martedì 20 luglio 2010

Vianello Monello si fa prete

La folgorazione religiosa di Vianello Monello spinge il noto opinionista a prendere i voti come pastore protestante, entrando in servizio nella chiesa di Pongsu a Pyongyang dove, nei giorni scorsi, era stato arrestato per essersi introdotto illegalmente in Corea del Nord fingendosi Monello Vianello, allo scopo di destabilizzare la repubblica socialista asiatica.
“Solo il fatto che io diventi ministro della fede dimostra come la Repubblica Popolare garantisca la libertà religiosa – dice sognante Vianello Monello – è stato bellissimo entrare nel tempio di Pongsu e vedere tanti credenti, un coro che cantava gli inni, e tutti conoscevano la parola del Signore. Comunità analoghe sono presenti in tutto il paese: compiono i propri riti, pregano e predicano la parola della Bibbia e di Cristo. Il popolo gode della più assoluta
libertà per quanto concerne le questioni di fede, dottrina, e pratica religiosa in quanto essa è garantita sempre, a chiunque e ovunque dal governo guidato dalla grande idea Juche”.
E lancia un appello alla sua compagna, l’ex pornostar Gesualda Laputtana che, abbandonati i set hard, si è impiegata come agente della Cia e, d’accordo con Vianello Monello, ha contribuito ad alimentare strategie per alzare la tensione tra Seul e Pyongyang, allo scopo di mettere in difficoltà il Caro Leader Kim Jong Il.
“Gesualda, ravvediti! – afferma commosso Vianello Monello - Ciò che ho visto e sentito mi ha convinto di aver avuto opinioni errate. Mi pento di ciò che ho fatto, spinto dalla falsa propaganda occidentale. Mi sono sentito shoccato, imbarazzato e pieno di vergogna. In questo paese i diritti umani sono rispettati e, facendomi sentire amato, i suoi cittadini mi hanno mostrato molto di più dei semplici diritti umani. Mi hanno mostrato grazia: per questo mi pento e chiedo perdono alla Repubblica Democratica Popolare di Corea della mia completa ignoranza ed incomprensione della verità su questo paese e del mio comportamento illegale e criminale. Spinto dal desiderio di redimere il crimine commesso contro il governo della Repubblica Popolare, farò ogni sforzo per condividere la mia esperienza con coloro che si trovano nell’ignoranza per chiarire la loro visione della Repubblica Popolare stessa. Per questo, mi rivolgo in primis a te, ma anche a Cicciuzzo Sconciaforni con cui non intendo portare avanti ulteriormente una puerile rivalità. Siamo tutti fratelli in Cristo, primo martire a testimonianza del socialismo”.

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