L'ispettore Cibotto si lasciò cadere sul sedile della propria auto, esausto. Aveva affrontato una vera e propria orda di diavoli, nei sotterranei dell'Interporto. Non aveva nemmeno la forza di farsi un appunto mentale per riepilogare il rocambolesco piano di fuga che aveva attuato: "Troppo complicato - pensò - Mi sa che se lo racconto non mi crede nessuno". Buttò sul sedile posteriore il costume da Balanzone che aveva avuto un ruolo così determinante nella buona riuscita del suo piano. Ora doveva pensare a battersela: un esercito di alieni e massoni era ancora sulle sue tracce.
Diede gas e lasciò di gran carriera l'Interporto, la zona industriale, la Tassina e la circonvallazione Ovest, per dirigersi in centro. Prossima meta: la sede della Provincia in viale della Pace. Solo Gaio Barfowskji, consulente scientifico dell'area Attività Produttive, aveva le risposte che cercava. E magari avrebbe anche accettato di aiutarlo sia a trovare Monello Vianello, che a liberare il clone numero uno di Vianello Monello.
Il piano era il seguente: scoprire se Monello Vianello era ancora vivo; chiedergli informazioni più dettagliate sul luogo in cui era intrappolato il clone numero uno di Vianello Monello; raggiungere la cella, ubicata nei sotterranei di Pechino, grazie ad uno degli infiniti tunnel che collegano Agarthi con il resto del mondo, dopo avere ottenuto la chiave d'accesso dal suo amico Hector, zingaro di Brescia che l'aveva ricevuta da suo padre, il quale l'aveva ricevuta da suo padre eccetera eccetera, a ritroso fino a quell'antenato lontano che, assieme ad altri zingari, abbandonò Agarthi per motivi che non vi stiamo a spiegare; riportare Vianello Monello o quel che è a Rovigo, ripristinando così l'ordine alterato dall'intervento di troppi complottisti. Ciò avrebbe lanciato un forte segnale ai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, di cui ora l'ispettore Cibotto aveva la lista completa. Se avessero riprovato ad attentare alla vita di Monello Vianello, avrebbe consegnato quell'elenco allo spirito inquieto di Vianello Monello, che ancora infestava Palazzo Celio. E sarebbero stati, con licenza parlando, cazzi acidi.
L'ispettore Cibotto parcheggiò la macchina sulla linea di mezzeria di viale della Pace e scese, schivando per un pelo un Suv. Salì le scale fino all'ufficio di Gaio. Lo trovò seduto su una poltrona comoda, che fissava un quadro sul muro: era un dipinto surrealista in cui un ciccione in un ufficio fissava un quadro sul muro, in cui era dipinto un ciccione sul muro che fissava un quadro sul muro. "Cosa fai?", chiese Cibotto. "L'assessore Chinaglia ha dato indicazioni per il risparmio energetico - commentò Barfowskji - Nel dubbio, per non sbagliare io non faccio un cazzo tutto il giorno". L'ispettore convenne che era un'ottima filosofia, ciononostante ritenne che tutto quel tempo libero dovesse essere messo a disposizione della sua indagine. "Ho bisogno di sapere dove si trova Monello Vianello". Barfowskji si incupì: "Monello Vianello è morto!" Ma la sua espressione tradì lo sforzo di fare sembrare credibile un'affermazione palesemente falsa. "Ah! - esclamò Cibotto - E allora chi è che sta scrivendo la nostra conversazione su questo blog?" Gaio non si scompose: "Sono io, in questo momento". Gli mostrò lo schermo del Pc, in cui appariva la maschera di blogspot per l'inserimento dei post. "Ciononostante mi stai raccontando delle panzane - lo arringò l'ispettore - So benissimo che Monello Vianello è vivo, e ora ti elencherò le prove, una ad una: il cavallo Urnayr scomparso nel nulla; la testimonianza di Ugo Savoia; la testimonianza di Adolf; i segni di pneumatici compatibili con quelli dell'autoblindo di Celio Rodigino; la pochette di Augusta Taurinense ritrovata tra l'erba vicino all'eremo distrutto; l'assenza di reazioni da parte del presidente Ilham Aliyev; le parole crociate dell'ultimo numero della Settimana Enigmistica, chiaramente studiate per mandare un messaggio nel futuro a Maicol Colasberna: facendola breve, la prima lettera di ogni parola del cruciverba compone una frase in messapico che, una volta tradotta, segnala a Maicol che Monello Vianello è vivo e che c'è bisogno del suo aiuto per farlo tornare in patria dal suo nascondiglio segreto".
Gaio Barfowskji si alzò in piedi. "Monello Vianello è a Prypiat, città fantasma dell'Ucraina, ridente località evacuata dopo l'incidente di Chernobyl. Sta bene là. Non vuole essere disturbato". Cibotto lo squadrò duro, poi si voltò: "Allora digli che io vado a salvare Vianello Monello e lo riporterò a Rovigo. Lo userò come arma di ricatto contro i Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Se vuole essere della partita, sa benissimo come raggiungermi". Sbattè la porta, lasciandosi alle spalle Gaio, improvvisamente ammutolito e pensieroso.
(continua)
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