giovedì 22 luglio 2010

Marangon contro Coppola? Tutto falso!

Lo scontro tra Marangon e la Coppola? Una sceneggiata ordita dal lungimirante ex assessore non per infangare la reputazione della collega di partito, ma al contrario per aumentarne la popolarità. Sembra incredibile, ma è così. Ce lo spiega Elvis Tronchetti Provera (nella foto), caso sociale e analista politico assai noto nei principali saloon del triangolo Gavello-Magnolina-Canalazzo. L'ha incontrato il nostro collaboratore Lothar De Polzer mentre gli pisciava sotto casa. Dopo alcune schermaglie polemiche, ne è nata un'intervista che offre interessanti chiavi di lettura della politica polesana.

Non abbiamo potuto fare a meno di ascoltarla mentre parlava da solo a voce alta. Lei ribalta completamente la visione mainstream dello scontro interno al Pdl. Ci dica, ci dica.
Ordunque, mio prolisso cronista, ci tengo innanzitutto a precisare che la mia non è una teoria, bensì il frutto di un'accurata, certosina e minuziosa analisi critica. Per farla breve, mentre la superficialità della stampa continua a leggere nel conflitto Marangon-Coppola un banale scontro tra esponenti politici per la supremazia nel partito, io ho sufficienti indizi per affermare il contrario: Renzo Marangon in realtà attacca la Coppola per aumentarne il consenso.

E' invero una tesi paradossale. Come ritiene di giustificarla?

Non tenti di parlare più forbito di me. Nel merito delle prove, basti un dato di fatto: ogni invettiva di Marangon contro la Coppola porta alla Coppola stessa decine di voti in più. Nel corso dell'ultima campagna elettorale per la Regione... mi scusi.. (si vomita sui piedi, ndr.)
Dicevo: Marangon ha impostato la campagna elettorale sullo scontro frontale e polemico, con toni da litigio tra compagni di banco in seconda elementare. Il risultato è che la Coppola ha acchiappato sedicimila voti, Marangon la metà. Tenga a memoria questo dato, ne riparleremo. Lei giustamente si chiederà se ciò ha senso. Le risponderò: la gente simpatizza con chi è attaccato continuamente. Da tre lustri Silvio Berlusconi costruisce la sua fortuna politica su questo e Marangon lo sa. E sa anche che più la attacca, più le regala voti.

Ma cosa ci guadagna? Ne è forse segretamente innamorato?
Orsù, non sconfiniamo nel pettegolezzo da parrucchiera, ma atteniamoci a un'analisi politica dei fatti. Le ricordavo prima che Marangon ha incassato, mi si perdoni il termine di basso lignaggio, ben ottomila voti alle scorse elezioni. Tanto per dire, e il confronto non è peregrino, il vincitore del Pd, Graziano Azzalin, ne ha ricevuti la metà. E' logico arguire che Marangon si prepara a lasciare la leadership del Pdl alla Coppola e a fare il proprio ingresso nel Pd, dove porterebbe una valanga di voti e verrebbe quindi accolto a braccia aperte dal segretario Gabriele Frigato, con cui peraltro condivide una buona parte del percorso politico. Ciò consentirebbe a Marangon di primeggiare nel partito, a Frigato di sbarazzarsi dell'ingombrante presenza di Azzalin e al Pd di proporsi finalmente come partito di riferimento della destra moderata, in grado di dialogare con la Lega Nord e il Pdl per fare le riforme che servono al paese.

Scusi, ma gli ex Ds a questo punto cosa faranno?
Secondo informazioni fornitemi mesi fa dal mago Prisco di Pincara, alcuni ex Ds si preparano a fondare un nuovo movimento di rottura, battezzato Democratici Critici, ma la maggior parte confluirà nel Network Sinistra Intelligente. Entrambe le fazioni, tuttavia, entro l'inverno confluiranno nuovamente nel Pd, in seguito a un'asta pubblica che si terrà al mercato ittico di Scardovari. Tutto ciò non è che il preludio di un nuovo assetto politico: ormai tutti sanno che i dinosauri stanno per tornare dalla diaspora nello spazio siderale compiuta 65 milioni di anni fa. I potenti si preparano al loro ritorno: sanno che sconvolgerà gli equilibri di potere del Polesine e del mondo e non vogliono certo farsi trovare impreparati.

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