggi?
Ci sono ombre e luci, ma non voglio parlare sempre male. Ci sono cose molto positive, come l'accanimento verso gli zingari. Certo, bisognerebbe uniformare le politiche. In alcuni paesi dell'est si è già arrivati alla sterilizzazione forzata delle donne rom, mentre voi siete ancora lì che dibattete sulle schedature dei bambini zingari. Trovo pregevole la politica di totale chiusura dell'Europa ai migranti africani, ma credo che dobbiate migliorare. Quanto all'Italia, c'è un clima interessante, che mi piacerebbe approfondire. Credo che ora sia il momento per gli italiani di sostenere persone troppo emarginate negli ultimi anni. Penso ad esempio a Licio Gelli: quando vedo su youtube l'intervista in cui propone i campi di concentramento per gli immigrati, ancora mi commuovo.
Caro Adolf, pensa che tutto il mondo crede che sei morto, e invece... guarda qua! Sprizzi salute da tutti i pori! Non fosse per questo odore di merda rancida che ti esce dal pannolone, penserei che non hai più di cinquant'anni...
Solo i poveracci muoiono giovani. Sotto sotto la pensi anche tu come me: i ricchi hanno diritto di fare la bella vita. E io sono ricco, quindi mi merito di campare fino a 120 anni.
Ma lei crede di meritarsela, la lunga vita, con tutti gli orrendi crimini che ha commesso?
Quali...? Ah, quelli. Beh, pensate a tutti i gerarchi fascisti che hanno fatto carriera nel vostro paese dopo la guerra, prima di venire a rompere le palle. E poi, parliamo dei crimini: io non nego di avere fatto delle cose molto brutte, ma perchè fare la Giornata della Memoria per parlare solo delle mie malefatte?
Prego? Lei ha sterminato milioni di uomini, donne, bambini, vecchi indifesi... Cosa può esserci di peggio?
Non cada dalle nuvole. Io mi sono ispirato alla meravigliosa opera di pulizia etnica compiuta in Armenia dai turchi. Centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sterminati in modo scientifico. Vogliamo parlare dei crimini commessi da tutte le nazioni europee nelle colonie? Ad esempio, l'uso delle armi chimiche da parte degli italiani in Etiopia? E lo sterminio degli Herero? Altrimenti parliamo dei nativi americani: chi li ha sterminati? Io forse? Milioni di persone massacrate prima dagli europei, poi dai coloni americani. Scusi, ma lo sa cosa fece il vostro Cristoforo Colombo quando arrivò ad Haiti? Seviziò e massacrò uomini, donne e bambini per costringerli a dargli l'oro. E gli aborigeni australiani? E le bombe atomiche? E i crimini sovietici? E Pinochet? E Videla? E il Ruanda, la Bosnia? E i vostri crimini di guerra di oggi?
Ciò non la assolve dai pesanti addebiti...
Ma perchè solo io? Insomma, ho l'impressione che ci sia stato un accanimento ad personam nei miei confronti, in tutti questi anni. Mi hanno trattato come un capro espiatorio, solo perchè io ho rivendicato ciò che ho fatto. E poi, diciamola tutta: gli ebrei qua, gli ebrei là. Io ho aperto i campi di sterminio mica solo per loro! E gli zingari, i froci, i negri, i comunisti, i dissidenti? Guardi che ad Auschwitz s'è fatto un lavoro di fino, sa? Dà fastidio che se ne parli in modo così superficiale.
Ma parliamo dell'attualità. Come vede l'Europa di oggi?
Ci sono ombre e luci, ma non voglio parlare sempre male. Ci sono cose molto positive, come l'accanimento verso gli zingari. Certo, bisognerebbe uniformare le politiche. In alcuni paesi dell'est si è già arrivati alla sterilizzazione forzata delle donne rom, mentre voi siete ancora lì che dibattete sulle schedature dei bambini zingari. Trovo pregevole la politica di totale chiusura dell'Europa ai migranti africani, ma credo che dobbiate migliorare. Quanto all'Italia, c'è un clima interessante, che mi piacerebbe approfondire. Credo che ora sia il momento per gli italiani di sostenere persone troppo emarginate negli ultimi anni. Penso ad esempio a Licio Gelli: quando vedo su youtube l'intervista in cui propone i campi di concentramento per gli immigrati, ancora mi commuovo.
martedì 26 gennaio 2010
Bird watching
lunedì 25 gennaio 2010
Romanzo pulp: capitoli 33 e 34 circa
"Non c'è gloria... non c'è gloria nel morire così. Uccidetemi, traditori". Il vecchio vaneggiava ancora. Pensava di essere nel '45. Inveiva contro un certo Ugo: "Traditore, brigante!" Il figlio scosse il capo.
"Maria!", gridò. Maria era la colf filippina. Si affacciò alla porta. "Ma non senti che puzza di merda, Maria? Non senti che si è cagato addosso? Cosa aspetti a cambiarlo?" Maria sbuffò: "E' la terza volta oggi!" La nipote più grande fingeva di essere altrove, ma si lasciò scappare una frase a denti stretti: "E' andato. Quanto ci vuole perchè si tolga dai coglioni?". Il padre la guardò storto: "Porta rispetto, cazzo. Ti sente". La figlia assunse un'aria indifferente. Intanto il vecchio continuava a delirare: "Guarda come mi sono ridotto. Pago quindicimila lire a una colf perchè mi faccia una sega. Mi riempio di merda e piscio il pannolone. E i miei figli mi odiano". L'altro si alzò in piedi e gridò strabuzzando gli occhi: "Cos'è che paghi, papà?" Il padre tornò nell'anno che era. Parecchio dopo il 1945. "Io? Niente. E tu chi sei?". Il figlio replicò: "Sono tuo figlio, ti sei proprio bevuto il cervello. Ora, ascoltami finchè sei concentrato..." Il vecchio assunse un'espressione da vecchio scemo. "Dove hai messo il libretto postale?", scandì il figlio. Il padre aprì le braccia, come a dire: mah! Irruppe la moglie del figlio: "Non ti puoi essere speso tutto in seghe della tua troia di colf filippina! - gridò - C'erano due milioni, lì dentro. Tirali fuori prima di dimenticarti dove li hai messi". Nonno Benito rise.
"Se mi appendevano a me, invece che a quella faccia di cazzo pelata di impostore, quella volta. Me ne andavo in gloria". Allora non ci aveva pensato, che era veramente uno schifo andarsene così, vecchio e ignorato da tutti. "Che rincitrullito", borbottò la nipotina. "Papààà!!! I soldi, ci servono!", insisteva il figlio. "Lascialo perdere - esclamò la nuora - Non vedi che è partito? E' con il cervello in pappa, perso nei suoi ricordi scemi della Seconda Guerra Mondiale. Davvero era meglio se lo ammazzavano, l'imbecille". Il vecchio ebbe un sussulto: "Come ti permetti!" La nuora divenne acida: "Almeno te ne andavi in gloria. Invece ti sta bene di morire qui, vecchio e demente, con le mutande smerdate, come il vigliacco imbecille che sei sempre stato". Il vecchio si difese: "C'è chi mi rimpiange". "Ed è imbecille più di te", tagliò corto l'altra. "Smettetela! - disse il figlio - Ora parliamo dei soldi. O cacci fuori il libretto, o giuro su Dio che me ne vado e non torno più". Il padre rise: "E quando mai vieni a trovarmi? Guarda tua nipote: non solo non gliene frega niente di me, ma le faccio pure un po' schifo". Sarà perchè puzzava di cacca. "Il libretto non lo sgancio. E sono cazzi miei se ci pago Maria per pulirmi il culo o per farmi le seghe. Sono soldi miei, se permetti". Il figli si alzò, si calcò il cappello in testa e uscì, tirandosi dietro tutta la famiglia. Poi, quando fu sulla porta, si voltò e puntò un dito verso il vecchio padre, che ormai si era di nuovo messo a parlare da solo, guardando il muro. Scosse il capo: "Era davvero meglio se ti appendevano a Piazzale Loreto, quella volta".
"Maria!", gridò. Maria era la colf filippina. Si affacciò alla porta. "Ma non senti che puzza di merda, Maria? Non senti che si è cagato addosso? Cosa aspetti a cambiarlo?" Maria sbuffò: "E' la terza volta oggi!" La nipote più grande fingeva di essere altrove, ma si lasciò scappare una frase a denti stretti: "E' andato. Quanto ci vuole perchè si tolga dai coglioni?". Il padre la guardò storto: "Porta rispetto, cazzo. Ti sente". La figlia assunse un'aria indifferente. Intanto il vecchio continuava a delirare: "Guarda come mi sono ridotto. Pago quindicimila lire a una colf perchè mi faccia una sega. Mi riempio di merda e piscio il pannolone. E i miei figli mi odiano". L'altro si alzò in piedi e gridò strabuzzando gli occhi: "Cos'è che paghi, papà?" Il padre tornò nell'anno che era. Parecchio dopo il 1945. "Io? Niente. E tu chi sei?". Il figlio replicò: "Sono tuo figlio, ti sei proprio bevuto il cervello. Ora, ascoltami finchè sei concentrato..." Il vecchio assunse un'espressione da vecchio scemo. "Dove hai messo il libretto postale?", scandì il figlio. Il padre aprì le braccia, come a dire: mah! Irruppe la moglie del figlio: "Non ti puoi essere speso tutto in seghe della tua troia di colf filippina! - gridò - C'erano due milioni, lì dentro. Tirali fuori prima di dimenticarti dove li hai messi". Nonno Benito rise.
"Se mi appendevano a me, invece che a quella faccia di cazzo pelata di impostore, quella volta. Me ne andavo in gloria". Allora non ci aveva pensato, che era veramente uno schifo andarsene così, vecchio e ignorato da tutti. "Che rincitrullito", borbottò la nipotina. "Papààà!!! I soldi, ci servono!", insisteva il figlio. "Lascialo perdere - esclamò la nuora - Non vedi che è partito? E' con il cervello in pappa, perso nei suoi ricordi scemi della Seconda Guerra Mondiale. Davvero era meglio se lo ammazzavano, l'imbecille". Il vecchio ebbe un sussulto: "Come ti permetti!" La nuora divenne acida: "Almeno te ne andavi in gloria. Invece ti sta bene di morire qui, vecchio e demente, con le mutande smerdate, come il vigliacco imbecille che sei sempre stato". Il vecchio si difese: "C'è chi mi rimpiange". "Ed è imbecille più di te", tagliò corto l'altra. "Smettetela! - disse il figlio - Ora parliamo dei soldi. O cacci fuori il libretto, o giuro su Dio che me ne vado e non torno più". Il padre rise: "E quando mai vieni a trovarmi? Guarda tua nipote: non solo non gliene frega niente di me, ma le faccio pure un po' schifo". Sarà perchè puzzava di cacca. "Il libretto non lo sgancio. E sono cazzi miei se ci pago Maria per pulirmi il culo o per farmi le seghe. Sono soldi miei, se permetti". Il figli si alzò, si calcò il cappello in testa e uscì, tirandosi dietro tutta la famiglia. Poi, quando fu sulla porta, si voltò e puntò un dito verso il vecchio padre, che ormai si era di nuovo messo a parlare da solo, guardando il muro. Scosse il capo: "Era davvero meglio se ti appendevano a Piazzale Loreto, quella volta".
domenica 24 gennaio 2010
Les cahiers du Cicciuzzo/8
Li avevate richiesti a gran voce (non è vero), così Cicciuzzo si è convinto a riprendere in mano carta e penna e tornare a curare "I cahiers", la rubrica sulla produzione cinematografica del divo dell'hard polesano, amata dagli abitanti di sei continenti su sette. Perfino in Sardegna. Il successo non gli darà alla testa?
Io c’entro
di Pierferdinando Disordini
Un interessante instant movie sulla dialettica politica odierna in cui Cicciuzzo interpreta un giovane dotato di un grande senso civico, ma non solo. Stanco del clima di continue contrapposizioni, il ragazzo decide di farsi promotore di una linea centrista che permetta a tutti di congiungersi in una profonda comunanza. “Ce lo insegna la natura – dirà in un applaudito comizio – la figa che è all’origine della vita non sta né a destra, né a sinistra”. Lancia così l’innovativa politica dei due Sconciaforni, quella della scelta dei partner politic a seconda delle situazioni. “Solo così riuscirò a penetrare ovunque necessario, trovando validi argomenti per stimolare sia l’elettore attivo che quello passivo”. Memorabile il gran finale con un’originale manifestazione di massa nel centro di Roma.
El Pube de oro
di Cicciuzzo Sconciaforni
Il titolo non illuda: è l’unica pellicola non scollacciata del noto artista polesano che, per questo, è stato denunciato dalle associazioni dei consumatori per avere diffuso messaggi ingannevoli. Cicciuzzo Sconciaforni interpreta, infatti, i panni di un allenatore di calcio che allena squadre giovanili insegnando agli allievi i valori di uno sport pulito e invitandoli a impegnarsi in opere solidali. La totale assenza di scene di sesso esplicito o implicito, la più completa mancanza di doppi sensi, la trama pensata per le famiglie hanno fatto sì che al botteghino il film sia stato un flop assoluto. “E pensare che volevo cambiare stile – spiega Sconciaforni masturbandosi – non sono io a essere un dissoluto. Ora ho capito che è meglio che ricominci a dare al pubblico quello che vuole: con i buoni sentimenti non ci campo”.
Io c’entro
di Pierferdinando Disordini
Un interessante instant movie sulla dialettica politica odierna in cui Cicciuzzo interpreta un giovane dotato di un grande senso civico, ma non solo. Stanco del clima di continue contrapposizioni, il ragazzo decide di farsi promotore di una linea centrista che permetta a tutti di congiungersi in una profonda comunanza. “Ce lo insegna la natura – dirà in un applaudito comizio – la figa che è all’origine della vita non sta né a destra, né a sinistra”. Lancia così l’innovativa politica dei due Sconciaforni, quella della scelta dei partner politic a seconda delle situazioni. “Solo così riuscirò a penetrare ovunque necessario, trovando validi argomenti per stimolare sia l’elettore attivo che quello passivo”. Memorabile il gran finale con un’originale manifestazione di massa nel centro di Roma.
El Pube de oro
di Cicciuzzo Sconciaforni
Il titolo non illuda: è l’unica pellicola non scollacciata del noto artista polesano che, per questo, è stato denunciato dalle associazioni dei consumatori per avere diffuso messaggi ingannevoli. Cicciuzzo Sconciaforni interpreta, infatti, i panni di un allenatore di calcio che allena squadre giovanili insegnando agli allievi i valori di uno sport pulito e invitandoli a impegnarsi in opere solidali. La totale assenza di scene di sesso esplicito o implicito, la più completa mancanza di doppi sensi, la trama pensata per le famiglie hanno fatto sì che al botteghino il film sia stato un flop assoluto. “E pensare che volevo cambiare stile – spiega Sconciaforni masturbandosi – non sono io a essere un dissoluto. Ora ho capito che è meglio che ricominci a dare al pubblico quello che vuole: con i buoni sentimenti non ci campo”.
sabato 23 gennaio 2010
Superviolante!
Credevano fosse un uccello. Credevano fosse un aereo supersonico. Altri credevano che fosse un comune supereroe. Invece era un nuovo supereroe.
"Mi chiamo Superviolante. Ogni abuso della giustizia grida vendetta e accende il mio animo grondante sdegno. Deh! Orsù, entrino in campo gli ispettori a porre fine a cotanti abusi!" Erano le nove del mattino, infatti, quando Superviolante, celato nella propria identità segreta di comune borghese, usciva di casa per passeggiare per il centro di Roma. Sulle scale del condominio, però, ad attenderlo c'era un grasso padrone delle ferriere con la testa tra le mani, scosso dai singhiozzi, il viso solcato dalle lacrime. "Perbacco, poveraccio! - ha esclamato Superviolante - Chi t'ha fatto un torto, amico mio, povero barone delle fornaci? Cessa di piangere e spiegami quale pena di opprime!"
Tosto il bravuomo espose quanto lo tormentava: le crudeli toghe rodigine da mesi, anzi anni, lo perseguitavano con intenti persecutori. Lui stava investendo uno strabilione di euro in una centrale a carbone pulito in un bellissimo parco naturale, ma i malvagi procuratori si erano messi in mezzo. "Pretendono di sapere se inquina o no! - disse, trattenendo caldi lacrimoni - I più infidi tra loro berciano: non è che per caso hai fornito dei dati tarocchi e, invece di vaporizzare acqua di rose come dici, butterai anidride solforosa nell'aere? Non è che fai come a Civitavecchia, dove abbiamo scaraventato in una buia cella il sindaco solo perchè vi scambiavate le figurine dei Pokemon?" "Basta, non dire altro - replicò il supereroe, portandosi la mano alla fronte - Penserò io a fermare questa ingiustizia!"
Con il volo supersonico Superviolante raggiunse una delle sue basi operative: Cortina. E da lì lanciò un messaggio telepatico al suo fido braccio destro: Angelino, bello come Gollum, ma implacabile difensore della legge. "Angelino, brutt quel! Invia i tuoi araldi a Rovigo, dove sanguinari procuratori stanno costruendo teoremi per rovinare la reputazione di uno dei nostri amici turbocapitalisti!" E Angelino obbedì: "In nome di Italiadecide, invierò il gran capo dei miei araldi: Arcibaldo. Li torchierà per bene. Non sia mai che a qualche procuratore venga in mente di dimostrare che il carbone inquinerà a Porto Tolle esattamente come a Brindisi". E Arcibaldo partì, lancia in resta. Superviolante, rientrando alla Violantecaverna, guardò soddisfatto. Anche la gente comune, solitamente pavida e indifferente, si emozionò nel vederlo sfrecciare nei cieli. "Finalmente un supereroe che dinfende i più forti, anzichè i più deboli!"
"Mi chiamo Superviolante. Ogni abuso della giustizia grida vendetta e accende il mio animo grondante sdegno. Deh! Orsù, entrino in campo gli ispettori a porre fine a cotanti abusi!" Erano le nove del mattino, infatti, quando Superviolante, celato nella propria identità segreta di comune borghese, usciva di casa per passeggiare per il centro di Roma. Sulle scale del condominio, però, ad attenderlo c'era un grasso padrone delle ferriere con la testa tra le mani, scosso dai singhiozzi, il viso solcato dalle lacrime. "Perbacco, poveraccio! - ha esclamato Superviolante - Chi t'ha fatto un torto, amico mio, povero barone delle fornaci? Cessa di piangere e spiegami quale pena di opprime!"
Tosto il bravuomo espose quanto lo tormentava: le crudeli toghe rodigine da mesi, anzi anni, lo perseguitavano con intenti persecutori. Lui stava investendo uno strabilione di euro in una centrale a carbone pulito in un bellissimo parco naturale, ma i malvagi procuratori si erano messi in mezzo. "Pretendono di sapere se inquina o no! - disse, trattenendo caldi lacrimoni - I più infidi tra loro berciano: non è che per caso hai fornito dei dati tarocchi e, invece di vaporizzare acqua di rose come dici, butterai anidride solforosa nell'aere? Non è che fai come a Civitavecchia, dove abbiamo scaraventato in una buia cella il sindaco solo perchè vi scambiavate le figurine dei Pokemon?" "Basta, non dire altro - replicò il supereroe, portandosi la mano alla fronte - Penserò io a fermare questa ingiustizia!"
Con il volo supersonico Superviolante raggiunse una delle sue basi operative: Cortina. E da lì lanciò un messaggio telepatico al suo fido braccio destro: Angelino, bello come Gollum, ma implacabile difensore della legge. "Angelino, brutt quel! Invia i tuoi araldi a Rovigo, dove sanguinari procuratori stanno costruendo teoremi per rovinare la reputazione di uno dei nostri amici turbocapitalisti!" E Angelino obbedì: "In nome di Italiadecide, invierò il gran capo dei miei araldi: Arcibaldo. Li torchierà per bene. Non sia mai che a qualche procuratore venga in mente di dimostrare che il carbone inquinerà a Porto Tolle esattamente come a Brindisi". E Arcibaldo partì, lancia in resta. Superviolante, rientrando alla Violantecaverna, guardò soddisfatto. Anche la gente comune, solitamente pavida e indifferente, si emozionò nel vederlo sfrecciare nei cieli. "Finalmente un supereroe che dinfende i più forti, anzichè i più deboli!"
Gli articoli di Carlotti? Li fa un software
La verità prima o poi doveva saltare fuori. Da giorni, infatti, la Voce continua a pubblicare editoriali di Jacopo Carlotti (nella foto), l'opinionista adriese, disperso dopo il bombardamento del Consorzio Eurobic II, di cui era presidente.
I numerosi parenti e alcuni amici del Carlotti, in queste settimane, hanno inondato la mail della Voce di Rovigo per sapere la verità. Perchè se Carlotti scrive sulla Voce, significa che è vivo e quindi si può e si deve capire da chi o da cosa si nasconda. Ma di fronte agli accorati appelli del parentame, il direttore della Voce, Andrea Panozzo, si trincera dietro a un muro di silenzio: "Carlotti sono io, quante volte ve lo devo ripetere?" Un'affermazione smentita dal noto linguista Eugenio Svaniati, dell'Università di Chioggia (esiste?): "Ho analizzato gli stili di entrambi e posso dire con certezza che Carlotti non mi fa ridere, anzi, mi fa abbastanza cagare, ma nemmeno quello scemo riuscirebbe a scrivere editoriali noiosi e destrorsi come quelli di Panozzo".
Insomma, l'affaire Jacopo Carlotti assomiglia sempre più al caso di Vianello Monello, i cui editoriali continuarono ad uscire sul Corriere del Veneto anche dopo la morte, grazie ad abili impostori. Ma nel caso del noto quotidiano indipendente di piazza Garibaldi le cose sarebbero andate in modo diverso. A sostituire Jacopo Carlotti, secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra collaboratrice Liutpranda Castronovo, sarebbe un rivoluzionario software, elaborato da alcuni ingegneri informatici del Cur per conto del quotidiano. Il programma Carlotti 2.0 gira su sistema operativo Windows 95 ed è basato su un'enorme banca dati digitale, che interagisce con l'archivio storico della Voce. In pratica nel database sono stati inseriti tutti gli scritti di Jacopo Carlotti sulla Voce, la Repubblica Veneta e altri giornali, organizzati con etichette che rimandano ai dati anagrafici dei principali bersagli delle invettive di Jacopo. Una sezione della banca dati contiene inoltre una raccolta di 22.323 citazioni dalla letteratura classica, che vengono usate per intercalare una serie di frasi standard, che servono a tenere assieme il testo finale. Tutte queste informazioni, come si è detto, interagiscono con la versione digitale del giornale: in pratica, il software incrocia le parole chiave contenute negli articoli del quotidiano con quelle del database e sceglie le notizie più pertinenti con gli interessi di Carlotti. Dopodichè elabora un testo standard scegliendo il soggetto o i soggetti, il tipo di invettiva, la citazione colta da abbinare e un po' di informazioni di contorno.
Il risultato, garantiscono i programmatori, è accostabile ai testi del vero Jacopo Carlotti nel 94% dei casi. A portarci le prove dell'esistenza del software è proprio uno dei programmatori, in lite con il quotidiano per motivi economici: "Il nostro compenso è stato di tredici euro e settanta centesimi, più un pacco di riso del Delta del Po", racconta. Tra le prove più lampanti, i testi scartati dalla redazione, perchè frutto di un malfunzionamento del software. Eccone uno, risalente ai primi di gennaio: "Il Tasso avrebbe detto "A re malvagio, consiglier peggior". A Grignano rubano le galline, ma a Rovigo al sindaco poco importa. Ben più impegnato è a disseminare di cubi marroni il corso di quel Popolo che non lo segue più da tempo, perso com'è a schivare le buche disseminate per la città dal fido Graziano Azzalin. Ed è tutto un fiorire di Topinambur! Si dice che, per ripianare altri buchi, quelli contabili, il compagno Azzalin depredi i pollai vestito da volpe, per poi rivendere il pollame ai macellai della città. Script non valido. Per la giunta Merchiori i polli da spennare sono sempre. Perchè, come dice Cesare, "Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet".
I numerosi parenti e alcuni amici del Carlotti, in queste settimane, hanno inondato la mail della Voce di Rovigo per sapere la verità. Perchè se Carlotti scrive sulla Voce, significa che è vivo e quindi si può e si deve capire da chi o da cosa si nasconda. Ma di fronte agli accorati appelli del parentame, il direttore della Voce, Andrea Panozzo, si trincera dietro a un muro di silenzio: "Carlotti sono io, quante volte ve lo devo ripetere?" Un'affermazione smentita dal noto linguista Eugenio Svaniati, dell'Università di Chioggia (esiste?): "Ho analizzato gli stili di entrambi e posso dire con certezza che Carlotti non mi fa ridere, anzi, mi fa abbastanza cagare, ma nemmeno quello scemo riuscirebbe a scrivere editoriali noiosi e destrorsi come quelli di Panozzo".
Insomma, l'affaire Jacopo Carlotti assomiglia sempre più al caso di Vianello Monello, i cui editoriali continuarono ad uscire sul Corriere del Veneto anche dopo la morte, grazie ad abili impostori. Ma nel caso del noto quotidiano indipendente di piazza Garibaldi le cose sarebbero andate in modo diverso. A sostituire Jacopo Carlotti, secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra collaboratrice Liutpranda Castronovo, sarebbe un rivoluzionario software, elaborato da alcuni ingegneri informatici del Cur per conto del quotidiano. Il programma Carlotti 2.0 gira su sistema operativo Windows 95 ed è basato su un'enorme banca dati digitale, che interagisce con l'archivio storico della Voce. In pratica nel database sono stati inseriti tutti gli scritti di Jacopo Carlotti sulla Voce, la Repubblica Veneta e altri giornali, organizzati con etichette che rimandano ai dati anagrafici dei principali bersagli delle invettive di Jacopo. Una sezione della banca dati contiene inoltre una raccolta di 22.323 citazioni dalla letteratura classica, che vengono usate per intercalare una serie di frasi standard, che servono a tenere assieme il testo finale. Tutte queste informazioni, come si è detto, interagiscono con la versione digitale del giornale: in pratica, il software incrocia le parole chiave contenute negli articoli del quotidiano con quelle del database e sceglie le notizie più pertinenti con gli interessi di Carlotti. Dopodichè elabora un testo standard scegliendo il soggetto o i soggetti, il tipo di invettiva, la citazione colta da abbinare e un po' di informazioni di contorno.
Il risultato, garantiscono i programmatori, è accostabile ai testi del vero Jacopo Carlotti nel 94% dei casi. A portarci le prove dell'esistenza del software è proprio uno dei programmatori, in lite con il quotidiano per motivi economici: "Il nostro compenso è stato di tredici euro e settanta centesimi, più un pacco di riso del Delta del Po", racconta. Tra le prove più lampanti, i testi scartati dalla redazione, perchè frutto di un malfunzionamento del software. Eccone uno, risalente ai primi di gennaio: "Il Tasso avrebbe detto "A re malvagio, consiglier peggior". A Grignano rubano le galline, ma a Rovigo al sindaco poco importa. Ben più impegnato è a disseminare di cubi marroni il corso di quel Popolo che non lo segue più da tempo, perso com'è a schivare le buche disseminate per la città dal fido Graziano Azzalin. Ed è tutto un fiorire di Topinambur! Si dice che, per ripianare altri buchi, quelli contabili, il compagno Azzalin depredi i pollai vestito da volpe, per poi rivendere il pollame ai macellai della città. Script non valido. Per la giunta Merchiori i polli da spennare sono sempre. Perchè, come dice Cesare, "Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet".
venerdì 22 gennaio 2010
Tiamat apre ad un incontro con i polesani
"La presidente del Cda infernale, la dea Tiamat, fisserà a breve la data dell'incontro con i delegati dell'Associazione Tutela dei Diversamente Vivi e della Fondazione Difesa Diversamente Vivi, nonchè con i familiari di Jacopo Carlotti, per un confronto sulle tematiche sollevate in seguito all'ultimo Tavolo provinciale dell'Oltretomba".
A parlare è Niki Sullivan (nella foto), ex chitarrista dei Crickets, dal 2004 portavoce della presidente del Cda infernale, che ieri ha diramato per suo tramite una nota ufficiale in cui apre alle numerose richieste di colloquio giunte dal Polesine. "La presidente ha convocato Moðguðr, la gigantessa che veglia le porte dell'oltretomba, per studiare le misure di sicurezza da approntare durante la visita della delegazione diplomatica - spiega - Nessun problema da parte nostra ad aprire un dibattito chiarificatore sullo status del dybbuk Vianello Monello e sulla incerta situazione di Cicciuzzo Sconciaforni. In breve tempo raccoglieremo le informazioni richiesta dalla famiglia Carlotti". La numero uno dell'Inferno non accetterà, invece, di inserire all'ordine del giorno la richiesta del socialista Gianni Nonnato, in merito alla presenza del defunto Bettino Craxi tra le bolge infernali. Negli scorsi giorni, infatti, il polemista rodigino Terenzio Gasparetto aveva sostenuto che l'ex segretario del Psi morto latitante ad Hammameth, fosse all'inferno per le malefatte e le ruberie compiute alla guida del partito. "Teoremi" che Nonnato ha rigettato, invitando ad una riflessione sulle qualità di statista di Craxi e chiedendo che i buoni rapporti con le potenze infernali fossero occasione per stabilire una volta per tutte se il compianto leader fosse stato destinato alle malebolge o al Paradiso.
"La questione - spiega Sullivan - è suscettibile di strumentalizzazioni politiche, in un clima già sufficientemente esasperato. Gli uomini si accontentino della giustizia terrena, senza invocare la giustizia divina a condannare o redimere chi ormai appartiene al regno delle ombre. Tuttavia, Tiamat ha accettato di incontrare Nonnato per un colloquio privato, a margine dell'incontro con i delegati polesani. Se lo vorrà, sarà gradito ospite".
A parlare è Niki Sullivan (nella foto), ex chitarrista dei Crickets, dal 2004 portavoce della presidente del Cda infernale, che ieri ha diramato per suo tramite una nota ufficiale in cui apre alle numerose richieste di colloquio giunte dal Polesine. "La presidente ha convocato Moðguðr, la gigantessa che veglia le porte dell'oltretomba, per studiare le misure di sicurezza da approntare durante la visita della delegazione diplomatica - spiega - Nessun problema da parte nostra ad aprire un dibattito chiarificatore sullo status del dybbuk Vianello Monello e sulla incerta situazione di Cicciuzzo Sconciaforni. In breve tempo raccoglieremo le informazioni richiesta dalla famiglia Carlotti". La numero uno dell'Inferno non accetterà, invece, di inserire all'ordine del giorno la richiesta del socialista Gianni Nonnato, in merito alla presenza del defunto Bettino Craxi tra le bolge infernali. Negli scorsi giorni, infatti, il polemista rodigino Terenzio Gasparetto aveva sostenuto che l'ex segretario del Psi morto latitante ad Hammameth, fosse all'inferno per le malefatte e le ruberie compiute alla guida del partito. "Teoremi" che Nonnato ha rigettato, invitando ad una riflessione sulle qualità di statista di Craxi e chiedendo che i buoni rapporti con le potenze infernali fossero occasione per stabilire una volta per tutte se il compianto leader fosse stato destinato alle malebolge o al Paradiso.
"La questione - spiega Sullivan - è suscettibile di strumentalizzazioni politiche, in un clima già sufficientemente esasperato. Gli uomini si accontentino della giustizia terrena, senza invocare la giustizia divina a condannare o redimere chi ormai appartiene al regno delle ombre. Tuttavia, Tiamat ha accettato di incontrare Nonnato per un colloquio privato, a margine dell'incontro con i delegati polesani. Se lo vorrà, sarà gradito ospite".
giovedì 21 gennaio 2010
Cicciuzzo va al diavolo
Nuovo clamoroso ritorno sulla scena di Cicciuzzo Sconciaforni (nella foto), che ieri ha convocato una conferenza stampa per annunciare la propria guarigione dalle ferite infertegli nell'attentato dello scorso dicembre e annunciato che intende prendere parte ai colloqui con il Cda infernale per avere risposte sul proprio stato esistenziale.
Come Vianello Monello, infatti, il pornodivo più amato dai polesani è recentemente tornato dalla morte, ma questa volta senza ricorrere a magia, clonazione o altri sporchi trucchi. "Il professor Abraham Frankemeier sostiene che Vianello Monello è un dybbuk, un non vivo, uno spirito inquieto che non trova pace nella morte. Voglio sapere anche io cosa sono: vivo o morto? I medici del policlinico sostengono che nessuna macchina è in grado di stabilirlo con certezza, benchè numerose infermiere abbiano avuto modo di certificare il vigore delle mie spoglie mortali". Cicciuzzo si propone come presidente della neonata Fondazione per la Difesa dei Diversamente Vivi, che raccoglierà fondi per organizzare una missione diplomatica presso la dea Tiamat, presidente del Cda infernale. "Non ci basta partecipare ai tavoli provinciali con Ahriman, il delegato ai rapporti con i vivi. Vogliamo parlare con la presidente in persona", spiega, aggiungendo che con l'occasione i delegati raccoglieranno informazioni sullo status di Jacopo Carlotti, l'opinionista da tempo disperso, i cui parenti chiedono di conoscere se sia defunto o ancora in vita.
Vianello Monello si è detto disponibile a collaborare, ma ha criticato la scelta di Cicciuzzo di dare vita a una Fondazione a sè: "Poteva entrare a fare parte della mia Associazione per la Tutela dei Diversamente Vivi - obietta - Non ha davvero senso che ognuno si metta in testa di farsi la propria associazione, solo per la smania di essere presidente di qualcosa. Cicciuzzo come sempre ha manie di protagonismo. Tuttavia, per questa volta, collaborerò in nome di un obiettivo comune".
Cicciuzzo replica, però, che le due associazioni, pur perseguendo identici obiettivi, hanno spiriti diversi: "La filosofia della nostra associazione - spiega - è di fare dichiarare i diversamente vivi come vivi a tutti gli effetti, non di strappare la concessione di uno status ad hoc per questa categoria sociale. Ciò significa non arrendersi a un'esistenza di secondo grado, sognando una vita normale che viene preclusa, ma incoraggiare i diversamente vivi a vivere con ancor più vigore dei vivi. Spesso i vivi danno per scontata la vita e non si rendono conto di quale prezioso dono sia. Io, invece, credo di essere un modello positivo per tanti diversamente vivi che pensano di non farcela". Cicciuzzo ha infine rivelato alcuni dei suoi progetti futuri: "In questi mesi ho collaborato con Dolce & Gabbana per la creazione di una linea di moda tutta mia". A tutti i giornalisti è stata regalata una maglietta della nuova collezione primavera-estate, con la scritta "I'm not fat, I'm pregnant".
Come Vianello Monello, infatti, il pornodivo più amato dai polesani è recentemente tornato dalla morte, ma questa volta senza ricorrere a magia, clonazione o altri sporchi trucchi. "Il professor Abraham Frankemeier sostiene che Vianello Monello è un dybbuk, un non vivo, uno spirito inquieto che non trova pace nella morte. Voglio sapere anche io cosa sono: vivo o morto? I medici del policlinico sostengono che nessuna macchina è in grado di stabilirlo con certezza, benchè numerose infermiere abbiano avuto modo di certificare il vigore delle mie spoglie mortali". Cicciuzzo si propone come presidente della neonata Fondazione per la Difesa dei Diversamente Vivi, che raccoglierà fondi per organizzare una missione diplomatica presso la dea Tiamat, presidente del Cda infernale. "Non ci basta partecipare ai tavoli provinciali con Ahriman, il delegato ai rapporti con i vivi. Vogliamo parlare con la presidente in persona", spiega, aggiungendo che con l'occasione i delegati raccoglieranno informazioni sullo status di Jacopo Carlotti, l'opinionista da tempo disperso, i cui parenti chiedono di conoscere se sia defunto o ancora in vita.
Vianello Monello si è detto disponibile a collaborare, ma ha criticato la scelta di Cicciuzzo di dare vita a una Fondazione a sè: "Poteva entrare a fare parte della mia Associazione per la Tutela dei Diversamente Vivi - obietta - Non ha davvero senso che ognuno si metta in testa di farsi la propria associazione, solo per la smania di essere presidente di qualcosa. Cicciuzzo come sempre ha manie di protagonismo. Tuttavia, per questa volta, collaborerò in nome di un obiettivo comune".
Cicciuzzo replica, però, che le due associazioni, pur perseguendo identici obiettivi, hanno spiriti diversi: "La filosofia della nostra associazione - spiega - è di fare dichiarare i diversamente vivi come vivi a tutti gli effetti, non di strappare la concessione di uno status ad hoc per questa categoria sociale. Ciò significa non arrendersi a un'esistenza di secondo grado, sognando una vita normale che viene preclusa, ma incoraggiare i diversamente vivi a vivere con ancor più vigore dei vivi. Spesso i vivi danno per scontata la vita e non si rendono conto di quale prezioso dono sia. Io, invece, credo di essere un modello positivo per tanti diversamente vivi che pensano di non farcela". Cicciuzzo ha infine rivelato alcuni dei suoi progetti futuri: "In questi mesi ho collaborato con Dolce & Gabbana per la creazione di una linea di moda tutta mia". A tutti i giornalisti è stata regalata una maglietta della nuova collezione primavera-estate, con la scritta "I'm not fat, I'm pregnant".
mercoledì 20 gennaio 2010
A colloquio con Ahriman
"Ahriman, Angra Mainyu, Re delle cose, autor del mondo, arcana malvagità, sommo potere e somma intelligenza, eterno dator dei mali e reggitor del moto. Vivi, Arimane e trionfi, e sempre trionferai".
Parole suggestive, quelle pronunciate da Federico Saccardin, sommo sacerdote della religione Mazdeista in Polesine, che ha accettato di fare da mediatore tra la Provincia e le potenze infernali, per cercare di fare luce sul racconto di alcuni operai Enel provenienti dal futuro, i quali sostengono che gli scavi per l'interramento della Co2 nel 2066 provocheranno l'apertura delle porte dell'Inferno e la distruzione del pianeta da parte di orde di demoni. "E' mio dovere civico cercare di accordare portatori di interessi contrapposti", ha dichiarato Saccardin, al termine della cerimonia, battezzata "Tavolo dell'oltretomba", a cui l'oscura divinità della religione di Zoroastro, Ahriman, partecipa come referente del Cda infernale con delega ai rapporti con i vivi. La reggenza del regno degli abissi, spiegano infatti i tecnici di Palazzo Celio, è stata affidata a un consiglio di amministrazione in cui sono rappresentati a turno gli esponenti delle forze del male secondo le varie religioni. Attualmente il Cda è presieduto dalla dea Tiamat e composto da Taraka (vicepresidente e referente per l'induismo), Baal Moloch, Ade, Ahriman, dal re degli inferi taoista Yan Luo Wang e naturalmente da Lucifero. "Il portavoce del Cda infernale - spiega Saccardin - si è detto disponibile a instaurare rapporti di collaborazione con l'amministrazione provinciale, al fine di evitare sul nascere il sorgere di situazioni incresciose come quella che si dovrebbe verificare nel lontano futuro. Ci è stato chiesto, tuttavia, di fare un passo indietro rispetto ad ogni sorta di trivellazione che potrebbe provocare danni al mondo degli inferi. Si è concordato di aggiornarsi in un tavolo che si dovrebbe tenere nel marzo 2018".
Saputo dell'incontro, la famiglia di Jacopo Carlotti si è attivata per chiedere alla Provincia un interessamento nella vicenda del loro caro, che risulta disperso dopo la distruzione della sede di Eurobic II, consorzio di cui era presidente: "Vogliamo sapere se è vivo o morto. Chiediamo a Palazzo Celio di intercedere presso le potenze infernali, perchè ci diano risposte in merito o, eventualmente, fungano dai mediatori con le potenze celesti". A sorpresa, anche l'Associazione per la tutela dei diversamente vivi, presieduta dal dybbuk Vianello Monello, chiede un coinvolgimento: "Molti come noi, che non sanno se sono vivi oppure defunti, ambirebbero ad un confronto con Tiamat per regolarizzare la propria posizione. Chiediamo che ci siano aperte le porte dell'inferno per portare le nostre istanze alla presidente del Cda infernale".
Parole suggestive, quelle pronunciate da Federico Saccardin, sommo sacerdote della religione Mazdeista in Polesine, che ha accettato di fare da mediatore tra la Provincia e le potenze infernali, per cercare di fare luce sul racconto di alcuni operai Enel provenienti dal futuro, i quali sostengono che gli scavi per l'interramento della Co2 nel 2066 provocheranno l'apertura delle porte dell'Inferno e la distruzione del pianeta da parte di orde di demoni. "E' mio dovere civico cercare di accordare portatori di interessi contrapposti", ha dichiarato Saccardin, al termine della cerimonia, battezzata "Tavolo dell'oltretomba", a cui l'oscura divinità della religione di Zoroastro, Ahriman, partecipa come referente del Cda infernale con delega ai rapporti con i vivi. La reggenza del regno degli abissi, spiegano infatti i tecnici di Palazzo Celio, è stata affidata a un consiglio di amministrazione in cui sono rappresentati a turno gli esponenti delle forze del male secondo le varie religioni. Attualmente il Cda è presieduto dalla dea Tiamat e composto da Taraka (vicepresidente e referente per l'induismo), Baal Moloch, Ade, Ahriman, dal re degli inferi taoista Yan Luo Wang e naturalmente da Lucifero. "Il portavoce del Cda infernale - spiega Saccardin - si è detto disponibile a instaurare rapporti di collaborazione con l'amministrazione provinciale, al fine di evitare sul nascere il sorgere di situazioni incresciose come quella che si dovrebbe verificare nel lontano futuro. Ci è stato chiesto, tuttavia, di fare un passo indietro rispetto ad ogni sorta di trivellazione che potrebbe provocare danni al mondo degli inferi. Si è concordato di aggiornarsi in un tavolo che si dovrebbe tenere nel marzo 2018".
Saputo dell'incontro, la famiglia di Jacopo Carlotti si è attivata per chiedere alla Provincia un interessamento nella vicenda del loro caro, che risulta disperso dopo la distruzione della sede di Eurobic II, consorzio di cui era presidente: "Vogliamo sapere se è vivo o morto. Chiediamo a Palazzo Celio di intercedere presso le potenze infernali, perchè ci diano risposte in merito o, eventualmente, fungano dai mediatori con le potenze celesti". A sorpresa, anche l'Associazione per la tutela dei diversamente vivi, presieduta dal dybbuk Vianello Monello, chiede un coinvolgimento: "Molti come noi, che non sanno se sono vivi oppure defunti, ambirebbero ad un confronto con Tiamat per regolarizzare la propria posizione. Chiediamo che ci siano aperte le porte dell'inferno per portare le nostre istanze alla presidente del Cda infernale".
martedì 19 gennaio 2010
Cubi!
Un'invasione di cubi lungo corso del Popolo getta nel panico i rodigini, fa sollevare l'opposizione e fa discutere Facebook come mai si era visto, mentre la stampa libera colleziona fior di inchieste sull'inquietante arredo urbanistico. Chi li ha messi lì? Da dove vengono? Faranno mica male alla salute?
Mentre il "Comitato cittadini contro i cubi" chiede la chiusura dell'Ordine degli Architetti e invoca un trattamento sanitario obbligatorio per i progettisti di piazze e viali, il centrodestra insorge. "Sono brutti e in più, in questo modo, tutti gli sfaccendati della città si siederanno lì a guardare per aria, alla faccia di chi lavora e produce", dichiara un comunicato della Lega Nord, che invita i padani ad un'insurrezione o, in alternativa, a una colletta per comprare un bulldozer. Più circostanziate le critiche del Pdl, che paventa pericoli per la salute dei rodigini: "E' già successo in altre città che i Suv, facendo manovra, incappassero in simili manufatti, facendoli schizzare via sotto il peso delle ruote. Immaginatevi un sanpietrino gigante che cozza a tutta velocità contro una vetrina o un passante. La giunta Merchiori sta preparando un'ecatombe". L'assessorato ai lavori pubblici, per precauzione, avrebbe deciso di transennare la zona già dalla prossima settimana, anche se il titolare del referato, Graziano Azzalin, smentisce: "Ma cosa caz... - replica - E' vero, abbiamo scelto di chiudere il corso, ma solo parzialmente. I pedoni potranno passare, ma solo in dieci alla volta e muniti di pattine per non rovinare le piastrelle, che le abbiamo appena tolte dal cellophane".
Sembra in realtà che la scelta dei cubi sia stata dettata da motivi economici: invece di posizionare costose fioriere, la giunta avrebbe scelto di utilizzare come dissuasori i grossi mattoni usati per innalzare il muro che fino a poco tempo fa separava Rovigo Ovest da Azzalingrado. A rivelarlo alla nostra collaboratrice Liutpranda Castronovo è un ex caporale della Gioventù Rivoluzionaria di Azzalingrado, passato nei servizi segreti con il nome di Biondino Tossico (nella foto, mentre sovrintende lo smantellamento della muraglia). Essendo il mercato del laterizio ormai saturo, dopo che Beppe Osti ha venduto tutti i mattoni della Cittadella dello sport in una vendita promozionale, ci spiega, sarebbe stato impossibile smaltire altrimenti i cubi di granito del vecchio muro. Insomma, se l'apertura delle frontiere ha riunito Rovigo, il fantasma del muro continua a dividere ancora la città. La Polizia locale in queste ore è stata inviata a proteggere i cubi da eventuali atti vandalici. Sembra infatti che le Ronde Situazioniste rodigine stiano progettando un blitz, armate di pennelli e secchielli di vernice, per tinteggiare con colori vivaci i rugginosi manufatti.
lunedì 18 gennaio 2010
Inferno!
"Fermate il progetto di interramento della Co2 o sarà la fine della Terra come la conosciamo!" A lanciare l'allarme è Maurizio Ferro III, nipote di Maurizio Ferro, proveniente dal 2066 con una macchina del tempo costruita a Pyongyang, capitale del futuro impero Euroasiatico, che si estenderà dalla remota Islanda fino all'Oceania. Ma questo non ci interessa.
Il discendente del portavoce Enel è arrivato ieri notte al municipio di Porto Tolle, accompagnato da Jeff Drugo e Drugo Lebowskji, due operai del futuro, che hanno testimoniato quanto avverrà tra cinquantasei anni: l'iter della centrale, raccontano i testimoni dal futuro, è stato lungo. Nel 2048 sono arrivate le autorizzazioni, ma nel frattempo gli abitanti del luogo saranno riusciti a dare vita, con una rivoluzione armata, al Parco naturale del Delta del Po, attraendo migliaia di turisti da tutta Europa. E quindi gli starà sul cazzo che gli facciano la centrale proprio nel momento più florido, così il presidente della Repubblica, l'ultracentenario Silvio Berlusconi, invierà l'esercito a distruggere il Parco e consentire l'apertura dei cantieri. Gli operai dell'Enel inizieranno dunque gli scavi per sotterrare sotto la crosta terrestre l'anidride carbonica prodotta dal camino. Ma avranno un'amara sorpresa.
"Il veggente Leonida Gusmaroli aveva avvertito di non scavare nell'Adriatico, ma noi pensavamo che, se anche avessimo liberato Nyarlatothep o qualche altra oscura divinità millenaria, sarebbe finita come nella sua profezia, cioè che Renzo Marangon l'avrebbe sfidata a chi sa la barzelletta più vecchia e avrebbe vinto", racconta uno dei due Drugo. Così, impavidi, scavando e scavando hanno trovato nientemeno che le porte dell'inferno. "La prima cosa strana che è successa è che l'intero Mare Adriatico si è riversato nella galleria sotterranea, come se avessimo tolto il tappo alla vasca. Dopo che il mare si è prosciugato, dalle porte dell'inferno è uscita un'orda di demoni giganteschi e cattivissimi, perchè li avevamo inzuppati tutti". In poche parole, nel lontano futuro, l'esercito dei demoni prenderà il potere su mezza Europa e trascorrerà le ore dilaniando e seviziando decine di milioni di persone, con grave nocumento all'economia. Così l'impero euroasiatico e una coalizione di altri stati, finanzieranno una spedizione nel tempo per cambiare il corso della Storia. "Ora dovete fermare tutto - ha chiesto disperatamente Maurizio Ferro III - Lo dico in primis a mio nonno Maurizio, anche a nome di mio padre, Maurizio Ferro II, presidente del Consiglio nel futuro. Solo voi potete impedire la distruzione del mondo". Scetticismo nell'opinione pubblica. Stamattina la Voce di Rovigo propone un'editoriale di Roberto Rizzo dal titolo: "I demoni forse distruggeranno il mondo, ma ben più alti saranno i costi del non fare". Il Carlino pubblicherà invece la lettera di Berenice Scattabraga, una lettrice di Ostia Lido, che critica i messaggeri del futuro: "Nelle loro parole, solo una serie di 'no' e nessuna proposta concreta".
domenica 17 gennaio 2010
La parola ai lettori
Caro Monello Vianello, confido che la tua saggezza e apertura mentale saprà dare una risposta a questa mia domanda. Di recente si è parlato di realizzare una mega discarica a Pincara, vicino al Canalbianco. Subito il sindaco si è opposto, gridando che dovranno passare sul suo corpo. La Provincia si è sollevata contro il progetto, spiegando che comporterà un aumento del 3% a livello locale delle emissioni di Pm10 e comprometterebbe la valenza paesaggistica della zona. Dall'Udc alla Lega, da Rifondazione al Pdl è tutto un fiorire di mozioni, petizioni, dichiarazioni di guerra alla discarica. In Regione si vota una mozione di contrarietà presentata da Rifondazione, ma una analoga viene presentata da Carlo Alberto Azzi. L'assessore al territorio Marangon è contrario pure lui all'immondezzaio tossico. Insomma, non ce n'è uno tra i nostri politici che la voglia 'sta discarica.
Eppure la discarica porterà lavoro a decine di persone nel comune, che certo non è tra i più fortunati del Polesine. Il trasporto dei rifiuti via fiume, poi, valorizzerà la rete fluviale dell'asta Fissero-Tartaro-Canalbianco. L'impatto ambientale, garantiscono quelli della società Veneto Gestione Ambiente, sarà "trascurabile, ovvero conforme ai livelli di legge". Si facciano tutti i controlli necessari, ma si smetta di lanciare allarmi preventivi, che hanno il solo effetto di bloccare ogni progetto sul nascere! Senza contare che i rifiuti da qualche parte bisognerà pur metterli ed è facile farsi prendere dalla "sindrome di Nimby" quando tocca a casa nostra. Insomma, il solito partito del no questa volta è trasversale alle forze politiche e vuole bloccare lo sviluppo della nostra terra! Sarà ipocrisia da campagna elettorale?
Osvaldo Osvaldi
Comitato d'azione dei lavoratori
della discarica di Pincara
della discarica di Pincara
*
Caro Osvaldo,
non ho letto la tua lettera perchè l'argomento non mi interessava così tanto da farmi perdere tempo prezioso. L'ho quindi affidata a un software che me ne ha fatto un sunto. Il problema è che me lo ha trascritto in inglese. Allora ho cercato un traduttore automatico, ma ne ho trovato solo uno dall'inglese al kandeshi, un dialetto della lingua marathi, dunque dovrò partire per l'India in cerca di un vecchio amico che conosce questo antico idioma.
Dalla foto che mi hai inviato, deduco che sei appassionato di kung fu. Ciò mi ha fatto venire in mente un pamphlet che scrissi negli anni Sessanta, intitolato: "Come sarebbe andata a Wounded Knee se gli indiani avessero conosciuto il kung fu". Come saprai, il 29 dicembre 1890, l'esercito americano si rese responsabile del massacro di centinaia di pacifici Lakota-Sioux che stavano recandosi alla riserva di Nuvola Rossa per chiedere accoglienza, dopo l'assassinio di Toro Seduto. Furono massacrati a colpi di mitragliatore decine di donne e bambini. Fu l'ultimo capitolo della grande opera di civilizzazione dell'uomo bianco nelle terre degli indiani d'America. Ebbene, se gli indiani avessero conosciuto il kung fu, non avrebbe fatto molta differenza, perchè i loro avversari erano comunque estremamente malvagi e spietati, nonostante professassero i valori cristiani. Cosa ci insegna questo? Forse che Cristo è un personaggio storico decisamente sopravvalutato?
Un salutone rapido, che devo prendere l'aereo,
non ho letto la tua lettera perchè l'argomento non mi interessava così tanto da farmi perdere tempo prezioso. L'ho quindi affidata a un software che me ne ha fatto un sunto. Il problema è che me lo ha trascritto in inglese. Allora ho cercato un traduttore automatico, ma ne ho trovato solo uno dall'inglese al kandeshi, un dialetto della lingua marathi, dunque dovrò partire per l'India in cerca di un vecchio amico che conosce questo antico idioma.
Dalla foto che mi hai inviato, deduco che sei appassionato di kung fu. Ciò mi ha fatto venire in mente un pamphlet che scrissi negli anni Sessanta, intitolato: "Come sarebbe andata a Wounded Knee se gli indiani avessero conosciuto il kung fu". Come saprai, il 29 dicembre 1890, l'esercito americano si rese responsabile del massacro di centinaia di pacifici Lakota-Sioux che stavano recandosi alla riserva di Nuvola Rossa per chiedere accoglienza, dopo l'assassinio di Toro Seduto. Furono massacrati a colpi di mitragliatore decine di donne e bambini. Fu l'ultimo capitolo della grande opera di civilizzazione dell'uomo bianco nelle terre degli indiani d'America. Ebbene, se gli indiani avessero conosciuto il kung fu, non avrebbe fatto molta differenza, perchè i loro avversari erano comunque estremamente malvagi e spietati, nonostante professassero i valori cristiani. Cosa ci insegna questo? Forse che Cristo è un personaggio storico decisamente sopravvalutato?
Un salutone rapido, che devo prendere l'aereo,
MV
sabato 16 gennaio 2010
Patto di Ferro!
Il petrolio dei giardinetti del castello di Rovigo sarà dato in gestione a una società privata, che lo venderà agli arabi e con i proventi comprerà carbone da vendere a Enel per alimentare la centrale di Polesine Camerini.
E' il succo del progetto di gestione e sfruttamento dell'oro nero, rinvenuto a Rovigo e finora gestito dalla giunta rivoluzionaria di Azzalingrado. La recente apertura delle frontiere cambia gli scenari nel capoluogo, così le due metà del capoluogo si sono accordate per non litigare sui proventi del prezioso tesoretto. A preparare il progetto, Maurizio Ferro (nella foto di repertorio), a nome del Comitato per lo sviluppo del Polesine, che da tempo si spende per fare sì che la riconversione a carbone della centrale Enel porti al Polesine sviluppo economico e progresso. "Il Comune di Rovigo - spiega - stipulerà con Enel una convenzione decennale per concordare prezzi di favore per entrambe le parti. Il carbone verrà estratto in Indonesia e portato a Rovigo con dei canadair, per essere stoccato all'interporto. Da lì Enel potrà approvvigionarsi con un sistema di bettoline lungo il Canalbianco, in attesa che venga realizzato a) un sistema per liquefare il carbone e spedirlo a Porto Tolle con una tubatura, o in alternativa b) il più lungo nastro trasportatore del mondo". L'ingegnere ha anche anticipato che alcuni palombari dell'Enel si sono calati in queste ore nel Mare Adriatico con una gigantesca trivella per eseguire carotaggi e prospezioni del suolo: "Stiamo individuando il punto adatto per lo stoccaggio sotterraneo dell'anidride carbonica, che consentirà di ridurre le emissioni del tremila per cento".
Ferro non ha confermato invece le indiscrezioni secondo cui il Patto che porta il suo nome avrebbe influito sulla scelta delle autorità di Rovigo Ovest di defenestrare Cicciuzzo Sconciaforni, noto sostenitore della riconversione di Polesine Camerini in centrale a fellatio. "Sciocchezze, non ce n'è bisogno. Il Polesine è ormai convinto della bellezza del carbone". In effetti i giornali continuano a riportare attestazioni del consenso popolare verso la riconversione. Dopo la lettera entusiastica di una signora di Bergamo apparsa sul Carlino, ieri la Voce ha rilanciato con la petizione di un pensionato di Vigevano, che si dichiara pronto a trasferirsi con tutta la famiglia nell'Eldorado polesano.
E' il succo del progetto di gestione e sfruttamento dell'oro nero, rinvenuto a Rovigo e finora gestito dalla giunta rivoluzionaria di Azzalingrado. La recente apertura delle frontiere cambia gli scenari nel capoluogo, così le due metà del capoluogo si sono accordate per non litigare sui proventi del prezioso tesoretto. A preparare il progetto, Maurizio Ferro (nella foto di repertorio), a nome del Comitato per lo sviluppo del Polesine, che da tempo si spende per fare sì che la riconversione a carbone della centrale Enel porti al Polesine sviluppo economico e progresso. "Il Comune di Rovigo - spiega - stipulerà con Enel una convenzione decennale per concordare prezzi di favore per entrambe le parti. Il carbone verrà estratto in Indonesia e portato a Rovigo con dei canadair, per essere stoccato all'interporto. Da lì Enel potrà approvvigionarsi con un sistema di bettoline lungo il Canalbianco, in attesa che venga realizzato a) un sistema per liquefare il carbone e spedirlo a Porto Tolle con una tubatura, o in alternativa b) il più lungo nastro trasportatore del mondo". L'ingegnere ha anche anticipato che alcuni palombari dell'Enel si sono calati in queste ore nel Mare Adriatico con una gigantesca trivella per eseguire carotaggi e prospezioni del suolo: "Stiamo individuando il punto adatto per lo stoccaggio sotterraneo dell'anidride carbonica, che consentirà di ridurre le emissioni del tremila per cento".
Ferro non ha confermato invece le indiscrezioni secondo cui il Patto che porta il suo nome avrebbe influito sulla scelta delle autorità di Rovigo Ovest di defenestrare Cicciuzzo Sconciaforni, noto sostenitore della riconversione di Polesine Camerini in centrale a fellatio. "Sciocchezze, non ce n'è bisogno. Il Polesine è ormai convinto della bellezza del carbone". In effetti i giornali continuano a riportare attestazioni del consenso popolare verso la riconversione. Dopo la lettera entusiastica di una signora di Bergamo apparsa sul Carlino, ieri la Voce ha rilanciato con la petizione di un pensionato di Vigevano, che si dichiara pronto a trasferirsi con tutta la famiglia nell'Eldorado polesano.
venerdì 15 gennaio 2010
La verità sul ritorno di Vianello Monello
"Credevo di essere vivo, invece era solo un'illusione. Ora voglio capire cosa è accaduto veramente". Vianello Monello torna sulla scena pubblica e annuncia una sconvolgente verità, scoperta dal professore israeliano Abraham Frankemeier e divulgata ieri in esclusiva dal Corriere del Veneto (nella foto, il direttore Ugo Savoia con i due protagonisti).
"Vianello Monello crede di essere vivo, ma è un dybbuk, uno spirito inquieto, incapace di riposare nell'eterno sonno della morte. La sua esistenza è puramente illusoria e fragile come un filo d'erba", ha spiegato alla stampa. Illusoria quanto basta, però, per fare ritenere ai cittadini di Rovigo che l'illustre opinionista fosse tornato in vita, benchè nessuno avesse mai saputo effettivamente come fosse avvenuta la resurrezione. Un caso molto simile a quello di Cicciuzzo Sconciaforni, tornato di recente dall'oltretomba senza fornire alcuna spiegazione. Il pornodivo, dalla sua camera al policlinico "Città di Rovigo Ovest", si è detto sconvolto da queste rivelazioni: "Voglio essere lasciato solo con il mio dolore e una decina di escort, per riflettere su me stesso", ha dichiarato al telefono.
Intanto, però, la situazione anagrafica di Vianello Monello, se saranno confermate le teorie del professor Frankemeier, rischia di diventare confusa. Il Ministero dell'Interno ha diramato nelle scorse ore una nota del Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in cui si precisa che "lo status di dybbuk non è tra quelli previsti dall'ordinamento giuridico italiano e quindi queste persone non possono essere equiparate in alcun modo ai cittadini veri e propri. Pertanto i dybbuk dovranno essere segnalati alle autorità. Il loro status sarà inquadrato in una specifica normativa, attualmente al centro di una proposta di legge sulle persone diversamente vive". Fino ad allora, però, tutti i dybbuk rischiano di perdere i diritti di cittadinanza. "Non è colpa nostra - replica Maroni, raggiunto al telefono dal nostro collaboratore Asbesto Minzolini - Per decenni le persone morte sono state lasciate circolare in mezzo a quelle vive, in un clima di lassismo e tolleranza, che ha generato solo caos e delinquenza. Non rompano le palle, gli va già di lusso che non li infiliamo in un barcone e li rispediamo a casa loro".
In serata, Vianello Monello ha convocato una conferenza stampa per annunciare la nascita dell'Associazione per la Tutela delle Persone Diversamente Vive: "Lavoriamo da anni, paghiamo le tasse e sosteniamo i consumi interni come le persone in stato di vita certificata. Rivendichiamo quindi il diritto di essere equiparati, almeno dal punto di vista giuridico, ai vivi. Se non ci saranno date risposte, il primo marzo sciopereremo anche noi assieme ai milioni di sans papier italiani".
giovedì 14 gennaio 2010
Accordo storico!
Piuttosto di lasciare la città in mano a Cicciuzzo Sconciaforni, i leader di Rovigo Ovest e Azzalingrado sono disponibili a una riconciliazione. E per accelerare i tempi, ieri il check point Ponte Roda si è aperto per la prima volta per fare incontrare il Vladika Paolino e il capo della giunta socialista Graziano Azzalin, per uno storico incontro.
I due esponenti della città divisa hanno siglato un protocollo di intesa per una riunificazione a tappe della città. Una vera road map per superare la divisione amministrativa in due quadranti, che prevede l'abbattimento del muro nel tratto del centro storico e l'accorpamento di alcuni servizi, come il cimitero e la sanità. Azzalingrado e Rovigo Ovest manterranno l'indipendenza amministrativa, ma i loro cittadini saranno liberi di muoversi da un quadrante all'altro, senza disagi. Solo gradualmente si arriverà alla riunificazione, ma il passo è comunque risolutivo. Il Vladika di Rovigo Ovest, però, smentisce di avere voluto rubare la scena a Cicciuzzo: "Lui voleva riunificare Rovigo sotto un'unica guida, noi abbiamo solo raccolto la sua volontà", spiega. In realtà le malelingue sostengono che, data la popolarità del pornoattore, le istituzioni di Rovigo Ovest abbiano scelto di tarpare sul nascere le ali a una carriera che avrebbe rischiato di cancellare dalla scena politica molti esponenti meno carismatici. Anche la giunta di Azzalingrado si sarebbe mossa per timore che Cicciuzzo potesse fare breccia nei cuori della popolazione della Repubblica Socialista. "Ma che stronzate sono! - replica Azzalin - L'abbiamo fatto per spirito umanitario verso i nostri fratelli occidentali e per aiutare le tante famiglie divise, specie i morosi e le morose che non riuscivano più a vedersi. Cosa volete che ci importi di quel cicciobomba".
L'accordo, festeggiato con un brindisi collettivo, è stato ratificato da Nadia Romeo e Giancarlo Moschin, uniti nel credo di partito, sebbene afferenti ai due opposti quadranti. Il sindaco pro tempore, fino al 2011, tornerà ad essere Fausto Merchiori, che eserciterà alcune funzioni anche nel quadrante Ovest. Le parti si ritroveranno poi nei prossimi giorni per stendere un accordo economico per lo sfruttamento del petrolio rodigino. "Sia di lezione a chi vuole imporre le scelte con il carisma - commenta di nuovo Paolino - Ma anche a chi vuole ricorrere a tunnel e stratagemmi sotterranei. Noi, alla luce del sole, abbiamo aperto al dialogo coi barbari e strappato un accordo storico, che riporterà serenità in una città divisa. Ora però la giunta socialista dimostri di esserne degna".
I due esponenti della città divisa hanno siglato un protocollo di intesa per una riunificazione a tappe della città. Una vera road map per superare la divisione amministrativa in due quadranti, che prevede l'abbattimento del muro nel tratto del centro storico e l'accorpamento di alcuni servizi, come il cimitero e la sanità. Azzalingrado e Rovigo Ovest manterranno l'indipendenza amministrativa, ma i loro cittadini saranno liberi di muoversi da un quadrante all'altro, senza disagi. Solo gradualmente si arriverà alla riunificazione, ma il passo è comunque risolutivo. Il Vladika di Rovigo Ovest, però, smentisce di avere voluto rubare la scena a Cicciuzzo: "Lui voleva riunificare Rovigo sotto un'unica guida, noi abbiamo solo raccolto la sua volontà", spiega. In realtà le malelingue sostengono che, data la popolarità del pornoattore, le istituzioni di Rovigo Ovest abbiano scelto di tarpare sul nascere le ali a una carriera che avrebbe rischiato di cancellare dalla scena politica molti esponenti meno carismatici. Anche la giunta di Azzalingrado si sarebbe mossa per timore che Cicciuzzo potesse fare breccia nei cuori della popolazione della Repubblica Socialista. "Ma che stronzate sono! - replica Azzalin - L'abbiamo fatto per spirito umanitario verso i nostri fratelli occidentali e per aiutare le tante famiglie divise, specie i morosi e le morose che non riuscivano più a vedersi. Cosa volete che ci importi di quel cicciobomba".
L'accordo, festeggiato con un brindisi collettivo, è stato ratificato da Nadia Romeo e Giancarlo Moschin, uniti nel credo di partito, sebbene afferenti ai due opposti quadranti. Il sindaco pro tempore, fino al 2011, tornerà ad essere Fausto Merchiori, che eserciterà alcune funzioni anche nel quadrante Ovest. Le parti si ritroveranno poi nei prossimi giorni per stendere un accordo economico per lo sfruttamento del petrolio rodigino. "Sia di lezione a chi vuole imporre le scelte con il carisma - commenta di nuovo Paolino - Ma anche a chi vuole ricorrere a tunnel e stratagemmi sotterranei. Noi, alla luce del sole, abbiamo aperto al dialogo coi barbari e strappato un accordo storico, che riporterà serenità in una città divisa. Ora però la giunta socialista dimostri di esserne degna".
mercoledì 13 gennaio 2010
Ritrovate Jacopo Carlotti!
"Le autorità di Azzalingrado non danno alcuna informazione su quanto accaduto a Eurobic II. Datemi almeno il corpo del mio Jacopo da piangere".
Parole accorate e calibrate, quelle di Carmine Carlotti (nella foto), fratello di Jacopo, l'opinionista della Voce, recentemente scomparso in seguito al bombardamento della sede di Eurobic II, il consorzio di cui era stato nominato presidente. Mentre a distanza di giorni non esiste ancora una verità ufficiale, i due lati della città divisa si scambiano accuse: Azzalingrado incolpa la Cia e le forze reazionarie di Rovigo Ovest, mentre sul lato occidentale affermano che la giunta socialista del quadrante orientale ha inteso eliminare un uomo scomodo. Ma del corpo di Jacopo Carlotti non v'è traccia, mentre i parenti si struggono in inutili interrogativi. "Abbiamo inutilmente chiesto di partecipare alle squadre che stanno rimuovendo le macerie dell'edificio, per aiutarle a ritrovare la salma del nostro compianto. A noi risulta che facesse le ore piccole in ufficio, quindi è probabile che sia rimasto ucciso nel crollo. Di certo non avremo pace finchè non sapremo la verità".
Il lider della giunta rivoluzionaria, Graziano Azzalin, promette che sarà fatta verità: "I miei rapporti con Jacopo Carlotti non erano buonissimi, ma non dimentico che è stato un maestro per molti di noi - afferma enigmaticamente - I parenti portino pazienza, tanto se è morto, di lì non si muove. Se invece è vivo e si nasconde, avrà i suoi buoni motivi".
Il Resto del Carlino di Rovigo Est, però, rimesta nel torbido con un articolo zeppo di retroscena: "Il falso fratello", è il titolo a tutta pagina. Nel pezzo, il direttore Carlo Cavriani sostiene che non esiste alcun Carmine Carlotti. "Basta una verifica all'anagrafe di Lendinara, dove sarebbe nato il presunto fratello, per accorgersi che di lui non c'è traccia - si legge - L'anziana madre, del resto, non vuole parlare. E poi molte cose non collimano con i vecchi post di Monello Vianello, come i più arguti lettori avranno certo già capito. E' assai più interessante la versione fornitaci dalla vicina di casa di Carlotti, che preferisce restare anonima, la quale sostiene che Carmine non è il fratello, bensì l'amante del Carlotti stesso. Credo che su questo si debba fare luce". Scontata la contro replica dell'interessato, che minaccia querele: "Pezzi di imbecilli, se vi foste informati, sapreste che sono nato a Caltanissetta, perchè mia madre mi ha partorito in vacanza. Vi trascinerò in catene davanti a un tribunale". Il prestigioso quotidiano precisa di non avere potuto verificare i dati: "L'impiegato preposto ci ha informati che,alla mezzanotte dell'ultimo dell'anno, come per magia tutto l'archivio anagrafico cartaceo è stato convertito in alfabeto ge'ez. Il Comune ha così dovuto assumere un consulente esterno, esperto in antiche lingue semitiche, per tradurre tutti i documenti. Attualmente sarebbe arrivato a metà della lettera A".
Parole accorate e calibrate, quelle di Carmine Carlotti (nella foto), fratello di Jacopo, l'opinionista della Voce, recentemente scomparso in seguito al bombardamento della sede di Eurobic II, il consorzio di cui era stato nominato presidente. Mentre a distanza di giorni non esiste ancora una verità ufficiale, i due lati della città divisa si scambiano accuse: Azzalingrado incolpa la Cia e le forze reazionarie di Rovigo Ovest, mentre sul lato occidentale affermano che la giunta socialista del quadrante orientale ha inteso eliminare un uomo scomodo. Ma del corpo di Jacopo Carlotti non v'è traccia, mentre i parenti si struggono in inutili interrogativi. "Abbiamo inutilmente chiesto di partecipare alle squadre che stanno rimuovendo le macerie dell'edificio, per aiutarle a ritrovare la salma del nostro compianto. A noi risulta che facesse le ore piccole in ufficio, quindi è probabile che sia rimasto ucciso nel crollo. Di certo non avremo pace finchè non sapremo la verità".
Il lider della giunta rivoluzionaria, Graziano Azzalin, promette che sarà fatta verità: "I miei rapporti con Jacopo Carlotti non erano buonissimi, ma non dimentico che è stato un maestro per molti di noi - afferma enigmaticamente - I parenti portino pazienza, tanto se è morto, di lì non si muove. Se invece è vivo e si nasconde, avrà i suoi buoni motivi".
Il Resto del Carlino di Rovigo Est, però, rimesta nel torbido con un articolo zeppo di retroscena: "Il falso fratello", è il titolo a tutta pagina. Nel pezzo, il direttore Carlo Cavriani sostiene che non esiste alcun Carmine Carlotti. "Basta una verifica all'anagrafe di Lendinara, dove sarebbe nato il presunto fratello, per accorgersi che di lui non c'è traccia - si legge - L'anziana madre, del resto, non vuole parlare. E poi molte cose non collimano con i vecchi post di Monello Vianello, come i più arguti lettori avranno certo già capito. E' assai più interessante la versione fornitaci dalla vicina di casa di Carlotti, che preferisce restare anonima, la quale sostiene che Carmine non è il fratello, bensì l'amante del Carlotti stesso. Credo che su questo si debba fare luce". Scontata la contro replica dell'interessato, che minaccia querele: "Pezzi di imbecilli, se vi foste informati, sapreste che sono nato a Caltanissetta, perchè mia madre mi ha partorito in vacanza. Vi trascinerò in catene davanti a un tribunale". Il prestigioso quotidiano precisa di non avere potuto verificare i dati: "L'impiegato preposto ci ha informati che,alla mezzanotte dell'ultimo dell'anno, come per magia tutto l'archivio anagrafico cartaceo è stato convertito in alfabeto ge'ez. Il Comune ha così dovuto assumere un consulente esterno, esperto in antiche lingue semitiche, per tradurre tutti i documenti. Attualmente sarebbe arrivato a metà della lettera A".
lunedì 11 gennaio 2010
Intervista a Cicciuzzo dal policlinico
Ricoverato da tempo al policlinico "Città di Rovigo Ovest", dopo il ferimento in un attentato durante una manifestazione pacifica, l'attore hard Cicciuzzo Sconciaforni ha accettato di farsi intervistare dal nostro collaboratore Asbesto Minzolini, raccontandoci la sua dura convalescenza.
Maestro, come va?
Benissimo. Potrebbero già dimettermi e liberare posto per qualche anziano bisognoso di cure urgenti, ma siccome pago la retta vip, ho deciso di rimanere a curarmi un altro po'. Qui è pieno di infermiere fighe che fanno la fila per visitarmi e la pappa è abbondante e saporita. Quando ho sete, basta suonare un campanello ed Elvira, la mia infermiera personale, accorre versandosi addosso una bottiglia di champagne, che suggo direttamente dai suoi erotici piedi. Gli infermieri poi adorano il mio raffinato senso dell'umorismo. Quando mi prendono la temperatura, sfodero sempre la mia classica battuta: "Tesoro, non ce l'hai un termometro più grande?"
Ha perdonato il suo aggressore?
Non gli porto rancore per il suo gesto, ma esorto le forze dell'ordine a trovarlo e portarlo al mio cospetto. Tra l'altro, si è saputo chi è stato?
No, Maestro. La dittatura comunista di Azzalingrado probabilmente lo copre. Ma mi dica, ha sofferto molto?
Mai come durante l'interpretazione del mio primo porno sadomaso gay ambientato in una caserma. Ma la sofferenza a volte è un passaggio obbligatorio nel cammino che porta alla felicità. Sa che sto pensando a un nuovo film erotico a sfondo ospedaliero?
Bellissima idea, Maestro. Speriamo riprenda i fasti de "La cittadella sanitaria dell'amore". Ma il caso di malasanità di cui si è parlato sui giornali?
Qui voglio spendere una parola in difesa del dottor Fannuti, ingiustamente accusato. Quel tubo di gomma del diametro di sette centimetri ritrovato nel mio corpo è entrato volontariamente durante una serata allegra. Festeggiavamo il compleanno di Amanda, la caporeparto e... non sto a raccontarle. Comunque non c'entra nulla con l'operazione chirurgica.
Tutto il mondo non fa che parlare della crisi creativa di Monello Vianello. Ha consigli da dare a questo umorista ormai fallito, Maestro?
Anche io anni fa ebbi una crisi di ispirazione. Io al suo posto mi rilasserei e mi dedicherei a fare tutte quelle cose per cui non si trova mai tempo. Sa cosa feci io? Andai al pattinodromo a guardare sugli spalti le ragazzine piroettare sul ghiaccio. Un'intera serata. Fu meravigloso. Specie quando inizia a toccarmi attraverso i pantaloni. Del resto, l'ispirazione non si può comandare. Come dicevo in quel film con la partner impaziente: "Bella, quando viene, viene".
Maestro, come va?
Benissimo. Potrebbero già dimettermi e liberare posto per qualche anziano bisognoso di cure urgenti, ma siccome pago la retta vip, ho deciso di rimanere a curarmi un altro po'. Qui è pieno di infermiere fighe che fanno la fila per visitarmi e la pappa è abbondante e saporita. Quando ho sete, basta suonare un campanello ed Elvira, la mia infermiera personale, accorre versandosi addosso una bottiglia di champagne, che suggo direttamente dai suoi erotici piedi. Gli infermieri poi adorano il mio raffinato senso dell'umorismo. Quando mi prendono la temperatura, sfodero sempre la mia classica battuta: "Tesoro, non ce l'hai un termometro più grande?"
Ha perdonato il suo aggressore?
Non gli porto rancore per il suo gesto, ma esorto le forze dell'ordine a trovarlo e portarlo al mio cospetto. Tra l'altro, si è saputo chi è stato?
No, Maestro. La dittatura comunista di Azzalingrado probabilmente lo copre. Ma mi dica, ha sofferto molto?
Mai come durante l'interpretazione del mio primo porno sadomaso gay ambientato in una caserma. Ma la sofferenza a volte è un passaggio obbligatorio nel cammino che porta alla felicità. Sa che sto pensando a un nuovo film erotico a sfondo ospedaliero?
Bellissima idea, Maestro. Speriamo riprenda i fasti de "La cittadella sanitaria dell'amore". Ma il caso di malasanità di cui si è parlato sui giornali?
Qui voglio spendere una parola in difesa del dottor Fannuti, ingiustamente accusato. Quel tubo di gomma del diametro di sette centimetri ritrovato nel mio corpo è entrato volontariamente durante una serata allegra. Festeggiavamo il compleanno di Amanda, la caporeparto e... non sto a raccontarle. Comunque non c'entra nulla con l'operazione chirurgica.
Tutto il mondo non fa che parlare della crisi creativa di Monello Vianello. Ha consigli da dare a questo umorista ormai fallito, Maestro?
Anche io anni fa ebbi una crisi di ispirazione. Io al suo posto mi rilasserei e mi dedicherei a fare tutte quelle cose per cui non si trova mai tempo. Sa cosa feci io? Andai al pattinodromo a guardare sugli spalti le ragazzine piroettare sul ghiaccio. Un'intera serata. Fu meravigloso. Specie quando inizia a toccarmi attraverso i pantaloni. Del resto, l'ispirazione non si può comandare. Come dicevo in quel film con la partner impaziente: "Bella, quando viene, viene".
domenica 3 gennaio 2010
Romanzo Pulp - The End
Riassunto della puntata precedente. L'Italia è molto cambiata. Il clima politico è diventato più civile da quando l'ultracentenario Silvio Berlusconi è divenuto presidente della Repubblica e il figlio di Bossi, Renzo, è stato nominato alla guida dell'immensa colonia mineraria chiamata Africa. Ma i bravi cittadini temono l'imminente fine del mondo, dopo la scomparsa della Sicilia. A nulla valgono le rassicurazioni del Governo ("Si è trattato solo di un'immensa esplosione atomica"). Solo il Capo dello Stato, nel suo discorso di fine anno, può infondere ottimismo e buonumore, scongiurando un drammatico calo dei consensi e dei consumi.
Squillò il telefonino. Il presidente della Repubblica bestemmiò. Aveva pochissimi minuti prima della diretta televisiva internazione. Doveva concentrarsi, prepararsi a leggere un messaggio rassicurante, che incitasse i suoi concittadini a sperare in un futuro migliore.
"Chi è che disturba?", chiese stizzito. Era Bersani, il nome non se lo ricordava nessuno. Era stato il leader di un altro partito, fino a qualche decennio prima. Poi il clima era cambiato. L'idea sola che ci fossero due partiti in lizza trasmetteva agli italiani l'idea di uno scontro, che fomentava la violenza. Nacque l'"Accordo 2-Ber", con cui si decise di non presentare più una pluralità di partiti, nè di candidati, al fine di evitare le tensioni che avevano portato ai numerosi attentati orditi contro il capo dello Stato. Una commissione medica indipendente, nominata dal Governo, fu incaricata di certificare l'insanità mentale del leader politico Antonio Di Pietro, che fu rinchiuso in una clinica psichiatrica, dove non ebbe più la possibilità di fare del male agli altri o a se stesso. Ma appena due anni prima era stato liberato, con uno spettacolare attentato ordito dalle Brigate Mike Bongiorno. Ora il pazzo era in libertà.
"Presidente?", gracchiò Bersani, con la sua voce catarrosa da vecchio rachitico, incallito fumatore di sigari. "Lasciami in pace, Gigi. Sto scrivendo il mio discorso di fine anno". "Ma quale fine anno? siamo già al primo gennaio". "Eh, se nessuno mi rompeva il cazzo io il discorso l'avevo già finito, dioporco", escalmò il presidente. "Ma è vera questa storia della fine del mondo?", chiese l'altro. "Ma sai, pare di sì. Ma anche fosse? Non possiamo provocare una flessione dei consumi solo perchè dopodomani finisce il mondo. Bisogna comunque fare un'iniezione di ottimismo. Ne parlavo ieri sera con Ivana Stuntnik, la presidente della Confindustria, mentre le venivo in faccia". "Ma alla tua età ancora queste cose fai?", rise Gigi. Poi iniziò a scatarrare e non riuscì più a parlare. "Prima di morire, metti giù, che mi lasci aperta la linea e non riescono più a richiamarmi", borbottò il presidente. Riattaccò. Berlusconi tentò di rimettersi al lavoro, ma fu interrotto nuovamente dall'ingresso di una delle sue ottocentoventisettemila guardie del corpo, una tettona vichinga di nome Helga. "Cazzo vuoi, Helga? C'è una sommossa popolare? Distribuite buoni acquisti per il negozio di elettrodomestici del centro commerciale". Helga si mise sull'attenti, facendo ondeggiare su e giù le tette taglia ottava. "Signor presidente, abbiamo notizie di una minaccia nei suoi confronti ad opera delle Brigate Mike Bongiorno. Abbiamo fatto sigillare ermeticamente il palazzo. Avremo aria per due settimane, ma se sarà necessario noi tutti ci strangoleremo da soli pur di lasciare ossigeno a sufficienza per lei.
"Helga, Helga - sorrise l'anziano Berlusconi - Le misure di sicurezza sono il top del top e voi guardie del corpo clonate servite solo a dilettare le mie notti con la vostra carnalità e farmi fare bella figura in giro, perchè siete delle gran fighe, detta altrimenti. Io invero non corro alcun pericolo". Questo lo credi te, disse una voce da chissà dove. "Dove?", dissero all'unisono Helga e il Capo dello Stato. Indovina, rispose la voce. "E' lei che ha parlato?", chiese Helga, guardando con orrore il presidente. Lui balbettò, perchè aveva capito da dove veniva la voce: dal suo stomaco. Proprio così, ero nel pollo che hai mangiato a pranzo - disse la voce - Gli scienziati delle brigate vi avevano introdotto una spora mutante realizzata con il Dna di Mike Bongiorno. Ora sto germinando e a breve sarò abbastanza grosso da farti male. Il presidente si sedette con dignità e disse: "Dopo la mattonata in faccia di quella volta, questo è l'attentato più folle che mi abbiano mai fatto. Ebbene, so riconoscere la fantasia: avete vinto voi". Poi una specie di enorme larva di mosca con la faccia di Mike Bongiorno sfondò il ventre del presidente e, tra schizzi di sangue e budella lacerate, saltò fuori sbisciolando da tutte le parti. Helga tentò di reagire. Ma questa è un'altra storia.
Squillò il telefonino. Il presidente della Repubblica bestemmiò. Aveva pochissimi minuti prima della diretta televisiva internazione. Doveva concentrarsi, prepararsi a leggere un messaggio rassicurante, che incitasse i suoi concittadini a sperare in un futuro migliore.
"Chi è che disturba?", chiese stizzito. Era Bersani, il nome non se lo ricordava nessuno. Era stato il leader di un altro partito, fino a qualche decennio prima. Poi il clima era cambiato. L'idea sola che ci fossero due partiti in lizza trasmetteva agli italiani l'idea di uno scontro, che fomentava la violenza. Nacque l'"Accordo 2-Ber", con cui si decise di non presentare più una pluralità di partiti, nè di candidati, al fine di evitare le tensioni che avevano portato ai numerosi attentati orditi contro il capo dello Stato. Una commissione medica indipendente, nominata dal Governo, fu incaricata di certificare l'insanità mentale del leader politico Antonio Di Pietro, che fu rinchiuso in una clinica psichiatrica, dove non ebbe più la possibilità di fare del male agli altri o a se stesso. Ma appena due anni prima era stato liberato, con uno spettacolare attentato ordito dalle Brigate Mike Bongiorno. Ora il pazzo era in libertà.
"Presidente?", gracchiò Bersani, con la sua voce catarrosa da vecchio rachitico, incallito fumatore di sigari. "Lasciami in pace, Gigi. Sto scrivendo il mio discorso di fine anno". "Ma quale fine anno? siamo già al primo gennaio". "Eh, se nessuno mi rompeva il cazzo io il discorso l'avevo già finito, dioporco", escalmò il presidente. "Ma è vera questa storia della fine del mondo?", chiese l'altro. "Ma sai, pare di sì. Ma anche fosse? Non possiamo provocare una flessione dei consumi solo perchè dopodomani finisce il mondo. Bisogna comunque fare un'iniezione di ottimismo. Ne parlavo ieri sera con Ivana Stuntnik, la presidente della Confindustria, mentre le venivo in faccia". "Ma alla tua età ancora queste cose fai?", rise Gigi. Poi iniziò a scatarrare e non riuscì più a parlare. "Prima di morire, metti giù, che mi lasci aperta la linea e non riescono più a richiamarmi", borbottò il presidente. Riattaccò. Berlusconi tentò di rimettersi al lavoro, ma fu interrotto nuovamente dall'ingresso di una delle sue ottocentoventisettemila guardie del corpo, una tettona vichinga di nome Helga. "Cazzo vuoi, Helga? C'è una sommossa popolare? Distribuite buoni acquisti per il negozio di elettrodomestici del centro commerciale". Helga si mise sull'attenti, facendo ondeggiare su e giù le tette taglia ottava. "Signor presidente, abbiamo notizie di una minaccia nei suoi confronti ad opera delle Brigate Mike Bongiorno. Abbiamo fatto sigillare ermeticamente il palazzo. Avremo aria per due settimane, ma se sarà necessario noi tutti ci strangoleremo da soli pur di lasciare ossigeno a sufficienza per lei.
"Helga, Helga - sorrise l'anziano Berlusconi - Le misure di sicurezza sono il top del top e voi guardie del corpo clonate servite solo a dilettare le mie notti con la vostra carnalità e farmi fare bella figura in giro, perchè siete delle gran fighe, detta altrimenti. Io invero non corro alcun pericolo". Questo lo credi te, disse una voce da chissà dove. "Dove?", dissero all'unisono Helga e il Capo dello Stato. Indovina, rispose la voce. "E' lei che ha parlato?", chiese Helga, guardando con orrore il presidente. Lui balbettò, perchè aveva capito da dove veniva la voce: dal suo stomaco. Proprio così, ero nel pollo che hai mangiato a pranzo - disse la voce - Gli scienziati delle brigate vi avevano introdotto una spora mutante realizzata con il Dna di Mike Bongiorno. Ora sto germinando e a breve sarò abbastanza grosso da farti male. Il presidente si sedette con dignità e disse: "Dopo la mattonata in faccia di quella volta, questo è l'attentato più folle che mi abbiano mai fatto. Ebbene, so riconoscere la fantasia: avete vinto voi". Poi una specie di enorme larva di mosca con la faccia di Mike Bongiorno sfondò il ventre del presidente e, tra schizzi di sangue e budella lacerate, saltò fuori sbisciolando da tutte le parti. Helga tentò di reagire. Ma questa è un'altra storia.
sabato 2 gennaio 2010
Romanzo Pulp - Postfazione
E così il mondo stava per finire. La notizia non era ancora ufficiale, ma da giorni correva voce che sarebbe stata annunciata dal presidente della Repubblica nel discorso di fine anno.
Sette giorni prima, non si erano più avuto notizie della Micronesia, poi era scomparsa la prima isola europea: la Sicilia. Qualcuno aveva sostenuto che la regione italiana era stata inghiottita dal mare, a causa di tre fenomeni concomitanti: l'innalzamento del livello del mare, il bradisismo causato dalle massicce estrazioni abusive di gas naturale e petrolio, l'mprovviso scivolamento di una faglia tettonica durante un'eruzione dell'Etna. Il Governo aveva poi rassicurato tutti: non si era trattato di un cataclisma, ma di un errore durante il trasporto di alcune testate nucleari stoccate nella base di Sigonella, che aveva dato vita a una reazione a catena. "Nessuna fine del mondo o altre fandonie messe in giro dagli ambientalisti - aveva dichiarato il presidente del Consiglio, Maurizio Ferro Jr.- E voglio rassicurare tutti: il ponte sullo stretto di Messina si farà comunque". Ma, si sa, gli italiani si fidavano poco dei loro governanti. Così si attendeva che il presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi, dipanasse le nebbie del dubbio con il suo discorso di fine anno.
Ormai ultracentenario, Berlusconi portava sul volto e sul corpo i segni della fatica e delle sofferenze, ma negli occhi gli brillava ancora la fierezza furfantesca di un tempo. Avevano provato a eliminarlo in tutti i modi, ma alla fine l'amore aveva vinto sempre. Con l'ingegneria genetica gli avevano riattaccato il braccio mozzatogli da una escort kamikaze, che aveva provocato una orrenda strage durante un'orgia in una beauty farm. Un attentato condannato duramente dalla Cei. Sempre i prodigi della scienza avevano reso possibile salvare la vita del premier, dopo l'attentato più sconcertante, quello ordito con una P38 da Daniele Capezzone, il suo servo più fedele, che aveva rivelato: "Sono entrato nel Pdl solo per potermi avvicinare abbastanza da attentare alla sua vita". La reintroduzione della garrota aveva posto un argine alle polemiche e aperto la strada della presidenza della Repubblica. Ora l'Italia era un paese felice. I negri erano stati rispediti in Africa e l'Africa era stata recintata da un lungo muro fatto di scorie radioattive e all'interno del territorio africano erano stati deposti tutti i governi democraticamente eletti, instaurando un unico governo centrale guidato da Renzo Bossi. Suo il compito di liberare le colonie dagli autoctoni per ripopolarle di schiavi cinesi, che avrebbero estratto ogni grammo di oro, argento, carbone e uranio dal ricco suolo, rapato come la testa di un naziskin le foreste tropicali e ovviamente costruito villaggi turistici in cui offrire negrette minorenni a turisti pedofili occidentali. Dopo gli anni delle guerre sanguinose, finalmente il mondo aveva trovato un suo equilibrio. Ma un'eventuale fine del mondo avrebbe compromesso seriamente la popolarità del presidente.
venerdì 1 gennaio 2010
Il discorso di fine anno di Azzalin
Con la fine del 2009, non poteva mancare il discorso di fine anno del leader di Azzalingrado, Graziano Azzalin. Sollecitato dal nostro collaboratore Ubaldo Lionello, il capo della giunta rivoluzionaria socialista ci ha inviato queste poche righe di riflessioni per l'anno nuovo. Buon 2010.
In queste prime settimane di governo rivoluzionario si è sviluppato un forte spirito internazionalista che ha le sue radici nel numeroso contingente di polesani che parteciparono alla lotta antifascista del popolo spagnolo (riconosciuta addirittura da una mostra nel settore occidentale all’Archivio di Stato) ed ha fatto sue le migliori tradizioni del movimento operaio mondiale.
Alcuni si chiederanno com'è possibile che una piccola città con poche risorse, possa svolgere un compito di questa importanza in settori così decisivi come l'educazione e la sanità, senza i quali non si concepisce la società attuale. L'essere umano ha creato beni e servizi indispensabili da quando vive in società e questa si è sviluppata dalle forme più elementari a quelle più avanzate nello spazio di molte migliaia di anni. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è stato l'inseparabile compagno di questo sviluppo come tutti sappiamo o dovremmo sapere. Le differenze nel modo di percepire questa realtà dipendevano sempre dal luogo che ognuno occupava nella società: si vedeva come un fatto naturale e l'immensa maggioranza non prese mai coscienza di questo.
Con l'auge del capitalismo in Inghilterra, che andava all'avanguardia con gli Stati Uniti e altri paesi dell'Europa, nel mondo dominato già dal colonialismo e dall'espansionismo, un grande pensatore e studioso della storia e dell'economia, Karl Marx, partendo dalle idee dei più prestigiosi filosofi ed economisti tedeschi ed inglesi dell'epoca - tra i quali Hegel, Adam Smith e David Ricardo - con i quali non era d'accordo, elaborò, scrisse e pubblicò le sue idee sulle relazioni tra produzione e scambi nel capitalismo, nel 1859, con il titolo "Contributo alla critica dell'economia politica". Nel 1867 continuò a divulgare il suo pensiero con il primo tomo della sua
opera principale, che lo reso famoso, "Il Capitale". La maggior parte del suo esteso libro, partendo da note e appunti suoi, fu editata da Engels, che condivideva le sue idee e come un profeta diffuse la sua opera, dopo la morte di Marx, avvenuta nel 1883. Quanto pubblicato dallo stesso Marx costituisce l'analisi più seria mai scritta sulla società di classe, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Nacque così il marxismo, che è stato fondamenta dei partiti e dei movimenti rivoluzionari che proclamavano il socialismo come obiettivo, tra i quali si contavano tutti i partiti social-democratici che con lo scoppio della prima guerra mondiale tradirono la consegna inalberata da Marx e da Engels nel Manifesto Comunista, pubblicato per la prima volta nel 1848: "Proletari di tutto il mondo unitevi!"
Una delle verità che il grande pensatore esprimeva testualmente e in forma semplice è: "Nella produzione sociale della loro vita, gli uomini stabiliscono determinate relazioni necessarie e indipendenti dalla loro volontà, relazioni di produzione che corrispondono a una fase determinata dello sviluppo delle forze produttive materiali. Non è la coscienza dell'uomo quello che determina il suo essere, ma, al contrario, è l'essere sociale che determina la sua coscienza. Giungendo ad una fase determinata dello sviluppo, le forze produttive materiali della società, entrano in contraddizione con le relazioni di produzioni esistenti. Con forme di sviluppo delle forze produttive, queste relazioni divengono i loro impedimenti e si apre un'epoca di rivoluzione sociale. Nessuna formazione sociale scompare prima che si sviluppino le forze produttive che ne fanno parte e mai appaiono nuove e più elevate reazioni di produzione, prima che le condizioni materiali della sua esistenza abbiano maturato nella propria e stessa antica società”. Io non posso spiegare con altre parole questi concetti chiari e precisi espressi da Marx.
Lenin, continuatore profondo del pensiero dialettico e delle investigazioni di Marx, ha scritto due opere fondamentali: "Stato e rivoluzione" e "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo". Le ideedi Marx poste in pratica reale da lui con la Rivoluzione d'Ottobre, furono ugualmente sviluppate da Mao Tse Tung e da altri leader rivoluzionari. Senza quelle idee la Rivoluzione di Azzalingrado non sarebbe scoppiata. Nell'epoca in cui il creatore del socialismo scientifico ha esposto le sue idee, la tecnologia non aveva ancora creato le armi di distruzione di massa e non esistevano il dominio aereo spaziale, lo spreco senza limiti delle energie non rinnovabili, il cambio del clima, la crisi alimentare mondiale, da condividere con una popolazione di oltre sei miliardi di persone. L'esperienza socialista di Azzalingrado ha, dunque, luogo quando il dominio imperiale si è esteso in tutta la Terra. Ad Azzalingrado, come in altri Paesi, si sta giocando la scommessa del Socialismo del XXI secolo, contro cui l'imperialismo ancora oggi invia e mantiene portaerei in tutti i mari del mondo per intervenire militarmente.
Come ha deciso Rovigo Ovest di competere con Azzalingrado? Inviando un'enorme ex pornoattore come Cicciuzzo Sconciaforni, che sostiene di lavorare per portare felicità a chi incontra. Un numero di persone possono essere aiutate, ma si è molto lontani dal risolvere i problemi della città. Quella nostra città che ha dimostrato che può resistere a tutte le pressioni e aiutare gli altri popoli. Possono forse a Rovigo Ovest emulare Azzalingrado? Useremo la ricerca scientifica non per fabbricare armi di distruzione di massa e sterminare vite, ma per trasmettere conoscenze ad altri popoli. Da un punto di vista economico, lo sviluppo delle intelligenze e le coscienze dei nostri concittadini, grazie alla Rivoluzione, ci permettono non solo di cooperare con i popoli che più lo necessitano, senza costi di sorta per loro, ma anche di esportare servizi specializzati includendo, quelli della salute a Paesi con risorse maggiori di quelle della nostra Patria. Su questo terreno Rovigo Ovest non potrà mai competere con Azzalingrado. La nostra piccola città resisterà!
In queste prime settimane di governo rivoluzionario si è sviluppato un forte spirito internazionalista che ha le sue radici nel numeroso contingente di polesani che parteciparono alla lotta antifascista del popolo spagnolo (riconosciuta addirittura da una mostra nel settore occidentale all’Archivio di Stato) ed ha fatto sue le migliori tradizioni del movimento operaio mondiale.
Alcuni si chiederanno com'è possibile che una piccola città con poche risorse, possa svolgere un compito di questa importanza in settori così decisivi come l'educazione e la sanità, senza i quali non si concepisce la società attuale. L'essere umano ha creato beni e servizi indispensabili da quando vive in società e questa si è sviluppata dalle forme più elementari a quelle più avanzate nello spazio di molte migliaia di anni. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è stato l'inseparabile compagno di questo sviluppo come tutti sappiamo o dovremmo sapere. Le differenze nel modo di percepire questa realtà dipendevano sempre dal luogo che ognuno occupava nella società: si vedeva come un fatto naturale e l'immensa maggioranza non prese mai coscienza di questo.
Con l'auge del capitalismo in Inghilterra, che andava all'avanguardia con gli Stati Uniti e altri paesi dell'Europa, nel mondo dominato già dal colonialismo e dall'espansionismo, un grande pensatore e studioso della storia e dell'economia, Karl Marx, partendo dalle idee dei più prestigiosi filosofi ed economisti tedeschi ed inglesi dell'epoca - tra i quali Hegel, Adam Smith e David Ricardo - con i quali non era d'accordo, elaborò, scrisse e pubblicò le sue idee sulle relazioni tra produzione e scambi nel capitalismo, nel 1859, con il titolo "Contributo alla critica dell'economia politica". Nel 1867 continuò a divulgare il suo pensiero con il primo tomo della sua
opera principale, che lo reso famoso, "Il Capitale". La maggior parte del suo esteso libro, partendo da note e appunti suoi, fu editata da Engels, che condivideva le sue idee e come un profeta diffuse la sua opera, dopo la morte di Marx, avvenuta nel 1883. Quanto pubblicato dallo stesso Marx costituisce l'analisi più seria mai scritta sulla società di classe, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Nacque così il marxismo, che è stato fondamenta dei partiti e dei movimenti rivoluzionari che proclamavano il socialismo come obiettivo, tra i quali si contavano tutti i partiti social-democratici che con lo scoppio della prima guerra mondiale tradirono la consegna inalberata da Marx e da Engels nel Manifesto Comunista, pubblicato per la prima volta nel 1848: "Proletari di tutto il mondo unitevi!"
Una delle verità che il grande pensatore esprimeva testualmente e in forma semplice è: "Nella produzione sociale della loro vita, gli uomini stabiliscono determinate relazioni necessarie e indipendenti dalla loro volontà, relazioni di produzione che corrispondono a una fase determinata dello sviluppo delle forze produttive materiali. Non è la coscienza dell'uomo quello che determina il suo essere, ma, al contrario, è l'essere sociale che determina la sua coscienza. Giungendo ad una fase determinata dello sviluppo, le forze produttive materiali della società, entrano in contraddizione con le relazioni di produzioni esistenti. Con forme di sviluppo delle forze produttive, queste relazioni divengono i loro impedimenti e si apre un'epoca di rivoluzione sociale. Nessuna formazione sociale scompare prima che si sviluppino le forze produttive che ne fanno parte e mai appaiono nuove e più elevate reazioni di produzione, prima che le condizioni materiali della sua esistenza abbiano maturato nella propria e stessa antica società”. Io non posso spiegare con altre parole questi concetti chiari e precisi espressi da Marx.
Lenin, continuatore profondo del pensiero dialettico e delle investigazioni di Marx, ha scritto due opere fondamentali: "Stato e rivoluzione" e "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo". Le ideedi Marx poste in pratica reale da lui con la Rivoluzione d'Ottobre, furono ugualmente sviluppate da Mao Tse Tung e da altri leader rivoluzionari. Senza quelle idee la Rivoluzione di Azzalingrado non sarebbe scoppiata. Nell'epoca in cui il creatore del socialismo scientifico ha esposto le sue idee, la tecnologia non aveva ancora creato le armi di distruzione di massa e non esistevano il dominio aereo spaziale, lo spreco senza limiti delle energie non rinnovabili, il cambio del clima, la crisi alimentare mondiale, da condividere con una popolazione di oltre sei miliardi di persone. L'esperienza socialista di Azzalingrado ha, dunque, luogo quando il dominio imperiale si è esteso in tutta la Terra. Ad Azzalingrado, come in altri Paesi, si sta giocando la scommessa del Socialismo del XXI secolo, contro cui l'imperialismo ancora oggi invia e mantiene portaerei in tutti i mari del mondo per intervenire militarmente.
Come ha deciso Rovigo Ovest di competere con Azzalingrado? Inviando un'enorme ex pornoattore come Cicciuzzo Sconciaforni, che sostiene di lavorare per portare felicità a chi incontra. Un numero di persone possono essere aiutate, ma si è molto lontani dal risolvere i problemi della città. Quella nostra città che ha dimostrato che può resistere a tutte le pressioni e aiutare gli altri popoli. Possono forse a Rovigo Ovest emulare Azzalingrado? Useremo la ricerca scientifica non per fabbricare armi di distruzione di massa e sterminare vite, ma per trasmettere conoscenze ad altri popoli. Da un punto di vista economico, lo sviluppo delle intelligenze e le coscienze dei nostri concittadini, grazie alla Rivoluzione, ci permettono non solo di cooperare con i popoli che più lo necessitano, senza costi di sorta per loro, ma anche di esportare servizi specializzati includendo, quelli della salute a Paesi con risorse maggiori di quelle della nostra Patria. Su questo terreno Rovigo Ovest non potrà mai competere con Azzalingrado. La nostra piccola città resisterà!
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