giovedì 8 luglio 2010

Vianello Monello, dichiarazioni da Pyongyang

A pochi giorni dall’arresto avvenuto a Pyongyang per essersi introdotto illegalmente in Corea del Nord sfruttando la somiglianza con Monello Vianello, Vianello Monello (nella foto) rilascia le prime dichiarazioni affermando di avere compiuto azioni illegali perché influenzato dalla propaganda occidentale.
Il noto opinionista del Corriere del Veneto ha rilasciato le proprie opinioni alla Kcna, agenzia ufficiale della repubblica popolare asiatica. “Sono stato spinto a queste azioni sconsiderate a causa della propaganda occidentale che offusca e altera l’immagine della Dprk – spiega l’opinionista – anche la mia collaborazione alla sceneggiatura di un film su Kim Jong Il era pensata per ottenere una pellicola che lo screditasse e avere con l’inganno un potente alleato nella lotta contro Cicciuzzo Sconciaforni. L’Occidente è invaso da documentari dai titoli inquietanti centrati in particolare su inesistenti abusi e violazioni dei diritti umani, uccisioni di massa e intollerabili persecuzioni che offrono un’immagine del tutto distorta della Repubblica Democratica Popolare di Corea”.
Il dato assolutamente incomprensibile è che questa constatazione avrebbe portato Vianello Monello a una folgorazione religiosa verso il cristianesimo, impensabile per un uomo conservatore e massone.
“Vedendo che la realtà confutava le menzogne della propaganda occidentale, mi sono trovato spiazzato e confuso – spiega – la mia risposta iniziale è stata pregare con crescente devozione. Quando poi ho varcato le soglie del carcere, temevo di essere maltrattato se non, addirittura, di essere liquidato con una fucilata,  accecato com’ero dalla propaganda americana”.
E invece il comportamento dei poliziotti lo avrebbe convinto una volta di più del contrario. “Tutti mi hanno trattato con gentilezza e civiltà, proteggendo i mie diritti. Queste persone sono incredibilmente cortesi e generose”.
Proprio qui sarebbe scattata la conversione. “Mi ha causato un vero shock il fatto che nella Repubblica democratica popolare di Corea la libertà religiosa sia pienamente assicurata – continua Vianello Monello -
pensavo che qui l’atto stesso del pregare fosse impossibile, data la soppressione della religione. Infatti nessuno considera la preghiera una pratica bizzarra o si permette di disturbarla: al contrario ogni giorno ero nelle condizioni di poterlo fare, secondo la mia volontà. Mi sono fatto persino regalare una bibbia”.

Nessun commento: