Nella guerra ormai dichiarata tra lo Stato di Israele e il pornodivo Cicciuzzo Sconciaforni ora spuntano anche i videotape segreti.
Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tenuto un'affollata conferenza stampa per attaccare nuovamente il pornoattore polesano: il Mossad sarebbe infatti venuto in possesso di un film di Cicciuzzo girato negli anni Novanta e proiettato in pochi cinema d'essai, per poi essere ritirato dal commercio proprio per evitare una bufera geopolitica.
La pellicola, intitolata "Il Sionanista", era un maldestro omaggio di Cicciuzzo alle vicende mediorientali. L'attore vi interpretava Lexie Dirtyovens un ebreo britannico giunto in Israele per conoscere la terra promessa e ossessionato dall'idea di riconciliare i nuovi arrivati con la popolazione araba autoctona. Lexie incontrerà la presidente Golda Meir, interpretata dalla matura attrice Margareth Bigfellow, che cercherà di addolcire dapprima con galanteria british, poi con l'esperienza maturata in decenni di vita da scapolo ancora piacente. Grazie a questa esperienza, Golda scoprirà che l'amore può essere una passione ben più squassante dell'odio e delle guerra e in un finale fantapolitico fonderà un unico stato dove religioni, culture e ceti diversi potranno convivere in armonia.
"C'è una cosa che piace a tutte le donne e c'è una cosa che piace a tutti gli uomini di ogni razza e credo - dichiarerà in un commovente discorso nella Gerusalemme riunificata - Come noi donne abbiamo bisogno degli uomini per avere questa cosa, così gli uomini hanno bisogno di noi donne per avere ciò che desiderano. E questo è desiderio è tanto forte, tanto stravolgente, che davvero rende ridicole e assurde le barriere di razza, religione e ceto sociale che ci dividono. Questo è ciò che ho imparato nei quindici giorni in cui ho frequentato Lexie. Lui è il nostro nuovo David Ben Gurion. Da qui inizia un'era di pace in medio Oriente".
Vedere uno dei più importanti primi ministri israeliani venire sbattuta a pecorina dal grasso pornoattore polesano non è piaciuto alla comunità ebraica internazionale, che negli anni Novanta aveva chiesto il ritiro della pellicola, peraltro già abbondantemente censurata (ad esempio, è stato tagliato un flashback su Lexie ambientato nella Germania nazista). Il film, fanno notare i critici, è un susseguirsi di spiritosaggini ingiuriose (storica la battuta di Lexie durante una cena galante con Golda Meir: "Io più che il kosher, assaggerei volentieri le tue cosce"), situazioni al limite del dileggio della cultura ebraica, come la scena in cui i due amanti sperimentano la "Posizione dell'hanukkiah", o gag di dubbio gusto, quali la performance erotica in cui Lexie imita Moshe Dayan.
A nulla valgono le scuse dell'addetta alle pubbliche relazioni di Cicciuzzo, Veronica Van Thorpe: "Quel film non voleva insultare nessuno, ma solo trattare un tema di attualità con lo stile giocoso e ironico che contraddistingue questo artista. Del resto era stato ritirato proprio per evitare di turbare la sensibilità dei nostri amici israeliani, sul cui mercato abbiamo avuto vendite record per alcune delle nostre migliori pellicole, quali "La gestapo domata" e "Sette coppie nel kibbutz", un'articolata riflessione sull'impossibilità di rispettare alla lettera il nono comandamento. Dispiace che ora si cerchi di attaccare chi, come Cicciuzzo, ha sempre amato la cultura ebraica".
Rispondendo al nostro corrispondente locale Ibrahim Penolazzi, il leader dello stato sionista si è detto "disgustato dalle patetiche giustificazioni fornite dallo staff di Cicciuzzo" e si è limitato a ribattere con un messaggio sibillino: "Il mondo sappia che l'Iran è sceso al secondo posto tra gli elementi che minacciano il nostro paese. Agiremo di conseguenza".
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