sabato 10 luglio 2010

Tragedia su tragedia

"Se la forza non basta, usare più forza". Citando un noto proverbio israeliano, il premier del paese più pacifico del mondo,Benjamin Netanyahu, ha annunciato la tragica fine degli altri uomini a bordo del Pirata Sconciaforni, lo yacht con cui il cameriere Yussef e gli altri erano fuggiti dal matrimonio gay celtico con il poeta padano Christian.
Una fine oltretutto generata da un terribile equivoco. La marina militare, secondo la versione ufficiale fornita da Tsahal, avrebbe intercettato la barca in acque internazionali, convinta che a bordo della nave vi fossero Cicciuzzo Sconciaforni e il suo equipaggio di zoccole, diretti verso la Striscia di Gaza per una controversa missione di pace. Per evitare un altro spargimento di sangue, i militari hanno deciso di affondare direttamente la nave con un siluro. Con l'esplosione il natante è stato praticamente sbriciolato e delle persone a bordo non è stato possibile raccattare nemmeno brandelli di Dna.
"Un'operazione pulita pulita - ha spiegato il primo ministro Netanyahu - A differenza dell'altra volta, con la Freedom Flottilla, questa volta abbiamo evitato le deprecabili scene di cadaveri crivellati di proiettili e cabine inondate di sangue. Ora chiediamo all'Onu una risoluzione che esprima felicitazioni per il successo dell'operazione e ci consenta di bombardare per ritorsione il paese natale di Cicciuzzo Sconciaforni, Castelletto di Branduzzo. E' colpa sua se delle persone innocenti sono morte".
Il pornoattore, del resto, non è meno affranto per le proprie responsabilità nell'accaduto: "Francamente adesso come adesso vorrei sparire dal mondo - commenta - Se non fossi stato a quel maledetto matrimonio, non avrei fatto fuggire lo sposo e ora Yussef e Christian sarebbero in luna di miele in qualche isola della Croazia o dell'Egeo. Credo che nessuno potrà mai perdonarmi per questo e ora lasciatemi stare solo con il mio dolore".
Christian, raggiunto dalla notizia della morte del compagno, ha avuto un mancamento ed è stato trasportato d'urgenza al Santa Maria della Misericordia. Il Corriere del Veneto domani uscirà con un numero speciale dedicato al collaboratore veneziano Josè Parapeiros de Parapeiras, che si trovava a bordo della nave con il marito Kwame. I due, tra l'altro, avevano appena adottato un bambino (lo vedete nella foto con i genitori), che ora verrà affidato alla sorella di Josè, Rachele. "E' un'orribile tragedia, come spiegherò al piccolo che fine hanno fatto i suoi papà?" Si interroga anche il mondo culturale rodigino: "Ma questo non era un blog umoristico?"
In serata Cicciuzzo ha diramato un ultimo comunicato stampa: "In questo momento sto meditando seriamente di ritirarmi per sempre dalla scena e cessare la mia libidinosa carriera, che ha causato la fine di tre persone innocenti. So che non basterà a ripulirmi la coscienza, ma aiuterò economicamente la signorina Rachele e finanzierò una spedizione scientifica nell'area, in accordo con il governo israeliano che fino a pochi giorni fa mi era amico, per recuperare i resti di questi poveri sciagurati e restituirli alle famiglie".

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